sabato 4 ottobre 2014

Chiedimi quello che vuoi: La Versione di Cecile.

Buon giorno crazy,
per la spassosa rubrica La Versione di Cecile. Quando l'erotico incontra Cecile Bertod vi proponiamo la parodia della trilogia erotica che ha avuto tanto successo  Chiedimi quello che vuoi di Megan Maxwell, che concorderte con noi da parecchio di cui parlare e sparlare. Iniziamo con il sorriso questo Week end con Cecile Bertod e Chiedimi quello che vuoi

















Cecile, Chiedimi quello che vuoi 

Cecile: Salve, io sono Cecile.
Cecile Bertod, chiedimi quello che vuoi.
Cecile si fa ampiamente i fatti suoi a casa sua, quando suona la porta.
Cecile: Oh, salve.
Lui: Salve!
Cecile: Ehm… Sì?
Lui: Sono il tuo nuovo capo milionario e sono qui perché ho voglia di fare sesso proprio con te, che sei l’ultima stagista sottopagata della compagnia.
Cecile: Con me? – incredula.
Lui: E già!
Cecile: E perché?
Lui: Mi piace come ti arravogli i capelli nel tuppo!
Cecile: L’importante è saperlo. Allora… Ehm, vuole entrare?
Lui: Ovvio! – e si leva l’impermeabile, mostrandosi in un jeans aderentissimo a vita bassa che manco negli anni ottanta…
Cecile: Ha un coniglio nella tasca o è solo felice di vedermi?
Lui: In realtà ho un regalo per lei.
Cecile: Ooh, che carino. Cos'è?
Lui: Questo! - e tira fuori un vibratore ad otto velocità con uscita USB, webcam, macchinetta del caffè e apribottiglia.
Cecile: Sarebbe bastata una rosa.
Lui: Volevo essere originale!
Cecile: Mi creda, con una rosa lo sarebbe stato. Ma questa è un’altra storia…
Lui: Bene, ora si spogli!
Cecile: Perché no! Tanto, ormai. Però posso tenerli i calzini di spugna?
Lui: Ma... No, cioè... Nel senso... E' proprio necessario?
Cecile: C'ho i piedi gelati!
Lui: E vabbè, se proprio deve.
Cecile: Bene. Allora venga. Il letto è di lì, la doccia è di là, se vuole nel cassetto ci sono i giocattoli di Occhio di Vetro, se ha bisogno d'aiuto possiamo chiamare la servitù del principe, in alternativa ho una raccolta magica di figurine Panini che fanno uscire strane figure mitologiche carciofo dotate pronte ad eseguire qualsiasi desiderio. Ma funzionano solo se c'è la luce. Che dice, le caccio o per stavolta preferirebbe partire da qualcosina di più semplice? - dubbiosa. - Non vorrei metterla in difficoltà...
Lui: Ehm...
Cecile: Oddio, mi scusi, ogni tanto lo faccio. Dimentico sempre i turni. Toccava a lei fare la parte del dominatore sadomaso perverso con problemi psicologici irrisolti alla radice. Prego, riprenda pure.
Lui: Ah, no ... Perché il copione...
Cecile: Sì, sì... lo so, mi scusi. Giornata pesante.
Lui: Allora riprendo da "adesso spogliati?"
Cecile: No, ma dai, quella saltiamola. Tanto ho solo il pigiamino - e lo tira via, sedendosi sul materasso. – Comunque mi chiamo Cecile. Cioè, a sto punto diamoci del tu, no?
Lui: Beh, sì, anche perché il mio cognome è letteralmente impronunciabile. Una cosa tipo Ziriiairivi… Ziggghriyy… Dunque, Cecile, ora ti legherò, ti farò cose che non capirai con strani oggetti a caso e registreremo tutto. Alla fine ti interrogherò.
Cecile: Uggesù… Ma non posso staccarti un assegno e saltare l’esame?
Lui: No, non si può fare. Considera che non saranno domande difficili. Al massimo posso chiederti cosa ho usato. Se rispondi bene vinci un prosciutto stagionato...
