Care amiche Crazy,
torno oggi a parlarvi di Le due metà
del mondo, il romanzo di Marta Morotti, uscito con la Harlequin Mondadori il 7
Luglio di quest’anno. Potrei definire
questo nuovo romanzo un contemporary romance, ma sinceramente credo che sia
molto riduttivo. Aprite la mente,
lasciate fuori la logica ed emozionatevi…
Autrice: Marta Morotti
Editore: Harlequin Mondadori
Data: 7 Luglio 2015
Genere: Contemporary Romance
Maria ha diciannove anni,
vive a Torino e ha appena finito gli esami di maturità. Vorrebbe fare la
psicologa ma è destinata invece, alla fine dell'estate, ad entrare in fabbrica,
come suo padre. Maria si è costruita un mondo tutto suo, curato in ogni minimo
particolare, un mondo che le garantisce un'apparente sicurezza, che di fatto
non possiede. Una parte della sua vita è come chiusa in una scatola e ciò che
le serve veramente è una chiave che le permetta di aprire quella scatola e di
far uscire ciò che la sua mente e il suo cuore rifiutano di accettare. Arriva
un momento infatti, in cui, costretta a lasciare l'ambiente protetto in cui è
cresciuta, comincia a sentirsi attratta da un'esistenza fatta di cose normali,
concrete, che le offre la possibilità di sciogliere le catene alle quali ormai
è abituata da troppo tempo. Ma come lasciarsi andare a una nuova vita e
smettere di combattere? L'ombra di un fratello ingombrante e di un padre
assente continuano a trattenerla in una prigione in apparenza dorata, fino a
quando, inaspettatamente Maria dovrà fare i conti con sentimenti nuovi che
cambieranno la sua vita per sempre.
Oggi
faccio una recensione un po’ diversa dalla mie solite. Perché diverso è il
libro di cui vi sto parlando. Solitamente vi racconto la trama in breve, senza
spoilerarvi niente, o almeno ci provo, e poi vi racconto le mie impressioni.
Stavolta invece voglio parlarvi a ruota libera. Ho iniziato a leggere questo
libro un po’ controvoglia, sono onesta, non me ne voglia la Morotti, un po’ perché
dalla trama mi aspettavo un romance dai tratti visti e rivisti. Pensavo già di
conoscere Maria, la protagonista diciannovenne di questa storia, che vive in
quel di Torino, nella sua famiglia modesta che la opprime e le tappa le ali,
fino a quando non incontra il belloccio di turno, che la sprona. E vissero
felici e contenti. Bhè, mie care amiche, se pensate o volete trovare questa
storia lasciate perdere il libro. Niente di quello che pensate, può essere
paragonato al vortice di emozioni che affronterete o avete affrontato leggendo
Le due metà del mondo. Maria ha si diciannove anni, vive si a Torino, in una
famiglia modesta che fa fatica ad arrivare a fine mese.
Una famiglia di immigrati , così si chiamavano prima, come ce ne sono a migliaia nelle città del nord, che hanno lasciato la loro casa, la Sicilia in questo caso, per trasferirsi al nord e iniziare a lavorare in fabbrica, un posto fisso, una città nuova, una vita nuova. Ed è questo il sogno di Alfio e Lucia, papà e mamma di Maria, che decidono di lasciare Agrigento e i suoi problemi alla ricerca di un futuro più florido. Un buon lavoro, una casa accogliente e una bambina appena nata, Maria, sembrano aver realizzato i loro sogni. Ed è così che vivono per un po’, felici, fino a quando il nuovo arrivo in famiglia, Omar, non decide di nascere prematuro, con tutte le conseguenze mediche e patologiche del caso. Inizia così per Maria e la sua famiglia, la vita alle prese con quella che comunemente chiamiamo malattia mentale, ma che si nasconde nella nostra vita sotto mille altri nomi. Maria e la sua famiglia dovranno imparare a convivere e a vivere con la paura, la diffidenza, le maldicenze e l’incomprensione della gente. Maria inizierà una vita succube della situazione economica della sua famiglia, messa in secondo piano a causa della malattia del fratello. Riuscirà Maria a combattere l’ombra che la circonda o si lascerà risucchiare da essa? Non voglio raccontarvi di più sulla trama. Perché vi toglierei parte delle emozioni. Vi dico solo che ho letto il libro tutto d’un fiato, con un apice di emozioni, sempre con la voglia e la curiosità di sapere cosa succede dopo. Ho amato Maria, i suoi sentimenti verso la vita, la devozione verso la sua famiglia, l’altruismo verso suo fratello. L’amicizia con Salvatore. L’amore con Antonio, che per quanto fondamentale nella sua vita è riuscito a passare anche in secondo piano. Il libro è raccontato in prima persona. Ci si immedesima nelle parole della scrittrice. Mi immaginavo Maria nella sua casa arredata in vecchio stile a passeggio con Salvatore o al Bowling con Antonio e Sara. La storia si divide in due parti , la prima raccontata da Maria, la seconda raccontata da sua madre Lucia, come se avessimo un po’ le due faccie della stessa storia. Ma in un mondo dove la logica è un problema, cosa è vero e cosa non lo è… è tutto da scoprire. Quando ho finito il libro ero sotto shock, non riuscivo a capire come basta cambiare punto di vista per vedere come le cose cambiano così profondamente.
