Buongiorno crazy,
oggi nell'angolo segnalazioni vi proponiamo le sinossi e gli estratti di Solo noi due e Dove comincia tutto di Irene Pastorelli, Tentazioni di Argeta Brozi, Essenza di Corinne Savarese, Prima... abbracciami di Alice Vezzani, Sintonie d'amore di Fabiola D'amico, Come il vento per una girandola di Nadia Filippini
Titolo: Solo noi due.(autoconclusivo)
Autrice: Irene Pastorelli
Data: 29 Marzo 2014
Editore: SELF
Genere: Romanzo d’amore, New Adult
Quando lo sguardo di Monique Davis si posa per la prima volta sugli occhi di Ryan Thompson non sa che il ragazzo è il figlio del Senatore dello Stato di New York. Al suo primo incarico nella redazione del quotidiano NYToday, cercherà di affermarsi per dimenticare un’infanzia di solitudine con la quale si ritrova ancora a fare i conti. Mentre Ryan combatterà una dura battaglia contro un padre severo che cerca di ostacolare le ambizioni del figlio. Due animi tormentati potranno mai trovare un equilibrio perfetto? Tra una vicenda tutta da chiarire e il continuo assalto dei paparazzi, l’unica costante nella loro storia sarà il desiderio; e i due non potranno fare a meno di cedere.
ESTRATTO
La missione della mia vita è arrivare in tempo agli appuntamenti. Per questa mattina è di raggiungere in orario Beth, la mia collega della redazione. Abbiamo l’abitudine di fare colazione insieme il sabato e, sistematicamente, la trovo già seduta al tavolino del bar pronta a andare via. Con il mio faccino le chiedo scusa e lei ritorna a essere la mia Beth, quella che adoro. Ci siamo conosciute in fila alla fotocopiatrice. Io da brava stagista preparavo i documenti, mentre lei era entrata da poco a far parte dello staff e mi ricordava di quanto tutto fosse impossibile e complicato in quella redazione. È bella da fare invidia. Una massa di capelli biondi cotonati, gambe lunghe da modella e un viso da attrice. Spesso la guardo restando incantata ed è la stessa reazione che hanno gli uomini. E poi, è sorprendentemente simpatica, questo la rende la donna perfetta. Lavora nella sezione spettacolo e cultura. Molte volte quando incontra gli attori per la sua rubrica, fa ritorno in redazione con inviti da uomini famosi.
«Allora con chi esci stasera?», domando, avvicinandomi furtivamente al tavolino che ha occupato.
Chiedo per sviare l’attenzione dal mio ritardo, qualche volta funziona.
«Bradley Spears mi ha invitato a una cena di beneficenza», risponde.
L’attore del momento. Alto e biondo, l’equivalente di Beth al maschile. In pratica, la coppia perfetta.
«Se ci andrai, dovrai scrivere un articolo su te stessa e la didascalia della vostra foto insieme…», dico con spirito sognante.
Beth ci pensa su un attimo e sembra davvero combattuta. Bradley è un uomo molto ambito nel jet-set newyorkese. Si dice abbia molte pretendenti e che sia un tipo alquanto difficile da conquistare. Mi ha raccontato che, nel bel mezzo dell’intervista per presentare il suo ultimo film, lui l’abbia guardata negli occhi e le abbia detto che: “Di belle donne ne ho viste molte. Tu sei unica”. E come dargli torto. Un mix di bellezza ed eleganza.
«Sì, e magari scrivere un giudizio personale sulla festa...»
«Magari quello no», faccio eco io. «Non sarebbe carino dire che Bradley Spears non è un grande baciatore!»
«Tu come fai a saperlo?», mi chiede Beth, sorpresa.
«Li hai guardati i suoi film? Quando prende la partner per le spalle e la stringe a sé. È troppo aggressivo!»
Beth mi guarda in cagnesco e sorride.
«Adesso vorrai dirmi che in quelle scene tu guardi le labbra? Quindi non guardi la tensione nei muscoli, la carica che sprigiona…», sospira. «Cara la mia cronista da strapazzo, tu stai cercando di deviare il discorso. Sei in ritardoooo!!»
