domenica 20 agosto 2017

Ice di Mary Lin. Recensione.

Buonasera, crazy!
Questa volta abbiamo letto per voi un romanzo non adatto ad ogni tipo di lettore: Ice di Mary Lin.
Intenso e drammatico, ha tratti brutali e violenti che lo rendono difficile da apprezzare, eppure la storia è affascinante. Chi di noi li abbia conosciuti non ha potuto evitare di indignarsi per gli orfanelli abusati di Dickens. Ve li ricordate? Erano solo dei bambini che, come tutti i bambini del mondo, avevano bisogno di affetto e attenzioni, e ricevevano in cambio solo soprusi e indifferenza. Immaginate di vedere  il piccolo Oliver Twist adulto, in un club di biker, con un'idea di giustizia tutta sua e una morale altrettanto soggettiva. Immaginate di non avere paura di essere catturati e finire in prigione. Immaginate di non avere nulla da perdere. Ora siete Lonan. Scendete con me nel suo inferno…

Virtuous Titolo: Ice
Autore:
Mary Lin
Serie: #3 Rebel series
Editore: Self

Data: 10 luglio 2017
Genere: contemporary romance
Categoria: Seconde possibilità
Narrazione: prima persona, pov alternati
Finale: Autoconclusivo.
Coppia: Lonan, biker dal passato di abusi e oggi giustiziere; Caley, figlia di un carnefice



Anni addietro, Caley e Lonan sono cresciuti nella stessa casa-famiglia, a loro modo entrambi isolati dagli altri.
Per Caley quel ragazzo freddo e controllato era un eroe, il suo.
Lei era diversa da tutti, riusciva a leggere negli occhi di Lonan, al di là della maschera di ghiaccio che lui indossava.
Per Lonan quella bambina che gli stava sempre tra i piedi era un uccellino a cui veniva impedito di volare.
Lui era un adolescente con un passato da nascondere.
Oggi Caley è una ballerina.
È riuscita a fare della sua diversità il suo punto di forza.
Oggi Lonan è il sergeant at arms dei Rebels, il Chirurgo.
È giunto il momento di portare a termine la vendetta che aspetta da anni e Caley è solo un danno collaterale.
Ora lui è il suo nemico. Il suo carnefice.
Combattere? Arrendersi? Fuggire?
Cosa fare quando è così difficile separare l’immagine di quel ragazzo da quella di un assassino?
Ora lei è la sua nemesi. La sua fragilità.
Ferire? Dimenticare? Perdonare?
Cosa fare quando lei è la sola capace di distruggere la sua corazza?

Ice è il terzo romanzo della Rebels Series. I volumi hanno un ordine cronologico, ma possono essere ritenuti tutti autoconclusivi.
La Rebels Series tratta le vicende di un gruppo di bikers appartenente allo Onepercenter, ossia a quell’1% di motociclisti delinquenti facinorosi, le cui azioni immorali, criminali e il linguaggio scurrile potrebbero urtare la sensibilità del lettore.
Ice contiene scene di violenza.
Si consiglia, per cui, una lettura coscienziosa.



