Buongiorno ragazze!
Oggi vi parliamo di A casa prima
dell’alba di Alexis Harrington, un romanzo ad ambientazione storica che verrà
pubblicato il 22 marzo da Amazon Crossing e che abbiamo avuto il piacere di
leggere per voi in anteprima. Si tratta del primo volume autoconclusivo della Serie Powell Springs, una lettura avvincente e scorrevole,
in cui l’amore contrastato tra i due protagonisti si staglia sullo sfondo di
due delle più grandi tragedie della storia dell’umanità: la prima guerra
mondiale e l’epidemia di influenza spagnola. Venite a scoprire la nostra recensione…
Titolo: A casa prima dell'alba Autore: Alexis Harrington Serie: #1 Powell Springs Editore: Amazon Crossing Data: 22 marzo 2016 Genere: History Romance Categoria: Drama Narrazione: #3 persona Finale: No cliffhanger Coppia: Jessica, medico in visita nella sua città natale - Cole, allevatore di cavalle e primo ed unico amore di Jessica. |
Ottobre 1918: in viaggio da New York a Seattle, Jessica Layton si ferma per una breve visita nella sua cittadina natale, Powell Springs, nell’Oregon, e si trova faccia a faccia con Cole Braddock, il suo primo e unico amore di molti anni prima. Ora Jessica è un medico affermato che si sta preparando per un nuovo importante incarico nello Stato di Washington, e Cole è un allevatore di cavalli di successo, che sta corteggiando la sorella di Jessica, Amy.
Entrambi sono convinti di aver superato la loro passione giovanile, e
il dolore che ne era derivato. Ciò nonostante, i due considerano un bene che la
visita di Jessica sia così breve da non lasciare alcuna opportunità di riaprire
vecchie ferite. Ma prima che il dottor Layton possa ripartire, Powell Springs è
colpita duramente dall’epidemia di influenza che sta devastando il Paese. Senza
altri medici disponibili, Jessica deve restare nell’Oregon e curare i suoi
vecchi amici ed ex-vicini di casa. Il suo lavoro la porta costantemente in
contatto con Cole, che giorno dopo giorno trova sempre più difficile
convincersi che la dolce Amy possa riempirgli l’anima come aveva fatto una
volta Jessica.
Ambientato durante l’epidemia del 1918, con la Prima guerra mondiale
sullo sfondo, in tutta la sua crudezza, A casa prima dell’alba è una storia
aspra e avvincente di tradimenti, sofferenza e redenzione.
Verso la fine del 1918, Jessica Layton ha appena lasciato New York,
dopo anni in cui ha esercitato come medico e ha visto il degrado e la povertà
di una città sovrappopolata e disumana. Ha accettato un lavoro come
ricercatrice in un ospedale di Seattle; per lei è un nuovo inizio, un modo per
dimenticare l’esperienza traumatica vissuta a New York e per provare a
rattoppare il suo cuore, ferito dal tradimento dell’ex fidanzato Cole, che,
vista la lontananza di Jessica, le ha preferito la sorella Amy. Ma la breve
visita che aveva previsto nella sua cittadina natale, Powell Springs, si
trasforma in una sosta ben più lunga. Il paese, infatti, è al momento privo di
un medico, e l’arrivo di Jessica coincide con i primi casi di un’influenza
atipica, che si rivela ben presto molto contagiosa e mortale. La cittadina, che
sta già contando gli uomini persi oltreoceano nel conflitto mondiale, si
ritrova ad affrontare un’emergenza a cui non era preparata e tutto ricade sulle
esili, ma solo in apparenza, spalle del dottor Jessica Layton. Ma come si può
fronteggiare un’epidemia simile? Come può Jessica riuscire a far chiarezza nel
suo cuore quando l’aiuto di Cole è necessario e la presenza dell’uomo le
provoca allo stesso tempo rabbia e
gioia?
Le circostanze li hanno avvicinati di nuovo e la vicinanza li metterà
di fronte al loro passato, alla sofferenza dei loro cuori e alla certezza che
il loro amore sia ancora lì, vero e indistruttibile nonostante il tempo
passato, la guerra e la malattia. E Jessica e Cole scopriranno sulla propria
pelle la vera natura delle persone che li circondano… (e voi avrete voglia di
stritolare più di una persona, ne sono sicura)!
