martedì 29 marzo 2016

Nuovo Estratto dal capitolo 1 di Insieme a te di Sylvia Day.

Ciao Crazy,
è con grande piacere che oggi vi regaliamo la traduzione del settimo (e pensiamo ultimo) estratto del primo capitolo di Insieme a te ovvero One with you, quinto attesissimo capitolo della serie Crossfire di Sylvia Day, postato dall'autrice il giorno di Pasqua. Vi ricordiamo che ormai manca davvero poco all’uscita del libro più atteso degli ultimi anni; per quelle di voi che leggono in lingua l’appuntamento è per la mezzanotte del 5 Aprile, mentre le lettrici di lingua italiana dovranno aspettare due settimane e potranno gustare la conclusione di questa meravigliosa storia d’amore a partire dal 19 aprile 2016 edita da Mondadori. 
Sotto la traduzione del settimo estratto del primo capitolo di Insieme a te trovate anche una divertente scena familiare protagonisti Asso e Angelo, ovvero Gideon ed Eva, donata al sito americano Heroes and heartbreakers. Buona lettura.






La storia riprende esattamente li dove si era fermata alla fine del quarto libro: Eva, arrabbiata con Gideon perché ha manipolato il suo capo per costringerla a lavorare per lui, si è momentaneamente trasferita a casa di sua madre e gli ha imposto di affrontare i suoi problemi se tiene alla stabilità del loro matrimonio. Dopo qualche giorno di separazione, Gideon la chiama nel cuore della notte dopo aver avuto uno dei suoi terribili incubi e per la prima volta glielo racconta, informandola inoltre di aver iniziato ad affrontare il suo passato con il loro analista. Eva piacevolmente colpita dagli sforzi fatti da Gideon gli chiede di incontrarsi in un bar aperto tutta la notte e i due si rivedono. Ed è proprio a questo punto che li ritroviamo all’inizio del nuovo libro. Ecco per voi la nostra traduzione. Buona lettura.
  


New York è la città che non dorme mai, e non ha mai nemmeno sonno. Il mio condominio sulla Upper East Side ha il livello di insonorizzazione che ci si aspetta in una proprietà multimilionaria, ma nonostante questo i suoni della città filtravano all’interno – il picchiettare ritmico delle ruote sulle strade usurate, le proteste dei freni ad aria compressa esausti, e l’incessante strombazzare dei clacson dei taxi.
Mentre uscivo dal bar d’angolo nella sempre trafficata Broadway, la frenesia della città mi inondò. Come avevo fatto a vivere prima, senza la cacofonia di suoni di Manhattan?
Come ero riuscita a vivere senza di lui?
Gideon Cross.
Presi la sua mascella tra le mani, e lo sentii strofinare il naso al mio tocco. Questa dimostrazione di vulnerabilità e affetto mi attraversò da parte a parte. Solo poche ore prima avevo pensato che non avrebbe mai potuto cambiare, che avrei dovuto scendere a troppi compromessi per condividere la mia vita con lui. Ora stavo in piedi davanti al suo coraggio e dubitavo del mio.
Avevo chiesto più a lui che a me stessa? Mi vergognavo della possibilità che l’avessi spinto ad evolversi mentre io ero rimasta ostinatamente la stessa.
Stava in piedi di fronte a me, così alto e forte. In jeans e t-shirt, con un cappello da baseball spinto sulle sopracciglia, non era facilmente riconoscibile come il grande magnate che il mondo pensava di conoscere, ma essendo così naturalmente carismatico influenzava chiunque gli passasse vicino. Con la coda dell’occhio notai come la gente che ci stava vicino lo guardava, poi reagivano a scoppio ritardato.
Vestito in maniera casual o nel classico abito a tre pezzi su misura che lui predilegeva, il potere del corpo muscoloso e slanciato di Gideon era inconfondibile. La sua postura, l’autorità che esercitava con un controllo impeccabile, rendeva impossibile per lui persino confondersi con lo sfondo.
New York ingoiava  ogni cosa che arrivava in città, mentre Gideon teneva la Grande Mela con un guinzaglio dorato.
E lui era mio. Anche con il suo anello al dito, a volte facevo davvero fatica a crederlo.
