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martedì 29 dicembre 2020

Vorrei solo te per Natale di Kennedy Ryan, recensione

Care Crazy, 
Vorrei solo te per Natale di Kennedy Ryan, uscito l’11 dicembre per Newton Compton, è un romanzo breve che fa parte di una delle serie di autoconclusive secondo me più belle lette quest’anno, la Shot Series. Non fatevi ingannare dal Natale del titolo, non aspettatevi cento pagine frizzantine e di allegria. Anche in questa storia Kennedy Ryan non dimentica di regalarci un contemporary romance che ci obbliga a fermarci, fare un bel respiro e cominciare a riflettere. 






Serie:
Shot series #2.5

Titolo: Vorrei solo te per Natale

Autore: Kennedy Ryan

Editore: Newton Compton

Data: 11 dicembre 2020

Genere: Contemporary Romance

Categoria: Sport Romance

Narrazione: 1° persona pov doppio

Finale: No cliffhanger



MacKenzie Decker è la risposta a una domanda che Avery non ha mai dovuto porsi.
Si sono incontrati quando lei era una giovane reporter ambiziosa, e non si era ancora asciugato l’inchiostro sul primo contratto di Deck con l’NBA. Anni dopo, sono diventati due persone molto diverse, con le loro cicatrici e i loro successi, ma una cosa non è cambiata. L’attrazione che sfrigola tra di loro in uno spogliatoio è ancora lì. Con le loro carriere stellari la vita di Avery e Deck è stata facile, tranne per quando riguarda la possibilità che non hanno mai avuto.
O almeno, così è stato fino ad ora. E se adesso ci fosse speranza?



È difficile che un romanzo breve riesca a catturarmi, io che sono una lettrice sofferente che ama quando non è tutto rosa, quando la lettura diventa un viaggio sulle montagne russe emotive e che predilige lo slow burn tormentato. Ancora più difficile che riesca a farlo un romance che già dal titolo si spaccia per natalizio, perché questo genere si accompagna spesso a una leggerezza e buoni sentimenti che tendono a non interessarmi, a non suscitare la mia curiosità. Kennedy Ryan è però l’autrice di uno dei miei indimenticabili del 2020 quindi ho voluto darle una possibilità, e non ho fatto bene. Ho fatto benissimo. 

“Ho imparato da Will che la felicità inizia da te stesso: non puoi dipendere da un’altra persona. Alla fine dei conti, gli altri non possono completarci, ma possono amarci nella nostra fragilità se glielo permettiamo. Puoi trovare la felicità con qualcun altro se prima sei felice con te stesso.”

La storia di Avery e Decker è la storia di un amore sincero, un amore in potenza che decide di realizzarsi solo al momento giusto. È la storia di un sentimento generoso e costante, maturo e responsabile, che sa aspettare e va oltre la passione che brucia il momento. Kennedy Ryan celebra un amore completo. Un amore che si realizza in una coppia in cui ognuno è intero e definito anche da solo, perché è soltanto quando siamo in grado di essere noi stessi i nostri salvatori che siamo davvero capaci di vivere pienamente in due. 

“Siamo mai veramente integri, Avery?”, chiedo. “Se tu riesci a trovare il segreto di questo enorme casino che è la vita, dillo a tutti, perché la gente normale convive sempre con mille crepe... Non so se mi definirei integro, ma cammino. Non ti chiedo di essere integra. Voglio solo camminare con te, piccola.”

Ma cosa vuol dire essere interi e definiti? Si può esserlo lasciando libere le proprie fragilità? Le nostre insicurezze ci rendono davvero deboli? Nonostante l’incredibile storia d’amore ho trovato che il messaggio più forte di questo centinaio di pagine non sia in Avery e Decker e nella loro relazione, quanto nel cammino che Avery deve percorrere per perdonare sé stessa e chi l’ha amata in passato, per capire la differenza che intercorre fra colpa e responsabilità, per accettare che non sempre la verità è la scelta giusta, anche se spesso la più facile perché ci porta a dover fare i conti più con gli altri che con noi stessi, di frequente il nostro giudice peggiore. “Vorrei solo te per Natale” si trasforma in alcune pagine in un elogio alla reticenza difficile da trovare nei nostri amati romances che mi ha colpita e fatto riflettere. 

“A volte gli dicevo che non ci provava abbastanza, perché è tutto quello che io so fare. Ho passato tutta la mia vita a provarci. A raggiungere i miei scopi. Ad avere successo e, in un certo senso, non capivo che per lui non era così facile.”

Kennedy Ryan ci regala un romanzo breve natalizio che di natalizio ha ben poco e che di breve ha solo il numero delle pagine. Avery e Decker sono due protagonisti chiari e complessi che riescono a segnare profondamente il lettore. Anche in questo libro, come in tutti i precedenti dell’autrice, ho amato come la storia d’amore fosse uno spunto per affrontare un tema sociale importante che non viene relegato in secondo piano rispetto alla passione dei protagonisti ma si prende il giusto spazio per essere trattato con delicatezza ma serietà. Un tema sociale complesso, disperato, gravissimo e angosciante che avrei comunque preferito venisse approfondito ulteriormente. Dettagli, emozioni, reazioni che avrebbero potuto sconvolgermi e penso sarebbero stati solide fondamenta per un romanzo più lungo e, non fatico a credere, indimenticabile. Non che “Vorrei solo te per Natale” non risulti una storia completa e da leggere, ma mi resta un po’di amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere, per uno sguardo sul passato che avrei voluto vivere di più, per la potenza che avrebbe potuto sviluppare e invece si blocca un po’. 

Gaia


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