Care Crazy
Mrs Maddox di Jamie McGuire è un racconto inedito che ci
fa rivivere il giorno di San Valentino insieme a Abby e Travis. Si tratta di un graditissimo regalo che Jamie
McGuire fa alle sue lettrici e tutte voi che sentite la mancanza della famiglia Maddox.
Mrs Maddox, uno
splendido racconto alleggerisce l'attesa del prossimo libro dell'autrice, Un indimenticabile disastro, in arrivo il
5 novembre nelle librerie italiane grazie alla casa editrice Garzanti. BUONA LETTURA!
Lo specchio stridette mentre toglievo l'alone di vapore
con un asciugamano. Avevo passato un po' di tempo in più sotto il getto caldo
della doccia, e con la stessa calma avevo guidato verso casa dopo le lezioni e
avevo cercato il regalo perfetto per Travis. Niente oggi doveva essere fatto di
fretta. Avrei assaporato ogni momento con mio marito.
Mio marito. Anche dopo quasi un anno, questa parola mi
suonava così strana ma così naturale allo stesso tempo. Se qualcuno mi avesse
detto, appena arrivata in università, che avrei finito per sposarmi entro la
fine del primo anno, gli avrei mostrato il dito medio. Alcune persone non sono
fatte per sposarsi. Io sono una di quelle, e la stessa cosa vale per Travis.
Tuttavia, in qualche modo, non solo eravamo riusciti a far funzionare la nostra
relazione, ma l'ultimo anno era stato il più felice della mia vita.
L'asciugamano cadde a terra, e io guardai in basso,
osservando le linee scure ed eleganti sulla mia pelle. Le mie dita diedero un
leggero pizzicotto, deformando l'inchiostro, poi lasciai la presa, percorrendo
ogni curva delicata con i polpastrelli. Ero ancora Mrs Maddox, e non mi ero
pentita una sola volta di essermi fatta quel tatuaggio, o di aver avuto la
pazza idea di scappare a Las Vegas e sposarmi. Certo, era stato appena dopo una
tragedia, e in passato avevo promesso di non tornarci mai più. Ma quella città
dimenticata da Dio era lo scenario perfetto perché entrambi riuscissimo a
liberarci dei nostri demoni e ricominciare da zero. Lasciarci tutto alle spalle
era stato così simbolico, e non avrei potuto immaginare di farlo diversamente.
Appena ebbi finito di asciugarmi i capelli, il cellulare
vibrò sull'angolo del lavandino. Sullo schermo brillava il nome di America.
«Pronto?»
«Ehi! Non posso stare tanto al telefono, Shep è appena
tornato a casa e mi sta già rompendo per uscire. Volevo solo augurarti buon San
Valentino, visto che stasera non venite. Solo perché siete sposati non
significa che non possiate partecipare alle feste delle confraternite, sai.»
«Lo so, ma non è mai stato il genere di cose che piace a
Travis, e decisamente non fanno nemmeno per me. Non vogliamo passare il nostro
primo S. Valentino a una festa, Mare.»
«Non dimenticare che è stata proprio la festa dello
scorso anno della Sigma Tau a riconciliare te e il signor Maddox.»
La memoria di quel giorno mi tornò vivida in mente.
…e all'orrore indescrivibile che provi quando perdi la
tua migliore amica perché sei stato tanto stupido da innamorarti di lei.
«Non puoi dirmi cosa devo fare, Travis! Io non ti
appartengo!»
«Be', io sì! Io ti appartengo.»
La voce di America mi riportò al presente. «Non
giudicarmi. Almeno non siamo più matricole, e Shepley non deve correre in giro
come un bagnino del cazzo.»
Ridacchiai immaginandolo, e guardai l'orologio. Travis
sarebbe stato a casa da un minuto all'altro. «Bei vecchi tempi.»
«Comunque… come ho già detto, non posso stare tanto al
telefono, ma ho dimenticato di dirti una cosa prima a lezione, in parte perché
cercavo di stare dietro alla quella macchinetta del prof. Hunter, e in più
perché ogni singola lezione la frequenti con tuo marito e non abbiamo più un
momento di privacy.»
Sorrisi. Coordinare le nostre lezioni facilitava i
passaggi in macchina e lo studio, ma non ero stupida. Mettermi un anello al dito
poteva aver calmato un po' Travis, ma non era cambiato totalmente. Di rado
avevo ricevuto delle avances e non di recente, ma Travis era Travis, e il
rispetto che esigeva dagli altri nei miei confronti in quanto sua amica, e poi
come la sua ragazza, si era quintuplicato adesso che ero sua moglie.