Lui non sarebbe mai stato solo un uomo. Era la sua ferocia avvolta nell’eleganza, la perfezione venata di difetti. Era il fulcro del mio mondo, un fulcro per il mondo.
Eppure mi aveva appena provato che si sarebbe piegato e avrebbe ceduto fino al punto di rottura per stare con me. cosa che mi lasciava con una rinnovata determinazione a provargli che io valevo il dolore che lo avevo costretto ad affrontare.
In torno a noi le vetrine dei negozi lungo la Broadway stavano riaprendo. Il flusso di traffico sulla strada cominciava ad ingrossarsi, macchine nere e taxi gialli rimbalzavano selvaggiamente sulla superficie irregolare. I residenti  si riversavano come gocce sui marciapiedi, portando a passeggio i propri cani o dirigendosi verso Central Park per una corsetta mattutina, rubando tutto il tempo che riuscivano prima che la giornata lavorativa si manifestasse con la sua vendetta.
La Mercedes accostò al bordo del marciapiede nel momento in cui lo raggiungemmo, Raul era solo una grossa figura indistinta al volante. Angus fece scivolare la Bentley al suo posto dietro l’altro veicolo. Il mio passaggio e quello di Gideon andavano verso case separate. Che razza di matrimonio era?
Il fatto era che quello era il nostro matrimonio, nonostante nessuno dei due lo volesse in quel modo. Avevo dovuto tracciare una linea quando Gideon aveva assunto il mio capo togliendolo all’agenzia pubblicitaria per cui lavoravo.
Capivo il desiderio di mio marito che io mi unissi alle Cross Industries, ma cercare di forzarmi la mano muovendosi dietro le mie spalle..? non potevo permetterlo, non con un uomo come Gideon. Eravamo ancora insieme – prendevamo decisioni insieme – o eravamo troppo lontani per fare in modo che la nostra relazione funzionasse?
Alzando la testa guardai in alto verso il suo magnifico viso. C’era rimorso, e sollievo. E amore. Così tanto amore.
Toglieva il fiato per quanto era affascinante. I suoi occhi erano blu come il Mar dei Caraibi, i suoi capelli una criniera spessa e lucente che gli sfiorava il colletto. Una mano adorante aveva scolpito ogni piano ed ogni angolo del suo viso ad un livello di perfezione che ammaliava e rendeva difficile pensare razionalmente. Ero stata affascinata dal suo aspetto dal primo momento che lo avevo visto, e ancora adesso mi friggevano le sinapsi in momenti casuali. Gideon semplicemente mi aveva abbagliato.
Ma in realtà era stato l’uomo all’interno, la sua energia inesauribile e il suo potere, la sua intelligenza acuta e il suo essere spietato uniti con un cuore che poteva essere così tenero..
“Grazie.” Le mie dita accarezzarono le linea scura delle sue sopracciglia, formicolando come facevano sempre quando toccavano la sua pelle. “Per avermi chiamato. Per avermi detto del tuo sogno. Per avermi incontrato qui.”

 “Ti avrei incontrata ovunque.” Le parole era un voto, pronunciate con fervore e appassionatamente.
Tutti avevano dei demoni. Quelli di Gideon erano ingabbiati dalla sua volontà di ferro quando era sveglio, ma quando dormiva lo tormentavano con incubi violenti e crudeli. Avevamo così tanto in comune, ma gli abusi della nostra infanzia erano un trauma condiviso che ci univano e ci allontanavano allo stesso tempo. Questo mi faceva combattere più duramente. I nostri abusatori ci avevano già tolto troppo.
“Eva... sei l’unica forza sulla terra che può tenermi lontano.”
“Grazie, anche per questo,” mormorai, il petto stretto. “So che non è stato facile per te darmi spazio, ma ne avevamo bisogno. E so che ti ho spinto oltre...”
“Troppo oltre.”
La mia bocca si curvò al piccolo morso di gelo nelle sue parole. Gideon non era un uomo abituato a vedersi negare quello che voleva. “Lo so. E me lo hai permesso, perché mi ami.”
“È più che amore.” Le sue mani mi avvolsero i polsi, stringendosi nel modo che faceva arrendere tutto dentro di me.
