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giovedì 28 dicembre 2017

Natale a Parigi di Mandy Baggot, recensione

Ciao Crazy,
il 2 Novembre è uscito Natale a Parigi di Mandy Baggot, pubblicato dalla Newton Compton Editori. Un romanzo bello, divertente, ricco di ironia con una storia d’amore dolce e di rinascita. Natale a Parigi  è il libro perfetto per questo periodo, e non lasciatevi ingannare dalla copertina, non ci sono solo mercatini di natale e decorazioni natalizie; Ava e Julien, i protagonisti del romanzo, ci regaleranno molto più di questo, ci doneranno speranza, coraggio e soprattutto tanto romanticismo. D’altronde ci chiamiamo o no CrazyForRomance?

Titolo: Natale a Parigi
Autore: Mandy Baggot
Serie: non fa parte di una serie
Editore: Newton Compton
Data: 2 Novembre 2017
Genere: Contemporary Romance
Categoria: seconde possibilità, viaggi
Narrazione: terza persona, pov alternati
Finale: No cliffhanger




Ava e la sua migliore amica Debs sono appena arrivate a Parigi. È tutto perfetto e la neve che comincia a cadere le incanta con uno spettacolo meraviglioso. La torre Eiffel brilla di una luce magica, ma tutto quello a cui Ava riesce a pensare è Leo, il suo ex, che l’ha tradita, spezzandole il cuore. Debs, determinata a restituire il sorriso all’amica, la trascina a fare shopping tra i mercatini di Natale, a passeggiare sul Lungosenna, a mangiare pain-au-chocolat. Pian piano, Ava comincia davvero a convincersi che non può sprecare la vita pensando agli uomini, fin quando la sua strada si incrocia con quella di Julien, un misterioso fotografo a dir poco affascinante, con un irresistibile accento francese e occhi così profondi che sembrano capaci di leggere dentro di lei. Ava non può ignorare la chimica che si scatena tra loro ma, dopo essere stata ferita, non riesce a fidarsi, specialmente adesso che Leo ha ricominciato a scriverle messaggi. Riuscirà a lasciarsi andare o è destinata ad avere il cuore infranto ancora una volta?



“Parigi è sempre una buona idea!” come diceva Audrey Hepburn in Sabrina e leggendo questo romanzo non si può certo affermare il contrario.
Ava è una modella londinese che non sa più che cosa fare nella sua vita, e soprattutto quali scelte compiere. Dopo essere uscita dal suo parrucchiere di fiducia, si ritrova con un nuovo taglio di capelli alla David Bowie, e improvvisamente le sembra tutto confuso e triste: ha scoperto da poco di avere un fidanzato traditore, inoltre ha una mamma manager che vuole rimetterla in forma, a botta di Detox, per una carriera da modella di cui è ormai stanca e un lavoro come agente immobiliare di appartamenti lussuosi, che non l’appaga come vorrebbe.
In un momento come questo l’unica soluzione possibile è avere un’amica vicino, ed Ava non ne è certo sprovvista. Debs, la sua migliore amica dai tempi della scuola, ha un ottimo asso nella manica: un viaggio per la capitale più romantica di sempre, Parigi.
Qui conosciamo Julien, un fotografo francese, che ha subìto una grave perdita. Sua sorella Lauren, infatti, è rimasta uccisa in un incendio insieme ad altre venticinque persone. Julien porta il peso di questa tragedia da più di un anno, non riesce a darsi pace e vive la sua vita in un limbo, lontano da tutti: da suo padre che maschera la sua sofferenza, dai suoi amici che non riescono più a coinvolgerlo in nulla. Ha abbandonato persino la sua macchina fotografica, che era per lui una coperta di Linus. Il giorno in cui decide di riprendere in mano la sua vita e quindi anche la sua macchina fotografica, il suo obiettivo incontra i capelli biondi e gli occhi da gatta di Ava. L’incontro è descritto dall’autrice in maniera estremamente poetica, tutto il romanzo prende valore e forza grazie a questa scena: io ero lì, ho guadato con gli occhi di Julien, Ava, ho sentito gli scatti della sua macchina fotografica, ho visto Ava avvicinarsi a lui e aggredirlo, per averle scattato delle foto senza il suo consenso, e ho assistito al loro stimolante scambio di battute.

Ava si mise sulla difensiva.
Aveva incrociato le braccia al petto ed era indietreggiata di un passo.
Perché era così irresistibile?
Perché non riusciva a staccarle gli occhi di dosso?

