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giovedì 9 luglio 2020

Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri di Tommaso Zorzi, recensione

Ciao Crazy,
oggi Naike vi parla del primo scritto di Tommaso Zorzi, Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri, uscito il 16 giugno 2020 edito Mondadori. Sarà riuscito l’influencer più smart dell’ig italiano a conquistare anche il suo gusto letterario?




Titolo: Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri

Autore: Tommaso Zorzi

Editore: Mondadori

Data: 16 giugno 2020

Genere: narrativa, chicklit

Narrazione: prima persona al passato

Finale: No cliffhanger







"Questo sarà l'anno del mio fidanzamento, l'ho deciso. Sì, Filippo Villa, ventiquattro anni, milanese da generazioni, giornalista sportivo e party-boy, quest'anno si fidanzerà. E adesso ho qualcosa come tredici chat attive su Grindr, che è tutto un pullulare di messaggi."
Fortunatamente nella sua ricerca Filippo non è solo. Accanto a lui c'è Bea, l'amica di una vita e coinquilina da sempre che, tra stronzi fedifraghi, sfigati colossali e spiantati totali, a ragazzi non è messa poi tanto meglio. Ma si sa, la speranza è l'ultima a morire, almeno finché viene alimentata dal vino bianco di pessima qualità che ogni sera Alice porta a Bea e Filippo in cambio di un posto sul divano del loro appartamento di Porta Venezia, nel cuore del quartiere della festa milanese.
La malasorte sentimentale sembra invertire la sua rotta quando Filippo, grazie all'inseparabile Gilda, il suo bellissimo esemplare di bassotto a pelo ruvido, incrocia il proprio destino con quello di Diego: dog sitter, uno e novanta, moro, occhi neri. Un bòno, insomma. Diego ha solo un piccolo, trascurabile difetto: ha una fidanzata che lo aspetta a Monopoli, in Puglia. Dettagli. Diego è perfetto, è dolce, passionale, insomma è quello giusto. Ma non è tutto oro quel che luccica. Magari è solo bigiotteria fatta bene.
Tra aperitivi troppo alcolici, poke al salmone e maratone di serie tv, in questo romanzo Tommaso Zorzi racconta con leggerezza e ironia l'amore, l'amicizia, il sesso e le relazioni ai tempi di Grindr. Perché sì, Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri, ma poi, quando tocca a noi, è un vero casino.

Se non lo sapete, io adoro Tommaso Zorzi. Non sapete chi è Tommaso Zorzi? Be’ l’autore di questo libro è uno dei pochi partecipanti a reality vari che su ig è riuscito a creare una sua community non a suon di codice promo e Vitvia. Durante il Lock down e non solo, mi ha intrattenuto con la sua intelligenza e la sua pazzia, con le sue riflessioni e azioni contro il bullismo e il vittimismo che regna sui social.
Insomma, tra i tanti influencer che improvvisamente si buttano in editoria, Zorzi era stato l’unico a interessarmi davvero. Quando è uscito il suo libro, quindi, ero curiosa di sapere come e dove il suo progetto editoriale fosse approdato.
Ho quindi iniziato Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri con la speranza di trovare nel testo la stessa intelligenza che trovo nei suoi social e invece niente da fare: Tommaso (e soprattutto il suo editor) è scivolato sulla stessa buccia di banana della cover.
Innanzitutto, ci troviamo davanti a una sorta di chick-lit dove il protagonista (Filippo, evidente alter-ego di Zorzi) racconta della sua vita da single di Porta Venezia e lo fa tirando fuori tutti i clichè possibili e immaginabili.
Ci racconta del suo amore per il cane Gilda, ci racconta delle sue amiche single sfigate (con ricrescita inguinale urticante) e soprattutto ci racconta della sua attivissima vita su Grindr.
Anche in questo caso a suoni di clichè triti e ritriti.
Filippo racconta, racconta, racconta. Lo fa tra una battuta e l’altra, tra un pensiero e l’altro, lo fa troppo e in continuazione, rendendo scarno un ritmo narrativo che dovrebbe essere, per il genere scelto, altissimo: dialoghi, ragazzi, ci vogliono dialoghi e non tutti questi pensieri tra una battuta all’altra.
Inoltre, troppi giudizi trancianti e superficiali su abbigliamento, stile, zone abitata, colore del maglioncino e scarpe indossate.
Troppo tutto. Sono d’accordo sul fatto che il suo sia un personaggio smart, ma dal calcare la mano su un carattere e renderlo macchietta il passo è stato breve. L’immagine che ne esce fuori di Filippo (gay alla ricerca dell’anima gemella in quel di Milano) è quella di un omosessuale isterico snob e un po’ stronzo.
Chiariamoci, non è che un omosessuale non può essere isterico, snob e un po’ stronzo, ma in questo caso, proprio come dice Tommaso: ANCHE MENO.
Mi sono ritrovata con gli occhi al cielo all’ennesima battuta che catalogava qualcuno in base all’abbigliamento scelto. E se una volta fa sorridere, la quindicesima no. 
Insomma, la mia curiosità è stata abbattuta pagina dopo pagina. Il tutto sarebbe risultato frizzantino e simpatico se non fosse stato eccessivo. L’idea di scrivere qualcosa di indirettamente autobiografico avrebbe avuto senso se qualcuno che scrive per professione avesse tagliato descrizione e riempiti buchi di trama piuttosto evidenti. (e per 10 euro di ebook mi aspettavo quanto meno un lavoro del genere, so che i libri non si misurano a pagine e a peso, ma questo non significa che i miei soldi da lettrice accanita non abbiano valore.)
Ricapitolando: troppe descrizioni, troppi stream mentali ripetitivi (scarpe, capelli, magliette, manicure, pedicure, collanine, borse, zone di Milano, Gilda mio amore, mia ragione di vita…) troppi giudizi lapidari che rendono un testo leggero un albo di chi è in e out.
Tutto troppo pesante, ripetitivo, per un libro che mi aspettavo fresco e leggero.
Concludendo, come primo libro e come prima opera firmata tra l’altro Mondadori, ero certa di trovarmi davanti a un testo più bilanciato, invece non è stato così. 
Questo non smuove il mio pensiero su Zorzi che resta a mio avviso uno dei migliori entertainer dell’ig italiano, fermo restando la sua intelligenza e la sua pazzia, però ecco… forse, scrivere libri non è propriamente la sua strada maestra o quanto meno è diventata la mission di grandi case editrici che alla qualità preferiscono fare cassa (mission che però non rende onore sia ai vari Zozi che alle varie lettrici come me).
Detto questo, attendo un confronto con chi invece il libro lo ha amato.
Ps il Libro di Giulia De Lellis e Stella Pulpo era scritto meglio, molto meglio.

Naike




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