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mercoledì 1 aprile 2015

C'è qualcosa in te di Valentina Facchini, epilogo inedito!

Ciao Crazy
per chi ha letto C’è qualcosa in te, l’ultimo libro di Valentina Facchini, c’è una sorpresa per voi: L’ epilogo. Scopriremo cosa è successo ai protagonisti e soprattutto se Arianna è dovuta tornare In Italia lasciando, così, Connor da solo a Los Angeles.  Buona lettura!


Titolo: C’è qualcosa in te

Autrice: Valentina Facchini

Data: 2 febbraio 2015

Editore: Self Published

Genere: New Adult







Arianna è al penultimo anno di Lettere alla Sapienza di Roma e decide di traferirsi per studiare per due semestri all’ UCLA, college della California. Ha bisogno di evadere dalle continue intromissioni della madre nella sua vita, di sfuggire alle sue ansie, alla maniacalità con cui cerca di condizionarne le scelte. Durante il primo mese, incontra Connor, ex giocatore di football , ora dottorando in giornalismo. Tra i due sono scintille sin dal primo incontro, ma poi qualcosa cambia e il loro rapporto si trasforma:  I battibecchi lasciano spazio a qualcosa di più profondo. Baci rubati, sguardi, attimi d'intimità che mutano inesorabilmente i loro destini. La loro storia, però, sarà tutta in salita tra l’impossibilità della loro relazione e un biglietto di ritorno già prenotato per l’Italia.

                                                          Epilogo
Arianna

Sei mesi dopo
Era una sensazione stranissima quella che sentivo al dito, ancora non mi ero abituata a portare la fede. Era il simbolo del nostro amore, e anche della mia nuova cittadinanza americana:ora nessuno mi avrebbe più allontanato da Connor. Ogni tanto, però, mi trovavo a fissare il mio anello e pensare al giorno in cui avevamo pronunciato il nostro sì. Questa volta niente Las Vegas, fu un matrimonio per pochissimi intimi sulla spiaggia davanti casa nostra: solo noi, i nostri genitori e gli amici più intimi. Ci eravamo sposati a giugno, avevamo avuto poco tempo per organizzare, ma, comunque, non volevamo qualcosa di grande. Era andata incontro a Connor, che mi aspettava sotto un grande arco, indossando un vestitino leggero e a piedi nudi. Era stato un matrimonio emozionante, ricordo ancora la sensazione della sabbia mentre camminavo, la brezza che veniva dall’oceano e lo sguardo di Connor quando l’officiante ci aveva dichiarato marito e moglie. Anche mio padre si era commosso, era venuto da solo perché mia madre era ancora in clinica e, comunque, da quel giorno in ospedale non l’avevo più vista né sentita. Non era stato sufficiente nemmeno la spiegazione che mi avevadato mio padre sulla malattia di mia madre: sapere che era stata rapinata poco dopo la mia nascita e che per questo la paura si era impossessata di lei non era abbastanza per perdonarla.Avermi fatto crescere nella paura che mi potesse succedere qualcosa di brutto e poi aver cercato di farmi allontanare dall’unico amore della mia vita era stato troppo. Ero immersa nei miei pensieri quando mi sentii abbracciare da dietro, ero nel patio e stavo cercando di studiare.
«Ari, ancora non capisco perché studi qui, poi oggi c’è veramente troppo vento», mi disse il mio bel Vichingo. Ogni volta che lo guardavo mi chiedevo come era possibile che fosse mio.
«Mi piace, è rilassante. Com’è andata a scuola?».
«Bene, anche se alcuni di quei ragazzini sono terribili».
Connor era riuscito a concludere il dottorato all’Ucla e ora insegnava letteratura inglese in un liceo di Los Angeles, mentre io ero diventata una studentessa a tutti gli effetti. Lui si lamentava spesso dei suoi liceali, ma dal suo sguardo si capiva quanto gli piacesse insegnare: era come se avesse trovato se stesso.
Gli sorrisi e percorsi quei pochi metri che ci separavano: volevo toccarlo, sentirlo mio e visto quanto mi strinse forte anche lui avvertiva lo stesso bisogno.
«Hai sentito Sarah?» mi chiese dopo avermi dato un bacio.
«No, ho cercato di chiamarla, ma non mi ha mai risposto. Sono andata anche a casa sua stamattina ma era tutto chiuso. Sono preoccupata».
«Amore mio, dopo quello che ha passato è normale che abbia bisogno di stare da sola».
«No, ha bisogno di me, di noi».
«Lasciala stare per un po’ e poi la cercheremo».
Non ero molto convinta di questo piano, ma era l’unico che avevamo: Sarah era sparita e non potevo farci nulla.
«Non mi piace vederti quell’espressione triste sul viso, Bambolina. Dimmi come posso farti  tornare il sorriso».
«Lo sai cosa».
La sua risposta fu quella di baciarmi, di prendermi in braccio e di portarmi su in camera, ma appena entrati si fermò sulla soglia:
«Ari ma è passato un tornado?»
«No, perché?»
Poi guardai la stanza e, in effetti, l’avevo lasciata un po’ in disordine. Colpevole iniziai a baciargli il collo fino ad arrivare alla sua magnifica bocca.
«Ari, non mi distrarrai così facilmente. Devi essere più ordinata, mi spieghi com’è finito un tuo calzino sul lampadario?»
Ecco, quella era una domanda a cui non sapevo come rispondere, quindi iniziai di nuovo a baciarlo: «Lo sai che ti amo, vero?»
«Non mi distrarrai questa volta, lo sai?»
Scesi dalle sue braccia e iniziai a sbottonargli la camicia e a lasciargli dei piccoli baci a fior di labbra sui suoi addominali: «Sei sicuro?»
«Forse. Di che stavamo parlando?»
E poi lo distrassi definitivamente e per il resto del pomeriggio fummo solo noi due. Ancora non ci potevo credere a tutta la felicità che provavo, era troppa ma me ne beavo di ogni piccolo istante.

Speriamo che vi siate godute questa piccola chicca offerta dalla nostra Valentina, per chi si fosse perso questo libri trovate qui la recensione di Patrizia!
A presto, il Team

1 commento:

  1. Grazie Valentina per questo bellissimo regalo. Sapevo che non sarebbe potuta andare diversamente, ma è sempre emozionante dare vita ai propri pensieri attraverso le parole. Mi mancheranno sempre un po' Connor e Arianna anche se so che ora stanno vivendo il loro “per sempre felici e contenti”.
    Per quanto riguarda Sarah, mi hai messo la pulce nell'orecchio!!! Ora voglio sapere che fine ha fatto ;)

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