Ciao Crazy, siamo lieti di annunciare che da oggi sul blog parte una nuova rubrica: Pazze per le Serie Tv! Ormai siamo tutti serie-dipendenti e siamo sicure che amerete questo spazio in cui analizzeremo le tendenze più in voga, non limitandoci al solo parere ma cercando, quando possibile, di cogliere spunti di riflessione da analizzare insieme e dandovi anche consigli sulle novità.
La rubrica sarà curata dall'autrice Emmanuelle Dyson e oggi ha deciso di cominciare parlandovi del tormentone del momento... Il trono di Spade!
La rubrica sarà curata dall'autrice Emmanuelle Dyson e oggi ha deciso di cominciare parlandovi del tormentone del momento... Il trono di Spade!
Siamo alla resa dei conti ne “Il trono di spade”. Ottava stagione, quella finale. Con dei numeri da capogiro in tutto il mondo, con un’attesa per la messa in onda degli episodi che sfiora la follia collettiva. Merito del marketing? Merito dell’appeal degli attori? In certi casi forse sì, ma diciamolo senza remore: prima di interpretare i personaggi di Game of Thrones gli attori non erano quasi nessuno. Nonostante questo la serie è cresciuta negli anni: nell’attesa, nello sconvolgimento dei protagonisti in continua evoluzione, nel non dare per scontato alcuna linea narrativa. Il tutto mantenendo un solo protagonista vero: il trono di spade, sempre lì, fermo, immobile, eppure simbolo di lotte e amori, tradimenti e (finte) alleanze. Ma soprattutto, nonostante siamo di fronte a una serie fantasy, merito di una lettura della realtà che nessun’altra serie tv è mai riuscita a fare.
Serie Tv disponibile dal 15 aprile su Sky
Produzione: HBO, creata da David Benioff e D.B. Weiss, tratta dai libri di George R. R. Martin
Recensione S8 EP:1-2-3 (per chi non li ha visti, attenzione! Spoiler)
Si chiude un ciclo, lo sappiamo tutti ormai. Anche chi non ha visto questi primi tre episodi si ritrova inondato di articoli, spoiler, giudizi, meme, foto, video e tutto quando possa far parlare dei tanti colpi di scena che ci sono da sempre ne “Il trono di spade”.
Ma la vera novità, quello che spinge a scrivere queste righe, è il terzo episodio di questa ottava stagione. Non è un episodio come gli altri, decisamente. I primi due sono stati l’attesa, la preparazione alla battaglia con gli Estranei guidati dal Re della notte. Un’armata invincibile fatta di morti che risorgono, con cui è impossibile vincere. Per Affrontarli si sono radunati tutti a Grande Inverno. Tranne Cersei, la traditrice che non ha rispettato la promessa e che adesso siede sul trono. Colei che ha perso tutto e che non si arrende. Colei che in questi primi tre episodi si è solo intravista. Eppure è presente. Sempre.
E così si consuma la battaglia di Grande Inverno. Nessuno Sto arrivando! quanto durerà. Ma chi sono i veri protagonisti di questa battaglia? Ognuno ha il proprio ruolo. Ci si aspetta che Jon risolva tutto ma viene quasi ucciso da un drago, che Bran con il suo potere tiri fuori il coniglio dal cilindro, che lo sterminatore di re si riscatti con una grande azione eroica, che Tyrion possa avere un’illuminazione con la sua astuzia, salvando tutti. No, non è così. Sono le donne che diventano le vere protagoniste di questa battaglia, e non è un caso. Tutta la serie è stata preparata a questo momento, tutte le stagioni hanno fatto crescere i loro personaggi per arrivare a questa resa dei conti dove sono gli uomini a dipendere da loro. Non parliamo solo Arya che con astuzia compie il suo destino accoltellando il Re della notte e facendo “cadere” tutti i morti. Ci riferiamo anche a Daenerys, la madre dei draghi, seppur sottotono e troppo rigida in queste puntate, ha una determinazione che spinge Jon ad agire. Ci riferiamo a Brienne che più volte salva la vita allo stesso Jaime, a Lyanna che morendo per mano di un gigante riesce ad accoltellarlo, a Melisandre che, con la sua magia, prima incoraggia l’esercito, poi lo difende e infine trova le parole giuste per “illuminare” la determinazione di Arya ad affrontare il Re della notte.
Nessuno si aspettava che la battaglia con gli Estranei potesse risolversi alla terza puntata (un vero film: dura 81 minuti). Ma se ci vogliamo proprio pensare bene, il Re della notte è un uomo. Chi è adesso il vero nemico? Chi è colei che si approfitterà dello sterminio compiuto dagli Estranei? Cersei, naturalmente una donna. Quanto può essere pericolosa una donna che ha perso tutto?
Questa ottava stagione de “Il trono di spade” ci sta dicendo chiaramente che gli eroi sono cambiati, nessuno è eterno, che tutti possono sedere sul trono, uomini o donne. Non parliamo di femminismo, ma semplicemente di parità, di speranza, di saper costruire un futuro che, senza collaborazione, non poterà a nulla di buono. Il Re della notte è morto. Ma la notte non è ancora finita.
Recensione di Emmanuelle Dyson
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