Salve Crazy,
vi parlo de Il destino a portata di app di Eleonora
Madese, in uscita oggi 12 novembre in edizione self published. Una storia frizzante,
ironica, romantica che mi ha fatto rivivere momenti forti della mia vita
universitaria.
Titolo: IL destino a portata di app Autore: Eleonora Mandese Serie: Non fa parte di una serie Editore: Self publishing Data: 12 novembre Genere: chick lit Categoria: college Narrazione: prima persona Finale: No cliffhanger |
Ossessionata dallo shopping compulsivo e costantemente
alla ricerca di soldi che non ha, studia ogni giorno un metodo nuovo per
contrarre debiti e allontanare il più possibile l’idea del futuro.
Ad un passo dalla laurea non supera il suo ultimo esame
e, piuttosto che ammettere di essere un fallimento, progetta di architettare
una falsa festa di laurea mentre prova a cercare lavoro.
Dopo migliaia di curricula inviati a vuoto e nessun tipo
di riscontro, un uomo con dei buffi mocassini color noce si accorge di lei e le
lascia il suo biglietto da visita.
Adriano Quercetti è il fondatore di Foodster,
un’applicazione che promette di partire dallo schermo per far ritornare la
gente alla vita reale.
Jessica non rappresenta soltanto una novità, ma è
qualcosa di diverso che è pronto a scontrarsi con i fantasmi del suo passato
riaccendendo in lui ciò che pensava di aver definitivamente perso...
Cosa potrebbe succedere se ambizioni e sentimenti si
mescolassero, minacciando di cambiare ciò in cui si è sempre creduto?
Il genere commedia romantica dove lei è un disastro e lui
peggio di lei non rientra nelle mie letture abituali ma, come ripeto spesso, un
bel libro è un bel libro e chi se ne frega del genere.
Eleonora Madese narra la storia di Jessica, ragazza
siciliana trasferitasi a Milano per studiare e che ha come chiodo fisso lo
shopping. Non importa se è on line o se deve comprare all’interno del negozio,
Jessica DEVE comprare. Adesso, probabilmente è uno strano caso del destino, ma
la sottoscritta ci è davvero passata attraverso lo shopping compulsivo e vi assicuro
che quello che accade alla protagonista accade davvero nella testa di chi, come
me, entrava in un negozio di scarpe con la stessa lucidità mentale di un
tossico nel parchetto malfamato. Devo avere quelle scarpe, devo ignorare il
fatto che la mia carta di credito sia sotto di mille euro, devo averle… mi ci
sono ritrovata e l’ho fatto anche io durante l’ultimo anno di università,
proprio come Jessica e quindi non posso che applaudire al fatto che l’autrice
abbia descritto, a mio avviso, la personalità e la dipendenza di Jessica in
maniera realistica. Insomma, a lungo andare, proprio come lei si capisce che
questa convulsiva voglia di comprare non corrisponde a quella di apparire ma è
un modo abbastanza dispendioso di colmare un vuoto. Jessica non si sente
compresa, non si sente amata e si sente sull’orlo di un abisso. Deve raccontare
delle bugie, deve far felice i genitori lontani che hanno fatto tanti
sacrifici, deve rassicurare un fidanzato che ha la spina dorsale di un’alga e
poi… e poi cosa ne sarà di se stessa?
Jessica non ha una buona idea di sé e gli altri non
l’aiutano affatto almeno finché nella sua vita non arriva Adriano a proporle
uno strano quanto inatteso lavoro. Adriano, infatti, ha creato un’applicazione
che fa in modo di mettere in contatto persone apparentemente agli antipodi ma
che hanno in comune la necessità di non sentirsi più sole.
Ecco, diciamo che Adriano non è il principe azzurro, è un
uomo sofferente che tenta di andare avanti e che è impacciato. Lo
scontro-incontro tra loro avviene proprio come l’applicazione che il ragazzo ha
creato, avvicina due persone apparentemente diverse e lontane ma che vivono
sentendosi spesso incompresi e inadatti. Adriano è alla ricerca di un riscatto
e Jessica cerca lo stesso riscatto come se fosse ossigeno.
Insomma, una commedia romantica che senza mai lasciare la
leggerezza e la freschezza, accarezza a tratti una profonda verità: quella
strana consapevolezza del sentirsi spesso fuori luogo in una vita che corre
velocemente senza mai soffermarsi a pensare a se stessi.
Ho trovato la trama scorrevole, lo stile fresco e
preciso. Il testo è pulito e mi è piaciuto leggerlo perché non mi ha mai
annoiata. Ho anche trovato le scene erotiche mai volgari così mai volgari sono
stati i battibecchi tra loro.
Insomma, una buona prova per un genere come il chick-lit
che tende spesso a essere troppo forzato e autoreferente. Complimenti all’autrice.
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