Cecile: E se sbaglio?
Lui: Dobbiamo scriverci il seguito e sai come vanno a finire queste cose...
Cecile: A dire il vero no.
Lui: Come no?
Cecile: E' che mi interrompo sempre a metà del primo e non riesco mai a leggere il seguito. Cioè, un’intera trilogia di carciofi… No, cioè, non ce la faccio proprio.
Lui: Oh, beh... Allora limitati a fidarti. Meglio se lo indovini!
Cecile: Ok.
A quel punto lui, l’ uomo senza nome perché Cecile non se lo ricorda e si scoccia di riaprire l'ebook, la stende, le lega i polsi, le mette una benda sugli occhi e si prepara a farle cose turche.
Cecile: Mai che qualcuno mi chieda di andare a teatro. Mai un cinema… Mai una passeggiata al chiaro di luna…
Lui: Scusa, dicevi?
Cecile: Ma no, niente. Su, datti una mossa che fra poco inizia Saylor Moon.
E per mezz’ora fanno cose. No, cioè, proprio cose. Cose perché, questo in generale,  Cecile non è riuscita a capire, pur consultando sia il dizionario di anatomia che il prontuario “Geometria delle posizioni sessuali che non userai mai, neanche nei tuoi sogni più sfrenati”. Però una cosa l’ha capita. Sì. Ad un certo punto lui inizia a fare, e cito testuali parole “fuori, dentro, fuori, dentro, fuori, dentro”
Voce dalle scale: E però ti devi decidere che qua tirano gli spifferi!
Lui: Chiedimi quello che vuoi!
Cecile: Ma no, dai, a piacere tuo…
Lui: Ho detto CHIEDIMI QUELLO CHE VUOI!
Cecile: Si potrebbe avere un gelato?
Lui: Con o senza noccioline?
Cecile: Preferivo la panna.
Lui: La panna è finita…
Cecile: Allora con le noccioline.
E riprendono un’altra volta e dentro, fuori, dentro, fuori e finalmente BUM!
Sarano i tracchi, vedono le scintille, arcobaleni, stelline e finisce per la gioia della signora Carmela dell’appartamento accanto che con tutto quel baccano non riusciva a vedere Sentieri.
Lui, esausto, finalmente la slega e la molla lì, andandosi a fare la doccia. Cecile, stravolta come una triglia, decide di seguirlo, ma appena apre la porta lui si nasconde vergognoso dietro le tendine rosa a cuoricini e le urla: VILLANA!, così lei è costretta a ritornarsene in camera e ad aspettare il suo turno pazientemente.
Venti minuti dopo, i due decidono di guardare il video.
Orrore! Cecile scopre che, mentre era legata, lui ha fatto entrare in camera, in ordine d’età, una prostituta, un bagnino, due acrobati del circo, Moira Orfei e sua Zia Concettina e che tutta quella gente, non sapendo bene come passare il tempo, ha deciso di ottimizzare i tempi ripassando l’intero Kamasutra stando ben attenta a non fare rumore, per evitare che lei se ne accorgesse.
Solo zia Concettina, che in tutto ciò non aveva ancora capito se quella era la fila della posta o se aveva sbagliato un’altra volta uscita autostradale, aveva chiesto ad un certo punto: “Ma non aspettiamo di toglierle la benda e gridare “Sorpresa!!!”?”
Cecile: Fammi…. Fammi capire bene: hai fatto entrare zia Concettina in camera mentre io me ne stavo con le gambe all’aria?
Lui: Ma ti avevo chiesto se avresti fatto qualunque cosa e tu mi avevi detto di si… Scusa, che ti aspettavi?
Cecile: No, infatti. Hai ragione – e si allontana per qualche minuto, tornando poco dopo con il suo amato mattarello “per una lasagna coi baffi”.
Lui: Ehm… Cosa fai?
Cecile: Non avevamo detto qualsiasi cosa? Bene, ora tocca a me!

