Carissime crazy,
oggi parliamo di un romanzo tutto italiano, uscito nel
2014 ma edito in veste nuova per la collana Forever, che ospita libri Piemme e
Sperling. Si tratta de Il primo caffè del mattino opera di Diego
Galdino che celebra la bellezza della città eterna, sfondo non comune a una
tenera storia d'amore, quella tra un trentenne romano, di professione barista,
che ogni giorno diletta i propri clienti con i caffè più fantasiosi della
città, e una splendida turista francese.
Dopo questo suo libro d'esordio, di cui sono stati
venduti anche i diritti cinematografici, Galdino ha pubblicato con Sperling
& Kupfer diversi altri romanzi, tradotti con successo in Spagna, Germania e
Polonia. Vogliamo conoscere nei particolari questa sua opera
prima? Venite con me, annuserete l'aroma inconfondibile del primo caffè del
mattino, a Roma, poco distante dalla Fontana di Santa Maria in Trastevere… Non perdetevi, inoltre, l'inedita intervista all'autore!
Titolo: Il primo caffè del mattino Autore: Diego Goldino Serie: non fa parte di una serie Editore: Sperling & Kupfer Data: 11 luglio 2017 Genere: contemporary romance Categoria: suspense Narrazione: 3a persona Finale: No cliffhanger Coppia: Massimo, barista; Geneviev, ragazza francese. |
Massimo ha poco più di trent'anni, è il proprietario di un piccolo bar nel cuore di Roma, e non si è mai innamorato davvero. Ogni mattina, all'alba, attraversa le vie della città ancora addormentate, dove si sente il profumo del pane appena sfornato, e raggiunge il suo bar. Lì lo aspetta il primo caffè della giornata, quello dall'aroma più intenso, e dal sapore più buono. In fin dei conti sta bene anche da solo, continua a ripetersi man mano che il locale si anima: a tenergli compagnia ci pensano i clienti affezionati, con cui ogni mattina Massimo saluta la giornata fra tintinnio di tazzine, profumo di cornetti caldi e un po' di chiacchiere. Allora come mai, il giorno in cui improvvisamente entra nel bar una ragazza dagli occhi verdi, il viso spruzzato di lentiggini e l'aria sperduta di una turista straniera, Massimo non riesce a toglierle gli occhi di dosso? Né tanto meno a farsi capire in nessuna lingua: al punto che, tempo cinque minuti di interazione, si ritrova una zuccheriera rovesciata addosso, la porta sbattuta in faccia e qualcosa di molto simile a un cuore spezzato che gli martella nel petto. Ma la ragazza con le lentiggini, che viene da Parigi, di nome fa Geneviève e di mestiere inventa cruciverba, tornerà presto da Massimo: perché ha un segreto che non può rivelare a nessuno, e che la lega proprio a quel luogo. Massimo - che da quando l'ha incontrata la prima volta, con la frangia spettinata e il vestito rosso - non se l'è più tolta dalla testa, non potrà che corteggiarla...
Massimo all'anagrafe ha trent'anni, di cui vissuti quasi
la metà dietro il bancone di un bar, avendo preso il posto del padre troppo
presto, sospendendo così i propri studi e la propria crescita, perso dietro al
lavoro spesso troppo frenetico, dietro ai conti da pagare, alla solitudine
della propria vita fuori dal bar, ai clienti consueti divenuti amici, gente
semplice ma di cuore, dietro alle chiacchiere del rione dove vive. È per questo
che non ha certo trent'anni nel suo relazionarsi con gli altri, ricordando
piuttosto un quindicenne emotivo, insicuro e impacciato. Però ci ispira
tenerezza perché è conscio dei suoi limiti, delle sue paure, sa mettersi in
discussione, sa tornare sui suoi passi, sa ridere di se stesso e questo ce lo
fa amare un po' di più, pur non essendo il classico maschio alfa, tipico di
quasi tutti i romanzi rosa.
E quando Massimo incontra Geneviève? Il disastro
perfetto. Lui non riesce a combinarne una giusta, e lei non è certo
l'incarnazione della simpatia e dell'amabilità. Due rette parallele che non si
incontrerebbero mai, se il destino e la goffaggine di Massimo non ci mettessero
lo zampino.