Jessica è in tutto e per tutto un’eroina moderna: è istruita,
intelligente, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, è orgogliosa e
piena di dignità. Essere un medico in un’epoca in cui le donne erano ancora
relegate alla cura della casa, dei figli e della campagna non è facile. Jessica
si sente spesso denigrare in quanto donna, ma il suo carattere forte ed
impulsivo le permette di rispondere per le rime a chi non ha fiducia nelle sue
capacità professionali e l’abnegazione che dimostra verso il suo lavoro e i
suoi pazienti sono davvero ammirevoli.
Anche Cole è un gran lavoratore, come il resto della sua famiglia,
oltre ad essere generoso e altruista. È anche un uomo orgoglioso e testardo,
almeno tanto quanto Jessica. Questo aspetto speculare del loro carattere ha
messo loro i bastoni tra le ruote: l’attrazione e l’amore che c’era tra i due
non è mai svanito, ma il risentimento, le incomprensioni e l’orgoglio che non
riescono ad accantonare, rischiano di separarli per sempre.
La parte romance del romanzo è delineata con delicatezza ed è molto
emozionate, anche se avrei preferito una maggior attenzione alle vicende di
Jessica e Cole soprattutto nel finale del libro, dove la storia si disperde un
po’ troppo su altri personaggi.
La narrazione in terza persona è particolarmente indicata perché
permette all’autrice di spaziare tra le varie sotto trame, portando in primo
piano le storie dei personaggi secondari del racconto, gli abitanti di Powell
Springs, in quello che si rivela un perfetto affresco dell’America rurale
dell’epoca. Nel villaggio non possono mancare lo sceriffo, il pastore, la
guaritrice, il bar dove si serve solo whiskey a lazzaroni sfaccendati, i vecchi
contadini ed allevatori dalle mani callose e la lingua tagliente, l’ufficio per
inviare i telegrammi e una casa isolata dove vive una donna che vende se stessa
per dare il pane ai propri figli. E così, mentre l’attrazione tra Jessica e
Cole si fa sempre più forte e l’influenza si trasforma in una vera e propria
pandemia, facciamo la conoscenza di Amy, Susannah e Pop, i familiari dei
protagonisti; di Emmeline, la prostituta del villaggio; del reverendo Adam
Jacobsen, bigotto e calcolatore; del buon Tanner che alleva i cavalli e della
tostissima GrannyMae, che cura i malati con vecchi rimedi naturali e con
qualche cialtroneria.
Ma l’autrice esce dai confini della cittadina e ci porterà in Francia,
nella campagna ferita e deturpata dalla guerra, per raccontarci le storie di Riley,
il fratello di Cole e di altri soldati statunitensi, che stanno combattendo e
morendo in una delle guerre più disumane che il mondo abbia mai visto, la
guerra delle trincee.
Mentre conosco abbastanza bene le vicende che riguardano la Grande
Guerra, non sapevo nulla circa l’epidemia di influenza spagnola descritta nel
libro, e una piccola ricerca mi ha messo davanti a statistiche davvero
impressionanti, per numero di morti e diffusione del virus. Sono molto grata a
questo libro e alla sua autrice per avermi incuriosito a tal punto da aver
voglia di approfondire il tema trattato; ritengo che questo, per un romanzo che
ha lo scopo di intrattenere, sia un valore aggiunto.
“A casa prima dell’alba” è il primo capitolo della serie Powell
Springs, che prende il nome dalla cittadina dell’Oregon in cui è ambientato il
romanzo. Nel secondo e terzo volume, l’autrice ci parlerà della storia di due
donne che abbiamo già incontrato nel primo libro. Non sappiamo se anche il
resto della serie verrà tradotto e pubblicato in Italia, ma se vi va di seguire
il mio consiglio, vi invito a NON andare a sbirciare la trama dei prossimi due
libri. Se leggete in inglese, comprateli alla cieca, ma aspettate di terminare “A
casa prima dell’alba”, perché entrambe le trame contengono SPOILER grandi come
una casa che vi rovineranno la lettura persino del primo libro (e qui, vado un
momento ad autocommiserarmi…mannaggia alla mia curiosità)!!!
In ogni caso, questo romanzo è stato una piacevolissima scoperta e lo
consiglio ad amanti del genere storico e non, perché grazie ad un lessico
semplice e chiaro, alla sua trama intrigante e alla bellissima
caratterizza- zione dei personaggi, vi terrà egregiamente compagnia,
trasportandovi in un’altra epoca e cullandovi nella dolce sofferenza di un
amore perduto e forse ritrovato.
Un abbraccio, Liliana
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