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giovedì 19 novembre 2015

Il manifesto della felicità di Lucy-Anne Holmes, recensione

Buongiorno mondo Crazy!


Ho appena concluso di leggere Il manifesto della felicità scritto da Lucy-Anne Holmes e pubblicato dalla Fabbri Editori lo scorso 29 ottobre e di cui vi parlo oggi.  Si tratta del  primo libro della scrittrice approdato in Italia, e mi ha lasciata con qualche perplessità. Indubbiamente è un  libro che racchiude in sé una moltitudine di tematiche realistiche e quotidiane, ma non stupitevi se scrivo che sono curiosa di conoscere i vostri giudizi in merito.

Titolo: Il manifesto della felicità
Autore: Lucy-Anne Holmes

Serie:
Non fa parte di una serie
Editore:
Fabbri
Data:
 29 ottobre 2015
Genere: 
contemporary romance
Categoria:
women fiction, humor
Narrazione:
 prima persona, pov femminile
Finale:
No cliffhanger
Coppia:
Jenny Taylor, assistente di ambulatorio; Joe King, addetto alle vendite in farmacia. 



A Tiddlesbury, una piccola cittadina inglese, tutti conoscono e adorano Fanny.
Fanny è dolce, simpatica, sembra brillare di una luce speciale. Il suo segreto? Attenersi ogni giorno a una stretta regola di vita, il Manifesto della Felicità, compilato dalla sua migliore amica sotto forma di decalogo. Si tratta di semplici azioni quotidiane - Elenca tutte le cose belle che hai; Prenditi cura di qualcosa; Ridi; Concediti un premio - che servono a regalare un po’ di buonumore, a rendere il mondo più bello e che, magicamente, portano anche fortuna.
E così, proprio grazie al Manifesto, Fanny ha incontrato Matt, bello e di successo, forse un po’ troppo devoto alla carriera, ma con tutte le carte in regola per essere definito il “ragazzo perfetto”. E ora, come in una fiaba, lui le ha chiesto di sposarlo. La data del matrimonio è vicinissima, e le cose da organizzare così tante... troppe, per una come Fanny che vive perennemente con la testa tra le nuvole! Come se non bastasse, a turbare l’equilibrio della sua vita da sogno arrivano la madre, che le piomba in casa all’improvviso in cerca di ospitalità, e un ragazzo, sexy da togliere il respiro, che le fa battere il cuore come non le capitava da tempo. Le certezze di Fanny cominciano a vacillare una dopo l’altra: tenere a bada la madre, un vero e proprio tornado di donna, e tentare di reprimere i sentimenti ribelli che rischiano di mandare all’aria l’imminente matrimonio non è semplice… Esisterà una regola anche per scampare ai disastri d’amore?



Si chiama Jenny Taylor, ma per tutti quelli che la conoscono è semplicemente Fanny. All’età di ventisette anni, non è solamente l’assistente dell’ambulatorio medico della cittadina dove vive ma è una ragazza briosa, tenace e realista. Questo perché da alcuni anni si attiene scrupolosamente e instancabilmente al “manifesto della felicità”, che si trova ancora dietro la porta della sua stanza. Dopo essersi lasciata alle spalle un passato spiacevole che l’ha vista sprofondare nel buio della depressione, è riuscita a venirne fuori, anche grazie alla costante presenza della sua migliore amica Philippa, suo supporto fisico e morale, nonché autrice del manifesto. Ed è per merito, o a causa, del manifesto che Fanny ha conosciuto Matt, il suo fidanzato. Un ragazzo che lei ci descrive bello come nessun altro, con i suoi capelli color sabbia ed un innato senso per il lavoro, anche se gli porta via gran parte del tempo. La sua vita scorre tranquilla fino a quando non riceve la telefonata di sua madre che l’avvisa che a breve le farà visita. Quando la madre le chiederà di potersi sistemare da lei, dopo la scelta irremovibile che ha fatto, la stabilità di Fanny incomincerà a traballare. Se poi aggiungiamo la proposta di matrimonio ricevuta da Matt lo stesso giorno e l’incontro, il mattino seguente, con il nuovo ragazzo che lavora in farmacia,  che fin da subito riesce a turbarla, la serenità di Fanny si squarcia del tutto.


“…spesso tendiamo a complicare le cose, quando invece basta il vento sulla pelle  e la terra sotto i piedi.”


In passato è stata bersaglio delle angherie che gli altri ragazzi e ragazze le hanno riservato a scuola, ma ciò che l’ha fatta scivolare nel baratro oscuro della depressione è stato anche il rapporto con i propri genitori. Il padre che per anni l’ha subissata di vessazioni verbali, facendola sentire una nullità, e la madre che non ha saputo reagire per lei, non prendendo mai nessuna posizione. Oggi Fanny sa che quel tempo è lontano: ha trovato finalmente il suo equilibrio. Ha Philippa. Ha Al. Ha Matt. Philippa rappresenta per Fanny tutto ciò che di più caro si può avere. Sa che la loro amicizia è indissolubile. Lei le ha saputo far tornare il sorriso, lei ha saputo ridarle la voglia di vivere. Lei è l’artefice del “manifesto della felicità”. Dieci regole scritte su un foglio di carta comune, che rappresentano “norme guida” per la vita di Fanny, a cui si è aggrappata negli anni e che l’hanno portata a vivere in pace e in serenità, in primis con se stessa. E poi c’è Matt. Indubbiamente per Fanny lui è il ragazzo giusto. Non solo è bello ma è certa che lui le saprà garantire un ottimo futuro,e soprattutto le garantirà un nome nuovo. Ovviamente, non sono l’unica ad affermare che lui non è proprio per nulla il tipo che Fanny vuole sposare. Perché?... Lascio a voi capirlo!
Sono molto indecisa sulla valutazione di questo libro, perché se l’inizio avesse avuto le stesse caratteristiche superlative della parte finale non avrei esitato dal dargli un giudizio “indimenticabile” ma, mi dispiace affermare che nonostante il libro faccia ben pensare, a me invece non ha convinto del tutto. 
Indubbiamente la trama è interessante, le vicissitudini non mancano, l’umorismo, i sentimenti sono perfetti, ma la prima parte l’ho trovata di una lentezza disarmante. Non dico una bugia dicendovi che ho iniziato a leggere il libro per ben quattro volte, partendo dalla prima pagina tutte le volte, ritrovandomi poi a pagina cinquanta con la voglia di ricominciare da capo pensando “forse sono io che non sono in vena”. Ed ecco spiegatovi il perché ho scritto, all’inizio, che sono curiosa di conoscere il vostro giudizio al riguardo, e spero che mi direte la vostra, perché il motivo penalizzante per me è questo: la lentezza! E questo è il vero peccato che ha guastato il tutto, nonostante il capolavoro di finale che l’autrice ha scritto!
Alla prossima,
Tina

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