Ciao crazy,
Siete pronte per un bel viaggetto nella romantica
Parigi? Aspettami fino all’ultima
pagina, della scrittrice spagnola Sofìa Rhei, uscito il 24 agosto, dopo aver
scalato la classifica editoriale in Spagna, conquistando un meritato primo
posto, è stato pubblicato grazie alla Newton Compton Editori, anche in Italia.
Se siete delle vere lettrici, se amate immergervi quasi letteralmente in un
libro, se godete nell'immaginare scenari più vari e impensabili, se ogni volta
che finite di leggere un romanzo avete la sensazione di aver ricevuto un
piccolo regalo che arricchirà il vostro spirito, allora non potete perdervi
questo libro meraviglioso. Curiose? Non vi resta che leggere la recensione.
Titolo: Aspettami fino all'ultima pagina Autore: Sofia Rhei Serie: non fa parte di una serie Editore: Newton Compton Data: 24 Agosto 2017 Genere: contemporary romance Categoria: Seconde possibilità Narrazione: prima persona, pov femminile Finale: No cliffhanger |
Silvia ha quasi quarant’anni, vive e lavora a Parigi e ha
una relazione difficile con Alain, un uomo sposato che da mesi le racconta di
essere sul punto di lasciare la moglie. Dopo tante promesse, sembra che lui si
sia finalmente deciso, ma la fatidica sera in cui dovrebbe trasferirsi da lei,
le cose non vanno come previsto. E Silvia, in una spirale di dolore e
umiliazione, decide di farla finita con quell’uomo falso e ingannatore e di
riprendere in mano la sua vita. Alain però non si dà per vinto, e Silvia non è
abbastanza forte da rimanere indifferente alle avances dell’uomo che ama... Dopo
giorni e notti di disperazione, viene convinta dalla sua migliore amica a fare
visita a un bizzarro terapeuta, il signor O’Flahertie, che sembra sia capace di
curare le persone con la letteratura. Grazie ad autori come Oscar Wilde, Italo
Calvino, Gustave Flaubert, Mary Shelley, e al potere delle loro storie, Silvia
comincia a riflettere su chi sia realmente, su quali siano i suoi desideri più
profondi e su cosa invece dovrebbe eliminare dalla sua vita...
È stato davvero difficile per me indossare i panni di
Silvia, una donna intelligente, purtroppo anche un'amante illusa da un uomo,
Alain, che si nasconde dietro solo a tante belle parole, ma che con i fatti non
conclude nulla, in quanto rimane ancorato ad una moglie che dichiara di non
amare più e che non ha il coraggio di lasciare. In ogni loro incontro dona a
Silvia la speranza di un futuro insieme da soli, senza interferenze, ma
puntualmente dopo qualche giorno c'è di nuovo un abbandono di questa speranza,
e un ritorno alla realtà: Alain non lascerà mai sua moglie Giulia, e Silvia non
guarirà mai da questo suo amore malato, se non inizierà a prendere
consapevolezza del suo coraggio e soprattutto del suo essere una donna forte e
indipendente.
I problemi
funzionano proprio come alcune droghe.
Ci fanno
sprofondare in mondi in cui non esiste alcuna responsabilità.
Ma dove non c’è
responsabilità, spesso non c’è neanche soddisfazione.
L'amicizia di Isabel sarà un valore aggiunto a questo suo
percorso di “riabilitazione”, rimane dalla parte di Silvia senza aggredirla, ma
semplicemente portandola al ragionamento, anche l’aiuto della piccola Isolde,
figlia di Isabel, servirà a far guardare la situazione in cui vive Silvia da un’altra
prospettiva. La sua migliore amica, inoltre, le consiglia un terapeuta insolito
Fingal O’Flahertie, un dottor irlandese che cerca di aiutare Silvia, attraverso
i libri, che è come tutte noi crazy, una accanita lettrice, i progressi di
questa terapia saranno lampanti, complice la fervida immaginazione della
paziente e i libri che O’Flahertie le donerà: racconti unici pensati per lei e
per il suo modo di reagire alla vita, come ad esempio “Se una notte d’inverno
un viaggiatore” di Italo Calvino.
Sembrava che tutte
le storie potessero dividersi in quelle con un lieto fine oppure no.
Quel libro, invece,
dimostrava che il ventaglio dei finali possibili non si limitava a quei due
poli.
Non c’erano solo
due strade, ma tante possibilità quante il numero delle pagine. Quante il
numero dei lettori.
Sarebbe bello farsi analizzare la mente da un terapeuta
così, capire se stessi attraverso un libro, trovare una via d’uscita da una
situazione disperata. Personalmente io uso i libri come una valvola di sfogo, o
come rimedio per non pensare a nulla e concentrarsi completamente su una storia
che non sia la tua vita, ma alcune volte capita che ci possiamo ritrovare nei
comportamenti o nelle frasi di un/una protagonista, ed è proprio in quei
momenti che iniziamo a “guardarci dentro”, ecco cosa accade a Silvia: ritrova
se stessa e non l’amante di Alain, in quella, che viene chiamata dal Dottor
O’Flahertie, “L’isola dell’ultima pagina”:
Ciò che io chiamo
“l’isola dell’ultima pagina”, ma chère, è qualcosa del genere.
Quante volte
dubitiamo prima di sapere se riusciremo a calarci completamente in un libro, se
riusciremo ad affidarci alle sue pagine fino al punto di riversare tutti noi
stessi nella lettura.