Prolunga quell’ultima vocale quasi all’infinito e con l’indice picchietta il quadrante del suo orologio bianco. Perché ovviamente Beth è molto attenta allo stile. Sorseggio il mio espresso con aria innocente e guardo altrove. Due uomini al banco sembrano incantati dalla bellezza della mia amica. Glielo faccio notare e lei, come sempre, non capisce i miei segnali. Prendo l’agenda dalla borsa e controllo i miei impegni. Il sabato è spesso un giorno libero, eccetto che per una cronista d’assalto come me. Qualche volta vuol dire svegliarsi presto e correre per la città. Inseguire la notizia dice Ray, il mio caporedattore. Un uomo sorprendentemente simpatico quanto severo. “Se la notizia chiama, alzi il culo e la rincorri”, mi dice continuamente. Credo che un giorno troverò questa frase incorniciata nel mio ufficio. Una stanza che condivido con tre ragazzi interessati al porno, lo guarderebbero dalla mattina alla sera; perciò più che ufficio lo definisco un convitto. Sono dei ragazzi davvero simpatici e spassosi, fanno parte della redazione sportiva e spesso ho passato le serate in loro compagnia. Qualche volta gli ho accompagnati al Madison Square Garden per guardare gli incontri di basket. Ma è difficile iniziare la giornata in compagnia di donnine che gemono in continuazione. Inutile dire che sfruttano la mia amicizia per cercare di conquistare Beth, tempo perso, soprattutto da quando ha scoperto la loro perversione.
«Secondo te dovrei vedere Bradley?»
«Che domanda! Certo che dovresti vederlo!», rispondo, continuando a sfogliare la mia agenda.
Arrivata a oggi, scorro con il dito i vari impegni prima di soffermi su quello più importante. È stato sottolineato diverse volte, vorrà dire qualcosa. Guardo l’orologio e... bingo! Sono in ritardo. Chiudo l’agenda e la butto in borsa, mi alzo e do un bacio a Beth.
«Devo correre via. Questa mattina si tiene un Convegno dei democratici.»
Titolo: Tentazioni
Autore: Argeta Brozi
Data: 15 settembre
Editore: Self
Genere: Romace
Ylenia ha vent'anni e vive tra
Roma e New York. Una forte delusione d'amore brucia ancora sottopelle ed è
proprio questo dolore a spingerla verso la più tremenda delle verità: tutti gli
uomini tradiscono. Per dimostrarlo, Ylenia e la sua amica Lolly escogitano un
piano a colpi di seduzione e sensuali tentazioni pensate per colpire i ragazzi
già fidanzati. Molti uomini, un'incredibile astuzia e un solo obiettivo: la
vendetta. Tuttavia, anche la migliore strategia è destinata a vacillare di
fronte all'amore e Ylenia dovrà presto fare i conti con l'affascinante Brian e,
soprattutto, con se stessa. Argeta Brozi incanta i lettori con una prosa
irriverente, raccontando le infinite sfumature dell'attrazione. Perché nessuno,
neppure il più cinico, può sottrarsi alla più forte delle tentazioni: l'amore.
ESTRATTO
«L'hai amata molto?» Chiesi in
un misto di curiosità e fastidio.
Mi mise un braccio attorno alle spalle e
io mi sollevai un attimo per essere all'altezza dei suoi occhi. Erano le 23 inoltrate.
«Chi può dirlo? Sono passati molti anni
da allora. Non credo che fosse amore, forse era un affetto grande misto a
riconoscenza. Ma che faccia fai?» Mi fece un buffetto sul naso.
«La mia.» Dissi seccata.
«No, hai fatto una smorfia d'incredulità
o fastidio, non sono riuscito a decifrarla bene. Sei gelosa?»
Assottigliai gli occhi in segno di
avvertimento, poi mi misi seduta, afferrai il cuscino con la mano destra e lo
colpii in pieno volto.
