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mercoledì 14 settembre 2016

L'imperfetta di Carmela scotti, recensione

Care Crazy,
oggi vi parliamo del romanzo di Carmela Scotti, L’imperfetta, pubblicato da Garzanti il 25 agosto. Nel farlo, vi chiediamo di fare una piccola deviazione dal nostro amato romance: immergetevi in una storia che vi trasporterà in un’epoca lontana, vi colpirà allo stomaco con la forza straordinaria della sua protagonista e che vi ammalierà con un linguaggio che ricorda la poesia e i grandi autori classici della terra in cui è ambientata.

L’imperfetta Titolo: L’imperfetta
Autore:
Carmela Scotti
Serie:  non fa parte di una serie
Editore: Garzanti

Data: 25 agosto 2016
Genere: Narrativa
Categoria: storico
Narrazione: prima persona, pov femminile
Finale: No cliffhanger
Coppia: Catena Dolce, quindicenne in fuga nella Sicilia del 1897.


Notte e giorno dicevo nella testa le parole dei libri di mio padre. Le avevo tutte nella memoria, nessuno può rubare i pensieri senza peso, sottrarli nel sonno a chi li tiene stretti. Per Catena la notte è sempre stata un rifugio speciale. Un rifugio tra le braccia di suo padre, per disegnare insieme le costellazioni incastonate nel cielo, imparare i nomi delle stelle più lontane e delle erbe curative, leggere libri colmi di storie fantastiche. Ma da quando suo padre non c’è più, Catena ha imparato che la notte può anche fare paura e può nascondere ombre oscure. L’ombra delle mani della madre che la obbligano al duro lavoro nei campi e le impediscono di leggere, quella degli occhi gelidi e inquieti dello zio che la inseguono negli angoli più remoti della casa. Le sue sorelle sembrano non vederla più, ormai è la figlia imperfetta e il ricordo del calore dell’amore di suo padre non basta a riscaldare il gelo nelle ossa. Catena ha solo quindici anni quando decide che non vuole più avere paura. E l’ultima notte nella sua vecchia casa si colora del rosso della vendetta. Poi, la fuga nel bosco, dove cerca riparo con la sola compagnia dei suoi amati libri. È grazie a loro e agli insegnamenti del padre che Catena riesce a sopravvivere nella foresta. Ma nel suo rifugio, fatto di un cielo di foglie e di rami intrecciati, la ragazza non è ancora al sicuro. La stanno cercando e per salvarsi Catena deve ridisegnare la sua vita, la vita di una bambina che è dovuta crescere troppo in fretta, ma che può ancora amare di un amore forse imperfetto, ma forte come il vento. Con questo romanzo potente, finalista al prestigioso premio Calvino, Carmela Scotti ci guida al cuore di una storia antica e insieme attualissima, illuminata da un’intensa e affilata voce femminile. La storia di una ragazza coraggiosa e troppo sola. Della sua voglia di vivere contro tutto e tutti. Di una stella che continua a brillare anche in un cielo coperto di nuvole.


Da ormai tre anni, dopo periodi onnivori, leggo quasi unicamente il genere romance; si potranno esaminare i suoi numerosi sottogeneri e le sue variazioni al tema principe, ma ci sarà sempre un filo invisibile che lega in modo stretto e familiare i libri che gli appartengono.
Con questa lettura sono uscita dalla mia confort zone. Mi sono addentrata, diffidente, in un mondo letterario che non esploravo da un po’ e che all’inizio mi sembrava ostico e poco accogliente.
Ma è stato inevitabile venire assorbita da questo romanzo, dalle poesie e dalle immagini che evocano le sue parole, attratta dall’unicità e dalla forza della sua protagonista “imperfetta”, che brama la libertà e che non crolla mai, nonostante la vita abbia fatto di tutto per provocarle dolore e sofferenze.
Catena è poco più che una bambina quando perde il padre, l’unica persona che le abbia dimostrato affetto e amore, l’uomo che le ha donato la possibilità di viaggiare con la mente, insegnandole a leggere, aprendole gli occhi davanti a mondi lontani e ad antichi saperi. Lasciata sola con due sorelle minori, un cuginetto sordomuto, una madre anaffettiva e crudele ed uno zio violento e abusivo, la ragazzina viene additata come la figlia imperfetta e vede la sua vita cadere in una spirale di violenza e crudeltà da cui riesce a scappare in una notte funesta. Da qui, c’è la fuga tra le montagne e i boschi, c’è la lotta alla sopravvivenza, c’è il tentare di prendersi cura di sé quando si è disperatamente sole, c’è il ricordo del padre che è vivo nel vento attorno a lei e ci sono gli amati libri, i suoi oggetti più cari. 
I capitoli si intervallano tra passato e presente, in un tempo che da subito si avverte come appartenente ad un’epoca lontana, ma che solo verso metà romanzo si riesce a definire con chiarezza. Siamo, infatti, nella Sicilia di fine ‘800, quando Palermo e le vicinanze vennero funestate dal colera che si portò con sé interi villaggi. Siamo in un’epoca di credenze superstiziose e di untori, siamo in un periodo storico in cui le guaritrici si affidavano alle erbe e al potere curativo della natura mentre il resto delle persone le additava come “malanove”, come streghe. Siamo in un tempo in cui le carceri erano lo specchio dell’inferno.
La trama, avvincente grazie anche al ritmo che la successione tra passato e presente le dona, è valorizzata da una scrittura al limite della poesia: le parole diventano immagini potentissime che descrivono il dolore e la forza di Catena, hanno la capacità di trasmettere il loro significato al lettore coinvolgendo tutti e cinque i sensi. Mi è sembrato di odorare il fetore che il colera portava con sé, mi è sembrato di sentire le grida delle urla delle carcerate, mi è sembrato di assaporare il cibo che Catena è riuscita a procurarsi o di vedere il rosso del sangue che è stato sparso in questa storia.
Le vicende de L’imperfetta sono crude, realistiche; la violenza descritta, quasi sempre contro le donne e i più indifesi, fa infuriare e fa parteggiare sempre per chi tenta di opporsi a questa spirale di crudeltà. In un mondo dove è Catena ad essere considerata “imperfetta”, per la sua capacità di leggere, per le sue abilità curative, per la sua sensibilità e per il suo amore verso un padre buono e gentile, ma anche per le sue azioni, è chiaro, tuttavia, come gli imperfetti siano tutti gli altri: uomini violenti che prendono senza chiedere, donne remissive e rancorose, una giustizia che di giusto ha solo il nome, una società ignorante e superstiziosa. L’oscurità del mondo in cui vive è allietata solo dal ricordo del padre, uno dei pochi personaggi unicamente positivi, un uomo che ha saputo, seppure per breve tempo, donarle amore, protezione, speranza.
Catena non cerca la redenzione, lei cerca di sopravvivere, cerca di essere libera e l’ho molto amata per questo. Nonostante fossi quasi sicura dall’inizio su cosa le sarebbe accaduto, ho avuto una grande sorpresa nel finale che mi ha lasciato con gli occhi lucidi e con molta commozione.
Ho, infine, apprezzato i continui riferimenti ai libri, a come le parole possano aprire orizzonti inaspettati, a come piccole linee d’inchiostro diano la libertà di conoscere, di viaggiare, di essere liberi.
Non aspettatevi una classica storia d’amore. Questo libro non lo è. Aspettatevi, invece, un bellissimo romanzo d’esordio che vi terrà incollati alle sue pagine.

Un abbraccio,
Liliana



L’imperfetta

1 commento:

  1. Questa storia mi incuriosiva già leggendo la quarta di copertina, ora lo voglio!

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