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mercoledì 19 giugno 2019

Agata. Duro da amare di Anna Chillon, recensione

Ciao Crazy,
oggi vi parlo di un lupo e di un uomo con la barba, coriaceo e ferito. No, non è la recensione sulla biografia di Jon Snow, ma la recensione di Agata. Duro da amare di Anna Chillon uscito il 7 giugno e che chiude la serie di auto conclusivi delle Pietre Preziose.






Serie Pietre preziose

1. Giada. Un amore colpevole, 20 giugno 2016
2. Ambra. Lui che ama a modo suo, 20 luglio 2018
3. Agata. Duro da amare, 7 giugno 2019

Autore: Anna Chillon
Editore: Self Publishing
Genere: Contemporary romance
Narrazione: Prima persona, pov femminile
Finale: No cliffhanger









Mi parlò con il suo silenzio
e con il suo rifiuto mi catturò.
***
Giovane e incauta, mi avventurai nel bosco dove trovai una casetta con un uomo rozzo che disprezzava gli esseri umani e si comportava come se possedesse tutto il tempo del mondo.
Mi cacciò senza usare una parola, eppure io lassù ci tornai mettendo a rischio più volte la mia vita. Per lui, per quell'enigma da risolvere.
Mentii, impugnai una pistola e sperimentai quel sesso che da scontro diviene un incontro. Scoprii anche che la sincerità può far male, ma è la sola strada per essere felici.
Me lo insegnò lui, maltrattandomi, salvandomi e sequestrando ogni mia cellula, mentre nodo dopo nodo mi permetteva di dipanare la matassa della sua folle esistenza.
Quante cose nascondeva quel silenzio?
Forse più di quante avrei potuto tollerare.
Certo più di quanto le parole avrebbero mai potuto esprimere.



Allora, questo libro non è un petto di pollo alla piastra.
Mi spiego meglio; abituate a tanti petti di pollo iperproteici cotti sulla piastra da infilare nelle insalate, da condire con il limone e un filo d’olio, questo libro è paragonabile a un brasato al Barolo.
Adesso rendo meglio l’idea?
Anna Chillon, come tutte le sue opere, non lascia nulla al caso, ogni processo nello svolgimento di Agata non è puramente casuale e ogni parte della storia è ben ricercata.
C’è l’incipit lento e profumato come la marinatura della carne nelle sue spezie, c’è il rosolare del manzo in ogni suo lato, c’è il coprire tutto col Barolo e attendere, attendere con pazienza.
Quindi, se volete della carne, sappiate che oltre al petto di pollo (che per inciso non manca mai nel mio frigorifero e che dopo dieci minuti è pronto) potete anche cucinarvi uno stracotto.
Questa è una caratteristica della “cucina” di Anna Chillon, come la sensazione di volerci portare con lei in un bosco assieme ad Agata, che vive una vita che gli va stretta, e assieme a Uno, che vive invece una vita che gli va troppo larga.
Il loro è un rapporto muto ma paradossalmente urlante.
Agata è costante al limite dell’invadenza (anzi, è invadente). E per amore della verità, non l’ho amata molto a differenza di Giada e Ambra.

Dovevo avere davvero un disturbo della personalità per continuare a interessarmi all’unico individuo che mi trattava di merda.

Uno è coriaceo al limite del burbero (anzi è burbero). E per amore della verità, regge l’intero libro nonostante non parli per niente. È un alpha che vorrebbe essere lasciato in pace ma che sul proprio percorso incontra una ragazza decisa a non dargli tregua.
Si incontrano e si scontrano, si amano e si odiano, si cercano e si respingono.

Uno faceva sesso come se dovesse spaccare legna d’ebano, era una razzia. La sua foga mi invadeva non lasciando spazio a null’altro e io non ce la facevo.

Questa è la storia di un uomo rotto (Agata, a mio avviso è una “figura di riparazione”, il vero protagonista è lui e non a caso nella copertina c’è lui e non lei) che si nasconde assieme ai suoi mille pezzi in un bosco, un uomo che vive nel passato e che al coperto dei suoi drammi preferisce soffocare nel caldo del suo volontario esilio piuttosto che respirare libero.
In questo disegno, Agata è lo spiffero che lo porta a cambiare aria che lentamente gli presenta la voglia di aprire ogni finestra.
Il plot non è originale, come OGNI plot romance, ma l’esecuzione è precisa, di spessore, perché la mente che ha partorito questa serie è così; Anna Chillon sa scrivere, è un dato di fatto che nessuno potrebbe contraddire.
Per il resto, lascio a voi lettrici, scoprire come la storia procede, lascio a voi decidere se come per me è lui il vero protagonista oppure Agata e nel frattempo, vi invito a leggere l’intera serie per avere un quadro completo di come un’autrice come Anna Chillon, eccelsa nel suo modo di scrivere, abbia trasformato un secondo di carne, tanti petti di pollo in stracotti.
Nel frattempo, il brasato è pronto, ed è tempo di affettarlo e frullare le verdure assieme al fondo di cottura per ricoprire la portata.
Unico neo? A mio avviso, il fondo di cottura era da ritirare di più, perché la salsina la preferisco più densa, per il resto, libro promosso.

Naike





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