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mercoledì 21 ottobre 2020

Kol: Never Forget di Elvereth Ahn, recensione

Ciao Crazy, 
Kol: Never Forget è il secondo spin off autoconclusivo del libro Tocka di Elvereth Ahn uscito il 2 ottobre in self. Finalmente è il turno di Kol che ci riporta sotto quel cielo grigio che solo Londra possiede con un dark romance che sa di second chance, di rivincita e rinascita. 





Titolo:
Kol: Never Forget

Autore: Elvereth Ahn

Data: 2 ottobre 2020

Editore: Self publishing

Genere: dark romance

Categoria: second chance, angst

Narrazione: Pov doppio, prima persona

Finale: No cliffhanger





Nessuno ha avuto pietà di me. Di noi.
E io non avrò pietà di loro,
Ho lottato per tutta la vita contro la mia oscurità.
Per non perdere il mio cuore.
Ho lottato per tutta la vita contro gli incubi.
Per non impazzire.
Ma quando il mio sporco passato ritorna, più crudele che mai, sono disposto a perdere tutto. Per l’unica persona che mi ha dato la forza di combattere quando eravamo dei bambini soli e terrorizzati, in una stanza buia e senza via d’uscita.

Sofie.
L’ho protetta con tutto me stesso. Era l’unica cosa importante.
E lo è ancora.
Continuerò a proteggerla.
Perché la nostra promessa è incisa nel mio sangue e sulla mia pelle, come una ferita che non può rimarginarsi.
Sempre e per sempre.
A qualsiasi costo.


«Ricorda, per te ci sarò sempre. Sempre e per sempre. Ti proteggerò io.»

Se dovessi usare un colore per descrivere questo libro sarebbe il grigio, il grigio del cielo che sovrasta Londra mentre la storia di questi due personaggi si svolge. Grigio come gli occhi tempestosi di Kol che contengono tanta sofferenza e altrettanto amore. Il grigio che viene fuori dal mix tra il bianco e il nero, come le parti in cui è divisa l’anima di Kol. Quella luce che lotta costantemente con le tenebre che lo avvolgono, quel sorriso che contrasta la tristezza del suo cuore. In questo alternarsi di contraddizioni questo personaggio viene dispiegato come un foglio che era stato accartocciato, tra passato e presente. Dove prima lo vediamo come un bambino dalle spalle troppo piccole per il peso che porta e poi come un uomo con spalle larghe, ma non il cuore per affrontare il male a cui va incontro.

«Tu vai oltre quel concetto, Sofie. Oltre tutto. E non è solo per l'innegabile attrazione che è scoppiata appena ci siamo visti, no, è qualcosa di più. La famiglia non ti fa sentire come mi sento io quando ti guardo. Tu vai oltre. Tu sei oltre. Sei di più. Sei il mio sangue e fai impazzire il mio cuore. Capisci?»

Tra passato e presente conosciamo Sofie dotata di una forza interiore che solo chi sa di dover contare sulle proprie forze come unica fonte di sopravvivenza può avere. La sua esistenza è fatta di ricordi, uno in particolare le crea più dolore degli altri e questo ricordo porta il nome di un bambino che le aveva promesso che non si sarebbero mai separati e che avrebbero camminato mano nella mano mentre uscivano dalle fiamme di quell’inferno in cui erano caduti. Ma quando i ricordi non sono più tali e si fanno vivi in carne ed ossa, tutto quello che era sepolto emerge. Compreso un amore che non è più dettato dal solo senso di protezione ma dalla passione nuda e cruda.

Ci siamo solo noi e il bacio con cui ci stiamo divorando, noi e il bacio con cui ci stiamo accertando di essere vivi, vivi come non mai.

Kol: never forget si addentra in un territorio delicato, affronta tematiche per niente semplici ma l’autrice si destreggia in esse con un racconto ben scritto, scorrevole, dal linguaggio e dalla caratterizzazione che pongono il lettore nella prospettiva di sentire quello che i protagonisti sentono. Una delle cose che ho apprezzato di più è stata la descrizione stessa dei sentimenti dei personaggi per niente lasciata al caso, dettagliata, incisiva, che scava in fondo. Questa storia chiude un cerchio iniziato con il primo libro e regala il lieto fine a questa famiglia allargata che ha lottato insieme per averlo. È un libro che consiglio a chi cerca una storia forte, cruda, a chi vuole salire su una giostra di emozioni vere.

A presto!
Luigia





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