Run On è un #kdrama rilasciato da Netflix Italia il 9 febbraio. Racconta la storia di un Ki Seong Myon, campione della squadra nazione di atletica leggera e di Oh Mi Joo, traduttrice freelance che si trovano a intrecciare le loro vite fino ad ora vissute come due rette parallele, impossibili a incontrarsi.
Run On è arrivato al momento giusto, avevo bisogno di qualcosa di diverso e questa storia ha soddisfatto questa mia sete.
Come la corsa stessa, il drama parte con uno sprint bello potente tanto da indurmi a fare le ore piccole per vedere i primi episodi. Un crescendo di colpi di scena che mi hanno davvero tenuta incollata, come la chimica tra i due protagonisti insolitamente atipici.
Lei una ragazza forte e indipendente che ha dovuto affrontare tutto il brutto che la vita può riservare, mi ha portato a riconoscere come ormai creare protagoniste con gli attributi sia diventata la norma anche per un mondo come quello Coreano dove la disparità si sente forte e chiaro. Tanto da sovrastare anche la personalità del protagonista, invertendo quasi i ruoli e lasciando che sia lui ad aggrapparsi a lei in un drama che definirei di crescita. Personale quanto lavorativa nelle numerose prove che si ritroveranno ad affrontare.
Concetto esteso alla coppia lead quanto alla seconda. Questo è stato un altro punto a favore, la seconda coppia ha dato un equilibro senza il quale il drama non sarebbe risultato lo stesso, rischiando anche di sfociare nella noia. Io che ormai ci sono abituata, ho tifato e mi sono commossa più per loro che per la coppia lead.
Tutte cose positive ma… lo sprint iniziale ha avuto quasi una battuta d’arresto verso la fine, gli ultimi episodi ho faticato quasi a finirli. Cosa che mi fa ammettere che non sempre sedici episodi sono adatti a tutti i drama.
Tre anni fa guardavo il mio primo kdrama proprio in questo periodo dell’anno, a distanza di così tanto tempo posso affermare con sicurezza quanto questo genere sia eclettico e in grado di donarmi ogni volta qualcosa.
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