Annuii, non più spaventata dall’ammettere che avevamo bisogno dell’altro in un modo che alcuni avrebbero considerato malato. Era quello che eravamo, quello che avevamo. Ed era prezioso.
“Andremo dal dottor Petersen insieme.” Disse le parole come un comando inequivocabile, ma il suo sguardo cercò il mio come se avesse fatto una domanda.
“Sei così dispotico,” scherzai, volendo che ci lasciassimo con un sentimento positivo. Pieno di speranza. Il nostro appuntamento settimanale di terapia con il dottor Lyle Petersen era solo tra poche ore, e non poteva essere programmato più opportunamente. Avevamo raggiunto una svolta. Potevamo chiedere un po’ di aiuto nel decidere quale era il prossimo passo che avremmo dovuto fare da qui.
Le sue mani circondarono la mia vita. “Lo ami.”
Raggiunsi l’orlo della sua maglietta, impugnando il soffice tessuto. “Io amo te.”
“Eva.” Le sue braccia si strinsero sicure intorno a me, il suo respiro caldo e tremante sul mio collo. Manhattan ci circondava ma non poteva introdursi. Quando eravamo insieme, non c’era nient’altro.
Mi scappò un basso suono di desiderio, tutto quello che dentro di me lo desiderava e lo agognava rabbrividiva per la delizia di tenerlo premuto contro di me ancora una volta. Respirai il suo profumo con profonde inspirazioni, le mie dita massaggiavano i rigidi muscoli della sua schiena. L’impeto che mi attraversò era inebriante. Ero drogata di lui – cuore, anima e corpo – ed ero stata giorni senza la mia dose, lasciandomi tremante e senza equilibrio, incapace di funzionare correttamente.
Mi inghiottiva, il suo corpo così più grande e forte del mio. Mi sentivo al sicuro nel suo abbraccio, amata e protetta. Niente poteva toccarmi o ferirmi quando lui mi stringeva. Volevo che lui sentisse lo stesso senso di sicurezza con me. Avevo bisogno che lui sapesse che poteva abbassare la guardia, riprendere fiato, e io avrei potuto proteggere entrambi.
Dovevo essere più forte. Più intelligente. Più spaventosa. Avevamo dei nemici, e Gideon li stava affrontando da solo. Era innato per lui essere protettivo; era una delle sue caratteristiche che ammiravo profondamente. Ma dovevo cominciare a mostrare alla gente che potevo essere un avversario formidabile tanto quanto mio marito.
Più importante, dovevo provarlo a Gideon.
Chinandomi verso di lui, assorbii il suo calore. Il suo amore. “Ci vediamo alle cinque, Asso.”
“Non un minuto più tardi,” ordinò in modo burbero.
Risi senza volerlo, infatuata di ogni sfaccettatura ruvida di lui. “O cosa?”

Tirandosi indietro, mi fece uno sguardo che mi fece arricciare le dita del piedi. “O verrò a prenderti.”

Secondo estratto
- aggiornato al 26 Novembre- 

Avrei dovuto camminare in punta di piedi entrando nell’attico del mio patrigno col fiato trattenuto, vista l’ora – un po’ dopo le sei del mattino – era probabile essere pizzicata mentre rientravo di soppiatto. Invece, incedevo con determinazione, i pensieri occupati dai cambiamenti che avevo bisogno di fare.
Avevo tempo per una doccia – a malapena – ma decisi di non farla. Era passato così tanto tempo da quando Gideon mi aveva toccata. Troppo da quando le sue mani erano state su di me, il suo corpo dentro il mio. Non volevo lavarmi via il ricordo del suo tocco. Quello da solo mi avrebbe dato la forza di fare quello che andava fatto.
Una lampada da tavolo si accese. “Eva.”
Saltai. “Gesù”
Girandomi, trovai mia madre seduta su una delle sedute del soggiorno.
“Me l’hai fatta fare sotto dalla paura!” la accusai, passando una mano sul mio cuore impazzito.
Lei si alzò, la sua vestaglia di satin lunga fino al pavimento brillava intorno alle sue gambe toniche e leggermente abbronzate. Ero la sua unica figlia, ma all’apparenza avremmo potuto essere sorelle. Monica Trammell Barker Mitchell Stanton era ossessiva sul mantenimento del suo aspetto. Con una carriera da moglie trofeo, la sua bellezza giovanile era il suo ferro del mestiere.