«Buon San Valentino a te e a Shepley, Mare. Ti piace
sempre il nuovo appartamento?»
Sospirò. «Lo adoro.»
«Hai già ricevuto l'anello?»
«Oddio, no.»
Scoppiai a ridere. Al nostro ritorno Shepley era contento
per noi, ma era terrorizzato all'idea che Mare si aspettasse una proposta da
parte sua. Fortunatamente, America era anche più avversa di lui all'idea di
sposarsi prima dei trent'anni.
«Travis sarà a casa fra poco.»
«Okay», sospirò. «È meglio che vada anch'io. Ti voglio
bene.»
Appoggiai di nuovo il cellulare sul lavandino e mi
accigliai, sapendo che adesso avrei dovuto sbrigarmi. Non appena ebbi finito di
arricciare l'ultima ciocca di capelli, il pomello della porta fece una serie di
scricchiolii, il segnale che Travis era tornato a casa. Decine di piccoli
ticchettii corsero dal pavimento alla porta. Ogni giorno a quest'ora Toto stava
seduto sulla poltrona a guardare dalla finestra, in attesa. Non appena la
chiave entrava nella serratura, Toto balzava dalla poltrona verso la porta,
aspettando di fare le feste a Travis.
Di solito Travis mi accompagnava a casa e poi andava al
lavoro per qualche ora. Normalmente il suo ultimo incontro gli avrebbe permesso
di stare tranquillo per un po', ma per colpa dell'incendio al Hellerton, non
era stato pagato. I miei risparmi erano stati dilapidati per le cazzate di Mick
l'anno precedente, e Il Cerchio si era sciolto dopo l'incendio. A ogni modo
Travis aveva promesso di non combattere più, ma così eravamo passati dallo
stare bene a chiedere prestiti all'università e lavorare part-time. Non era
tremendo, ma era un bel cambiamento.
Entrambi facevamo i tutor la sera – io aiutavo gli
studenti che facevano fatica in algebra e analisi; Travis dava ripetizioni
nelle altre materie – ma la maggior parte delle nostre bollette venivano pagate
di saggi che Travis scriveva per altri. I lavori illegali e rischiosi pagano
meglio, e le abitudini sono dure a morire.
Gli stivali di Travis fecero tre passi nell'appartamento,
poi tornarono indietro. Un'imprecazione mi fece sorridere. La prima neve della
stagione aveva lasciato due centimetri di fanghiglia per strada, e Travis
sapeva che avevo pulito questa mattina per non doverlo fare dopo le lezioni. Si
stava asciugando gli stivali.
«Baby! Sei a casa?»
«Sì!» Mi affrettai a passarmi lo scovolino del mascara
sulle ciglia.
Travis bussò alla porta del bagno.
«Non entrare!»
Si lamentò. «Non ti ho vista in tutto il giorno!»
«Mi hai vista tre ore fa.»
Dopo un breve silenzio, bussò alla porta con l'indice.
«Vedo un regalo qui fuori. Immagino che sia per me?»
«No, è per Toto.»
«Non sei simpatica!»
Risi. «Sì, Trav, è per te.»
«Ho anche io qualcosa per te, quindi muoviti.»
«La perfezione richiede tempo.»
«Se ti vedessi la mattina, sapresti che non è vero.»
Un quarto d'ora dopo, mi stavo infilando dalla testa il
miniabito rosso che avevo preso in prestito da America per poi raggiungere
Travis in soggiorno. Stava guardando la televisione in piedi, con il
telecomando in mano e la bottiglia di birra dall'altra. La mia faccia di bronzo
non poteva reggere alla vista della cravatta che aveva indosso. Era ufficiale:
avevo visto veramente di tutto.
Travis mi vide con la coda dell'occhio e si girò.
«Meravigliosa. Sono un uomo molto, molto fortunato»,
disse, camminando verso di me fino a stringermi fra le sue braccia. Le sue
labbra premettero gentilmente sulle mie, sulla mia guancia, vicino
all'orecchio, poi più in basso, passando dal collo alla clavicola.
«Hai messo la cravatta», commentai dolcemente.
Si staccò e si guardò il petto. «Sembro uno sfigato?»
«No. Sembri... Sto considerando l'idea di restare a
casa.»
Sorrise e fece correre la mano lungo la cravatta con
orgoglio. «Mi sta così bene, eh?» Mi prese la mano. «L'idea è grandiosa, ma
abbiamo prenotato. Forza, vieni.»