Mi sono emozionata e ho asciugato le lacrime in vari punti del racconto. Non mi capitava una cosa del genere dai tempi de I cento colori del blu e Because of Ellie. Un libro vero, profondo, doloroso come un pugno nello stomaco. Apri il libro pensando di aver letto una storia , la chiudi e ti rendi conto che la vita è un'altra, la storia è un'altra. Non puoi non immedesimarti con la sensazione di disagio e di inadeguatezza di Maria e della sua vita. Per tutto il libro avrei voluto prenderla per le spalle e scuoterla, proprio come sua madre, e dirle di vivere, di coinvolgersi con la vita degli altri, che è forte ed è bella ed è intelligente. Che deve vivere e uscire dal mondo che si è creata. E quando arriva Antonio, non ho potuto che sorridere. Antonio che non la sua dolcezza e irruenza la sprona a vivere. E che dire di Salvatore. Un amico, un fratello, una persona fantastica da cui dovremmo tutti prendere esempio. Per una volta, consiglio a chi ancora non l’ha letto, di lasciar perdere maschi alfa, ragazze bellissime e storie di passioni e sesso, e dedicarvi alla lettura di Le due metà del mondo. Un libro introspettivo, dai tratti psicologici, emotivi, e triste. Ma vero, reale, scritto in maniera perfetta, con dialoghi e fasi descrittive che arrivano dritte al cuore.
Alla prossima recensione,
un bacio. Vitalba
Una famiglia di immigrati , così si chiamavano prima, come ce ne sono a migliaia nelle città del nord, che hanno lasciato la loro casa, la Sicilia in questo caso, per trasferirsi al nord e iniziare a lavorare in fabbrica, un posto fisso, una città nuova, una vita nuova. Ed è questo il sogno di Alfio e Lucia, papà e mamma di Maria, che decidono di lasciare Agrigento e i suoi problemi alla ricerca di un futuro più florido. Un buon lavoro, una casa accogliente e una bambina appena nata, Maria, sembrano aver realizzato i loro sogni. Ed è così che vivono per un po’, felici, fino a quando il nuovo arrivo in famiglia, Omar, non decide di nascere prematuro, con tutte le conseguenze mediche e patologiche del caso. Inizia così per Maria e la sua famiglia, la vita alle prese con quella che comunemente chiamiamo malattia mentale, ma che si nasconde nella nostra vita sotto mille altri nomi. Maria e la sua famiglia dovranno imparare a convivere e a vivere con la paura, la diffidenza, le maldicenze e l’incomprensione della gente. Maria inizierà una vita succube della situazione economica della sua famiglia, messa in secondo piano a causa della malattia del fratello. Riuscirà Maria a combattere l’ombra che la circonda o si lascerà risucchiare da essa? Non voglio raccontarvi di più sulla trama. Perché vi toglierei parte delle emozioni. Vi dico solo che ho letto il libro tutto d’un fiato, con un apice di emozioni, sempre con la voglia e la curiosità di sapere cosa succede dopo. Ho amato Maria, i suoi sentimenti verso la vita, la devozione verso la sua famiglia, l’altruismo verso suo fratello. L’amicizia con Salvatore. L’amore con Antonio, che per quanto fondamentale nella sua vita è riuscito a passare anche in secondo piano. Il libro è raccontato in prima persona. Ci si immedesima nelle parole della scrittrice. Mi immaginavo Maria nella sua casa arredata in vecchio stile a passeggio con Salvatore o al Bowling con Antonio e Sara. La storia si divide in due parti , la prima raccontata da Maria, la seconda raccontata da sua madre Lucia, come se avessimo un po’ le due faccie della stessa storia. Ma in un mondo dove la logica è un problema, cosa è vero e cosa non lo è… è tutto da scoprire. Quando ho finito il libro ero sotto shock, non riuscivo a capire come basta cambiare punto di vista per vedere come le cose cambiano così profondamente.
Mi sono emozionata e ho asciugato le lacrime in vari punti del racconto. Non mi capitava una cosa del genere dai tempi de I cento colori del blu e Because of Ellie. Un libro vero, profondo, doloroso come un pugno nello stomaco. Apri il libro pensando di aver letto una storia , la chiudi e ti rendi conto che la vita è un'altra, la storia è un'altra. Non puoi non immedesimarti con la sensazione di disagio e di inadeguatezza di Maria e della sua vita. Per tutto il libro avrei voluto prenderla per le spalle e scuoterla, proprio come sua madre, e dirle di vivere, di coinvolgersi con la vita degli altri, che è forte ed è bella ed è intelligente. Che deve vivere e uscire dal mondo che si è creata. E quando arriva Antonio, non ho potuto che sorridere. Antonio che non la sua dolcezza e irruenza la sprona a vivere. E che dire di Salvatore. Un amico, un fratello, una persona fantastica da cui dovremmo tutti prendere esempio. Per una volta, consiglio a chi ancora non l’ha letto, di lasciar perdere maschi alfa, ragazze bellissime e storie di passioni e sesso, e dedicarvi alla lettura di Le due metà del mondo. Un libro introspettivo, dai tratti psicologici, emotivi, e triste. Ma vero, reale, scritto in maniera perfetta, con dialoghi e fasi descrittive che arrivano dritte al cuore.
Alla prossima recensione,
un bacio. Vitalba
Leggo quasi ogni giorno le vostre recensioni e grazie a voi ho letto tanti libri: più o meno belli, più o meno coinvolgenti, eppure ogni qualvolta sono alla ricerca di una recensione che mi tocchi davvero e che mi faccia pensare "finalmente un libro diverso!". Oggi ho avuto questa sensazione e anche se non scrivo mai, volevo dirtelo Vitalba. Corro in libreria a comprarlo (leggo anche su kindle, ma i libri che "meritano" continuo ad acquistarli cartacei..) e ti farò sapere! Grazie!Annalisa
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