La storia sboccia infatti grazie all'ostinazione di lui,
che resta ipnotizzato da un particolare, pur in mezzo a un oceano di logica
negatività: gli occhi bellissimi, verdi e adirati di Geneviève. Nonostante non
riescano a scambiare due parole, visto che lei parla solo francese e lui solo
italiano, in mezzo a decine di altri personaggi che parlano solo dialetto
romanesco. Le situazioni comiche, a volte perfino ridicole, si susseguono per
pagine, mentre i due, lentamente ma inesorabilmente, si innamorano
perdutamente. Imperfetti, sbagliati, impacciati, immaturi, sono destinati a
combaciare perfettamente. Sembrano legati da un elastico invisibile che li
attira e li respinge, fino allo strappo. Soffrono in contemporanea, ridono in
contemporanea, pensano alle stesse cose negli stessi momenti, fanno gli stessi
esempi. Insomma sono anime gemelle, ma… Come in tutte le favole che si
rispettano, c'è anche l'allontanamento, il punto di strappo. Inizia così la
parte migliore del libro, in cui la nebbia avvolge il racconto e Massimo emerge
dal buio iniziale con qualche certezza grazie a una fatina e alla sua bacchetta
magica: la sorella canadese di lui e il diario di Geneviève che lei gli
traduce.
Non posso aggiungere altro per non spoilerare colpi di
scena e finale, ma posso dirvi che leggerlo fino in fondo dà senso a tutto il
romanzo. E come in ogni favola non manca la logica e ferrea morale: se non
smetti di credere e sperare, prima o poi la vita ti ripaga delle sofferenze e
della fatica.
Non nascondo certo che in molti punti ho sorriso, come in
altri ho storto il naso. Ipotizzo che Galdino abbia scritto questo libro di
getto, quasi fosse una prova di scrittura, mentre le emozioni e le idee
salivano in superficie e lui le trasferiva sulla tastiera. Da questa
immediatezza e sincerità emozionale deriva una storia gradevole e avvincente. I
suoi limiti sono però dati da una scrittura acerba, come si nota nell'uso esagerato
dei commenti in parentesi, che disturbano la lettura, e nei troppi dialoghi
dialettali tra i clienti del bar, che forse andrebbero sfoltiti. Anche
l'intreccio presenta qualche neo nello squilibrio tra una prima parte
lentissima e un finale troppo affrettato, in cui si fatica a comprendere gli
eventi e le motivazioni di alcuni dei protagonisti.
Resta comunque il piacere di leggere una bella storia
ambientata a casa nostra, in cui si possono quasi percepire i colori e il
profumo dei vicoli di una Roma quasi sparita e ascoltare il suono dell'acqua
che scorre nelle molteplici fontane. Impagabile il punto in cui Massimo e
Geneviève passeggiano da una fonte all'altra, mentre lui le spiega la storia di
ognuna di esse e le descrive le particolarità dell'acqua.
Una menzione particolare spetta infine al glossario che
chiude il romanzo, con le varie tipologie di ogni caffè. Da grande estimatrice
quale sono, ho molto apprezzato!
E voi? Qual è il vostro caffè preferito?
Cri
Caro Diego,
siamo liete e orgogliose di conoscerti e farti questa
piccola intervista.
- Raccontaci com'è cambiata la tua vita dal giorno in cui
hai pubblicato questo tuo primo romanzo: Ti aspettavi che ne derivasse un tale
successo?
Prima di tutto ci tengo a ringraziarvi per avermi
concesso questa bellissima opportunità. Sinceramente quando è uscito Il primo
caffè del mattino non mi aspettavo niente perchè ero già strafelice per essere
stato finalmente pubblicato da un'importante casa editrice. Di sicuro Il primo
caffè del mattino ha fatto sì che io non fossi più un barista scrittore, ma uno
scrittore barista.
- "Il primo caffè del mattino" trae davvero
ispirazione dalla tua vita personale e dal tuo lavoro, come traspare dalla
lettura?