«Non sono gelosa!» Esclamai, mollandogli
un'altra cuscinata.
«Vuoi la guerra?» Mi minacciò sollevando
a sua volta il cuscino. Glielo rubai da sotto il naso e cominciai a colpirlo
con entrambi i cuscini. Ridevamo come matti.
«Sono sicura che in questo momento mi
stai odiando amore!»
Brian si bloccò e frenò le mie cuscinate
chiedendo: «Come?»
Pensai un attimo a quello che avevo
appena detto e poi capii. Avrei voluto sprofondare.
«Ho detto amore?»
Brian fece segno di sì con la testa.
«Volevo dire a morte...» Mi giustificai.
Brian mi sorrise dubbioso, sapendo che
l'inconscio non mentiva mai.
«Sto diventando rossa, vero?»
«Decisamente.» Confermò.
Cercai di nascondere il rossore
allungandomi verso di lui e baciandolo con dolcezza.
Titolo: Essenza di te
Autrice: Corinne Savarese
Data: 25 settembre
Editore: Rizzoli – You feel
Genere: Ironico
Come nella più classica delle favole vissero per sempre profumati e contenti!
Può un profumo scatenare reazioni erotiche incontrollate, rapire il cuore di un uomo e incatenarlo per sempre? La dottoressa Juliette Rocher, delusa dall'amore e in cerca di riscatto, si trasferisce da New York a Grasse dove una prestigiosa casa produttrice di profumi la mette a capo del progetto L'essenza dei sogni, il cui compito è proprio quello di verificare la possibilità che alcune essenze influenzino le relazioni amorose. Ben presto Juliette si accorge che, oltre alle sue abilità di ricercatrice scientifica, il nuovo incarico richiede anche una fase di test sul campo: è l’inizio di una serie di situazioni imbarazzanti e paradossali, assurde e sconvenienti. Che non aiutano a gestire la neonata relazione con Miguel, l’affascinante ragazzo spagnolo che Juliette non vuole proprio lasciarsi sfuggire. Che fare? Cercare di guidare il destino con la chimica o lasciarsi travolgere dall’amore, quello vero, quello scritto nel destino? Un romanzo divertentissimo, un bouquet irresistibile che miscela con sapienza l’ironia più graffiante all’essenza dell’amore più puro.
Autrice: Fabiola D’amico
Data: 30 Settembre
Editore: SELF
Genere: Romance
Parigi 1952
"Sei come la fiamma di una candela
che la brezza estiva lambisce con il suo soffio delicato. Balla, niña. Balla
per me".
Basta un solo sguardo perché Amelie Le
Fleur s’innamori di Miguel de la Cuesta Gálvez ma non è né la bellezza del viso
né la virilità del corpo che la conquistano. Mentre lui balla il flamenco, lei
percepisce il dolore e la lotta interiore che lo tormentano. È come se un filo
trasparente li unisse l’uno all’altra. Una sintonia d’amore silenziosa. Sono
entrambi soli, lontani dalla propria casa, senza nessun familiare a sostenerli.
Insieme potrebbero essere felici, ma il passato di Amelie è come un tarlo che
corrode il presente dal quale non potrà sfuggire.
L’amore per il maestro di ballo è così
grande che per salvarlo da se stessa, lei è disposta a tutto, persino a
rinunciare a lui. Il suo nobile proposito, però, non ha tenuto conto di quanto
sia grande l’amore di Miguel per lei.
qui c'è la pagina con alcune foto che
rappresentano per me i protagonisti
ESTRATTO
Lui.
Lui la stava guardando. Solo questo Amelie pensava. Finalmente Miguel prendeva
coscienza della povera ragazza che lo aveva spiato. Quel pensiero la spaventò.
Gli leggeva negli occhi che era turbato e offeso. Lo aveva perso anche se non
lo aveva mai avuto. E ancora non conosceva quanto fosse brutta dentro.
Il suo
viso dovette esprimere l’angoscia di cui era pervasa, poiché lui lasciò la mano
e si allontanò di un passo.
