Pagine

giovedì 8 giugno 2017

La fine della solitudine di Benedict Wells, recensione in anteprima

Ciao a tutte,
oggi parliamo in anteprima di La fine della solitudine, primo romanzo di Benedict Wells arrivato in Italia e in uscita per noi l’8 giugno, grazie alla Salani editore, che negli ultimi tempi ci sta regalando parecchie gioie. Una di queste è proprio la storia tormentata e travagliata del piccolo Jules, che passo dopo passo ci racconta di sé e del suo straziante grande amore per la migliore amica Alva. Crudo. Vero. Autentico. Questo romanzo presenta un viaggio introspettivo nell’animo umano, regalandoci fino all’ultima pagina emozioni che quasi consumano l’anima..

La fine della solitudine Titolo: La fine della solitudine
Autore: Benedict Wells

Serie:  non fa parte di una serie
Editore:
Salani editore
Data: 8 giugno 2017
Genere: Narrativa
Categoria: alla scoperta di se stessi
Narrazione: prima persona, pov maschile
Finale: No cliffhanger
Coppia: Jules, bambino indifeso, ragazzo tormentato, uomo alla ricerca del suo lieto fine; Alva, migliore amica di Jules.


Jules sa di essere un custode di ricordi, come dice Alva, ma questa non è solo la sua storia.
È la storia di tre fratelli, Jules, Liz e Marty, che da piccoli perdono i loro genitori in un incidente e sono costretti a vivere separati e senza famiglia, estranei l’uno all’altro. Marty si butterà a capofitto negli studi, Jules sfuggirà alla vita diventando un introverso mentre Liz si brucerà alla sua fiamma, vivendo senza limiti. La loro infanzia difficile sarà come un nemico invisibile, da cui impareranno a difendersi.
Più di ogni altra, questa è la storia di Jules e Alva. Due solitudini che si incrociano, si cercano e si mancano, inquiete, per anni. Jules e Alva sono incapaci di riconoscere quel che provano l’uno per l’altra, legati come sono dal bisogno di amicizia, con il loro perdersi, ritrovarsi e salvarsi.
Ma questa è soprattutto la storia di chi, come Jules, serba i propri ricordi insieme a tutte le alternative che non ha scelto, pur sfiorandole e sperimentandole attraverso la letteratura e la musica.
Dalla voce di un giovane e già osannato talento della narrativa tedesca, un grande romanzo sulla magia della scrittura che salva dal male. Un libro che commuove e fa sorridere, senza retorica né sentimentalismi, scritto in una prosa coinvolgente come il racconto di un sopravvissuto, chiara come una lama che affonda con dolcezza nelle nostre paure, calda come l’immagine di una foto ritrovata dopo lungo tempo.



Negli ultimi anni avevo continuato a pensare ad Alva.
Avevo patito la sua assenza e demonizzato il suo ricordo.
Ero rimasto sveglio di notte a ricordare come scriveva  piccole annotazioni sui miei libri
o passava le dita tra  i miei capelli
 e diceva ridendo: “che orecchie piccole  hai…”
Mai avuto il coraggio di conquistarla, sempre e solo
la paura di perderla.