“Prima che cominci,” iniziai, “si, dobbiamo parlare del matrimonio. Ma devo davvero prepararmi e raccogliere le mie cose in modo da andare a casa stasera-”
“Hai una tresca?”
La sua domanda brusca mi scioccò più dell’agguato. “Cosa? No!”
Lei esalò, la tensione lasciava visibilmente le sue spalle. “Grazie a Dio. Mi dirai che diavolo sta succedendo? Quanto è brutta questa discussione che hai avuto con Gideon?”
Brutta. Per un attimo, ho temuto che ci avrebbe finiti con le decisioni che ha preso. “Stiamo risolvendo le cose, mamma. È stata solo una buca sulla strada.”
“Una buca che te lo ha fatto evitare per giorni? Non è questo il modo di affrontare i problemi, Eva.”
“È una lunga storia-”
Incrociò le braccia. “Non ho fretta.”
“Beh, io si. Devo prepararmi per il lavoro.”
Il dolore attraversò il suo viso e io sentii subito il rimorso.
Una volta, volevo crescere per essere proprio come lei. Passavo ore a vestirmi con i suoi vestiti, inciampare nelle sue scarpe, spalmarmi sulla faccia le sue creme costose e i suoi cosmetici. Provavo ad emulare la sua voce ansimante e le sue maniere sensuali, convinta che mia madre fosse la donna più meravigliosa e perfetta del mondo. E i suoi modi con gli uomini, il modo in cui la guardavano e si offrivano a lei... beh, volevo anche quel suo tocco magico.
Alla fine, ero cresciuta per essere la sua immagine sputata, a parte per il taglio di capelli e il colore degli occhi. Ma quello era solo fuori. Chi eravamo come donne non poteva essere più diverso e, purtroppo, quella era una cosa di cui avevo cominciato ad andare fiera. Avevo smesso di rivolgermi a lei per dei consigli, eccetto quando si trattava di abiti e arredamento.
Questo sarebbe cambiato. Adesso.
Avevo provato un sacco di tattiche diverse nel condurre la mia relazione con Gideon, ma non avevo chiesto aiuto all’unica persona a me vicina che sapeva com’era essere sposata ad un uomo illustre e di potere.
“Ho bisogno del tuo consiglio, mamma.”
Le mie parole aleggiavano nell’aria, poi le vidi fare presa. Gli occhi di mia madre si spalancarono per la sorpresa. Un momento dopo si stava risedendo sul divano come se le sue ginocchia l’avessero abbandonata. Il suo shock era un duro colpo, mi diceva quanto completamente l’avessi tagliata fuori.
Ero addolorata dentro quando presi posto sul divano davanti a lei. Avevo imparato ad essere cauta su quello che condividevo con mia madre, facendo del mio meglio per trattenere informazioni che avrebbero potuto creare discussioni che mi avrebbero fatta impazzire.
Non era sempre stato così. Il mio fratellastro Nathan mi aveva portato via la relazione tenera e facile con mia madre, proprio come si era preso la mia innocenza. Dopo che mia madre aveva saputo degli abusi, era cambiata, diventando iperprotettiva al punto da stalkerarmi e soffocarmi. Era estremamente sicura di tutto nella sua vita, eccetto me. Con me, era ansiosa e invasiva, qualche volta sfiorava l’isterismo. Negli anni, mi ero forzata a girare intorno alla verità troppo spesso, tenendo segreti nei confronti di tutte le persone che amavo solo per mantenere la pace.
“Non so come essere il tipo di moglie di cui Gideon ha bisogno,” confessai.
Le sue spalle si alzarono, la sua intera postura passò ad una di oltraggio. “Ha una tresca?”
“No!” mi scappò una risata involontaria. “Nessuno ha una tresca. Non lo faremmo mai. Non potremmo. Smettila di preoccuparti di questo.”
Mi ero chiesta se la recente infedeltà di mia madre con mio padre non fosse la vera radice di tutte le sue preoccupazioni. Le pesava nella mente? Stavamo mettendo in discussione quello che aveva con Stanton? Non sapevo come sentirmi riguardo alla cosa. Amavo moltissimo mio padre, ma credevo anche che il mio patrigno fosse perfetto per mia madre nel tipo di marito di cui lei aveva bisogno.