-
Perché Amelie? Perché ti sei nascosta da me tutto questo tempo? - le chiese con
voce roca.
Lei
deglutì nervosamente. Si sentiva in trappola. Emozioni contraddistinte
vorticavano nel suo cuore.
- Non
mi sento a mio agio tra le gente – gli rispose, trattenendo le lacrime di
umiliazione.
Miguel
allungò una mano e le sollevò il volto. Tornarono a fissarsi. - Perché ballavi?
- Ne
avevo bisogno! – sussurrò travolta dai sentimenti.
Lui
sorrise e il cuore di Amelie smise di battere. Com’era bello! Si disse
incantata tanto da non prestare attenzione alle sue parole.
-
Anch’io non posso farne a meno – ribatté lui lasciandola andare. - T’insegnerò
a ballare ogni sera, dopo il lavoro!
Amelie
lo guardò sorpresa. - Perché?
Lui le
prese la mano e ne carezzò il palmo. Ogni parte del suo corpo sembrò animarsi.
Rabbrividì.
-
Amelie, ti ho vista ballare. La danza è dentro di te, so riconoscere un talento
quando lo vedo.
La sua
voce era calda e roca. In quelle lunghe ore trascorse a ammirarlo, aveva
pensato di sapere tutto di lui, ora comprendeva che Miguel era un giardino
immenso da scoprire.
- Io
non voglio fare la ballerina.
Lui la
sovrastò. – Ballerai solo per te. Per dar voce alle tue emozioni. Per far
vivere il tuo cuore, mi luz.
Il
mondo prese a girare. Se lui avesse saputo, non le avrebbe parlato in quel
modo. Una donna sporca come lei non poteva aspirare all’amore di un uomo pulito
come Miguel. Voleva confessargli la sua
colpa, ma la paura la fermò. Accampò un’altra scusa. - Non posso pagarti. Sono
sola in questa città e sto mettendo da parte tutto il denaro possibile per
studiare!
L’espressione
di Miguel perse ogni traccia di ironia e allegria. Conosceva i sacrifici, la
fame, la sete. La forza di volontà di ottenere una dignità. Erano fatti della
stessa pasta. Percepì che il filo dell’attrazione s’intrecciava con
qualcos’altro: la stima. Lo sguardo di Amelie, però, era pieno di terrore.
-
Perché hai paura della gente, niña?
Lei
chiuse gli occhi.
Non
insistette, lo avrebbe saputo, lei aveva solo bisogno di tempo per fidarsi di
lui.
- Non
voglio denaro. Anch’io ho bisogno di te. Fra due settimane, il venticinque
Luglio, si celebrerà la festività di Santiago di Compostella, presso la Tour
Saint’Jacque. Ti voglio con me sul palco.
Amelie
ora lo fissò scettica. Era un libro aperto.
-
Vorresti me, una ragazza che non sa distinguere un paso d’hombre da un
arabasque, come compagna di flamenco quando hai a disposizione delle allieve
bravissime? – gli domandò sempre più confusa.
Miguel
non seppe resistere alla debolezza di toccarla. Le prese la mano, osservò i
calli e la ruvidezza delle pelle. Il suo pollice si mosse in modo circolare sul
palmo aperto. Avvertì i brividi che l’attraversarono. - Il flamenco, mi ciel, è
un ballo dalle antiche tradizioni. Non è solo movimento: è passione, ribellione
e libertà. È l’espressione con la quale un uomo e una donna raccontano il
dolore che hanno dentro, la sofferenza. Le mie allieve sono brave, ma hanno
sempre vissuto nell’agio. Noi due, àngel, conosciamo la fame, il dolore per la
perdita di chi amiamo. La vita ci ha costretto ad abbandonare la nostra casa,
eppure lottiamo, stringiamo i denti e viviamo. Tu e io, niña, siamo in sintonia.
Amelie
era completamente soggiogata. Lui le aveva letto nell’anima, era bastato uno
sguardo, poche parole e Miguel aveva compreso l’angoscia e la ribellione che
vivevano in lei.
