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giovedì 23 marzo 2017

La mia vita non proprio perfetta di Sophie Kinsella, recensione

Ciao crazy,
oggi vi parlo dell’ultimo lavoro di Sophie Kinsella, La mia vita non proprio perfetta, pubblicato dalla Mondadori il 14 Febbraio scorso. Voci discordanti girano sulla Kinsella, che l’autrice abbia perso il suo tocco? L’ultimo romanzo uscito in Italia parla di una giovane donna di campagna che lotta per conquistarsi un posto nella magica città londinese, ma.. se dovesse fare un passo indietro? Se dovesse rinunciare al suo sogno per tornare sui propri passi? La vita, per quanto si possa sperare, non è mai perfetta.. ma chissà, magari quella di Katie-Cat lo sarà, venite a scoprirlo!

Virtuous Titolo: La mia vita non proprio perfetta
Autore:
Sophie Kinsella
Serie: autoconclusivo
Editore: Mondadori

Data: 14 febbraio
Genere: contemporary romance
Categoria: seconde possibilità
Narrazione: prima persona, pov femminile
Finale: no cliffhanger
Coppia: Katie, giovane ricercatrice e stagista; Alex ragazzo misterioso.



Katie è una ragazza di campagna di ventisei anni il cui sogno è diventare una londinese con la L maiuscola. Adora la vita della grande metropoli scintillante, ma il punto è che non se la può permettere. Come tante persone della sua età fa fatica ad arrivare alla fine del mese, anzi della settimana, tra stage mal pagati e lavori a termine è sempre a corto di soldi, vive in uno spazio minuscolo in coabitazione con altri ragazzi con cui non va esattamente d'accordo, si veste solo con abiti presi al mercato, mangia come un uccellino, ma nonostante tutto ciò resiste. Katie fa credere a tutti di avere una vita fantastica postando su Instagram foto patinate e modaiole, ma la verità è tristemente un'altra. Lei vorrebbe diventare come Demeter, anzi essere Demeter, la sua responsabile nella famosa agenzia di marketing in cui ora lavora, una quarantenne realizzata nella professione e nella vita, piena di glamour, sicura di sé e molto egocentrica. Ma quando improvvisamente Katie rimane di nuovo senza lavoro, è costretta a tornare a vivere dai genitori nel Somerset. Mortificata, vede svanire il suo sogno di carriera, ma ancora non sa che la partita è tutta da giocare. "La mia vita non proprio perfetta" è una commedia agrodolce che gioca con grande arguzia sul tema dell'apparire. Quante persone al mondo cercano di dare un'immagine di sé che non corrisponde affatto a quella vera, soprattutto sui social?




