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domenica 17 settembre 2017

Meraviglia di Francesco Vidotto, recensione.

Ciao Crazy,
oggi vi parlo di una nuovissima uscita! Si tratta di Meraviglia di Francesco Vidotto, pubblicato da Mondadori il 12 settembre. Si tratta di uno young adult stand alone che punta a dar coraggio e speranza a chi nella vita si sente un perdente, ma non solo... Venite a conoscere la storia di Lorenzo e di Lavinia!

Al cuore… si comanda – Parte I Titolo: Meraviglia
Autore:
Francesco Vidotto
Serie:  non fa parte di una serie
Editore:
Mondadori
Data: 12 settembre
Genere: young adult
Categoria: high school
Narrazione: prima persona, pov maschile
Finale: No cliffhanger
Coppia: Lorenzo, studente con difficoltà di apprendimento; Lavinia, studentessa.


Storia di un amore implacabile, di una ricerca intima a dispetto di tutto, Meraviglia ci accompagna negli anni difficili della formazione di un adolescente, che non eccelle, che non è ammirato, che fatica a individuare i propri contorni, ma che proprio nell'accettazione di sé e degli eventi riuscirà a trovare il senso di una vita che, seppur sghemba, gli appartiene profondamente.
Lorenzo è nato e cresciuto tra le Dolomiti, in un piccolo paese nel cuore dei Monti Pallidi.
Ama la propria vita immersa nella natura e mai la vorrebbe cambiare, senonché il lavoro del padre lo costringe a trasferirsi in città proprio quando è il momento di iniziare le scuole superiori.
Gli tocca frequentare un liceo di cemento grigio che quel suo piccolo paese avrebbe potuto contenerlo tutto quanto.
Ogni cosa cambia.
Lorenzo si sente fuori posto: straniero nella nuova vita ed estraneo a ciò che gli altri si aspettano da lui. I genitori insistono nel pretendere dei risultati scolastici che stentano ad arrivare, senza capire il suo disagio. Persino gli insegnanti lo abbandonano nell'indifferenza, al pari di un naufrago, e lui rimane in silenzio, al banco, in attesa che il tempo trascorra.
Poi un giorno arriva Lavinia: Lavinia che è bella e ha gli occhi talmente neri che è impossibile distinguerne le pupille; Lavinia che è forte e lo salva da un branco di bulli; Lavinia che gira per la città in bicicletta coi suoi maglioni extralarge e il cappellaccio nero; Lavinia che va sempre al cuore delle cose; Lavinia che gli insegna a percepire la musica delle parole, a vivere di storie.
L'amicizia che nasce tra loro è un sentimento forte e raro, capace di farli sentire completi.
Ma la vita di lei nasconde ombre che oscurano ogni luce, ombre che trascinano in abissi troppo profondi. Insieme ci provano a sopravvivere, ad aggrapparsi a questa amicizia che per Lorenzo è molto di più: è amore. Amore bruciante e assoluto.
Eppure nulla serve, e Lorenzo e Lavinia non potranno fare altro che perdersi di vista. Ma quello che Lavinia ha insegnato a Lorenzo è rimasto inciso in lui: le parole e la musica che riescono a comporre diventeranno un'ancora di salvezza, il centro pulsante della sua esistenza.
Finché, un giorno, un evento incredibile sconvolgerà l'equilibrio faticosamente conquistato.



«Quattro significa... quattro significa...»
«Cosa significa?»
«Quattro significa niente. Significa che non avete capito
niente. Ma lo sapete quanti quattro ho preso io? Lo sapete?»
Silenzio.
«Tanti. Ne ho presi tanti che nemmeno me li ricordo, e sapete
quale insegnante mi dava il maggior numero di quattro?»
Ancora silenzio.
Camminavo in quella classe come avessi avuto addosso
il fuoco di Sant’Antonio e sudavo.
«Quella stronza di italiano. Era lei che non faceva altro
che scrivermi quattro sul registro. Quattro e quattro e quattro
e basta e io avevo finito per crederci a quel quattro
e poi ho scritto un libro.»