Stettero
così uno di fronte all’altro, in silenzio; la mano di Amelie in quella di lui.
Avvolti da una sensazione di pace e di commozione. Quanto tempo? Infiniti
istanti. Poi lui le alzò la mano e vi posò un delicato bacio, lì dove prima
l’aveva accarezzata sensualmente.
-
Domani dopo il turno di lavoro? - le chiese.
-
Domani! - gli rispose, prima di uscire dalla sala.
Titolo: Dove comincia tutto (autoconclusivo)
Autrice: Irene Pastorelli
Data: 03 Ottobre 2014
Genere: Romanzo d’amore, New Adult
Per quanto tempo è possibile nascondere un segreto? Kayla se lo domanda sempre più spesso. La sua esistenza, apparentemente felice, fatta di un’agenzia di pubbliche relazioni tutta sua e di un rapporto stabile da anni, cela un’anima ferita. Per concretizzare il sogno del suo ragazzo si troverà a dover accettare di lavorare per un uomo pericoloso, capace di minare ogni certezza. Ma per quanto potrà ancora mantenere il controllo? Kayla però non è la sola a portare il peso di un segreto sulle spalle. Noah Trenton, ben presto, la avvolgerà nella nube di mistero che lo circonda per catapultarla in un universo nuovo. e, senza quasi rendersene conto, abbandoneranno le rigide regole per soddisfare una passione sempre più forte.
ESTRATTO
Prologo
La tua voce mi arrivò come da lontano.
«Apri gli occhi...», dicesti dolcemente.
Tentai di voltarmi per eseguire il comando, ma ero troppo stanca. La mia pelle rovente, di tanto in tanto, veniva rinfrescata dai capelli umidi ricaduti sul viso. Ascoltai il respiro affannato cercando di articolare il tuo nome, un tentativo miseramente fallito. Posasti un bacio sulla mia fronte ed io espirai sollevata.
«Riesci ad aprire gli occhi? Dài, prova», incitasti amorevole, come se qualsiasi cosa fosse possibile in un momento come quello.
Adoravo quando mi parlavi in quel modo. Spingendomi a raccogliere tutte le forze, le mie palpebre si alzarono appena per riconoscere i tuoi tratti ormai familiari.
«…», provai a parlare, a pronunciare il tuo nome; un nome biblico che vuol dire “conforto”.
«Shh! Risparmia le energie. Torniamo a casa», dicesti carezzandomi la guancia mentre una leggera brezza ci accompagnava nel breve tragitto che ci avrebbe portato all’auto.
Respirai debolmente e tu sorridesti per nascondere l’apprensione, uno stato d’animo che riuscii comunque a distinguere. Stretta al tuo petto, avvertii il sollievo della sicurezza, una sensazione già provata in passato. Tra le tue braccia non avevo paura, anzi, per la prima volta sentivo il bisogno di esternare il mio segreto. Respirai profondamente e presi fiato, spinta dalla necessità di confessare.
«Non parlare...», sussurrasti alla mia fronte.
Ti fermasti a guardare la luna piena mentre una melodia ovattata giungeva alle nostre orecchie. Inseguii le note della canzone e sorrisi.
Le forze mi abbandonarono ancora una volta. Ero stremata. Sfinita da quanto era successo quella notte; da un passato doloroso che non passava, e forse, non sarebbe mai passato. Riprovai a dare fiato alle parole, un ultimo forzo prima di cadere nuovamente nel buio.
«Salvami», sospirai.
1. Prima... abbracciami - 4 ottobre 2014
2. E adesso... baciami - prossimamente
Autore: Alice Vezzani
Editore: SELF
Genere: Romantic suspance
Lo zenzero è aspro e stimolante. La cannella è dolce e
intensa. Le due essenze insieme si completano e si esaltano reciprocamente,
come i due protagonisti di questo romanzo.
