Buongiorno, crazy.
Oggi vi parlo di un libro uscito da pochi giorni, atteso con ansia da me e da molte altre: Non ti lascerò cadere di Jessica Park. È il secondo della serie Left Drowing e presenta gli stessi personaggi del primo, Sei in ogni mio respiro.
Non ti lascerò cadere è la storia complicata di ciò che resta di due famiglie i cui ragazzi sono rimasti senza genitori e sono decisamente allo sbaraglio. Tanto Chris, protagonista maschile, che Blythe, protagonista femminile, grazie all'amore profondo tra loro, interagiscono con i rispettivi fratelli assumendone il ruolo di genitori e creando intrecci complessi e inusuali.
Ma leggiamo la trama.
Titolo: Non ti lascerò cadere Autore: Jessica Park Serie: #2 Left Drowing Editore: Sperling & Kupfer Data: 28 Marzo 2017 Genere: New Adult Categoria: Amici/amanti - College - Drama Narrazione: Prima persona, pov femminilei Finale: No cliffhanger Coppia: Blynthe, degnata da una terribile tragedia familiare; Chris, ragazzo segnato da un passato di abusi. QUI SERIE |
Blythe McGuire è riuscita ad affrontare il proprio inferno personale, e ora può finalmente guardare in faccia il futuro. Un futuro ormai inevitabilmente intrecciato a quello dei fratelli Shepherd. Con Chris, condivide un'incredibile storia d'amore. Dopo anni di incertezza e stabilità, tra le sue braccia ha trovato la pace e la tranquillità. Con Sabin, invece, condivide un'intensa amicizia, che sta diventando ogni giorno più complicata e presto verrà messa alla prova. Perché se Blythe e Chris, insieme, sono riusciti a restare a galla in mezzo alla tempesta, è Sabin ora a rischiare di annegare, sopraffatto da un passato difficile che ancora lo ossessiona. Il suo tormento minaccia di trascinare tutti e tre in acque pericolose. E anche se Blythe è riuscita a superare il proprio dolore e salvare se stessa, salvare Sabin potrebbe essere, per lei, la sfida più grande di sempre. Dopo aver conquistato il cuore delle lettrici, i protagonisti di Sei in ogni mio respiro tornano in un nuovo, intenso e sensuale romanzo. Una straordinaria e tenace storia di amore e amicizia che ci esorta a non arrenderci mai, a combattere ogni giorno per guarire dalle nostre ferite. Ricordandoci che guarire non significa dimenticare il passato, ma accettarlo e andare avanti nonostante tutto. Solo così possiamo tornare davvero a vivere, a respirare e ad amare.
In realtà, più che del secondo libro di una serie in questo caso dovremmo parlare della seconda puntata del libro precedente che vedeva Chris e Blythe protagonisti. Alla fine di "Sei in ogni mio respiro" avevamo infatti lasciato i ragazzi a passare le vacanze estive nel Maine, nella casa dei genitori di Blythe, intenzionati a risolvere in futuro i rispettivi problemi facendosi aiutare da terapisti. Ebbene in questo secondo libro non è cambiato assolutamente nulla: i protagonisti sono ancora Chris e Blythe e il loro amore salvifico, non sono stati fatti passi avanti, tutti i ragazzi sono ancora nel Maine dove mangiano, bevono (sempre troppo tutti), scopano, scherzano e a turno hanno le loro crisi dovute al Disturbo Post Traumatico da Stress, curate sempre con l'amore, leggete condiscendenza, degli altri membri del gruppo.
Nessuno studia, nessuno lavora, anche se ogni tanto si nomina l'Università in cui ancora studiano tre di loro, o il parco annesso alla casa in cui Chris lavorerebbe come custode, anche se non si capisce quando, visto che è sempre in casa a interagire con i fratelli o scopare con Blythe. È sconvolgente il fatto che non si nomini mai nessun'altra persona. I ragazzi delle due famiglie, tutti evidentemente traumatizzati e pronti a crollare alla minima variazione dalla consuetudine, sono chiusi in una bolla che taglia fuori il resto del mondo, e questo pone l'accento su quanto siano profondi i problemi di tutti loro.
Personalmente sono rimasta fortemente delusa. Se il primo libro, pur non essendomi piaciuto particolarmente, mi aveva toccato in vari punti e mi aveva fatto apprezzare molti dialoghi e alcune scene, questo mi ha veramente annoiato e a volte perfino infastidito.
