venerdì 15 gennaio 2021

Fabbricante di Lacrime di Erin Doom, recensione

Crazy,

Fabbricante di Lacrime di Erin Doom, uscito in self publishing il 20 dicembre 2020 è lo young adult di cui vi parlo oggi.  




Un libro fatto di contrasti. Delicatezza e rabbia, vicinanza e repulsione, verità e bugia, libertà e catene, Nica e Rigel. Contrapposizioni che si trovano anche nella narrazione: in prima persona per farci conoscere i pensieri di Nica, in terza quando Rigel, il capolavoro di questo libro, ci viene svelato. 

Contrapposizioni che vivono anche nella mia opinione del romanzo. Troppo denso, ho trovato le parti narrate in prima persona da Nica, soprattutto nella prima metà del libro, lente, banali, ripetitive, scollegate e semplicistiche, a raccontarci una protagonista monocorde circondata da personaggi secondari non adeguatamente sviluppati che, per come sono stati inseriti, servono solo a rallentare una narrazione già non avvincente. Non basta un passato difficile per rendere un’eroina di carta interessante, non bastano abusi e dolcezza a far nascere l’empatia nei suoi confronti. 

Poi c’è Rigel, la vera stella di “Fabbricante di Lacrime”, colui che dalla sua oscurità riesce a nascondere tutti gli altri e a illuminare la storia.  I capitoli che vogliono presentarci il suo punto di vista sono pura poesia ma poco frequenti. Complessi come tale è il personaggio che vogliono rivelarci, eleganti, vivi in tutti i loro difetti, pieni di ritmo e per nulla ovvi. Rigel è un protagonista non ordinario di una potenza fuori dal comune. Oscuro, ma oscuro per davvero. Lacerato, ma lacerato per davvero. Indifferente, ma indifferente per davvero. Amante, ma amante per davvero. Incarna una sofferenza che riesce, la sua sì, a ferirci nel profondo. Viene penalizzato dal racconto di Nica che lo appiattisce anche una volta svelata la sua verità, come se il libro fosse scritto da due autrici diverse e lui fosse profondamente celebrato da un’autrice in stato di grazia e odiato dall’altra la cui penna ha visto giorni migliori. 

Indimenticabile la versione di Rigel. Mediocre il racconto di Nica. In media un bel libro, ma dovrete resistere alla tentazione di saltare diverse pagine per arrivare alla magia.

Gaia

⭐️⭐️⭐️⭐️

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