Da questo momento in poi Ava diventerà per Julien Madonna, proprio per la sua insofferenza alla macchina fotografica, e il suo atteggiamento schivo da vip. Nonostante questi presupposti tra i due s’instaura subito un bellissimo rapporto di amicizia, dovuto anche alle loro visioni differenti sulla definizione di arte. E come si può non respirare arte in un una città come Parigi, che pullula di monumenti, giardini incantevoli, quartieri artistici.
Sembra la coppia più scontata del mondo: il fotografo e la modella in una delle capitali della moda. Ma i due protagonisti sono tutto fuorché scontati: Julien odia terribilmente le pose, non ha soggetti precisi ma si lascia guidare dalle emozioni; Ava invece, è stanca di fare la modella, di mettersi in posa, soprattutto è stanca di dover essere sempre a dieta e non potersi abbuffare di carboidrati e cibi super calorici, lei odia i cambi d’abito, non fa shopping e con zero gradi cammina per le vie di Parigi calzando converse di tela.
Visitare insieme i luoghi più belli della capitale francese, diventa per loro un appuntamento fisso come mangiare squisitezze e bere caffè. Nel frattempo Julien continua a scattare foto di nascosto ad Ava, continua ad ammirarla, ma porta dentro di sè il peso del suo dolore ancora non confessato. Ava,  d’altro canto, rimane sempre più affascinata dal bel fotografo, ma ha paura di essere tradita di nuovo, soprattutto ora che in lei si sta risvegliando la voglia di innamorarsi ancora e di lasciasi andare tra le braccia dell’avvenente Monsieur Fitoussi.

«All’inizio ti ho fotografata perché eri la donna più bella
che avessi mai visto», sussurrò.
«Poi, più tempo trascorrevamo insieme e più mi rendevo
conto di quanto tu fossi ancora più bella dentro».
«Non dire così», disse Ava con la voce rotta dal pianto.
«Non sono bella. Sono una persona normale.
Non sono perfetta. Non lo sono mai abbastanza».

Vorrei raccontarvi di più su questa storia, descrivere le emozioni che ho provato in ogni singola scena, ma per farlo dovrei spoilerare mezzo libro e non mi sembra giusto, in quanto lettrice, perchè questo romanzo va assaporato personalmente come il camembert (il formaggio preferito di Ava).
Assistere all’innamoramento di Ava e Julien per me è stato magico, tutto di loro m’incantava, i loro dialoghi, i loro sguardi, il loro pensieri.
Pensavo di leggere la solita storiella di Natale, leggera e piacevole, invece ho trovato molto di più, Mandy Baggot  ha uno stile impeccabile, scorrevole e d’impatto, inoltre, ha avuto rispetto e empatia per un tema come quello dell’elaborazione del lutto che non è mai facile affrontare, soprattutto in un romance. Il suo senso dell’umorismo sottile ironico e estremamente simpatico mi ha catturato, per non parlare di quando ho letto le avventure di Debs e Ava travestite da investigatrici private, in missione per salvare la relazione della mamma di Debs, Sue, ho riso tantissimo. (Piccola parentesi personale: ero nella sala d’aspetto di uno studio medico, ho dovuto davvero trattenermi per non scoppiare a ridere, per me è stata una tortura, non potermi lasciare andare come avrei voluto, praticamente sussultavo invece di ridere.)

«Voglio vivere la vita, liberamente, completamente». Sospirò. 
«Ma soprattutto, voglio avere il coraggio di dirti che, sì,
ci conosciamo soltanto da pochi giorni,
ma il pensiero che tu non ci sia nella mia vita
è quello che mi fa più paura»

“La cosa più importante è seguire il proprio cuore”: è questa la citazione presente sulla copertina del libro, potrebbe essere una frase banale, ma nulla è banale e scontato quando ci sono di mezzo l’orgoglio, il passato, le incomprensioni familiari e in questo caso anche la distanza.
Ava e Julien riusciranno a superare tutte queste barriere, sapranno andare oltre e scoprire la bellezza del loro sentimento?
“Parigi ha la chiave del cuor”, è il titolo di una canzone presente nel film d’animazione Anastasia, ma mai canzone fu più adatta per un libro così bello e puro come questo.
Vi  consiglio davvero di leggere Natale a Parigi e come sempre vi auguro una buona lettura.

Antonella 










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