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lunedì 8 ottobre 2018

La melodia delle piccole cose di Carlotta Pugi, recensione

Carissime Crazy,
oggi recuperiamo un'uscita dello scorso 12 settembre e vi parliamo de La melodia delle piccole cose di Carlotta Pugi, edito da Leggereditore. Un'affermata pop star e un pianista geniale sono i protagonisti di un romanzo raffinato ed emozionante che arriva dritto al cuore con la potenza della musica che fa da sfondo ad una storia d'amore, di rinascita e di consapevolezza di sé. Un libro tutto da assaporare, che vi ricorderà l'ultimo pasticcino su di un cabaret: vorrete divorarlo, ma non vorrete che finisca troppo in fretta. Eccovi la nostra recensione.



Titolo: La melodia delle piccole cose

Autore: Carlotta Pugi

Editore: Leggereditore

Data: 12 settembre 2018

Genere: Contemporary Romance

Categoria: Music Romance

Narrazione: Prima persona, Pov alternato

Finale: no cliffhanger





Cecilia Rachel Romano, per i fan di tutto il mondo Moonlight, è una popstar dalla voce potente, il ritmo nel sangue e un carattere esplosivo. Il suo tour mondiale è alle porte e dato il successo cui è destinata, la casa discografica le impone di collaborare con Ludovico J. Alberti, un genio della musica che sembra irritato tanto dalla sua ecletticità quanto dai suoi pezzi pop. Nonostante l’esuberanza dell’una e l’apparente invulnerabilità dell’altro, i due si trovano a convivere sotto lo stesso tetto, costretti in una collaborazione che ne metterà a dura prova i nervi. Nella meravigliosa cornice di Cortina d’Ampezzo, le loro personalità entrano in collisione, emergendo per quelle che sono: un vulcano con le ali da farfalla lei, un astro che sembra inamovibile lui.



Cecilia Rachel Romano, in arte Moonlight, Moonie per gli amici, è una delle pop star più famose del pianeta. È una cantante istrionica, una ballerina dotata e una performer che riesce a calamitare su di sé gli sguardi di tutto il pubblico. I suoi tanti nomi sono lo specchio di una personalità camaleontica e affascinante, di una ragazza dalle mille sfaccettature e dalla personalità spumeggiante che, tuttavia, cela molte fragilità.
Ludovico J Alberti, Justice per chi lo conosce bene, è un pianista di fama internazionale in possesso dell'orecchio assoluto e relativo. È un uomo schivo e di poche parole che nasconde un passato doloroso dietro due occhi profondi color cioccolato e una massa arruffata di capelli scuri.
Il primo incontro tra Moonie e Justice avviene in occasione del concerto all'intervallo del Super Bowl, la partita che decide le finali del campionato di football americano. E se Moonlight è affascinata dal talento del pianista ma non dalla sua scontrosa personalità, Justice non si spiega il successo di una ragazza che interpreta canzoni completamente mediocri. Dopo un colpo di scena, i due si ritroveranno nello stesso chalet di Cortina d’Ampezzo, di proprietà della comune casa discografica. La convivenza forzata darà il via all’incontro/scontro tra due personalità e due mondi agli antipodi che, forse, avevano solo bisogno di trovarsi.

L’amore è subdolo ed egoista. L’amore colpisce e ferisce. L’amore è una scarica di mitragliatrice nel petto durante un’operazione a cuore aperto.

Ho affrontato la lettura di questo libro senza aspettative di alcun tipo; non avevo mai letto nulla di quest’autrice e, sebbene la trama mi intrigasse, non avevo lasciato che la mia immaginazione volasse troppo in alto. Bene, il risultato di questo mio salto nel vuoto è che sono stata rapita da questa storia, dai suoi meravigliosi personaggi, dallo stile e dal linguaggio usato dalla scrittrice. Ragazze, siamo di fronte ad un libro di un’enorme bellezza, sia oggettiva che soggettiva. L’innegabile bellezza oggettiva è dovuta ad una trama fluida e lineare, ad uno stile ricercato ed intelligente, ad un uso sapiente e ricercato del linguaggio che, grazie ad uno stratagemma di trama, non risulta mai pes(d)ante, ma diventa motivo di arricchimento sia per i personaggi che per il lettore. La bellezza soggettiva è legata alle emozioni che mi ha fatto provare, perché questo libro mi è entrato dentro quando non mi aspettavo da lui nient'altro che una lettura piacevole. Devo ringraziare soprattutto i personaggi: sembrano prendere vita dalle pagine ed arrivare dritti nelle nostre menti e nei nostri cuori. Moonie e Justice in primis, con la loro chimica, i loro battibecchi, la scoperta delle rispettive personalità attraverso una serie di dialoghi che non mi hanno mai stancata, anzi, che avrei ascoltato per ore.

La tengo stretta contro il mio petto, incastro il naso tra i suoi capelli. Respiro la sua paura. Palpito insieme al suo cuore. Ascolto le grida della sua anima. È incredibile quello che ho imparato di lei attraverso il silenzio della nostra improbabile convivenza.

Il loro comune amore per la musica li porta ad una comunione quasi spirituale, prima che fisica, ed è stato affascinante assistere al loro processo creativo. Perché non si è mai trattato solo di musica, no: la musica è stato il tramite grazie al quale Moonie e Justice hanno potuto esprimere se stessi liberamente e conoscersi nel profondo. Ma la forza dei protagonisti (e quindi del romanzo) risiede anche in una coppia di personaggi secondari che più stramba non si può, ma che ho amato alla follia. Fergus, il gigante buono, e Regina, l’infaticabile “stronzctotum”, incarnano tutto quello che di buono si può dire sull’amicizia e sulla lealtà. Due protettori, due amici fidati, due persone a cui la vita ha tolto tanto e che ora si sono conquistate il proprio posto nel mondo.
Infine, ho amato moltissimo il messaggio che l’autrice ha voluto dare, affidandolo al suo protagonista. È necessario che ognuno di noi compia le proprie battaglie e che trovi in sé la forza di vincerle; è importante farsi aiutare da chi ci sta vicino, ma senza quella spinta che parte da noi, mancherà sempre qualcosa.
Non posso far altro che consigliarvi di cuore questo romanzo e sperare che lo amiate almeno la metà di quanto l’ho amato io.

Buona lettura,
Liliana








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