Sara Russo è una
ragazza coraggiosa e allegra, lavora come free-lance per un giornale nazionale
ed ha convinto il suo editore ad affidarle un articolo sulla diffusione della
droga nelle discoteche; è stata in Afghanistan durante la guerra e i ragazzini
che spacciano non la spaventano per niente.
Jacob Cioran è un
freddo e reticente rumeno con un passato non proprio immacolato. Proprietario
di diversi locali notturni a Roma, vive tranquillamente tra movida, donne e
sesso, ma quella sera si trova a dover affrontare il problema di una giornalista ficcanaso che è stata drogata e
violentata proprio nel parcheggio di una delle sue discoteche.
Sara: "Di
quella notte non ricordo più nulla, ma sono più che mai decisa a scoprire cosa
sia successo veramente e il signor Cioran è l'unico mio indizio."
Jacob: "Da
quella notte qualcosa è cambiato, ma Sara dovrà dimenticare e continuare con la
sua vita, per il suo bene e anche per il mio."
ESTRATTO
dal capitolo 3
Esco dall'ufficio felice, prenderò la
metropolitana per andare in centro, magari mi fermerò la stazione prima e farò
una bella passeggiata. Scendo i gradini della stazione più vicina, l'aria calda
che sale da sottoterra mi investe. La mia felicità comincia a scemare, il
tunnel che porta ai treni è buio e sembra più sporco di quanto ricordassi ed è
anche incredibilmente affollato. Persone di ogni età e nazionalità vanno avanti
e indietro in modo frenetico, colori, odori, voci e rumori si fondono insieme,
io cerco di camminare cercando di non farmi toccare da nessuno. Un gruppo di
turisti giapponesi occupa quasi tutto il corridoio, mi avvicino al muro per
farli passare e sento una sensazione di disagio che mi prende quando uno di
loro si avvicina troppo, ma non voglio arrendermi, passerà, deve passare,
nessuno mi toccherà se io non lo voglio.
Una ragazzina corre senza guardare dove
sta andando, è proprio sulla mia traiettoria, ma io la evito e mi scontro con
un uomo che mi sta superando e che non ho visto. Mi ritraggo come scottata, ma
nessuno si accorge del mio gesto restio. Per fortuna vanno tutti di fretta e
nessuno ha tempo di guardare gli altri. Raggiungo i binari senza ulteriori
incidenti e mi tranquillizzo un po' fino a quando la banchina comincia ad
affollarsi sempre di più. La maggior parte sono turisti pronti a partire alla
scoperta della città. Più la banchina si riempie, più io cerco di spostarmi
lontano da tutti, fino a quando mi ritrovo a ridosso dei binari, oltre la linea
gialla, comincio a respirare frettolosamente e il mio cuore accelera talmente
tanto che se non rallenta scoppierà di sicuro. Le orecchie sono ovattate e
sento tutti i rumori come se fossero lontani, la vista comincia a venire meno,
tento di rallentare il respiro e riprendermi, non me lo perdonerei mai se
svenissi in metropolitana come una ragazzina. I miei vicini mi guardano, alcuni
preoccupati altri incuriositi, io mi volto per sfuggire ai loro sguardi e per
cercare di distrarmi e riprendermi, ma non funziona, guardo in basso verso le
rotaie. Basta così poco, un salto e tutto finisce, tutte le sofferenze.
–Tutto bene signorina? – chiede una
donna, io la guardo senza vederla. Le dico che è tutto a posto poi mi volto
ancora con il respiro affannato, sento che mi sta dicendo qualcos'altro, ma non
riesco a sentirla. Poi tutto succede come a rallentatore, il treno sta
arrivando, la donna allunga la mano per prendermi il braccio, io mi giro e mi
libero con uno strappo dalla sua presa, guardandola con terrore.
–Non mi tocchi! – le urlo. Altre persone
mi guardano preoccupate e mi dicono che devo allontanarmi dalla linea gialla.
Qualcuno cerca di afferrarmi facendomi arretrare ancora di più. Mi giro verso
il treno che arriva sempre più vicino e sempre più veloce.