Dopo una sinossi ufficiale così dettagliata che vi esplicita già tutti i punti salienti -anche troppi a mio avviso- della storia, mi viene facile saltare direttamente alle considerazioni su questa lettura, se vogliamo un po' diversa da quelle che siamo soliti  proporvi qui sul crazy.
Non mi ero mai approcciata a un libro di Francesco Vidotto: si tratta di un autore veneto che si è appassionato alla lettura dopo essersi innamorato del film La storia infinita, di cui ha poi letto l'omonimo romanzo capolavoro. Ha cominciato successivamente a scrivere sotto consiglio del famoso scrittore Mauro Corona e il regista Pupo Avati ed ora è al suo settimo romanzo... Meraviglia.
Sono stata attirata da questa lettura unicamente da un feeling istantaneo con la trama e la cover, diciamo pure che è stato un istalove per usare un termine "romance", solo successivamente ho scoperto essere un romanzo con alcuni elementi autobiografici e la mia curiosità è ora volta a scoprire fin dove si è spinta la realtà per poi lasciar spazio alla fantasia. Sicuramente tanti tratti di Lorenzo, il protagonista di questa storia, ricordano la biografia di Francesco Vidotto e questo giustifica la mia prima impressione su Meraviglia e il primo aggettivo che mi è saltato in mente mentre voltavo l'ultima pagina: vero, tutto in questa storia è raccontato in maniera tremendamente realistica!
Il tremendamente è voluto ed è per farvi capire che per quanto sboccino sentimenti e per quanto si inneggi all'amore, alla fine la vita non è mai solo rose e fiori e Vidotto ce lo ricorda con parole taglienti come lame e passaggi quasi poetici.  Siamo alle prese con ragazzi al primo liceo che vediamo crescere e maturare, ragazzi che vivono di speranza nel futuro e di voglia di farcela... ma non è sempre facile. Non lo è certamente per Lorenzo che sente il peso della sua inadeguatezza, della sua difficoltà di apprendimento nonostante l'impegno, sente il peso di non riuscire a sentirsi parte del gruppo. Non lo è nemmeno per Lavina che nonostante la sua spavalderia, la sua bellezza e la sua fama fra gli amici, nasconde dei disagi familiari che la travieranno. Lavinia insieme a Lorenzo sono i punti cardine di questa storia, lei che per prima ha intuito la "meraviglia" dell'animo di Lorenzo e ne è rimasta folgorata, lei che è l'esempio di quanto può essere distruttiva la mancanza di una famiglia salda e amorevole per un adolescente. Lorenzo invece è l'esatto esempio di come nonostante i nostri limiti alla fine possiamo trovare la nostra strada, non per forza omologandosi alla massa, non per forza diplomandosi con il massimo dei voti o laureandosi in tre anni. No, il mondo offre mille opportunità e non dobbiamo permettere a nessuno di farci credere che noi non ce la possiamo fare, che noi non riusciremo mai a trovare il nostro angolo di cielo in cui sentirci realizzati... a volte basta poco, a volte costa sacrificio, ma sicuramente ne varrà sempre la pena!
La lettura è iniziata entrando subito nel vivo della storia di Lorenzo e ne sono rimasta immediatamente affascinata, però non nascondo che arrivata a un certo punto, dopo la metà, ho cominciato a pensare che tutto stava perdendo di senso e che lo scrittore stava cominciando a perdere colpi tralasciando alcuni particolari che servivano a far quadrare i conti. Arrivata sul finale ho però capito il suo intento e ho apprezzato la sua scelta, anche se la curiosità di sapere il perchè del destino di due dei personaggi importanti del libro mi è restata.
Meraviglia è un libro di formazione, un libro di crescita interiore che mette il lettore davanti alla verità non indorata della vita, una storia che esalta l'importanza dell'amicizia, la storia di un amore non sempre assecondato che vi farà emozionare e vi lascerà spiazzati.
Lo stile di Vidotto è immediato, leggero senza per questo essere banale e poi, come vi dicevo inizialmente, lo sentirete reale e questo non potrà che farvi entrare subito in empatia con la storia. In conclusione se cercate una lettura tutta italiana, ambientata all'inizio degli anni Novanta, un po' diversa dalle solite storie d'amore romanzate... Meraviglia fa per voi!

«Ho letto il tuo libro, sai? In treno non ti avevo riconosciuto, scusa.»
«E perché avresti dovuto riconoscermi?»
«Perché sei uno scrittore famoso.»
«Macché! Gli scrittori non sono mai famosi, lo sono i personaggi,
se no c’è qualcosa di sbagliato e poi, nel mio caso,
non lo sono nemmeno i miei personaggi.»







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