Cecile, Chiedimi quello che vuoi 2:
La Vendetta.

Premessa:
Cecile, per quanto ancora infuriata, decide di perdonare l’innominato, essendo già le nove di sabato sera e non avendo trovato neanche uno straccio di accompagnatore.  L’innominato la va a prendere alle otto. Affitta una limousine e la porta a casa di “amici” per una “festicciola intima”. Cecile si lascia guidare e, alle dieci di sera, si ritrova al centro di un0immensa villa con piscine, idromassaggio, saune, bagni turchi e giostrine coi cavallucci.  Ciò che la lascia un po’ in dubbio è la strana promiscuità con cui tutti si palpeggiano ma, essendo l’innominato tedesco ed avendo una scarsissima conoscenza degli usi e costumi della Germania, cerca di rilassarsi ritenendole affettuose abitudini estere.

Lui: Ti diverti?
Cecile: Bah… Siamo appena arrivati, ma sembrano tutti molto… affettuosi.
Lui: Vero?
Cecile: Già… - dubbiosa, davanti alla scena di una donnina allegra che le manda bacini ammiccanti da fondo pista.
Lui: Vieni, voglio presentarti un paio di amici.
Superano l’esterno, raggiungono l’interno, si inerpicano in un lungo corridoio e si ritrovano in una stanza tutta rossa con luci psichedeliche e divanetti promiscui sparpagliati qua e là. Su ogni divanetto ci sono dalle tre alle diciotto persone che giocano a tetris. A centro stanza un vecchietto sdentato in tanga leopardato corre inseguito da una procace donna mediterranea urlandole “Tanto non mi prendi! Tanto non mi prendi!” e, proprio davanti a lei, che ormai ha perso l’uso della parola, attendono due tizi sconosciuti con espressioni poco rassicuranti.
Lui: Questo è il mio amico J. – presentandole il primo sulla sinistra, vestito da batman.
Cecile: Bel costume!
Lui: Roar!
Cecile: Ehm… Senti – verso l’innominabile. – C’è qualcosa che devo sapere?
Lui: Su cosa?
Cecile: Ecco, non so… Ecco, non vorrei aver frainteso, ma diciamo che non depone proprio a tuo favore che la prima cosa che abbia visto entrando sia stato l’intestino crasso di quella tizia dall’espressione indubbiamente allegra.
Lui: Ma cicci, possibile che tu faccia sempre così? Per una volta che ti dico di condividere i miei interessi, devi sempre rovinarmi la serata! – mettendo il broncio.
Cecile: Ma no, cioè, non è che… Solo che magari, ecco, se tipo mi facessi un piccolo riepilogo di quello che sta per accadere e trovassi una manciata di aggettivi per spiegarmi cosa ci fa quel tizio accanto alla colonna con una tutina zebrata ed un frustino inquietante tra le mani…
Lui: Ooh, ma è molto semplice, prima ti spoglio, poi ti metto sulle ginocchia e ti offro spontaneamente a tutti quelli che vedi. A quel punto ti dico che ti amo da impazzire, che sei la ciccina coccolosa della mia vita ti prendo e ti riprendo e ti riprendo ancora sbatacchiando tutte le molle del divano.
Cecile: …
Lui: Non… Non ti piace?
Cecile:…
Lui: Sembri… tesa.
Cecile:…
Lui: Il tuo sguardo non mi sembra molto incoraggiante.
Cecile:…
Lui: Non… Non vuoi giocare con me e i miei amichetti?
Cecile: No!
Lui: Neanche un pochino?
Cecile: NO!
Lui: Non vuoi provare la ruota?
Cecile: NO!
Lui: Ma cicci! Ma uffola! – facendo labbroni. – Ma neanche un giro di trenino?
Cecile: Qu… Quale trenino, scusa?
E in quel preciso istante passa una coda di persone tutte ignude in fila indiana che balla a suon di musica battendo il tempo. In testa alla fila zia Concettina che canta: Peppeppepeppeppè!
Cecile: O.O
Lui: Allora????
Cecile prende il telefonino, compone rapidamente un numero e resta in attesa della risposta. Quando finalmente l’altro risponde, mormora ad occhi chiusi: Pronto? Occhio di Vetro? Ciao, sono Cecile. Ecco, credo , tutto sommato, di essere stata troppo precipitosa. Forse dovremmo concederci una seconda opportunità…

Cecile e Ora e per sempre.

Ma sempre, sempre?
Sì.
No, giusto per essere sicuri. Magari avevo capito male. Quindi sempre?
Sempre!
Sempre…
Già.
Problemi?
Nono.
Ah, pensavo.

