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lunedì 4 dicembre 2017

Vivere in controluce di Giorgia Golfetto, recensione in anteprima

Buongiorno amiche.
Oggi vi parliamo in anteprima di Vivere in controluce di Giorgia Golfetto, un romanzo auto pubblicato dall’autrice in uscita il 4 dicembre. Scoprirete il percorso duro e sofferto di Anna, donna che riguarda indietro agli eventi della propria vita che l’hanno portata a raggiungere una felicità e un equilibro insperato eppure tanto necessario. Seguiteci per scoprire il nostro pensiero su questo bel libro introspettivo.

Titolo: Vivere in controluce
Autore: Giorgia Golfetto
Serie: non fa parte di una serie
Editore: self publishing
Data: 4 dicembre 2017
Genere: Narrativa
Categoria: memorie – percorso di crescita personale
Narrazione: prima persona, pov femminile
Finale: No cliffhanger



Anna è una donna felice e realizzata: dipinge, è moglie, è madre.
Davanti a una tazza di caffè, un giorno, ripercorre passo dopo passo gli anni trascorsi dalla prima adolescenza. Con occhio velato, guarda dentro al suo cuore: che ora è libero dalle catene dell’odio e del rimpianto, ma non è sempre stato così.

A 14 anni, l’esistenza di Anna è stata travolta da un evento inaspettato. Da allora, si è resa conto che la vita non va confusa con la mera sopravvivenza: per vivere davvero, ci vuole coraggio, soprattutto ci vuole l’Amore.
Il suo è stato un lungo percorso di scoperta e crescita, di sofferenza e gioia: alla fine, ha ritrovato se stessa, quella bambina-donna che aveva smarrito nel dolore e nell’autolesionismo.

Anna ha imparato ad amare e a farsi amare. Ha trovato la strada giusta per il futuro che ora le appartiene.


Anna è seduta sulla veranda di casa, a sorseggiare una tazza di caffè e a godersi la tranquillità che il paesaggio naturale che ha di fronte le infonde. In quel momento di pace e solitudine, i suoi pensieri corrono indietro nel tempo, a quando era una bambina che viveva in una lussuosa dimora con i genitori. Da lì, la donna ripercorre tutta la sua vita: dall’infanzia difficile, trascorsa con una famiglia anaffettiva e abusiva, passando per un’adolescenza emotivamente instabile e tormentata; per finire, ricorda gli anni dell’università, delle uscite con le amiche e degli amori. Gli amori che ti spezzano il cuore, te lo riaggiustano e lo calpestano di nuovo. Fino al raggiungimento di una serenità ed un equilibrio insperato, quanto necessario. Una vita non facile, quella di Anna, in cui l’incapacità del padre di amare e della madre di essere un vero genitore hanno condizionato tutte le future scelte della ragazza. Senza svelare troppo, vedremo come comportamenti autodistruttivi e un’incapacità ad esprimere la propria essenza saranno alle basi di un percorso impervio e complicato, in cui solo l’amore, la pazienza e la perseveranza potranno salvarla.

Vivere in controluce è un romanzo scritto con grazia e sensibilità: gli argomenti trattati lo richiedevano e l’autrice ha usato sempre le parole giuste, senza mai ergersi a giudice o a terapeuta. Invece, ha narrato le sofferenze di Anna con onestà e facendo compiere alla sua protagonista un percorso di presa di coscienza e di guarigione assolutamente reale. Quando si parla di comportamenti distruttivi (tra cui rientra quello messo in atto da Anna) bisogna dare alle parole il giusto peso, e la Golfetto lo fa, definendoli malattie che come tali vanno considerate e trattate. Niente che possa scomparire nel giro di pochi giorni o poche sedute con un terapeuta, ma anzi un lungo e sofferto tragitto di conoscenza di sé e del proprio dolore, con molti sbagli e ricadute prima di arrivare alla fine.
Con questo background, ho trovato perfetta la scelta del titolo: la protagonista sembra trascorrere buona parte della sua vita nascondendo le proprie emozioni, le proprie paure, le proprie sofferenze, per rifugiarsi in un mondo di ombre e di chiaroscuri, in cui è impossibile vedere davvero bene. Saranno la forza di un personaggio secondario ed un lungo percorso fatto di crescita interiore, sbagli, tentativi, ancora errori e gesti impulsivi a permetterle di ritrovare la luce.
Il meraviglioso personaggio secondario di cui parlo è la zia materna Caterina, che arriva nella vita di Anna come un uragano di positività e di amore. Tutti noi avremmo bisogno di una zia Caterina nella nostra vita, a proteggerci, supportarci, consigliarci e, soprattutto, ad amarci incondizionatamente. Un personaggio splendido, una donna eccentrica nel suo essere artista, eppure così concreta nel suo modo di amare e nel mettere la nipote al primo posto, sempre e comunque.
Durante la lettura, ciò che mi è mancato è stata una insufficienza di coinvolgimento emotivo nella descrizione dell’infanzia di Anna, che invece ho avvertito durante la sua adolescenza e l’ingresso nell’età adulta. Mi si è sicuramente stretto il cuore nel leggere degli abusi verbali ed emotivi dei genitori, ma non mi sono ritrovata trasportata nella storia, come invece mi è accaduto in seguito. Così come ho trovato più incisiva la parte finale a discapito di alcuni capitoli dell’adolescenza di Anna, un tantino più lenti.
A parte queste gusti personali, mi sento di consigliare questo romanzo che può rischiare di passare in sordina per via di una trama differente dal classico romanzo romance, ma che non ha nulla da invidiare in chiave di intelligenza, sensibilità ed emotività. La storia di Anna non vi lascerà indifferenti e vi ritroverete a desiderare di bere una tazza di caffè insieme a lei, felici che la sua vita abbia avuto la svolta che meritava.

Buona lettura,
Liliana









1 commento:

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