Care Crazy,
Oggi abbiamo l’onore di ospitare l’ultima tappa del Blog Tour de Gli Effetti collaterali delle fiabe di Anna Nicoletto. In questa occasione abbiamo avuto la possibilità di fare due chiacchiere con l’autrice per conoscere un po’ meglio il suo libro, i suoi protagonisti e anche lei stessa.
Ormai siamo abituate alle autrici che dopo un grande successo nel Self Publishing approdano ad una casa editrice, ma siamo sempre più felici quando una di queste autrici è una nostra conoscenza. Una che abbiamo visto nascere e che abbiamo avuto l’onore di tenere a battesimo. Un po’ come delle madrine o dei portafortuna, anche se non c’è bisogno di fortuna quando è presente il talento.
È un grande onore per noi incrociare di nuovo il nostro cammino con Anna Nicoletto, a praticamente un anno da quella prima recensione e abbiamo la possibilità di chiederle come va e com’è cambiata la sua vita in questo anno passato.
Cara Anna è un piacere rivederti dopo un anno e poterti fare questa intervista.
Com’è andato questo anno appena passato? Com’è cambiata la tua vita, se poi è cambiata, da quel giorno in cui premesti il bottone “pubblica” sul sito Amazon ad oggi che Gli effetti collaterali delle fiabe ha fatto tanta strada fino ad arrivare nelle librerie?
Ciao, carissime crazy, il piacere è mio!
Quest’anno è stato parecchio pieno, ma la mia vita fondamentalmente è rimasta la stessa. Certo, ora ho un figlio in più e quando mi ritiro a scrivere mi sento un po’ meno vaneggiatrice, ma per il resto quando Gli effetti collaterali delle fiabe è uscito in libreria ho sentito lo stesso mix di timore ed euforia della prima volta.
Da dove nasce l'ispirazione per la storia de "Gli effetti collaterali delle fiabe"?
Molto banalmente da un sogno. Mi sono svegliata con in testa la scena di una ragazza che si era ritrovata a una festa a cui normalmente non sarebbe mai stata ammessa e aveva incontrato qualcuno che non era chi diceva di essere. Per giorni non sono riuscita a togliermela dalla testa. Così ho scritto di getto le prime pagine e poi mi sono presa del tempo per capire chi fosse e cosa volesse raccontare.
Dal libro traspare una profonda conoscenza di termini tecnici sul mondo dell'informatica e della domotica, è una materia che ti appassiona?
La tecnologia mi appassiona, ma la mia conoscenza informatica è superficiale. Aver sposato un ingegnere, però, mi permette accesso ad aggiornamenti quotidiani su quello che significa lavorare con programmi e progetti informatici. Anche se il marito poi s’è offeso perché ho scelto il linguaggio Java invece che C#: sembra un nonnulla, ma provate voi a spiegarlo a uno che tiene una pila di manuali Microsoft sul comodino!
Quanto di te stessa hai messo in Melissa e Stefano? In cosa ti somiglia ognuno dei due?
Melissa ha ereditato da me il desiderio di realizzarsi e la voglia di farcela con le proprie forze, oltre che il disordine cronico e la passione smodata per le serie tv, la fantascienza e le cose nerd. A Stefano, invece, ho dato la mia (quasi) calma zen e la testardaggine.
Stefano è anche un appassionato di botanica, anche tu hai il pollice verde?
Magari! Sono la Morte Nera delle piante. Quando qualcuno me ne regala una la dirotto subito verso lidi più sicuri, prima di mieterla per sbaglio. L’unica che ho sopravvive solo perché è finta!
C'è una persona in particolare che ti ha ispirata durante la creazione di Stefano Marte?
Quando ho pensato a chi avrebbe potuto far capitolare la razionalità di Melissa, sapevo che solo un uomo carismatico, intelligente e allo stesso tempo gentile e premuroso avrebbe avuto successo. Qualcosa l’ho saccheggiato a chi mi sta intorno, ma l’insieme purtroppo è del tutto inventato.
Se dovessi pensare a un possibile cast per la trasposizione cinematografica, chi ti piacerebbe vedere nei panni di Stefano e Melissa?
Pensando in grande, e visto che nel campo delle ipotesi non ci sono ostacoli di alcun tipo, facciamo che per Stefano chiamo Sean O’Pry e per Melissa una Rachel Bilson venticinquenne.
Il punto forte de "Gli effetti collaterali delle fiabe" sono i sentimenti, le emozioni e la crescita emotiva dei personaggi più che l'attrazione sessuale. Scriveresti mai un romanzo erotico? E più in generale ci sono altri generi in cui ti piacerebbe cimentarti?
