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giovedì 27 dicembre 2018

Cattleya di Debora C. Tepes, recensione

Ciao Crazy,
finalmente torniamo in Colombia, torniamo nel verde e florido regno del narcotraffico. Oggi vi parlo di Cattleya di Debora C. Tepes  pubblicato in self publishing il 18 dicembre e si tratta del sequel di Javier (rece qui) uscito il maggio scorso.




Series Colombianos 

1. Javier, 18 maggio 2018
2. Cattleya, 18 dicembre 2018
3. Ricardo, prossimamente

Autore: Debora C. Tepes
Editore: self-publishing
Genere: Erotic
Categoria: Mafia Romance
Narrazione: Prima persona, pov alternati
Finale: No cliffhanger








Cattleya, è così che mi chiamava lui, come le orchidee che accarezzavo con dedizione.
Ma i miei petali sono stati brutalmente strappati, lasciandomi spoglia e impaurita.
Lui si è nutrito di me fino all’ultimo respiro, lui mi ha ingannata senza pietà, lui ha implorato il mio perdono.
Sono trascorsi due anni e ora l’immagine riflessa allo specchio è quella di un’altra donna.
Coraggiosa come una leonessa.
Potente come il vento.
Intoccabile come Dio.
Non sono più una fragile orchidea, ora sono una grandiosa Reina. Mi riprenderò ciò che mi spetta, scenderò a patti con il diavolo, mi sporcherò le mani di sangue.
E otterrò la mia vendetta.

Sequel del romanzo JAVIER.


Partiamo da un presupposto: Javier, a mio avviso, aveva un finale perfetto come avevo già scritto nella sua recensione: cliffhanger o meno, ho adorato la storia e il coraggio dell’autrice di rendere un mafia romance, più mafia che romance e di voler rendere realistica la storia di due anime borderline.
Però, comprendo anche il desiderio innato di chi crea personaggi di non lasciarli andare e di dar loro, in qualche modo, una soluzione più pacifica.
La Tepes, in questo, è stata precisa e non ha usato scorciatoie.
Più volte viene detto che le orchidee sono fiori fragili e delicati, ma Yamile proprio come l’orchidea ha solo un’apparenza fragile perché in verità è forte e decisa.
Questa storia parte dal presupposto che non può esserci felicità, appagamento se prima non c’è vendetta e protagonista indiscusso del plot è proprio il senso di rivalsa della giovane figlia del boss.


«Ti sto offrendo una possibilità di riscatto, zio. Ti sto offrendo si governare Medellin al mio fianco, come nipote e padrino, come una familia. Avrai tutto ciò che ti è stato brutalmente strappato, vivrai di nuovo.»

Yamile prenderà in mano le redini del potere trasformandosi in regina, prendendo il posto di una protagonista più che fragile, di una donna con in testa un piano preciso e deciso.
L’amore prenderà un secondo piano davanti al suo progetto di vendicare il suo accaduto.
Uno svolgersi dei fatti alternato da amore e odio per Javier, altalenando momenti di cattiveria a quelli di dolcezza per la piccola Camila.
Proprio come era accaduto nel primo volume, anche nel secondo, Yamile è la protagonista assoluta, un burattinaio, a tratti inconsapevole del distino di molte persone compreso Javier.
Javier che, dal canto suo, ha un nuovo peso da portare compresa la riconquista della donna che ama e che ha dovuto abbandonare, ma che continua a influire su tutti i suoi stati d’animo.

La rabbia più nera s’impossessa di me. Mi alzo con uno scatto dalla sedia e, prendendola per il collo, la sbatto con violenza contro il muro.

Famiglia, amore, onore e lealtà: questi sono i condimenti di un mafia romance tra i migliori nel panorama italiano.
Complimenti all’autrice per avere, intelligentemente, portato questo sequel su un piano diverso senza snaturare la trama: questo continuo è il libro di Cattleya, del suo stream of consciousness e non è da tutte continuare una serie senza snaturare i personaggi principali.
Promossa.

Naike











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