Buongiorno crazy.
Oggi vi parliamo in anteprima del nuovissimo libro di Sylvia Kant, Tutto su mio padre, in uscita oggi per Newton Compton. Un grande ritorno quello dell'amatissima autrice di Prova ad amarmi e Prova ad amarmi ancora, in una veste completamente diversa da quella che l'ha fatta conoscere al grande pubblico. Tutto su mio padre è la storia dolorosa e intensa di un uomo che cerca di lottare per far valere i propri diritti di padre, un uomo che dovrà lottare contro la legge, una terribile ex moglie e infinite altre difficoltà per non perdere l'affetto di una figlia, tanto amata quanto distante. Seguiteci per scoprire la nostra opinione e per saperne un po' di più su un romanzo che è un colpo al cuore, pagina dopo pagina.
Titolo: Tutto su mio padre
Autore: Sylvia Kant
Editore: Newton Compton
Data: 7 Agosto 2018
Genere: Narrativa
Narrazione: Terza persona, Pov del protagonista
Finale: autoconclusivo
Sandro e Maura sono sposati da circa dieci anni, ma non possono certo definirsi due santi. Tradimenti, differenze sociali e incomprensioni di una storia nata già sbagliata mettono in crisi il loro matrimonio. Solo l’affetto per la figlia Eva è forte e profondo. Ma persino questo sentimento, l’unico per cui riuscire a trovare il modo di non fare della separazione un sanguinoso campo di battaglia diventa, invece, la miccia, il pretesto, il luogo dell’odio che totalizza e tutto spazza via. Una vicenda familiare feroce e appassionante, una guerra in nome dell’amore dove il verbo amare viene coniugato solo all’imperfetto del tempo sprecato e del futuro perduto.
Sylvia Kant, già autrice di due bestseller erotici, ha smesso per un attimo i panni della dark lady, e scritto un romanzo intenso, coraggioso, ma soprattutto autentico. Impossibile smettere di leggerlo o dimenticarlo, una volta girata l’ultima pagina.
Respirare. Profondamente e con gli occhi chiusi. E poi un abbraccio forte ai miei bambini, uno di quelli che “serve” più a me che a loro. È ciò che ho fatto, che ho dovuto fare, una volta terminata la lettura di Tutto su mio padre. Perché questo romanzo si legge trattenendo il respiro, dalla prima all’ultima pagina, mentre il nodo in gola si ingrossa sempre più e finisce per affondare alla bocca dello stomaco. No, non è una storia spensierata quella di Sandro, il protagonista del romanzo, né una storia facile da accettare e da digerire. Ma è una di quelle vicende che devono essere raccontate, senza venire abbellite ed edulcorate. L’autrice, con uno stile incisivo e autentico, ci porta nel mondo di Sandro, un vigile del fuoco sulla trentina che, dopo dieci anni altalenanti di matrimonio, viene lasciato dalla moglie Maura. I due hanno una figlioletta, Eva, che amano in modo viscerale e proprio intorno alla bimba si scatenerà una guerra infinita e distruttiva. Una guerra sull’affidamento, tra cavilli legali e minacce velate, una guerra che prosciugherà i portafogli e le speranze e che sembra destinata a non avere fine. Man mano che si prosegue nella lettura, ci si trova davanti alla cronistoria di un amore di un padre per una figlia a cui vengono mozzate le radici e i rami, di cui non resterà che un tronco avvizzito.
Io potevo solo “vedere” mia figlia così come si può vedere una bicicletta, un’automobile, una macchina da caffè, una televisione o qualsiasi altro oggetto…
Non avrei mai creduto che si potesse soltanto “vedere” anche un figlio!
In questo libro, la trama diventa vita vera e si è spinti a fare dei paragoni con la propria vita familiare o con quella di persone a noi vicine. Le separazioni coniugali e le lotte che coinvolgono i figli, infatti, sono tematiche all’ordine del giorno, in un Paese in cui la legge e la burocrazia ancora non riescono a tutelare tutte le parti in causa. Per questo motivo, libri come quello della Kant assumono un’importanza incredibile, perché danno voce a persone che, questa voce, sentono di averla persa. L’autrice ha svolto un lavoro eccellente nel caratterizzare personaggi, luoghi e situazioni nel modo più reale possibile e tutto ciò che si legge sembra prendere vita davanti ai nostri occhi. In questo modo, il dolore di Sandro diventa il dolore del lettore, la sua rabbia diventa la nostra, il suo sconforto diventa il mio. Un altro grandissimo merito della scrittrice è aver reso umano il suo eroe; Sandro non è un cavaliere senza macchia e senza paura, ma un uomo fallibile, con tanti difetti e tante colpe. Nonostante questo, è un uomo che prova a rimediare ai suoi errori per quello che è il fine superiore: il benessere di quella figlia tanto amata e sempre più lontana. Con lo scorrere delle pagine e del tempo, ciò che mi ha amareggiato maggiormente è stata la trasformazione di Eva da bambina allegra, curiosa e innamorata del suo papà in una ragazzina chiusa, cupa e robotica, emotivamente bloccata e succube di una madre tirannica. La figura di Maura è, probabilmente, il personaggio letterario che ho più odiato nella mia carriera di lettrice e mi fa male pensare che di “Maure” ne esistano a centinaia nella vita reale. Una donna ignorante e scurrile, rabbiosa e vendicativa, furba ma poco intelligente, capace di trincerarsi dietro bugie, recriminazioni e parolacce; una donna incapace di vedere al di là del proprio interesse e del proprio odio verso un uomo che non ha mai sentito realmente suo. Un mondo disfunzionale quello in cui si nasconde Maura e in cui sta trascinando una bambina indifesa. A fare da contraltare alla ex moglie, troviamo il personaggio di Sabrina, una donna intelligente che ha a cuore Sandro e il suo rapporto con Eva.
Inizialmente, trovavo un pochino lunghe alcune parti del romanzo, ma una volta concluso, devo dire che è così che andava narrato, una descrizione attenta del calvario di Sandro. Il finale è stato per me un colpo al cuore, ma leggere quelle righe ha avuto in sé un qualcosa di rassicurante, qualcosa che mi ha fatto dire, amaramente, “è così che doveva andare”. E mi ha fatto ripensare alle parole che un avvocato ha rivolto a Sandro all’inizio della sua lotta e che mi avevano fatto strabuzzare gli occhi per il loro cinismo spietato, fino a diventare, purtroppo, vere:
Perciò, dammi retta: cerca di fare in modo che questo schizzo di sperma finito nella vagina sbagliata ti costi il meno possibile.
Leggete questo libro, al di là dei generi e del periodo estivo che forse consiglia letture più “fresche”. Leggetelo perché dalla storia di Sandro forse si può imparare qualcosa, o semplicemente perché dell’amore di un padre non si può fare a meno. Leggetelo, qualsiasi cosa vi spinga a farlo.
Buona lettura,
Liliana
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