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lunedì 27 maggio 2019

Pazze per le serie tv: Trono di Spade, l’unico finale possibile.

Le pagine di recensioni si sprecano. Peggio dei mondiali. Con l’ultima stagione de “Il trono di spade” tutti sono diventati opinionisti, coach, oppure, peggio, sceneggiatori e registi. E allora ci mettiamo anche noi la nostra opinione, ma questa volta a difesa di una serie che ha riempito ben nove anni della nostra vita, per chi si è visto le puntate in diretta dalla prima insospettabile stagione. Da allora sono state riscritte le regole della televisione, portando le regole del cinema sul piccolo schermo e nel racconto della serialità televisiva. Infatti, nelle prime stagioni e in quelle successive, vigeva una sola grande regola, per allora impossibile da concepire in tv: anche se è un protagonista, chi è buono, muore (per Jon Snow non valeva: lui non era buono, solo un po’ troppo facilone…) 


ATTENZIONE SPOILER

Torniamo a questa ottava stagione, che si porta dietro una marea di polemiche sui social: troppo veloce, troppo fredda, passaggi incongruenti, scelte che non hanno rispettato lo stile delle altre stagioni, etc. 
Sinceramente non sono d’accordo. Quello a cui abbiamo assistito in queste sei puntate è stato il miglior racconto possibile. La delusione che stiamo provando come spettatori, e che riversiamo su quanto abbiamo visto, non è verso il racconto che abbiamo subito, ma verso il senso di vuoto che ci stanno lasciando personaggi che abbiamo amato e odiato. In questo senso, qualsiasi finale non ci sarebbe piaciuto, non ci avrebbe soddisfatto. Per tutto avremmo avuto da ridire. Perché siamo tristi, ci sentiamo abbandonati. Proprio perché abbiamo amato, abbiamo sofferto, abbiamo odiato e ci siamo anche vendicati con loro. 

Il fatto che Drogon abbia bruciato il trono di spade era simbolicamente inevitabile. Serviva una rinascita del racconto, non un nuovo re che sedesse sopra un trono che aveva portato solo a guerra e distruzione. In nome di quel trono sono state compiute stragi come come quella di Daenerys nella quinta puntata. Accettare che continuasse a esistere quel trono, avrebbe voluto dire giustificare quelle morti innocenti. Solo con quel trono liquefatto è stata interrotta veramente la ruota della schiavitù. Perché ognuno potrà scegliere il proprio destino senza il peso di un dovere, ma costruendo qualcosa di nuovo. 
E ancora. Il tradimento di Jon era l’unica soluzione possibile, con tanto di sacrificio personale e riprendere da dove ha iniziato, da dove ha conosciuto anche il vero amore con Ygritte, oltre la barriera. Non è vero che Jon ha fatto una stagione senza prendere decisioni. Non è stato diverso dalle altre stagioni, dove tutte le sue azioni eroiche si sono limitate a un’unica grande azione. Quella di questa stagione è stata il tradimento, uccidere Daenerys.



Bran “Lo Spezzato” sarà il nuovo re? Ok, è il personaggio che forse abbiamo compreso meno, ma non solo in questa stagione. In tutte e otto le stagioni. Fin da quando viene buttato dalla torre. Con lui che diventa re si chiude un cerchio, iniziato fin da quando Jamie aveva compiuto quel terribile atto. Lo stesso Jamie che non sapremo mai se ha deciso di morire con Cersie per amore della sorella, o per essere sicuro che perisse veramente per non fare altri danni. In qualsiasi caso sono morti entrambi.

Possiamo sicuramente dire di essere rimasti con l’amaro in bocca per il destino di alcuni personaggi, perché non ci è stato indicato il loro futuro, non è stato approfondito. Tutto vero, ma stiamo parlando di una narrazione che avrebbe potuto portare a tante altre stagioni. Per questo ritengo coraggioso che gli autori abbiano deciso di fermarsi qui, senza allungare il brodo per spremere la parte commerciale e di marketing. Una scelta coraggiosa, che mi fa dire ancor di più che quanto fatto, ovvero terminare tutto con questa ottava stagione, è stata una scelta coraggiosa. Una scelta che ha portato all’unico finale possibile. A un nuovo inizio.

Emmanuelle Dyson



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