Una mano più decisa delle altre mi
prende per il braccio e per la vita, io tento di divincolarmi ma non mi lascia
andare, non riesco più neanche ad urlare dallo spavento, sono come
pietrificata, lui è dietro di me e non riesco a vederlo in faccia, la sua presa
è forte, ma non fa male. D'un tratto mi sento creta nelle sue mani e mi
appoggio a lui, confortata dal calore del suo torso contro la mia schiena. C'è
stato un'impercettibile cambiamento, ma dovuto a cosa? Sono confusa, e cerco
nella mia mente quale sia la causa che mi abbia fatto accettare la vicinanza di
quest'uomo. Non sento altro che vuoto dentro la mia testa, non sento le altre
persone, non sento il rumore dei freni del treno, sento solo lui che mi porta
via, lontano dalla banchina e dalla folla. Sono ancora lontana dalla realtà,
non so dove mi sta trascinando, ma sono felice di allontanarmi da tutti. La mia
priorità è capire cosa ci sia di diverso nel suo tocco, cosa abbia indotto il
mio corpo a fidarsi di lui, di uno sconosciuto di cui non conosco neanche il
volto. L'uomo alle mie spalle mi sta parlando nell'orecchio da non so quanto
tempo, ma io capisco solo dopo molti minuti quello che mi sta dicendo, vuole sapere
se sto bene. Ho un groppo in gola e non riesco a parlare, quindi annuisco con
la testa. Ho il respiro affannato e mi sento debole, se lui mi lascia non sono
sicura di riuscire a stare in piedi da sola.
Sono appoggiata a lui, sento i muscoli
del suo petto, il ventre, le cosce e nonostante questo contatto intimo non sono
per nulla infastidita, anzi, mi abbandono completamente. Dopo qualche minuto
lui mi appoggia al muro e si scosta, il mio corpo freme.
Mi piego in avanti mettendo le mani
sulle ginocchia mentre lui si china su di me per scostarmi i capelli dal viso,
non vedo altro che le sue scarpe, mocassini lucidi neri e dei pantaloni grigi
con la piega. Sento che sto per svenire e metto la testa più in basso per far
fluire il sangue, dovrei sdraiarmi per terra ma non mi sembra il caso. L'uomo
continua a parlarmi e io gli dico di sì, anche se non capisco quello che sta
dicendo. Resto così cinque, forse dieci minuti, quando finalmente alzo la testa
e mi guardo intorno sono sola, l'uomo se n’è andato e io mi sento meglio. Esco
dalla metro ancora un po' stordita, chiamo in ufficio dicendo che ho avuto
un'emergenza in famiglia e devo tornare a casa. Alle prime urla del mio
direttore riattacco e mi avvio verso casa con la mia auto. Quando entro nel mio
appartamento crollo sul divano e mi addormento all'istante.
Autore: Filippini Nadia
Data: 9 ottobre 2014
Editore: Self
Genere: Romance
Chiara e Alessio. Da due anni le loro
strade si sono divise bruscamente, lasciando una profonda ferita in entrambi.
Lontano l'uno dall'altra, hanno cercato di andare avanti con le loro vite e
lasciarsi il passato alle spalle. Quando però Alessio torna a vivere a Milano e
le chiede di tornare nella sua vita, Chiara si troverà ad affrontare una scelta
più difficile di quanto lei stessa potesse immaginare. Fidarsi ancora una volta
di Alessio e rimettere in gioco i propri sentimenti o chiudere definitivamente
col passato e guardare avanti?
ESTRATTO
«Io devo andare», dissi alzandomi.
Manuel allungò il braccio e mi prese la
mano, guardandomi dispiaciuto.
«Te ne vai di già, Chiara? Ti ho fatta
arrabbiare fino a questo punto?»
«Non mi hai fatta arrabbiare, Manuel. E’
solo che la mia auto è dal meccanico e devo rientrare in metropolitana, quindi
mi ci vuole parecchio a rientrare a casa»
Sapevo che come scusa era un po’ blanda,
un quarto d’ora in più non faceva molta differenza, ma non mi sembrava il caso
di sottolineare quanto trovarmi nella stessa stanza di Alessio mi rendesse
nervosa e quanto avessi voglia di andarmene.