“Eva-”
“Gideon e io abbiamo fatto una fuga d’amore qualche settimana fa.” Dio, faceva sentire così bene tirarlo fuori.
Sbattè le palpebre verso di me. Una volta, due. “Cosa?”
“Non l’ho ancora detto a papà,” continuai. “Ma lo chiamerò oggi.”
I suoi occhi si inumidirono di prime lacrime. “Perché? Dio, Eva... come abbiamo fatto ad allontanarci tanto?”
“Non piangere.” Mi alzai e andai da lei, sedendomi accanto. Le presi le mani, ma lei mi attirò invece in un abbraccio stretto.
Respirai il suo odore familiare e sentii quel tipo di pace che si trova solo tra le braccia di una madre. Per alcuni momenti, almeno. “Non era pianificato, mamma. Siamo andati fuori per il weekend, e Gideon mi ha chiesto se volessi, e ha organizzato tutto... è stato spontaneo. Sull’onda del momento.”
Si tirò indietro, rivelando una lacrima che le solcava il viso e il fuoco negli occhi. “Ti ha sposato senza un contratto prematrimoniale?”
Risi, dovevo. Ma certo che mia madre avrebbe puntato sui dettagli finanziari. I soldi erano da lungo tempo la forza motrice della sua vita. “C’è un contratto prematrimoniale.”
“Eva Lauren! Lo hai guardato? O è stato spontaneo anche questo?”
“Ho letto ogni parola.”
“Non sei un avvocato! Dio, Eva... ti ho cresciuta per essere più intelligente di così!”
“Un bambino di sei anni avrebbe potuto capire i termini,” ribattei, irritata dal vero problema del mio matrimonio: Gideon e io avevamo permesso a troppe persone di intromettersi nella nostra relazione, distraendoci così tanto da non avere il tempo di affrontare le cose che avevano davvero bisogno di lavoro.
“Non preoccuparti del contratto prematrimoniale.”
“Avresti dovuto chiedere a Richard di leggerlo. Non capisco perché non lo hai fatto. È così irresponsabile. Proprio non-”
“L’ho visto, Monica.”
Ci girammo entrambe al suono della voce del mio patrigno. Stanton entrò nella stanza pronto per la giornata, sembrando tagliente nel suo vestito blu e cravatta gialla. Immaginavo che Gideon sarebbe stato molto simile al mio patrigno alla stessa età: fisicamente in forma, distinto, il maschio alfa di sempre.
“Davvero?” chiesi, sorpresa.
“Cross me lo ha mandato qualche settimana fa.” Stanton si abbassò su mia madre, prendendole le mani. “Non avrei potuto pretendere condizioni migliori.”
“Ci sono sempre condizioni migliori, Richard!” disse seccamente mia madre.
“Ci sono premi per ogni traguardo come anniversari e nascita di figli, e nessuna penalità per Eva, a parte la terapia di coppia. Uno scioglimento avrebbe avuto una distribuzione più equa dei beni. Ero tentato di chiedere a Cross se lo aveva fatto vedere al suo legale. Immagino debbano averne discusso parecchio.”
Si sistemò per un momento, assimilando la cosa. Poi si alzò in piedi, irritandosi. “Ma sapevi che stavano per fare una fuga d’amore? Lo sapevi e non hai detto niente?”
“Ma certo, che non lo sapevo.” La tirò tra le sue braccia, cullandola dolcemente come avrebbe fatto con un bambino. “Ho presunto si stesse avvantaggiando. Sai di solito queste cose richiedono alcuni mesi di negoziazione. Anche se, in questo caso, non c’era niente di più che potessi chiedere.”
Mi alzai. Dovevo muovermi se volevo arrivare in tempo al lavoro. Oggi soprattutto, non volevo fare tardi.
“Dove stai andando?” mia madre si allontanò da Stanton. “Non abbiamo finito di discutere. Non puoi sganciare una bomba del genere e semplicemente andartene!”
Girandomi per guardarla, camminai all’indietro. “Ho davvero bisogno di prepararmi. Perché non ci incontriamo per pranzo e ne parliamo ancora allora?”
“Non puoi essere-”
La interruppi. “Corinne Giroux.”
