Carissime crazy,
vi piacciono le storie toccanti in cui i protagonisti avevano un passato insieme e si incontrano di nuovo molti anni dopo, per scoprire cosa è cambiato e cosa invece è rimasto immutato? Io sono rimasta travolta dalla storia di Dane e Brinkley... Volete venire con me a scoprire chi sono? Si tratta de Il nostro momento perfetto di M. Leighton.
Titolo: Il nostro momento perfetto
Autore: M. Leighton
Editore: Newton Compton
Data: 10 dicembre 2019
Genere: Contemporary Romance
Categoria: Seconde possibilità
Narrazione: prima persona, POV femminile
Finale: Autoconclusivo
L’unica persona che Brinkley abbia mai davvero amato è Dane: il ragazzo che lavorava nei campi di proprietà del suo patrigno.
Dane James lavorava nei campi di Alton, il mio patrigno. Era il ragazzo della porta accanto. Forte, determinato. Proibito. Dal momento in cui i nostri occhi si sono incontrati, ho capito che eravamo destinati ad amarci. Ma le nostre vite correvano su binari paralleli: ci desideravamo da lontano, in segreto. E per la maggior parte delle nostre esistenze, siamo stati separati dalla crudeltà di un destino avverso. Così come era chiaro che ci saremmo innamorati, era ovvio che saremmo precipitati, soffrendo. Due stelle che bruciano prima di toccare terra: più e più volte, come un incubo ricorrente. O un sogno destinato a non realizzarsi mai. Il nostro passato è tormentato. Il nostro futuro è incerto. L’unica cosa che ci apparteneva era un presente doloroso ma perfetto. Fino a quando qualcuno non ha deciso di portarcelo via.
È la storia non particolarmente originale di due ragazzi che erano innamorati da adolescenti e che si incontrano nuovamente molti anni dopo. Li unisce il ricordo di un sentimento puro, ma li dividono troppa cattiveria, troppa rabbia e troppe bugie.
La struttura narrativa è la mia preferita, quella che procede per salti temporali tra il passato dei due ragazzi, che la mentalità classista del paesino dove vivono vorrebbe tenere lontani, e il presente di Brinkley e Dane, una donna e un uomo attratti come ferro e calamita.
«Non è cambiato niente. È che ora ho i soldi, che è quello che conta per loro. Quello che conta per me l’ho sempre avuto».
Le descrizioni paesaggistiche non sono molto vivide, tranne alcune come “la roccia”, dove i ragazzi s’incontravano di nascosto. L’attenzione è quasi tutta incentrata sui protagonisti e la loro solitudine.
“Non avevamo futuro. Non potevamo. Lo sapevamo entrambi. Ma avevamo il presente. Il meraviglioso presente. Ed era meglio di nulla.”
I sentimenti naturali di giustizia e amore non fanno parte di Shepherd’s Mill, dove contano solo la quantità di denaro che si possiede e la classe sociale a cui si appartiene. Non conta nemmeno la voce del sangue. Leggendo ci si danna l’anima per la cattiveria di tutti quelli che circondano i due ragazzi. Non c’è un solo adulto che si schieri dalla loro parte o tenti almeno di capire. Il comportamento della madre di Brinkley poi è a dir poco inqualificabile...
«Soldi, popolarità e il cognome giusto non definiscono chi sei.
Sei intelligente, bellissima e divertente. Sii te stessa. Non permettere a nessuno di importi le decisioni. E non permettere a nessuno, a nessuno al mondo, di dirti qual è il tuo valore».
Tutta la storia è incentrata sul diversissimo modo di concepire il valore della famiglia tra Brinkley, troppo buona e onesta, e sua madre, una figura che ho trovato odiosa ai limiti del lancio del Kindle dalla finestra.
Peccato non poter entrare nella storia a prendere per i capelli certi personaggi...
E voi cosa ne pensate? Fin dove può spingersi l’amore di una madre? E quello di una figlia?
Si può perdonare qualsiasi cosa in certe circostanze, oppure no?
Un romanzo che non può non commuovere e far riflettere...
Cristina
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