Sicuramente è uno spaccato molto fedele della mia
quotidianità, a parte Geneviéve. È il racconto della vita di un barista di
periferia e dei suoi fedelissimi clienti.
- Quanto ha significato l'amore per il caffè, e per la
tua città, nella stesura del romanzo?
La mia città è tutto, il caffè un po' meno, ma di sicuro
il Bar è casa mia, ad esso mi lega la vita ed un sentimento profondo. Ho
provato a trasmettere con le parole scritte questo mio legame indissolubile.
- Quanto di te stesso c'è nel giovane, un po' timido e
candido protagonista, Massimo?
Sicuramente molto, ma non la bellezza e l'età, lui è più
bello e più giovane di me.
- C'è una persona in particolare che ti ha ispirato nella
creazione della bella straniera dagli occhi verdi?
Sono al mio secondo matrimonio e vorrei che fosse
l'ultimo...
- Se potessi decidere tu il cast per la trasposizione
cinematografica, chi ti piacerebbe vedere nei panni di Massimo e Geneviève?
Per correttezza preferirei non rispondere a questa
domanda, non mi sembrerebbe giusto fare nomi, mentre la casa di produzione sta
per incominciare i casting.
- Ad un certo punto del romanzo, in una delle passeggiate
romantiche di Massimo e Geneviève, nomini la Fontanella della Pigna, piccola e
sconosciuta a chi non è romano di Roma, come te. Potresti definirlo un posto
del cuore? Se sì, puoi raccontarci un aneddoto a riguardo?
Beh! Si dice che dalla Fontanella della Pigna sgorghi
l'acqua più dolce di Roma e che bere da questa fontanella porti fortuna...Un
aneddoto al riguardo? Tornavo da una premiazione al Campidoglio e mi sono
fermato a Piazza Venezia per bere un sorso d'acqua da quella fontanella. Il
giorno dopo mi ha chiamato il mio agente per dirmi che aveva ceduto i diritti
de Il primo caffè del mattino a un produttore cinematografico.
- La storia di Massimo e Geneviève è principalmente la
storia di come è nato il sentimento tra loro, molto prima che dell'attrazione
sessuale. Scriveresti mai un romanzo erotico?
Questa è una bella domanda...Credo di essere in grado di
scriverlo, sono un uomo molto passionale ma, per il momento, preferisco
lasciare gran parte del lavoro alla fantasia dei miei lettori e concentrarmi
sulle coccole.
- Dopo esserti cimentato in un genere letterario così,
concedimi l'aggettivo, femminile, provi il desiderio di misurarti in
tutt'altro?
Ho tante storie in testa, anche di altri generi
letterari, ma la mia strada continua e continuerà ad essere quella tracciata da
Mi arrivi come da un sogno...
- Quando è nata la tua passione per la scrittura? E come?
Avevo ventinove anni, feci un viaggio per far vedere con
i miei occhi un posto speciale ad una persona che non poteva vederlo. Poi
decisi di scrivere una storia ambientata in quello stesso posto...Per far
finire bene almeno quella.
- Quali sono i tuoi autori preferiti, da cui trai
ispirazione?
Nicholas Sparks e Jane Austen...Il mio romanzo preferito
in assoluto è Persuasione della Austen, il romanzo d'amore che avrei voluto
scrivere io è Le pagine della nostra vita di Sparks...
- Qual è o quali sono i romanzi che ti hanno segnato
profondamente, se ce ne sono?
I due citati prima...
- Quando non scrivi, cosa ti piace fare nel tuo tempo
libero?
- Per finire, chiudi il tuo romanzo con un
interessantissimo e succulento glossario dei vari tipi di caffè. A questo punto
è naturale chiederti quale sia il tuo caffè preferito...
Amo moltissimo il cinema e l'arte, non sono un grande
esperto, ma un grande appassionato sì. Vi svelo un segreto...A me il caffè non
piace...
Grazie mille per il tempo che ci hai dedicato.
Grazie a voi per l'ospitalità è stato un vero piacere
rispondere alle vostre domande.
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