martedì 20 febbraio 2018

La libreria dove tutto è possibile di Stephanie Butland, recensione

Ciao Crazy,
oggi Stephanie Butland ci porta in uno dei posti che amiamo di più con un romanzo pubblicato l’8 febbraio da Garzanti. La libreria dove tutto è possibile è un libro dove ogni cosa ha l’odore delle pagine sfogliate e ogni frase un significato da scoprire. Venite con me nella libreria Giri di Parole…





Titolo: La libreria dove tutto è possibile

Autore: Stephanie Butland

Editore: Garzanti

Data: 8 febbraio 2018

Genere: Narrativa

Narrazione: Prima persona

Finale: No cliffhanger




Nel cuore di York, nel Nord dell'Inghilterra, c'è una piccola e fornitissima libreria. È il rifugio preferito della giovane Loveday Cardew. L'unico luogo che sia mai riuscita a chiamare casa. Solo qui si sente al sicuro. Solo qui può prendersi cura dei libri proprio come i libri si prendono cura di lei. Perché è attraverso le loro pagine che la giovane libraia riesce a comunicare le emozioni e i sentimenti più profondi: la solitudine di Anna Karenina; la gioia di vivere di La fiera della vanità; le passioni travolgenti di Cime tempestose. Fino al giorno in cui comincia a ricevere misteriosi pacchi ricolmi dei libri con cui è cresciuta, e inizia a pensare che qualcuno stia cercando di mandarle un messaggio. Qualcuno che, forse, la conosce bene e che conosce anche la sua infanzia, divisa tra una madre assente e una donna che ha cercato di esserne la sostituta. Un'infanzia piena di ricordi difficili. Loveday non ha la minima idea di chi possa essere e del motivo per cui il misterioso mittente si ostini a non lasciarla in pace. Sa solo che non può più continuare a nascondersi e a fare finta di niente: se vuole costruirsi un futuro diverso, migliore, deve affrontare il passato che ha fatto di tutto per lasciarsi alle spalle. Al suo fianco, pronto ad aiutarla a raccogliere il coraggio di cui ha bisogno, c'è il brillante e dolcissimo Nathan, poeta in erba-, l'unico che sembra conoscere la strada per arrivare al suo cuore. A poco a poco, con i suoi versi pieni di speranza, riesce a scalfire il guscio che Loveday si è costruita intorno e a regalarle la promessa di una felicità che lei, in fondo, non vede l'ora di afferrare.


Una libreria non è magica ma può rubare il tuo cuore.
Una libreria non è magica ma a poco a poco può guarire il tuo cuore.

Spesso i libri hanno la capacità di leggerci dentro e tirar fuori ciò che a parole non è sempre facile dire e a Loveday Cardew succede proprio questo, i libri sono il suo rifugio, il suo sostegno, il suo modo di esprimersi.
Loveday ha un nome che stona un po’ con l’immagine questa ragazza di venticinque anni così taciturna, scontrosa, introversa con piercing e tatuaggi, chiusa in un guscio fatto di ricordi dolorosi e tanto orgoglio, che lei stessa si è creata per proteggersi dal mondo.
Niente può ridarle la fiducia verso una vita che l’ha privata di ciò che è più prezioso per una bimba di appena nove anni, l’amore dei suoi genitori.
A quell’età l’amore della tua famiglia è la coperta di Linus, la sicurezza di essere amata e protetta, ma se le circostanze della vita pian piano ti sfilano questa coperta poi cominci a sentire freddo, l’amore non ti scalda più e anche i sentimenti e le emozioni si raffreddano.
Un po’ di calore lo ritrova tra i suoi amati libri che le danno la spinta per andare avanti. Lavorare nella libreria del vecchio e “rotondo” Archie è la sua ancora di salvezza. Mettere in ordine i libri, curarli amorevolmente e meticolosamente le fa avere quel senso di controllo che non ha avuto sulla sua vita, ma incontri particolari e una serie di eventi, voluti e non, le danno un forte scrollone riportando a galla vecchi ricordi.


Loveday comincia ad abbassare le difese e le persone che la circondano assistono al suo cambiamento, chi pronto a sostenerla e chi purtroppo, pronto ad infierire.
Archie, burbero e logorroico, ma altrettanto adorabile e premuroso con la sua cara orfanella smarrita, che pian piano scalfisce il suo atteggiamento scontroso, Melody che suscita in lei sentimenti contrastanti perché così diversa ma anche tanto ingenua, Rob, il suo primo tentativo di rinascita purtroppo mal riuscito che la ferisce nel modo peggiore e infine Nathan, il dolcissimo dandy insensatamente presuntuoso che le dà le armi per vedere la vita sotto un’altra prospettiva.
Nathan, con le sue poesie, la sua discrezione e il suo amore insieme alla misteriosa comparsa di libri appartenuti alla sua famiglia fanno vacillare l’apparente sicurezza di Loveday e la mandano in crisi tanto da farle rifiutare il rapporto con il bel poeta dagli occhi azzurri.
Poi però, tra mille dubbi e altrettante sorprese, i pezzi del puzzle prendono loro posto e il quadro finale sarà un emozionante atto d’amore di chi negli anni ha vegliato in silenzio su di lei, proteggendola a sua insaputa, di chi ha fatto un passo indietro sperando nel suo perdono e di chi la ama e vuole costruire un futuro con lei.
Credo che a molte di noi capiti di ritrovarsi nelle frasi dei libri, di sentirle calzare a pennello sulla nostra vita e leggere questo libro è una continua riflessione su questo. La storia di Loveday è una storia forte vissuta da una ragazza che ha un conto aperto con la vita che le deve restituire tanto. Dopo un inizio che stuzzica subito la curiosità, il libro rallenta nella parte centrale per poi stupire il lettore nel finale che, seppur lieto, lascia un po’ l’amaro in bocca. Ci sono scene emotivamente molto coinvolgenti; ho ancora in mente l’immagine e i pensieri di Loveday seduta sulla panca della chiesa e la sua “vacanza” a Whitby dove inizia la sua rinascita mettendo un punto alla sua vita passata, o meglio, un punto e virgola. L’autrice è stata davvero brava a trasmettere la sua sofferenza, a coinvolgere il lettore nei suoi pensieri.
Concludo consigliando la lettura di questo libro a chi cerca uno spunto per riflettere su quanto la vita possa metterci alla prova, ma pur sempre con la consapevolezza che non è il passato che decide del futuro, tu puoi stargli addosso.

Vi lascio una frase che mi ha colpito particolarmente, non perché vissuta in prima persona, ma perché sento tanto vera. Puoi leggere libri sulla violenza domestica fino a farteli uscire dalle orecchie ma, se non l’hai subita, non capirai mai che è possibile amare chi ti fa del male, perché sai che è la sua parte migliore ad amarti e la sua parte peggiore a ferirti, e che vorrebbe con tutto sé stesso far prevalere il lato migliore. Tuo padre era un brav’uomo con un gran cuore e un pessimo carattere. Mi dissero che negavo la realtà. Forse era vero…

Jo









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