lunedì 19 giugno 2017

Sei la mia verità di Miriam Tocci, recensione in anteprima

Care amiche,
vi parliamo in anteprima di Sei la mia verità di Miriam Tocci, in pubblicazione domani 20 giugno, dalla casa editrice Amazon Publishing. Un romanzo maturo e a tratti introspettivo che racconta le vicende di due persone molto più simili di quanto non vogliano ammettere; un uomo e una donna che indossano maschere per nascondere la verità, ossia che dietro al dolore ci può essere la rinascita e l’amore. Seguiteci nella baita di montagna di Jerome e scoprite la nostra opinione su questo libro.

Sei la mia verità Titolo: Sei la mia verità
Autore:
Miriam Tocci
Serie:  non fa parte di una serie
Editore:
Amazon Publishing
Data:  20 giugno 2017
Genere: contemporary romance
Categoria: amori sul lavoro
Narrazione: terza persona
Finale: No cliffhanger
Coppia: Jerome Chevallier, presidente di una multinazionale; Mia Galanti, architetto.


L’incontro tra due anime sensibili, innamorate dell’arte e dei piaceri semplici della vita, è una scintilla che può accendere il fuoco di un sentimento travolgente. Ma se su questo destino pendesse il peso di un segreto e della menzogna? Mia Galanti e Jerome Chevallier sono intrappolati in questa delicata situazione. Lei, giovane architetto di grande talento, sta iniziando a convincersi anche delle proprie qualità umane, dopo tanti anni trascorsi a negare le emozioni. Lui, presidente della multinazionale per cui Mia lavora, vive ai margini di se stesso, appartato in una baita sulle Alpi francesi, schiacciato dal passato e dalla mancanza di affetto in una famiglia dove l’unico interesse è la ricchezza.
Ma il rifugio di montagna deve essere ristrutturato, e il delicato incarico viene affidato a Mia. Jerome, che nessuno dei suoi dipendenti ha mai visto, continua a soffocare il proprio male interiore indossando la maschera di Jerry, il burbero custode. La passione che inevitabilmente si accende, e che rischia di trasformarsi in un’eccezionale storia d’amore, dovrà sconfiggere il dolore della menzogna con la gioia luminosa della verità.



Mia ha appena firmato il contratto dei sogni: finalmente è uno degli architetti di una delle più importanti multinazionali del settore, quella ChevaDesign presieduta da un uomo che definire sfuggente è poco. Infatti, Jerome Chevallier, succeduto al padre nel ruolo di presidente dopo la morte di quest’ultimo, non si fa mai vedere dai suoi dipendenti, e comunica solo tramite mail e tramite l’amico fraterno Filippo, il mentore di Mia.
Le ragioni di questa scelta di vita, culminata nell’andare a vivere in una baita nelle montagne francesi, risiedono nelle menzogne in cui Jerome è stato costretto a vivere; la sua famiglia ha sempre dato più valore al denaro, agli intrighi e al suo buon nome, invece che all’affatto e al benessere di tutti i suoi componenti. La conseguenza è stata, per Jerome, quella di trasformarsi in un uomo brusco, scontroso, chiuso in se stesso, incapace di mostrare fiducia nel prossimo.
La vita familiare di Mia le ha provocato altrettanto dolore; una madre assente e francamente imbarazzante (vi sfido a ritenerla degna del titolo di madre) ha costretto Mia a trincerarsi dietro una facciata di perfezione, soprattutto in ambito lavorativo, tanto da averla indotta a dimenticare la vera sé, la vera Mia. I suoi rapporti interpersonali si contano sulle dita di una mano e il suo malessere viene nascosto dalla maschera della donna in carriera.  
Sono simili Mia e Jerome, anche se nessuno dei due lo vuole ammettere. I due non si incontreranno prima del 30% del libro, una scelta strana da parte dell’autrice, ma che, secondo me, è stata funzionale per due ragioni: ha permesso al lettore di imparare a conoscere pregi e difetti del carattere di entrambi come individui, e non come coppia, e ha alimentato una vera e propria attesa per il momento in cui, finalmente, sarebbero stati faccia a faccia.
Quando Mia viene incaricata da Filippo di occuparsi del restauro della baita di Jerome e i due si incontrano, Jerome è intimorito dall’attrazione che prova per la donna e, inoltre, teme che lei sia l’ennesima donna senza scrupoli pur di fare carriera. Così, Jerome racconta l’ennesima bugia della sua vita e dice a Mia di essere Jerry, il custode della baita. Uno scambio di ruoli, che ho già letto in vari libri, ma che qui è funzionale al personaggio del protagonista: mentire sulla sua identità è un modo per preservare il suo cuore.
L’attrazione tra i due crescerà in maniera esponenziale, finché tutte le bugie e tutti gli inganni verranno al pettine.
Infatti, man mano che si prosegue nella storia, ci si accorge come le bugie e gli intrighi coinvolgano sempre più l’azienda e la vita di Jerome, e, di conseguenza, anche tutte le persone a lui più legate. La trama sembra quasi avere una svolta suspance e la cosa che ho più gradito è stata come l’autrice sia riuscita a rendere il tutto scorrevole e plausibile. I personaggi negativi sono descritti quasi come macchiette, da tanto che si sono comportati in modo meschino, e quindi ho preferito decisamente la caratterizzazione dei protagonisti.
Una menzione particolare va al personaggio, fondamentale, di Filippo: fondamentale per Jerome, amico, socio, braccio destro e molto di più; fondamentale per Mia, mentore, amico, collega, colui che la sprona sempre; fondamentale per la trama. E, ciò che più mi ha sorpreso, è che sarebbe stato facile farlo diventare un lato di un ipotetico triangolo con Mia e Jerome, ma l’autrice ha avuto un’idea molto più brillante, e l’ha trasformato in un eccezionale Cupido.
Forse, la cosa che mi ha più annoiata del libro, sono state le parti descrittive legate al mondo dell’arredo e del design, ma questo è, chiaramente, un gusto personale.
Trovo, invece, che questa sia una lettura ideale per svagarsi ma con intelligenza, per scoprire dei personaggi intricati ma al tempo stesso molto autentici e per innamorarsi di un brusco montanaro con il cuore tutto da scoprire.

Buona lettura,
Liliana


1 commento:

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