Premessa: Cecile Bertod, ancora in vacanza a Terracina dopo la rottura con Occhio di Vetro, incontra strani e ambigui personaggi. Intraprende flirt estivi più o meno sindacabili e, tra questi, il più duraturo è con Eric Zigghtrtisiit… Zirhwiii…. Zigggrttr…detto Zizì! Tra alti e bassi, ma anche mori, biondi, grassi, magri e sporadici interventi di Zia Concettina, che ormai spopola su web con i suoi video amatoriali, i due si lasciano non una, ma ben due volte. Cecile arriva addirittura a chiamare Occhio di Vetro in un momento di smarrimento, purtroppo però risponde la segreteria e… Niente. Niente di fatto. E quindi? Nulla. Si ritrova sola soletta di sabato sera a casa in compagnia di una vaschetta di gelato al gusto ricotta e cicoli e, nello stereo, pompato a mille un cd di neomelodico napoletano: Gabriele Piscopo, il meglio. Incluso singolo inedito «Ma pecchè?» e l’atteso seguito «O vuless sapè pur io»
Toc Toc
Ciabatt ciabatt ciabatt
Sgneeek (rumore della porta)
Cecile: Ah, sei tu.
Zizì: Mi sono comportato male. Lo so. Ma tu adesso mi perdonerai.
Cecile: A si?
Zizì: Sì.
Cecile: La tua assoluta convinzione mi perplime, quasi quanto il fatto che word non riconosca la prima persona singolare dell’indicativo presente del verbo perplimere. Posso sapere almeno da quale maschilistica visione del mio concetto di relazioni interpersonali derivi?
Zizì: Dal fatto che io sono il protagonista e il protagonista può tutto, a condizione che poi torni e dica «ma io ti amo».
Cecile: Sei sicuro?
Zizì: Ma sì, guarda. C’è scritto anche nella guida «Normative di un erotico standard – Sezione risoluzioni dei conflitti» – tirando fuori dalla tasca un enorme tomo di codici e cavilli.
Cecile: Esiste una guida? – strabuzzando.
Zizì: Certo che esiste! – riponendolo prima che lei riesca a sbirciare, infilando curiosa il nasino tra le pagine. -E ora che abbiamo fatto pace e che hai deciso di sposarmi, faremo sesso con alcuni amici ed un paio di passanti incrociati per caso sotto al palazzo.
Cecile, allibendo allibita: Co… Cosa mi sono persa? Spo… Sposarti? Ma… Ma quando è successo?
Zizì: Aaah, ma cicci, è ovvio. Ora che hai conosciuto il mio dramma irrisolto del passato, so che sei la donna della mia vita e voglio sposarti.
Cecile: Hai un dramma irrisolto?
Zizì: Dovresti proprio smetterla di saltare pezzi della narrazione…
Cecile: Lo so, lo so. Accidenti! Ma almeno posso sapere qual è?
Zizì: Hanno cercato di farlo passare per Leopoldo, ma io lo sapevo che non era lui. Leopoldo non aveva quelle strane venature verdognole sulle pinne anteriori.
Cecile: Le… Leopoldo?
Zizì: Il mio pesce rosso. E’ morto quando avevo solo sei anni – confessa distrutto. – Mai, MAI appoggiare lo scatolino del mangime accanto al barattolo di ammoniaca se tua nonna è appena stata operata alle cataratte!
Cecile: Il… il pesce rosso. Tutto qui? Questo sarebbe il tuo dramma irrisolto?
Zizì: Morti e sevizie erano esaurite. Era rimasto solo quello.
Cecile: Senti io… - ma viene interrotta dal via vai di gente sulla porta.
In casa inizia ad entrare un po’ il mondo: un pompiere, due ballerine, un clown, l’intera squadra di pallanuoto di Baia Domizia...
«’Sera!», la saluta Totore il portiere, imbucatosi all’ultimo minuto.
Cecile: Ma chi è tutta ‘sta gente?
Zizì: Due o tre intimi a cui intendo offrirti.
Cecile: E quello? – indicando un paraplegico.
Zizì: Non vorrai privarlo di un po’ di calore umano?
Cecile: Ma no, per carità, co ‘ tutto o cor’. Io e solo a te ca te facess na facc’ e paccheri.
Zizì: Sapevo che avresti detto di sì! Bene, adesso se sei pronta, inizierei, anche perché sono già otto righe che non facciamo sesso e i lettore potrebbe provare la spiacevole sensazione di essere finito in un libro con trama. Andiamo?- e la prende per la manina, portandola verso l’allegro gruppetto che, in attesa del loro arrivo, testa la resistenza alla trazione del set di posate in argento, zuppiera da dodici compresa.
SBAM! – si apre la porta con violenza e nella stanza entra Sailor Occhio di Vetro, armato di frustino.
Occhio di Vetro : Tu. Mi. Hai. Chiamato!
Zizì: Perché parla così?
Cecile: Che Dio sia lodato! Cosa? Ah… Ehm… Una lunga storia. Ogni tanto gli parte il singhiozzo. Ci stiamo lavorando.
Zizì: Cicci, ma chi è quell’uomo?
Occhio di Vetro: Io sono Sailor Occhio di Vetro e fotto senza pietà, in nome della luna!

Cecile: Ah, mio eroe!

3 commenti:

  1. Micidiale come sempre! Dento e fuori e mi ha fatto sbellicare.

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  2. Ma.tu.sei.geniale! :D Sei davvero troppo brava e divertente!!!! Complimenti!

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  3. sono morta dal ridere!molto brava...

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