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sabato 19 settembre 2015

L’estate che comincia di Silvia Soler, recensione

Buongiorno Crazy,
Oggi vi parlo de L’estate che comincia dell’autrice catalana Silvia Soler romanzo stand alone pubblicato da Mondadori il 16 giugno. Anche se la nostra estate sta finendo invece di cominciare, penso che valga la pena di fermarsi un attimo e vivere la storia di Jùlia e Andreu, una storia lunga una vita.










Titolo: L’estate che comincia

Autore: Silvia Soler

Data: 16 Giugno 2015

Editore: Mondadori

Genere: Sentimentale



Elvira e Roser sono stese sulla sabbia, a riva, nell'ora in cui la spiaggia sembra fondersi. Se qualcuno le osservasse di lato penserebbe che le loro pance sono delle dune. Manca poco ormai, le due ragazze si godono le ultime settimane fantasticando sul futuro dei loro figli. "Se sono un maschio e una femmina si innamoreranno, no?" Al termine della gravidanza, l'amicizia tra Elvira e Roser è ancora più forte: ogni anno le loro famiglie si riuniscono nella casa al mare dei Balart per celebrare i compleanni di Júlia e Andreu, entrambi nati in giugno, e per brindare all'estate che comincia nella notte di San Giovanni.
La vita scorre serena fino al momento in cui Júlia sta per compiere diciott'anni quando, prima ancora di avviare i loro soliti festeggiamenti, ricevono una telefonata dall'ospedale: Elvira e Roser sono state coinvolte in un incidente d'auto e sono morte.
Da quel giorno le due famiglie si separano, sprofondando in un lutto che sembra non aver fine. E, pur di dimenticare, Júlia decide di non rivedere mai più Andreu…
Ma dopo tanti anni, dopo matrimoni, nascite e vicissitudini varie, Júlia e Andreu, rimasti soli e con i figli già grandi, avranno l'occasione di incontrarsi di nuovo…



Quanto è potente l’Amore? E che cosa è in grado di fare? La risposta è che ha un potere immenso e può fare davvero tutto, può creare la vita.
Come l’amore grande e fraterno tra Elvira e Roser, amiche di infanzia; come sorelle ma anche più di questo, tanto da considerarsi gemelle.
Tanto legate da restare addirittura incinte insieme, e passare il tempo stese sulla sabbia a sognare come saranno i loro figli, cosa faranno, cosa riserverà il futuro per tutti loro.
Leggendo questo libro noi siamo testimoni, testimoni di quel futuro immaginato da Elvira e Roser, un futuro a cui purtroppo non assisteranno interamente di persona, un futuro costellato di tragedie ed eventi felici, perché nemmeno loro avrebbero potuto immaginare che 18 anni dopo, dopo aver dato alla luce Andreu e Jùlia, e altri figli; sarebbero state strappate alle loro famiglie da un incidente stradale, unite nella morte come nella vita.

Siamo testimoni del modo diverso delle due famiglie di affrontare la tragedia, del modo diverso in cui reagiranno i mariti, come Valentìn vedovo di Roser che resterà per sempre legato al ricordo della moglie, e vedrà negli anni crescere i suoi figli e nascere i suoi nipoti, cercando di farli andare avanti senza dimenticare mai la madre. Reazione diversa per Joan, il marito di Elvira, che deciderà di risposarsi con una donna che non ama per combattere la solitudine e conserverà solo nel suo cuore il ricordo di sua moglie, sempre restando accanto al figlio a suo modo. Eppure, a parte un breve periodo, le due famiglie resteranno sempre unite, col passare degli anni e delle stagioni.
Questo libro non è propriamente un romance, è quasi un saga, la cronaca di un pezzo della vita delle famiglie Reig e Balart, e al centro di tutto, Andreu e Jùlia amici e migliori amici fin dalla nascita, il primo amore adolescenziale, poi un’amicizia indissolubile perdurata negli anni.
50 anni raccontati in meno di 200 pagine, dove si alternano felicità e tristezza, nascite e morti, traguardi raggiunti e fallimenti inevitabili; tutto sullo sfondo della piccola cittadina di mare, in realtà fittizia, di Sorrals; il teatro della nostra storia, con le sue spiagge, il suo lungomare e i suoi abitanti impiccioni.
Il tempo che passa è scandito da un giorno in particolare dell’anno, la vigilia di San Giovanni, un giorno importante per le nostre due famiglie, pieno di significati, è il giorno del compleanno di Jùlia, il giorno della morte di Elvira e Roser, il giorno designato in cui ogni anno le due famiglie si riuniscono a cena e fanno il loro brindisi “All’estate che comincia”; una tradizione che non cambierà mai nel corso degli anni.

Tutto parte dalle due donne incinte sulla spiaggia, per arrivare cinquant’anni dopo ad un uomo e una donna che decidono di stare insieme dopo aver vissuto lutti e tradimenti, perché se c’è una cosa che non è mai cambiata è il fatto che Andreu e Jùlia sono sempre stati il punto fermo l’uno dell’altra.
Nonostante la narrazione un po’ scarna e non molto coinvolgente, è questo quello che mi ha colpito, il senso della vita di questo libro; il ciclo della vita che si compie, Elvira e Roser danno alla luce Jùlia e Andreu, che a loro volta hanno dei figli che porteranno avanti le tradizioni, che erediteranno Casa Balart, la casa vicino al mare, anche questo altro luogo simbolo della storia, dove amiche come Emma e Ia crescono e diventano amiche inseparabili così come le loro nonne Elvira e Roser, che a loro volta cresceranno e daranno alla luce i loro figli.
Questo è quello che mi rimarrà dentro di questo libro, questo senso di cerchio che si chiude e si riapre, questo senso di eternità tipico della vita; della vita come la conosciamo noi.

Un bacio, Patty



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