Mi portò fuori tenendomi per mano e fermandosi all'uscio
per aiutarmi col cappotto. Era stato un febbraio particolarmente rigido. Se non
pioveva o nevischiava, il cielo portava forti nevicate. Travis mi aiutò a
scendere le scale, facendo attenzione che non scivolassi sui tacchi a spillo,
ma quando giungemmo al marciapiede mi prese fra le braccia.
Gli allacciai le dita dietro il collo, strofinando il
naso giusto sotto il lobo dell'orecchio. Aveva un profumo incredibile. Più ci
pensavo, e più mi convincevo che avremmo proprio dovuto stare a casa.
Nel giro di mezz'ora eravamo seduti al bar di Rizoli's,
un ristorante italiano dei dintorni. Mi venne in mente che Travis mi aveva
portato al ristorante che faceva concorrenza a quello dei genitori di Parker,
ma decisi di non parlarne. Il locale era pieno, ma per fortuna trovammo un paio
di sgabelli liberi al bar mentre aspettavamo il nostro tavolo.
Presi un sorso dalla mia cannuccia e notai l'espressione
accigliata di Travis. «Che c'è?»
«Volevo che questa sera fosse speciale… Ma è piuttosto
noioso.»
«Noioso? Questo è uno dei miei ristoranti preferiti.»
«Sì, ma è comunque... banale. Volevo che il nostro primo
San Valentino fosse, non so, speciale, credo? Guardati intorno: tutte le
persone qui dentro stanno facendo la stessa cosa.»
«Non è qualcosa di brutto.»
Una donna sovrastò con un urlo tutte le decine di voci
che chiacchieravano nella sala. «Maddox?»
«Dai», disse Travis, scivolando dallo sgabello del bar.
Mi tese la mano. «Andiamocene.»
«Ma…» tentai di replicare, indicando la cameriera. «Ci ha
appena chiamati.»
Travis sorrise, mostrando le fossette. «Eddai, Pidge.»
Senza parlare, scesi anch'io e gli presi la mano,
seguendolo fuori. Si fermò solo a prendere una cena al volo a un take-away, e
poi continuò a guidare. Curva dopo curva, Travis si era diretto verso il
college.
«Non mi stai portando alla festa della Sigma Tau, vero?»
Travis fece una smorfia disgustata.
Mi feci un'idea di dove eravamo diretti quando eravamo
distanti ancora qualche isolato, ma, solo quando Travis parcheggiò la macchina
di fronte a Bartlen Hall, fui certa di quello che aveva in mente.
«Stai scherzando, non è vero?»
«Niente affatto», disse, sbattendo la portiera del
guidatore e correndo ad aprire la mia.
Mi prese per mano e, veloci e silenziosi, raggiungemmo il
retro dell'edificio.
«No», dissi, guardando la finestra aperta del
seminterrato.
Travis si era già mosso ed era saltato giù prima che
potessi protestare ancora. «Dai, Pigeon!»
C'era ancora neve sulla strada. Presto sarei stata
bagnata, infreddolita e di cattivo umore. «Non se ne parla!»
La mano di Travis uscì dal buio del seminterrato come un
gatto che stendeva la zampa da sotto una porta. «Sarà come i vecchi tempi!»
«No è no, Travis. Cazzo, no.»
«Sto cominciando a sentirmi solo quaggiù.»
«È un'idea stupida.»
«Stai rovinando il mio piano!»
«Sei un pazzo! Questo vestito non è nemmeno mio, e mi
stai chiedendo di rovinarlo!»
«È un po' presto per quello.»
Potevo quasi sentirlo mentre cercava di non ridere.
Incrociai le braccia. Dopo una lunga pausa, la voce di Travis, bassa e
disperata, mi giunse dalla finestra. «Per favore?»
Alzai gli occhi al cielo. «D'accordo.»
Dopo essermi calata all'indietro, un grido e una caduta
dopo, ero fra le braccia di Travis nel sotterraneo del Bartlen – il luogo dove
ci eravamo incontrati per la prima volta.
Travis usò il cellulare per fare luce, e io lo seguii
lungo una serie di corridoi. Alla fine giungemmo a una larga stanza che mi era
familiare. Senza le urla e i ragazzi delle confraternite ubriachi spalla a
spalla, sembrava più grande, e meno… soffocante.
Potevo quasi sentire la voce di Adam strillare dal
megafono, e avvertire l'energia che era esplosa quando Travis era entrato nella
stanza. Pensai al sangue che aveva imbrattato il mio cardigan, e i miei occhi
che si alzavano dal cashmere per incontrare un paio di stivali neri.
