mercoledì 21 agosto 2019

La strada verso il nulla e Dove tutto finisce di M. Robinson, recensione

Ciao Crazy,
come procedono le vacanze estive? Pronte all’ennesima folata di caldo? Perché oggi parliamo della duologia Road to Nowhere di M. Robinson edita Quixote e pubblicata coi titoli di La strada verso il nulla e Dove tutto finisce.


Serie Road to Nowhere

1. La strada verso il nulla, 19 luglio 2019
2. Dove tutto finisce, 9 agosto 2019

Autore: M. Robinson
Editore: Quixote
Genere: Contemporary Romance
Categoria: bikers, mafia romance
Narrazione: Prima persona al passato, POV alternato
Finale: Conclusivo









La strada verso il nulla

Una volta ho letto che ogni guerriero spera in una morte onorevole, e l’avrebbe trovata. Sono sempre andato a cercare la mia fine, ma nemmeno il Tristo Mietitore mi voleva.
Sono stato addestrato per uccidere. Sono stato addestrato a non chiedere il perché. A prendere ordini e a marciare dritto.
Vita o morte.
Uccidi o muori.
E non sto parlando solo della vita militare. Sto parlando della vita che mi ha portato su una strada verso il nulla.
La mia vita.
Ho combattuto per i miei fratelli.
Ho combattuto per la mia famiglia.
Ho combattuto per il mio paese.
E ho combattuto per lei…

Non mi ero mai reso conto che avrei anche potuto morire per loro…

Dove tutto finisce
Cenere alla cenere, polvere alla polvere, e tutta quella merda lì.
Avevo ucciso.
Avevo sacrificato.
Colpevoli e innocenti.
Conoscevo il sangue e conoscevo la violenza. Ma non avrei mai immaginato che avrei conosciuto l’amore. Mia Ryder era una donna da amare.
Da venerare.
Da reclamare.
Da ora e per sempre, ogni singolo giorno.
Se c’era qualcuno per cui andare all’inferno e tornare, era lei. Anche se significava andare in guerra contro… mio fratello.









Wow.
Creed.
Doppio wow.
Sì, mi è piaciuto tanto, mi è piaciuto Creed.
Perché questo è soprattutto il libro di Creed.
E dopo una pessima lettura sugli MC che non ho nemmeno più voglia di ricordare, ci voleva proprio un motociclista cazzuto, cattivo, rozzo, un principe corrotto e oscuro che di azzurro non ha niente, nemmeno il cielo sopra di lui.
Questo non è infatti un quadrettino dove lui vede lei e la trama si trasforma in una zuppa di piselli freschi.
Primo perché la lei in questione è una bambina di 10 anni.
No, non c’è di mezzo la pedofilia, c’è di mezzo il tempo che passa e trasforma Pippin in una giovane donna forse troppo matura per la sua età, una che si innamora subito del grezzo motociclista e un grezzo motociclista che vede in una schietta bimbetta con gli occhi a cuoricino la purezza che non ha mai avuto.

Lui si ritrasse per primo, tirandomi la coda della treccia.
«Resta piccola. Mi hai capito?»
«Ti ho capito.»
Fece un ultimo cenno di assenso e si voltò per andarsene.
«Creed!» esclamai, fermandolo. Si voltò verso di me. «Non è un addio. È solo un arrivederci.»

Ho trovato poesia e profondo romanticismo nelle toppe che lei le regala, nelle lettere che lei gli scrive mentre lui è in missione, ho trovato attesa e speranza.
Timidi raggi di sole in un cielo coperto da nuvole minacciose, sprazzi di momenti di semplice pace nell’esistenza di un ragazzo che tenta in tutti i modo di fare la cosa giusta, che tenta di rialzarsi, di rendere la sua vita meno sporca, mentre il destino aggressivo obbliga con la testa sotto l’acqua, spingendolo ad annaspare.
Per l’ennesima volta.
Creed ha infatti contro di lui, oltre il destino, una madre debole, un padre distruttivo, un fratello ribelle e un clan che si aspetta da lui grandi e cattive cose.

Pops avrebbe dato la sua vita perché i suoi figli seguissero le sue orme. Che fosse all’inferno o in alto mare, non avevamo voce in capitolo sul nostro destino.
Era già stato deciso.
Soprattutto il mio.

E intanto che lui cerca di sopravvivere, Pippin cresce fino a diventare una quasi sedicenne.
Non è mia intenzione farvi il riassuntino dei due volumi, ma di raccontarvi le mie emozioni e di emozioni ne ho provate.
Ho amato attendere l’uscita del volume 2, ho amato il cliffhanger alla fine del primo volume e in parte ho amato il cerchio chiuso nel finale del secondo.
Ho come viaggiato seduta su un treno, guardando fuori dal finestrino, felice di avere trovato dei personaggi che non hanno lasciato andare le loro personalità.
Mi sono immedesimata nella vita di Creed, scelta sempre da altri, dalla sfortuna di trovarsi troppo spesso nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ho amato vedere crescere un personaggio femminile che fin dall’inizio è duro e deciso. Vi dirò che ho persino compreso alcune sue scelte, seppur piuttosto opportuniste (in fondo parliamo di una ragazza giovane, non lo perdiamo mai di vista).
Ho compreso la ricerca di rivalsa di ogni personaggio maschile e soprattutto il senso di rivalsa del giovane Noah, fratello di Creed.
Devo comunque ammettere che davanti a un primo volume, La strada verso il nulla, indimenticabile, Dove tutto finisce mi è sembrato meno brillante, seppur con ritmo narrativo incalzante e mai lento.
Probabilmente perché la parte romance ha preso il sopravvento e avrei preferito l’intreccio suspense più intenso, avrei preferito qualche spiegazione in più sugli affari nascosti del “presidente”, comunque, senza ombra di dubbio, inserisco questa duologia (che comunque ha ramificazioni di breve uscita come il volume su Noah) tra le migliori BIKERS in circolazione.
Promosso Creed, promossa la forza di Pippin e vi dirò che promuovo a pieno voti anche Noha.

Ps. avrei preferito più cadaveri e più sangue nel secondo volume ma comprendo che parliamo di un romance e che il caldo stimola la mia forte vena splatter, in ogni caso, ripongo nel giovane rappresentante della famiglia.

Naike





11 commenti:

  1. Me lo consiglieresti come primo approccio a questo genere del quale nn ho mai letto niente?

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