mercoledì 25 ottobre 2017

L'uso improprio dell'amore di Carla Vangelista, recensione in anteprima

Buongiorno crazy,
oggi vi parliamo in anteprima del nuovo romanzo di Carla Vangelista.  Edito HarperCollins, esce domani L'uso improprio dell'amore, storia di un noioso notaio parigino che, in una non rara serata di pioggia, si imbatte per caso nella vita…, ops, volevo dire in una strana tassista, Elodie.
Lei ha trentacinque anni ed è piena di speranza, ottimismo, euforia, fiducia nel prossimo. Lui quindici anni di più e una vita ordinaria e composta. Sembrerebbero gli esseri più diversi del pianeta, ma sarà davvero così? Venite a scoprirlo con me…

L’uso improprio dell'amore Titolo: L’uso improprio dell'amore
Autore:
Carla Vangelista
Serie:  non fa parte di una serie
Editore:
HarperCollins
Data:  26 ottobre 2017
Genere: contemporary romance
Categoria: seconde occasioni
Narrazione: 1a e 3a persona, pov doppio
Finale: No cliffhanger
Coppia: Guy, notaio di mezza età; Elodie, tassista e manipolatrice.

Hai mai pensato di vivere una vita che non è la tua?
La vita di Guy Gougencourt, parigino quasi cinquantenne, è perfetta. Tutto è al suo posto e va come deve andare: notaio, figlio di notaio, lavora in uno studio prestigioso, ha una moglie, due figli, una bella casa e tutte le settimane va a pranzo dagli anziani genitori. Eppure, ogni mattina Guy si sveglia con un profondo senso di insoddisfazione. Perché la sua vita perfetta non l’ha decisa lui, l’hanno decisa gli altri, gli eventi, il caso. Un giorno, uscendo dalla Gare Paris Saint-Lazare, viene sorpreso da un temporale violentissimo e si rifugia nel primo taxi che vede. Alla guida c’è una donna. Grandi occhi scuri, capelli lunghi e disordinati e un profumo inconfondibile di gelsomino e muschio. Il suo nome è Elodie. Mentre Guy, a disagio, cerca di mettere una distanza fra sé e quella ragazza che lo turba, volge lo sguardo sul sedile e vede un libro rosso dalla copertina consunta e con un piccolo fregio dorato. Ne è irresistibilmente attratto, ma non osa toccarlo. Al momento di scendere per sbaglio lo porta con sé e durante la sua notte insonne, lo legge d’un fiato e il contenuto lo colpisce talmente tanto che non può fare a meno di cercare Elodie. È l'incontro di due persone che abbandonano le maschere che indossano per scoprire la loro vera natura. Elodie riesce a fare uscire Guy dal suo guscio e a liberare la sua anima, ma anche se la ragazza sembra libera e imprevedibile come un temporale estivo è in realtà rinchiusa in un gioco di ruoli pensato per proteggere il suo cuore e per curare le sue ferite segrete. Ma l’amore e la libertà hanno un prezzo, e per Guy ed Elodie è arrivato il momento di pagarlo.



Elodie è un'inquietante tassista. Lascia apposta un libro invitante sul sedile posteriore del proprio mezzo, in attesa di attirare nella sua rete un ignaro cliente… A cosa invita il libro? A vivere, lasciandosi andare e cercando di amare se stessi, liberandosi di quelle catene sociali che ci imprigionano e a volte ci rendono quasi impossibile respirare.
L'ignaro cliente di cui facciamo la conoscenza in queste pagine è un impettito e noioso notaio dal nome affascinante, Guy; uno di quegli uomini che ti fanno sbadigliare solo a vederli camminare. Cinquant'anni e tante certezze: caffè sempre alla stessa ora, cena dai genitori il giovedì, una moglie e due bambini da baciare sera e mattina, alla fine e all'inizio delle sue giornate lavorative, tutte inesorabilmente uguali. Un uomo infelice e stanco, che non ha speranza di uscire dalla quotidianità, perché nemmeno sente di averne bisogno. Un uomo grigio insomma, che ha smesso di sognare o forse non lo ha mai fatto, che conosce molto bene il dovere ma non sa affatto cosa sia il piacere.
Elodie è l'esatto opposto: trent'anni, un cappotto rosso, la parlata spiccia con gli sconosciuti, un  libro irriverente, un lavoro dinamico. Lei è la vita colta e assaporata, giorno per giorno. La dea del Carpe Diem.
In un crescendo di scalini da salire, o da scendere, a seconda della prospettiva di chi legge, i due si avvicinano, lui liberandosi, lei "giocando" alla dominatrice. In realtà invischiandosi sempre di più l'uno nella vita dell'altro, perché la vita, si sa, una volta evocata ha un modo tutto suo di giocare, e i due protagonisti sono solo burattini nelle mani del destino.
Questo libro è figlio dei nostri tempi e un po' anche delle nostre letture. Da appassionata di Tiffany Reisz quale sono, ho infatti riflettuto spesso su un rapporto Dom/sub al contrario, in cui la dominatrice sia lei e il sottomesso lui. È una riflessione che deve aver fatto anche Carla Vangelista, immaginando e mettendo su carta la figura di Elodie, una ventata di sana follia, una nota colorata nei giorni di pioggia.
Leggere quest'avventura è stato piacevole e nello stesso tempo difficile, forse perché dopo le prime pagine le mie aspettative si sono alzate un po' troppo. O forse perché tendo a immedesimarmi sempre troppo nelle storie che leggo.  Nonostante la bella trama, l'intreccio poco prevedibile e la scrittura impeccabile, non sono riuscita ad empatizzare con nessuno dei personaggi. Ho trovato lei troppo perfettina e sicura di sé per destare simpatia e lui un uomo decisamente stupido, per cui l'amore è proprio l'ultimo sentimento che poteva suscitare in me. E non mi hanno trasmesso maggiore simpatia i personaggi di contorno: l'amica Camille, bacchettona fino all'ultimo respiro, letteralmente, la moglie di Guy, che viene voglia di svegliare a strattoni violenti, i genitori di Guy, macchiette borghesi dei tempi andati, come gli altri soci dello studio notarile. Leggendo ho sperato fino all'ultimo in un deus ex machina, e in due punti l'ho anche intravisto, che risolvesse la situazione e scuotesse tutti dal torpore esagerato in cui sopravvivono. Eppure non c'è stato.
L'unica soluzione è uno strappo. Strappo per risolvere, strappo per ripartire, strappo per finire.
Il finale aperto sulla nuova vita che i personaggi hanno conquistato (o meglio "strappato"), lascia un po' l'amaro in bocca per ciò che poteva essere e non è stato, tanto nella storia, quanto nella filosofia che traspare dai fatti narrati.
Davvero non c'è mai felicità per l'Uomo? Non è mai possibile far conciliare le emozioni e la vita? Sembra quasi che Elodie voglia convincerci che esiste un solo breve momento per godere; e che, passato l'attimo, non resti che trascinare una vita spenta, o fuggire per evitarla. Non voglio crederlo.
Se vorrete dare una chance a questo libro, siate pazienti e aspettate di arrivare in fondo per tirare le somme, e se avrete un parere diverso dal mio, fatemelo sapere. Sarei contenta di scoprire che ha saputo toccarvi molto più di quanto sia successo a me.
Alla prossima lettura!
Cri







L’uso improprio dell'amore



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