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giovedì 2 febbraio 2017

La casa delle foglie rosse di Paullina Simons, recensione.

Buongiorno Crazy!
È la mia prima volta con voi e inizio subito a bomba. Vi parlo infatti de La casa delle foglie rosse, ultimo romanzo della conosciutissima Paullina Simons, autrice del famoso bestseller Il Cavaliere d'Inverno, che personalmente ho amato alla follia. Uscito lo scorso 19 gennaio, narra la storia di quattro universitari, amici per la pelle: Kristina, la protagonista, Jim, il suo ragazzo, Conni, la sua migliore amica e Albert, il ragazzo di quest'ultima. Ma nulla è come sembra. 

La casa delle foglie rosse Titolo: La casa delle foglie rosse
Autore:
Paullina Simons
Serie:  non fa parte di una serie
Editore:
HarperCollins Italia
Data: 19 gennaio 2017
Genere: New Adult
Categoria: thriller
Narrazione: terza persona
Finale: No cliffhanger


Conni, Albert, Jim e Kristina sono inseparabili fin dal primo anno di università: vivono, studiano e giocano a basket insieme, legati da un'amicizia totalizzante che ruota intorno all'anima del loro gruppo, la bellissima Kristina Kim, ma che negli ultimi tempi inizia a dare segni di cedimento.
Quando il corpo di Kristina viene trovato nudo e semisepolto dalla neve nei boschi che circondano il college, tocca a Spencer O'Malley far luce sulle circostanze poco chiare di una morte che lo turba profondamente, forse per via dell'istintiva affinità che ha provato nei confronti della vittima nel momento stesso in cui l'ha conosciuta, pochi giorni prima. Com'è possibile che nessuno di quegli amici così stretti abbia denunciato la sua scomparsa? O'Malley è sicuro che la chiave di tutto sia lì, nei rapporti intricati e per certi versi inquietanti tra i quattro ragazzi, e le sue domande insistenti portano alla luce una rete di segreti, gelosie, reticenze e mezze verità che vanno ricomposti pezzo per pezzo, come un puzzle misterioso e complesso in cui ogni rivelazione è più scioccante della precedente.


Ho esordito dicendo che nulla è come sembra, e davvero niente lo è.
Già dalle prime pagine si percepisce che qualcosa non va: Kristina è troppo concentrata, troppo attenta, troppo calcolata per essere la ragazza semplice che vuol far credere. Conni è un'amica troppo poco attenta e troppo poco presente per essere una vera migliore amica, Albert è al contrario troppo attento e troppo presente con Kristina per essere il ragazzo di Conni. Jim dal canto suo è invece troppo assente per essere il ragazzo di Kristina… All'inizio sembra solo una recita, una commedia della falsità, in cui gli eventi si susseguono lentamente in maniera quasi noiosa e i personaggi recitano malamente parti che non gli si addicono, fino alla tragedia. Kristina muore in circostanze poco chiare e la polizia indaga.
Da questo punto in poi il racconto diventa veloce e incalzante, il detective O'Malley dipana vari fili da matasse che sono avvolte strettamente tra loro, e soltanto nelle ultime pagine del romanzo, mentre la sua stessa vita ne è quasi stata travolta, riesce a tirare fuori la verità disseppellendola dalle tante bugie. 
Questo romanzo è uno spaccato sociale, come uno di quei film che narrano le vicende delle famiglie lungo un paio di generazioni. Mentre leggevo vedevo la superficiale apparenza di una bella famiglia benestante, la visualizzavo come la calma piatta di un mare estivo, tutto uguale, senza onde. Ma sotto sentivo ribollire invece lo scontento di figli adolescenti troppo trascurati, la difficoltà dei genitori di crescere ed essere imparziali con quegli stessi figli. L'impossibilità di voler bene dando sostegno e supporto soprattutto nelle difficoltà. La dura legge della morte sociale, quella che ti condanna senza appello per una leggerezza di gioventù che pagherai per tutta la vita. E infine l'amore, il libro ne è pervaso. Non sono riuscita a cogliere un solo punto in cui non vi fosse amore, presente in ogni tipo e forma possibile. C'è l'amore totalizzante, quello che annienta Kristina e Nathan. C'è l'amore negato da entrambi i genitori attenti solo a salvare le apparenze. C'è l'amore superficiale, fatto di denaro e vizi, ma mai trasmesso con i gesti. C'è quello vero, che i due giovani si donano l'un l'altra per supplire a una mancanza che sentono in maniera completamente differente: Kristina mettendolo davanti ad ogni sua azione, Nathan negandolo sempre.
Poi il finale al cardiopalmo. Ammetto che lì sono rimasta malissimo. Speravo tanto in una piena confessione, che spiegasse ogni gesto e che invece non arriva, lasciandone l'interpretazione al lettore.
Inutile dirvi che la scrittrice sa il fatto suo, la maggior parte di voi la conosce, avendo letto il Cavaliere d'Inverno.
La Simons ti inchioda alle pagine mentre descrive i personaggi con pochi tratti fisici a cui aggiungere quelli caratteriali durante la lettura. Indimenticabili i protagonisti: Kristina nella sua compostezza e fragilità via via sempre più chiara, e il detective che, ligio e compito all'inizio della nostra storia, perde gran parte della sua rigidità per lasciare spazio nel cuore all'irrazionalità. Un uomo di legge, convinto che tutto sia solo bianco o nero, giusto o sbagliato, vede finalmente ogni sfumatura di colore e lascia posto a sentimenti quali la paura, il rimorso, la rabbia, la vendetta… E chi legge non può che fare come Spencer O'Malley: cercare di capire Kristina, il suo passato, la sua famiglia, i suoi amici. Perdonarli? Colpevolizzarli?
Leggete, fatevi la vostra idea, poi ditemi qual è, sono curiosa!

Cri




La casa delle foglie rosse






2 commenti:

  1. Ho amato alla follia Il cavaliere d'Inverno, e questo nuovo libro della Simons è nella mia WL, non vedo l'ora di leggerlo!

    RispondiElimina
  2. Accipicchia a Paullina, ho acquistato il libro, ho aspettato di trovare un periodo tranquillo della mia vita in cui potessi permettermi di leggere e perdere qualche ora di sonno, perché con i libri della Simons è così inizi a leggerli e spegni la luce solo quando hai finito. Non mi ha deluso neanche questa volta, il genere è completamente diverso dal cavaliere d'inverno, qualcuna potrebbe rimanere delusa dalla mancanza della storia d'amore travolgente e a lieto fine, ma se un' autrice scrive bene lo fa a prescindere dal genere e Paullina sa scrivere, sa farti entrare nella testa dei personaggi. Quello che adoro dei libri è la possibilità di esplorare mondi diversi, quindi quando trovo dialoghi ben lontani dalla "lista della spesa" mi emoziono e ritorno a leggere compulsivamente......Mannaggia a Paullina
    Baci Gina

    RispondiElimina

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