Ho iniziato questo romanzo in un momento di desiderio di qualcosa di forte, animata da sola curiosità, senza grandi aspettative e… sono rimasta piacevolmente incantata fin dalle prime pagine.
L'autrice è stata abilissima nel delineare due protagonisti potenti, in grado di catturarti con pochi tratti. Caley è albina, lunghi ipnotizzanti capelli bianchi, carnagione chiarissima, grandi occhi grigi. Lonan è…Oliver Twist, come ho già detto. Alto, scuro nei colori e scarno nei modi, di poche parole e dai gesti decisi, apparentemente privo di morale e ideali. Ed io ovviamente me ne sono innamorata, da amante quale sono stata di ogni romanzo di Dickens.
Certo la storia, come giustamente avvisato dalla scrittrice, non è per ogni palato, a causa dell'ambientazione dark e soprattutto per la violenza esagerata di alcune scene, le quali, nonostante cercassi proprio qualcosa di forte, mi hanno lasciato un po' incredula. Soprattutto per la piega che gli eventi prendono successivamente.
Nell'insieme però il libro è un romanzo potente, che non si lascia dimenticare facilmente, e che si ritaglierà un posticino nei vostri pensieri per giorni, se saprete superare appunto quelle scene efferate (che secondo me sono solo un paio).
Immaginate Oliver Twist in versione dark, cresciuto in un orfanatrofio spartano senza amore né cure, che capisca troppo presto che nella vita conta solo quanto vali in denaro e quanto sai farti rispettare. Che non abbia altri amici all'infuori di altri orfani maltrattati come e peggio di lui, che nutra una sola lieve simpatia per la figlia dei suoi aguzzini, una strana bambina che vive quasi sempre chiusa in casa e parla da sola con il suo orsacchiotto di pezza.
Oliver Twist dall 'orfanatrofio era finito direttamente in strada, in una compagnia di ladruncoli che ne sfruttavano le abilità, solo in mezzo a soli. Lonan trova un club di biker, sbandati senza legge come lui, che hanno rispetto per i soli amici e le loro donne, sul modello del "Sons of anarchy" televisivo. Esattamente come quel protagonista, Lonan non aspetta che il destino gli restituisca ciò che la vita gli ha tolto, ma se lo va a prendere. Non importa se deve usare armi, se deve spargere sangue, se deve sacrificare qualcosa o qualcuno lungo la via. In mente ha solo il suo obiettivo e come raggiungerlo più facilmente. In questa fase Caley diventa solo la figlia del nemico, forse perfino un mezzo per rendere più efferata la propria vendetta. "Me ne occupo io" è solito dire, e lo fa sempre, senza tentennamenti, senza paura, senza limiti, senza timori.
Lonan è lo stereotipo dell'antieroe, del rinnegato che si è ritagliato uno spazio nell'unico mondo che conosce, oscuro e brutale, in cui è stato battezzato dal proprio padre a soli 6 anni, poi dall'orfanatrofio, infine dalla strada. Ma ogni disgraziato, anche abituato al solo buio, se vede la luce ne resta abbagliato e anela a raggiungerla. Caley è la nota stonata, la figlia non malvagia del male, diversa, incantatrice, irraggiungibile come una stella, o forse no… Caley è un po' Wendy, troppo piccola per capire i problemi dei grandi, e troppo pura per essere sporcata dal buio di un assassino, così riesce a fare del bene anche a chi non vorrebbe, anche se ogni gesto buono e generoso di lei viene neutralizzato con brutalità.

-Ti preferivo quando non parlavi,- le dico.
-Me lo hai già detto.- E anche allora mentivo.

Perché in realtà a Lonan è sempre piaciuto sentirla parlare. Caley è sempre stata la finestra sullo sconosciuto mondo dei sentimenti, dove si possono provare paura, rispetto, tenerezza, amore.
Se riuscirete a tenere la mente libera dagli stereotipi, se ricorderete in ogni momento che la lingua di Lonan è quella di un uomo che non è nato malvagio ma che non ne conosce altra, leggerete una bella favola dark, dove un'inconsapevole fata dai capelli d'argento incanta un diavolo nero. Il tutto scritto in maniera quasi impeccabile. Un ottimo lavoro per un'autrice che non conoscevo ma che ha conquistato tutto il mio rispetto.

A presto. Cri

 





3 commenti:

  1. Cavolo che recensione! Se non avessi una file infinita di libri da leggere e non temessi i dark come una folle questo sarebbe sicuramente il prossimo libro per me.
    Ci devo pensare, intanto grazie come sempre.

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  2. Non ho mai letto questo genere xo devo dire che questa recensione mi ha incuriosito parecchio...penso proprio che lo leggerò..grazie

    RispondiElimina

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