Se un giorno avessi una buona idea accompagnata da dei personaggi interessanti e una trama che vale la pena scrivere, probabilmente lo farei. Tutto dipende dalla materia prima, dall’indole dei personaggi, da quello che vogliono e da come affrontano la vita; il taglio più o meno passionale/erotico delle vicende lo vedo come una conseguenza del loro carattere e del contesto.
In realtà mi sono già cimentata in altri generi differenti rispetto al rosa, ma sono inediti e non so proprio se o quando vedranno la luce.
Melissa e Stefano sono due personaggi molto forti, ma sono anche circondati da personaggi altrettanto interessanti. Come Caterina Marte, la sorella di Stefano, su cui sappiamo già stai lavorando. Ma a parte lei, hai intenzione di far “accasare” gli altri membri della "banda del giovedì sera"?
Gli unici della “banda del giovedì sera” che ho accasato (tra loro) sono Sabrina, la coinquilina e migliore amica di Melissa, e Pietro, l’altro migliore amico di Melissa, in una novella che al momento è edita da una casa editrice digitale; il resto del gruppo rimarrà single per molto tempo, perché il prossimo a subire gli effetti collaterali sarà un secondario della storia di Caterina, che ho amato nello stesso modo in cui ho amato Caterina come secondaria in questo libro, e che non vedo l’ora di far conoscere.
Noi Crazy siamo curiose perciò ci piacerebbe conoscerti meglio con alcune domande un po’ più personali.
Come ti è nata la passione per la scrittura? E quando?
Dalla lettura, ho sempre amato leggere! Da lì, pian piano, è nata la voglia di scrivere qualcosa di mio. Da piccola scrivevo racconti che stracciavo dopo due pagine. A sedici anni ho cominciato un romanzo e mi sono fermata a quota quindici pagine. Più passava il tempo, più avanti arrivavo prima di stracciare tutto, finché a un certo punto ho cominciato a vedere del buono in quello che scrivevo.
Cosa vuol dire per te scrivere al femminile?
Domanda tosta! Quello che cerco di fare nel mio piccolo è scrivere qualcosa che mi piace al meglio delle mie possibilità. Poi che sia una storia “al femminile” è secondario, anche se per indole sono quelle che leggo, che amo e che a mia volta scrivo di più.
Un lato positivo dell'essere autrice Self Publishing e un lato positivo dell'essere autrice di una CE invece.
Il self richiede tanta responsabilità ma in cambio offre il controllo totale: non esistono piani editoriali imposti dall’alto o linee in cui devi per forza rientrare. È indubbiamente bello.
La casa editrice, d’altro canto, ha dalla sua una squadra di professionisti che cura assieme a te il libro, che lo “veste” e che lo porta in libreria. Anche questo è indubbiamente bello.
Se potessi organizzare una cena con le tue autrici preferite, chi inviteresti?
Sicuramente JK Rowling, Sarah Morgan, Stephenie Meyer, Susan Elizabeth Phillips, Anna Premoli e la recente scoperta Vi Keeland che con Bossman mi ha stesa. E siccome amo anche le autrici televisive, ci aggiungo Melissa Rosenberg, Shonda Rhimes e Michelle King. Mi sa che, nel caso, mi converrebbe chiamare la gastronomia!
Qual è il romanzo che ti piace così tanto da desiderare di esserne tu la scrittrice?
Premetto che porto molti romanzi nel cuore, diversi per genere e tematiche, che spesso si sono guadagnati il posto perché sono arrivati nel momento esatto in cui ne avevo bisogno.
Però il libro più recente che mi ha fatto esclamare “Questa è una genialata, vorrei averla pensata io” è Illuminae del duo Kristoff-Kaufman: è sarcastico, brillante, racconta una storia avvincente, c’è una coppia per cui tifare, una spietata guerra interspaziale e tutto è narrato con una tecnica da paura attraverso email, pagine di diario, comunicazioni radio, trascrizioni di interrogatori e di filmati di sorveglianza… Posso solo immaginare la mole di lavoro dietro un progetto simile e il risultato è fenomenale. Anzi, sono contenta di non averlo scritto io, così me lo posso godere da lettrice!
Quando non scrivi cosa ti piace fare nel tuo tempo libero?
Leggo. Guardo serie tv. Poi se mi avanza tempo leggo. E guardo altre serie tv. E, anche se raramente, guido una moto: ho compiuto il grande passo da zavorrina a pilota. Ancora scarsa, ma pur sempre pilota.
Grazie per la calorosa ospitalità, un grande abbraccio! Anna
Grazie a te Anna e speriamo di risentirti molto presto.
Il Team
ho davvero amato moltissimo questo libro, grazie Anna!!!
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