In rare occasioni
succede che, terminando di leggere un libro, avvertiamo di essere stati
condotti verso un punto a cui avevamo bisogno di arrivare.
E succede solo
quando le pagine sono state poco più che un pretesto per trovare questo luogo
luminoso dentro noi stessi
Nel frattempo a lavoro, fa la sua comparsa il signor
Odysseus Thanos, un bell’uomo greco, con cui Silvia ha un imbarazzante incontro
in ascensore, in lei e nelle sue colleghe, però, nasce un pauroso sospetto,
dato dal fatto che l’uomo misterioso sia sempre in compagnia del loro datore di
lavoro, e quindi possa essere un possibile truffatore, così decidono
d’ingaggiare un investigatore privato per scoprire la sua identità.
Dopo una delle sue sedute dal Dottor O’Flahertie, Silvia s’incammina per le vie di Parigi, e incontra nuovamente monsieur Thanos, lo sguardo carico di passione che le regala Odysseus, e le sue domande, spingono Silvia a fuggire da lui a dall’insolita attrazione che prova per quest’uomo così diverso dal suo Alain. Silvia avrà modo comunque di chiarirsi con Odysseus, quando scoprirà la vera identità di quest’ultimo, la sua destabilizzante sincerità, la porterà a mettersi nuovamente in discussione. Inoltre in lui lei troverà sia la morte che la salvezza, d’altronde il nome del greco è davvero emblematico, infatti il cognome Thanos sembra che derivi da Thanatos e dunque come non pensare al saggio di Freud: “Al di là del principio del piacere”, sul rapporto Eros-Thanatos: “forme di energia, che coesistono entrambe nell’Es, e che poi convergono nell’Io, l’Eros come pulsione di vita e Thanatos come pulsione di morte: esse combattono una battaglia all’ultimo sangue in seno allo psichismo”. Una battaglia che intraprenderà Silvia, quando deciderà di abbandonare completamente “Solaetriste” (nome che si è data alla sua prima seduta da O’Flahertie, per rappresentare il suo stato d’animo) per aprirsi finalmente al mondo e al vero amore, invece di rifugiarsi in qualcosa di oscuro e confuso. D’altronde anche nel nome di Silvia troviamo il simbolismo, infatti il dolce terapeuta irlandese le ricorda il significato del suo nome: silvestre selvatico, potremmo dunque pensare ad una foresta dove Silvia era intrappolata per via del suo passato e ora una volta combattuto il suo dilemma interiore e il pericolo di tornare da Alain, dopo attraversato la lunga foresta, si ritrova al punto di partenza ora Silvia si chiama “Iosalva”.
Dopo una delle sue sedute dal Dottor O’Flahertie, Silvia s’incammina per le vie di Parigi, e incontra nuovamente monsieur Thanos, lo sguardo carico di passione che le regala Odysseus, e le sue domande, spingono Silvia a fuggire da lui a dall’insolita attrazione che prova per quest’uomo così diverso dal suo Alain. Silvia avrà modo comunque di chiarirsi con Odysseus, quando scoprirà la vera identità di quest’ultimo, la sua destabilizzante sincerità, la porterà a mettersi nuovamente in discussione. Inoltre in lui lei troverà sia la morte che la salvezza, d’altronde il nome del greco è davvero emblematico, infatti il cognome Thanos sembra che derivi da Thanatos e dunque come non pensare al saggio di Freud: “Al di là del principio del piacere”, sul rapporto Eros-Thanatos: “forme di energia, che coesistono entrambe nell’Es, e che poi convergono nell’Io, l’Eros come pulsione di vita e Thanatos come pulsione di morte: esse combattono una battaglia all’ultimo sangue in seno allo psichismo”. Una battaglia che intraprenderà Silvia, quando deciderà di abbandonare completamente “Solaetriste” (nome che si è data alla sua prima seduta da O’Flahertie, per rappresentare il suo stato d’animo) per aprirsi finalmente al mondo e al vero amore, invece di rifugiarsi in qualcosa di oscuro e confuso. D’altronde anche nel nome di Silvia troviamo il simbolismo, infatti il dolce terapeuta irlandese le ricorda il significato del suo nome: silvestre selvatico, potremmo dunque pensare ad una foresta dove Silvia era intrappolata per via del suo passato e ora una volta combattuto il suo dilemma interiore e il pericolo di tornare da Alain, dopo attraversato la lunga foresta, si ritrova al punto di partenza ora Silvia si chiama “Iosalva”.
Non posso davvero dirvi altro, perché questo è un libro
che merita di essere davvero letto e scoperto, sicuramente ci sarà il lieto
fine per Silvia, lo stupore non vi abbandonerà fino all’ultima pagina, se avete
amato, come me, la letteratura anglosassone non resterete deluse.
Il mio plauso va soprattutto a questa scrittrice che dopo
aver scritto libri per bambini, ha deciso di dedicarsi anche a noi adulti,
“Aspettami fino all’ultima pagina” è stato, infatti, il suo romanzo di esordio
in questo nuovo ambiente letterale, e di certo ha fatto un’ottima figura, per
il suo stile scorrevole, piacevole, per nulla pesante, avrò sottolineato quasi
mezzo libro, ci sono talmente tante frasi cariche di significato, che non sono
riuscita a trattenermi. Insomma leggetelo punto e basta, perché vi aprirà il
cuore, la mente e arricchirà la vostra anima.
Buona lettura dalla dittatrice che è in me
Antonella
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