Londra: caotica, costosa.. e la pioggia? E i malviventi? E..? Per quanti motivi ci possano essere per non amarla, per Katie invece, questa città è stata sempre il suo sogno. Non le importa di vivere in un appartamentino con strani coinquilini, o di avere una camera minuscola, o un amaca per armadio, o di dover fare chilometri a piedi per raggiungere il suo posto di lavoro, non le pesa aver cambiato il suo nome per dare un po’ di tono alla sua nuova sé londinese, o se ha dovuto lisciare i suo riccissimi capelli. Londra è il suo posto, il suo amore, e lotterà per questo.
La storia di Katie è una storia nella quale molte persone riusciranno ad immedesimarsi: studiare per garantirsi il proprio posto nel mondo del lavoro, e nel suo caso a Londra; riuscire a trovare uno stage che permette il minimo indispensabile, e continuare la trafila che aspetta tutti i comuni mortali non muniti di raccomandazioni, o fortuna, o genialità. Katie vorrebbe una vita perfetta, perfetta come quella del suo capo, Demeter: una donna realizzata dal punto di vista lavorativo, con una famiglia, con vacanze da urlo di cui vantarsi,  con una vita sociale movimentata, con un.. amante. Demeter ha tutto. Katie no. Ma ciò non toglie che lei possa sempre continuare a lottare per averlo. I suoi primi passi sono quelli di spogliarsi della sua immagine da contadinotta del Somerset e diventare una londinese doc: quindi.. via ai suoi vestiti, via al suo accento, via ai suoi capelli ricci, via anche Katie, da quel momento in poi sarà Cat. Sembra procedere tutto a rilento, fino a quando la situazione precipita. La parola chiave è licenziamento. La povera Cat si ritrova senza lavoro e con un’unica prospettiva. Tornare nel Somerset.
Non voglio accennarvi di più sulla trama, vi anticipo solo che la storia d’amore c’è ma, come tutte le storie della Kinsella, risulta sempre in secondo piano. 
Katie-Cat mi ha fatto riflettere molto durante tutta la lettura: mi sento molto Katie-Cat, e in realtà credo che molte possano dire lo stesso. Lei ha un sogno, e per raggiungerlo è disposta a tutto, anche cambiare se stessa: ma può una persona cambiare davvero ciò che è? Possiamo vivere di sola apparenza? Possiamo incassare sempre colpi, quando invece siamo abituati a restituirli? Tornare alle origini a volte può essere benefico: Cat si ritrova a dover tornare a casa, con “la coda tra le gambe”, e trovare una soluzione. Fino allo stremo ha sempre creduto di amare Londra, e di conseguenza rinunciare ed “odiare” il Somerset.. ma deve per forza essere cosi? La nostra protagonista capisce che a volte non è necessario fare una scelta, semplicemente si può non scegliere cosa amare o cosa rinunciare, perché ciò che siamo è il risultato del nostro passato, delle nostre emozioni, dei nostri affetti.. non è tutto bianco o nero, ci sono delle sfumature che bisogna tener presenti.
La vita perfetta di Demeter a cui ha sempre ambito, non sembrerà più cosi allettante, perché la verità è che si può essere felici anche con poco.. basta apprezzare ciò che si ha. E la vita perfetta non esiste: siamo umani, siamo imperfetti, e di conseguenza le nostre vite non possono essere altrimenti. Per quanto Katie si sforzi di essere all’altezza di “Cat”, questo suo personaggio non riesce ad attecchire, perché in realtà non è lei.
Ovviamente in tutta questa storia c’è un uomo.. il classico uomo-nerd di oggi: preso da mille cose, ma incapace di fermarsi sulla donna che potrebbe cambiargli la vita, l’uomo che non ama i legami e che preferisce l’amicizia con benefici, l’uomo che sa cosa vuole.. tranne in amore (da cui dice di non volere nulla).
La Kinsella rimane la stessa autrice di sempre: ironica e scorrevole, sempre pronta ad inviare messaggi subliminali e a stimolare le donne a non demoralizzarsi. Per quanto la trama possa trascinare, devo confessare di aver saltato qualche pezzetto (descrittivi..avevo intenzione di scoprire come andasse a finire, e non ho amato queste “pause” , quindi le saltavo.), e questa risulta l’unica nota negativa, che incide sulla valutazione. Per il resto, non vi sono errori, si tratta di una lettura molto piacevole e fluida. La trama è sviluppata bene. In conclusione un bel libro.
Personalmente ho amato la morale del libro e i suoi spunti di riflessione: sul modo di apparire e su quello che cerchiamo di celare solo per integrarci; il mondo Instagram.. ciò che vogliamo far vedere di noi, la vita che mostriamo di avere ( e che a volte non abbiamo realmente); i valori che dimentichiamo, le cose che non apprezziamo ma che invece dovremmo imparare ad amare. Soprattutto quello che riguarda la perfezione: vorrei avere quel lavoro, vorrei essere più magra, vorrei.. vorrei..
A questo punto VORREI ( seguendo la scia del finale del libro) far partire un hashtag:
#lamiavitanonproprioperfetta:
non so se questa recensione sia piaciuta o meno, ma vi ringrazio per aver letto #lamiaReceNonProprioPerfetta, e dato che la rece si trova in questo blog, allora.. posso dirvi che amo “ilmioCRAZYFAMILYblognonproprioperfetto.
Vi saluto con un augurio della Kinsella:
“Che le vostre vite possano essere all’altezza di ciò che postate su Instagram.”

con affetto, Cinzia.






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