«Ti accompagno a casa io»
Di nuovo, per un attimo, fui invasa
dalla sensazione di stordimento che avevo provato trovandomelo davanti. Aveva
voglia di scherzare, vero? Mi girai di scatto verso di lui, come se mi avesse
rivolto il peggiore degli insulti.
«Levatelo dalla testa, sono grande
abbastanza per prendere una metropolitana»
Lo vidi aggrottare le sopracciglia e
serrare le labbra, pronto alla battaglia che mai e poi mai gli avrei permesso
di vincere. In macchina con lui? Nemmeno morta!
«E’ tardi, è buio e non c’è molta gente
in metropolitana a quest’ora. Ti accompagno io, fine della discussione»
Sostenni il suo sguardo e incrociai le
braccia sul petto. Chi credeva di essere per darmi ordini?
«Puoi levartelo dalla testa, Alessio,
non vengo con te nemmeno se mi preghi»
Girò intorno al letto con la velocità di
un fulmine e mi si parò davanti, con aria di sfida.
«Non ho nessuna intenzione di pregarti,
ma se proprio ci tieni», disse piegandosi per parlarmi nell’orecchio e
facendomi saltare il cuore in gola, «posso caricarti in spalla come in uno di
quei romanzi rosa che ti piacciono tanto, ma ti assicuro che non è romantico
come sembra»
«Non lo faresti mai!»
«Scommettiamo?»
Il sorriso sicuro che gli si era
stampato in volto, mi convinse a non accettare la scommessa. Non stava scherzando,
l’avrebbe fatto. Gli appoggiai entrambi i palmi sul torace e lo spinsi
indietro. Fu come se una scarica elettrica mi attraversasse da capo a piedi a
quel contatto, ma cercai di non darglielo a vedere. Era bello e anche
eccitante, d’accordo, ma pur sempre uno stronzo rimaneva.
«Piantala di fare l’idiota»
«Chiara», intervenne Manuel, «in realtà
sarei più tranquillo anch’io se andassi con lui»
«Ma che cavolo volete che mi succeda?»,
chiesi esasperata.
Mi morsi la lingua quando ormai era
troppo tardi. Manuel rispose a quella mia sciocca domanda indicando il suo
corpo pieno di lividi con un cenno della testa. Abbassai gli occhi
vergognandomi di quanto sapessi essere scema certe volte.
«Scusa», sussurrai, «d’accordo, accetto
il passaggio»
Manuel abbozzò un sorriso, seppur con
immensa fatica.
«E’ meglio se andiamo»
Alessio si avvicinò a Manuel e gli diede
una pacca leggera sulla spalla sana, si scambiarono qualche battuta e si fece
da parte. Mi avvicinai a Manuel e gli diedi un bacio sulla testa.
«Ci vediamo domani tesoro»
«Tranquilla», sorrise, «mi trovi qui»
Alla prossima segnalazione... IL TEAM
Disclaimer: Attenzione, i libri oggetto dei post "Segnalazione" non sono stati letti dai membri dello staff, ragion per cui CrazyforRomance non si assume la responsabilità e non garantisce per il contenuto o la bontà dell'opera.
Alla prossima segnalazione... IL TEAM
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Grazie di cuore per la segnalazione. Buone letture a tutte.
RispondiEliminaGrazie mille per la segnalazione, una bella sorpresa :)
RispondiEliminagrazie! siete un tesoro
RispondiEliminagrazieeee ^_^
RispondiEliminagrazie admi... serviva un orientamento negli innumerevoli romanzi self che escono ogni giorno...
RispondiEliminaSembrano tutti belli. Anche questo è un bel modo di informarci e per dare visibilità ad autrici nuove che diversamente si perderebbero facilmente nel mare delle self.
RispondiEliminaGrazie come sempre.
Patrizia