Nessuno studia, nessuno lavora, anche se ogni tanto si nomina l'Università in cui ancora studiano tre di loro, o il parco annesso alla casa in cui Chris lavorerebbe come custode, anche se non si capisce quando, visto che è sempre in casa a interagire con i fratelli o scopare con Blythe. È sconvolgente il fatto che non si nomini mai nessun'altra persona. I ragazzi delle due famiglie, tutti evidentemente traumatizzati e pronti a crollare alla minima variazione dalla consuetudine, sono chiusi in una bolla che taglia fuori il resto del mondo, e questo pone l'accento su quanto siano profondi i problemi di tutti loro.
Personalmente sono rimasta fortemente delusa. Se il primo libro, pur non essendomi piaciuto particolarmente, mi aveva toccato in vari punti e mi aveva fatto apprezzare molti dialoghi e alcune scene, questo mi ha veramente annoiato e a volte perfino infastidito.
Il Disturbo Post Traumatico da Stress non è cosa da sottovalutare e di cui parlare con leggerezza. Troppi tra gli Shepherd hanno chiaramente difficoltà a controllare l'ira, e una tendenza pericolosa all'autolesionismo. I due protagonisti, ragazzi ancora irrisolti loro stessi, giocano per troppo tempo a fare i genitori in una sorta di casa-famiglia che sottrae tutti loro da qualunque confronto con la realtà. Nessun adulto che vada a trovarli, con cui parlare e cercare di ricreare un rapporto di fiducia. Il clima che si respira per tutta la durata del racconto è quello di un romanzo psicologico, con una tensione che si sente ma non porta mai all'evento, e non fa luce su nulla.
Poi c'è la parentesi Sabin, il fratello di Chris e il miglior amico di Blythe. La sua personalità borderline già evidente nel primo libro, tanto mi aveva fatto sperare che il prossimo gli fosse interamente dedicato.
Niente da fare. Il triste, pazzo, adorabile Sabin resta tale e quale. Irrisolto, incompreso e marginale. L'amico di sempre, che vorrebbe molto di più ma sa che non potrà mai averlo, e il fratello di mezzo, quello che non era grande abbastanza da proteggere gli altri fratelli e non era piccolo abbastanza da essere protetto.
Niente da fare. Il triste, pazzo, adorabile Sabin resta tale e quale. Irrisolto, incompreso e marginale. L'amico di sempre, che vorrebbe molto di più ma sa che non potrà mai averlo, e il fratello di mezzo, quello che non era grande abbastanza da proteggere gli altri fratelli e non era piccolo abbastanza da essere protetto.
Bellissimi i testi delle canzoni cantate da Sabin, in realtà opera di Troy, che l'autrice intende pubblicizzare tramite il suo libro. (Anche se a tale proposito faccio un appunto marginale alla casa editrice che fa pagare questo libro quasi 10 euro in versione ebook, pur avendo trenta pagine occupate da testi e traduzioni delle canzoni di questo Troy. Sono i lettori a pagare la sua pubblicità?)
Tuttavia questi testi ci danno su Sabin le informazioni negateci dalla sua storia. Ne cito una su tutte, Coward (Codardo).
Dovrei lasciarti andare.
Conosco soltanto la paura,
la febbre di un uomo che si nasconde.
Non capisci che sono un uomo che soffre?
Non capisci che voglio essere il tuo uomo?
È così ingiusto.
Oh, ecco la mia chiamata.
So che lo sai
perché hai visto la mia anima.
Ero un uomo solo
nell’ombra.
Così ho messo tutto in questa canzone.
Così una volta per tutte saprai,
che non ho mai avuto una casa
prima di te.
Coraggio, ne ho bisogno.
E senso di colpa, lo sento
nelle mani e nel cuore.
Non sono un codardo, ma non ho combattuto.
Per tutta la mia vita del cavolo sono rimasto nell’ombra.
Non posso più ignorare la mia chiamata.
Mi conosci davvero?
È venuto il momento di fare un po’ di luce.
Insomma nonostante due libri e una trama che aveva molto materiale per trasformarsi in una storia indimenticabile, il tutto si perde e si rivela un fuoco che si spegne al primo alito di vento. Peccato, perché le premesse c'erano tutte.
Spero di non avervi deluso troppo, se anche voi vi aspettavate molto da questo libro. Io ho trascritto le mie impressioni, ma non è detto che la vostra possa essere completamente diversa…
Cri
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