Jules è un uomo spezzato. Da sempre. La vita non gli ha mai dato tempo di riprendersi prima che una nuova tempesta si abbattesse su di lui. Così, all’età di 41 anni, si ritrova in una stanza d’ospedale a ripensare al suo passato e fare i conti con la vita e con il destino. Inizia così un viaggio a ritroso tra i meandri della sua memoria e dei suoi ricordi, e dal 2014 si ritorna indietro di parecchi anni, a quel lontano 1980 nel Sud della Francia, quando Jules aveva solo sette anni ed i suoi genitori erano ancora vivi. La sua è una di quelle famiglie semplici. I genitori si amano, i fratelli litigano e tutti sono accomunati da un unico fattore: l’affetto gli uni per gli altri. Eppure questa felicità sarà passeggiera. Solo tre anni dopo, i suoi genitori moriranno lasciando il piccolo Jules e i suoi due fratelli senza una guida, lì soli nel mondo. Ed è così che tutti e tre finiscono dentro un collegio. All’improvviso non più una famiglia, ma tre estranei accomunati dallo stesso sangue. I giorni passano. Le stagioni cambiano e Jules è sempre più solo. La solitudine non lo abbandona mai e non aiuta il fatto che nessuno capisca il terremoto di emozioni che si porta dentro. Così basta poco ed è additato da tutti come lo “strambo”, il ragazzino a cui nessuno darebbe più di un occhiata. Ed è allora, quando Jules ha perso la speranza e la voglia di reagire, che un sole arriva a rischiarare il grigiume delle sue giornate: Alva.
A soli undici anni l’uno riconosce nell’altro lo stesso bisogno di fuggire dalla realtà e rifugiarsi nella propria mente per eliminare tutto quel dolore. Passano gli anni e Jules e Alva sono sempre più uniti, sempre più amici e le cose tra loro sono sempre state così: chiare, semplici. Eppure anche Alva, come Jules, ha dei demoni con cui combatte costantemente. Demoni di cui Jules non sa nulla e che lei non vuole condividere. Così, se Jules si chiude in se stesso e diventa taciturno, Alva allontana chiunque cerchi di avvicinarsi a lei. E all’improvviso accade qualcosa. Jules riconosce in lei la sua anima gemella, ma Alva è talmente terrorizzata dalla potenza innata di questo sentimento che scappare diventa essenzialmente più facile. Inizia così una corsa contro il tempo per entrambi. Si cercano. Si perdono. Si ritrovano. Fuggono l’uno dall’altro, finchè arriva un punto di non ritorno, in cui nascondersi non sarà più possibile e affrontare l’uno i demoni dell’altro sarà l’unica possibilità di salvezza per entrambi.  
Jules è la voce narrante di questo romanzo e indiscusso protagonista della storia. Ci racconta tutta la sua vita facendoci desiderare di saperne di più e lo fa con una tale dolcezza e delicatezza che è impossibile non imparare ad amarlo e apprezzarlo. Jules è un bambino sperduto ed un uomo spezzato. Suo fratello Marty è sempre stato presente, mentre sua sorella Liz è stata una durissima assenza nella sua vita, eppure Jules non li ha mai abbandonati ed ha sempre sperato che un giorno le cose potessero migliorare. Alva è sempre stata la famiglia che si è scelto, nonostante non fossero uniti da una linea di sangue, così quando è Alva a sparire e poi a ricomparire, l’amore dei suoi fratelli lenisce ogni cosa.
Alva è un anima persa. Il legame che la lega a Jules è indissolubile. Entrambi persi e abbandonati trovano la speranza l’uno nelle braccia dell’altro. Eppure è proprio a causa dell’intensità di questi sentimenti che fuggire per entrambi a volte diventa più facile.
La fine della solitudine è un romanzo che racconta più di una semplice storia d’amore. E’ una lettera d’amore alla vita, al dolore e alla speranza di un giorno migliore. Il libro è scritto in prima persona dal punto di vista del nostro Jules ed entrare nella sua testa, caotica, solitaria e bellissima, diventa un attimo. Lo scrittore è magistrale non portarti in tutti quei luoghi visitati da Jules nell’arco della sua vita. Monaco, Italia, Berlino, Amburgo, siamo tutti lì. Assistiamo alla vita di Jules soffrendo e sperando insieme a lui. La narrazione scorre veloce e senza tempi morti e la voglia di saperne di più spinge il lettore a continuare a girare le pagine di questo intenso romanzo. I protagonisti vengono delineati in maniera impeccabile e riuscire a capire le azioni e le paure di tutti è inevitabile. Hai paura di vivere come Liz. Hai bisogno di distrarti come Marty. Vuoi sognare come Alva. E vuoi essere amato come Jules.
Sofferenza e redenzione sono i fili conduttori di questa storia, in cui la felicità sembra non arrivare mai, per nessuno dei suoi protagonisti. “La fine della solitudine” è una storia cruda, reale e senza censure di un anima tormentata e di tutti i motivi che lo portano a sperare in un giorno migliore, dove il destino sembra non esistere ed il caso agisce un po’ come gli pare.. lasciando il lettore, a tratti, con il cuore spezzato.

Federica



2 commenti:

  1. Che meraviglia, ho scoperto l'esistenza di questo libro solo ieri ma mi sono innamorata subito della trama!

    RispondiElimina
  2. Wow già dalla recensione mi sono commossa...non vedo l'ora di leggerlo!!!!!!!

    RispondiElimina

f
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...