Travis mi trascinò al centro della stanza. Il ricordo di
quando mi ripulì il viso dal sangue e allontanò chiunque mi venisse vicino era
nella mia mente.
«Pigeon», mi chiamò Travis, quasi nello stesso modo in
cui aveva pronunciato quella parola nel mio ricordo.
«Qui è dove tutto è cominciato.»
«Quando ti ho visto per la prima volta. Quando tu hai
sconvolto la mia vita.» Si chinò per baciarmi la guancia, poi mi diede una
piccola scatola. «Non è molto. Ma ho risparmiato per prendertelo.»
Lo aprì e un enorme, ridicolo sorriso mi illuminò il
viso. Era un braccialetto charm.
«È la nostra storia», mi spiegò.
Un maglioncino, un paio di dadi, una perla verde con dei
trifogli sopra. Guardai Travis.
«Questo dovrebbe simboleggiare la nostra scommessa»,
disse indicando i dadi, «e questo qui la prima notte che abbiamo ballato», e
indicò una perla rossa.
Il ciondolo successivo era una motocicletta; quella dopo
un cuore. «La prima volta che ti ho detto che ti amavo?»
«Sì.» Sembrava compiaciuto che l'avessi capito da sola.
«E questo qui?» chiesi, indicando un mazzo di carte. «La
serata di poker da papà», mi sorrise Travis. Dopo c'era un tacchino, e io risi.
Poi una perla completamente nera.
«È il periodo in cui siamo stati lontani. Il periodo più
buio della mia vita.»
Quello successivo era uno ciondolo a forma di fiamma. Non
mi piaceva pensare all'incendio, ma era parte della nostra storia, e quindi
parte di noi. L'ultimo era un anello.
Lo guardai. «È davvero fantastico.»
«C'è spazio per altro. Questo è solo l'inizio della
nostra storia, Pidge.»
Misi il braccialetto al polso. Travis mi aiutò ad
agganciarlo, poi trafficò con il suo cellulare per un attimo e lo appoggiò
sopra un tavolino poco lontano. Mi mise le mani sulle spalle, e la musica
cominciò. Era la canzone che avevamo ballato alla mia festa di compleanno
l'anno scorso.
«Non l'avrei mai detto», dissi.
«Cosa?»
«Che fossi così romantico.»
«Sì che lo sapevi.»
Appoggiai la testa sulla sua spalla, felice perché questa
volta avrei potuto baciarlo quando la canzone fosse finita. Quando la musica si
fermò e appoggiai le mie labbra sulle sue, gli diedi un semplice sacchettino
rosso. «Avrei dovuto dartelo per prima. È difficile reggere il confronto con
questo braccialetto.»
«Non importa che cosa sia, Pigeon. Mi hai già dato tutto
quello che ho sempre voluto.»
Traduzione di Letizia Moroni
Fonte Il Libraio - qui
AMO TRAVIS E PIGEON
RispondiEliminaBello... graditissimo il regalo della signora McGuire!
RispondiEliminaLa migliore coppia,TRAVIS E PIGEON!!! Magnifici non smetterei mai di leggere le loro avventure!!!!
RispondiEliminaLa migliore coppia,TRAVIS E PIGEON!!! Magnifici non smetterei mai di leggere le loro avventure!!!!
RispondiEliminaLeggere di questi 2 e' sempre piacevole. Mi sarebbe piaciuto un libro sulla loro vita matrimoniale al college
RispondiEliminaSTUPENDOOOOO FANTASTICO MERAVIGLIOSO HO AMATO E AMO QUESTO LIBRO È LA SERIE. Bellissimo regalo
RispondiEliminaSTUPENDOOOOO FANTASTICO MERAVIGLIOSO HO AMATO E AMO QUESTO LIBRO È LA SERIE. Bellissimo regalo
RispondiEliminaSTUPENDOOOOO FANTASTICO MERAVIGLIOSO HO AMATO E AMO QUESTO LIBRO È LA SERIE. Bellissimo regalo
RispondiEliminaAnche io voglio un Travis!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaBravissime le Crazy!! Sempre attente!!
RispondiEliminaMamma mia che REGALONEEEEE!!! Adoro Travis con Abby....per me la migliore storia che abbia scritto la Mc Guire, le altre mi sono sembrate molto sottotono confronto a questa. Grazie grazie grazie.
RispondiEliminaAmo Trevis e uno splendido disastro rimarrà sempre il mio libro preferito♡
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