Gli occhi di mia madre si spalancarono, poi si restrinsero. Un nome. Non dovevo dire nient’altro.
La ex di Gideon era un problema che non aveva bisogno si ulteriori spiegazioni.

Terzo estratto
- aggiornato al 26 Novembre-


Erano rare le persone che venivano a Manhattan e non sentivano una istantanea familiarità. Lo skyline della città era stato immortalato in innumerevoli film e show televisivi, diffondendo l’amore per New York dei suoi residenti verso il mondo intero.
E io non facevo eccezione.
Adoravo l’eleganza Art Decò del Chrysler building. Avrei potuto fare il punto della mia posizione sull’isola in relazione alla posizione dell’Empire State Building. Ero sbalordita dall’altezza mozzafiato della Freedom Tower che ora dominava downtown. Ma il Crossfire building era in una classe a se stante. E lo pensavo anche prima di innamorarmi dell’uomo la cui visione aveva portato alla sua creazione.
Mentre Raul accostava la Mercedes al marciapiede, mi meravigliai dei vetri blu zaffiro che lo distinguevano dagli altri e che rivestivano la forma ad obelisco del Crossfire. La mia testa si piegò all’indietro, il mio sguardo scivolò in su sulla luccicante altezza fino in cima, allo spazio grondante luce che ospitava le Cross Industries. I pedoni mi aggiravano ad ondate, il marciapiede brulicava di uomini d’affari e donne che andavano al lavoro con le loro ventiquattrore e le loro borse in una mano e tazze fumanti di caffè nell’altra.
Sentii Gideon prima di vederlo, tutto il mio corpo vibrava per la consapevolezza mentre usciva dalla Bentley che aveva accostato dietro la Benz. L’aria intorno a me si caricò di elettricità, l’energia crepitante che annunciava sempre l’avvicinarsi della tempesta.
Ero tra i pochi che sapevano che era l’agitazione dell’anima tormentata di Gideon che dava energia alla tempesta.
Girandomi verso di lui, sorrisi. Non era una coincidenza il fatto che eravamo arrivati nello stesso momento. Lo sapevo ancora prima di averne conferma con i miei occhi.
Indossava un abito grigio antracite con una camicia bianca e una cravatta argentata a trama spinata. I suoi capelli scuri gli sfioravano la mascella e il colletto in una cascata sexy e dissoluta di ciocche d’inchiostro. Mi guardava ancora con la stessa bollente ferocia che mi aveva cotto il cervello dal primo momento, ma c’era anche tenerezza nel blu brillante dei suoi occhi ora, e un’ampiezza che per me aveva più importanza di qualsiasi altra cosa potesse mai darmi.
Camminai verso di lui mentre si avvicinava. “Buon giorno, oscuro e pericoloso.”
Le sue labbra si incurvarono beffarde. Il divertimento gli scaldò lo sguardo ancor di più. “Buon giorno, moglie.”
Allungai la mano verso la sua, sentendomi a casa quando mi raggiunse a metà strada e afferrò la mia fermamente. “L’ho detto a mia madre stamattina.. di noi due e del fatto che siamo sposati.”
Un sopracciglio scuro si inarcò per la sorpresa, poi il suo sorriso si incurvò trasformandosi in uno di piacere trionfante. “Bene.”
Ridendo per la sua sfacciata possessività, gli diedi una leggera spinta sulla spalla. Lui si mosse alla velocità della luce, mi afferrò tirandomi più vicino a lui e baciò l’angolo della mia bocca sorridente.
La sua gioia era contagiosa. La sentivo esplodere dentro di me, accendendomi tutti i posti che erano stati così tanto al buio negli ultimi giorni. “Ho intenzione di chiamare mio padre alla mia prima pausa. Voglio che lo sappia anche lui.”
Si fece serio. “Perché adesso e non prima?”
Parlava dolcemente,  con la voce mantenuta bassa per la nostra privacy. La folla diretta agli uffici continuava a scorrere oltre noi, prestandoci poca attenzione. Eppure, esitai a rispondere, sentendomi troppo esposta.
Poi.. la verità arrivò più facilmente di quanto non avesse mai fatto. Avevo nascosto così tante cose alla gente che amavo. Piccole cose, grandi cose. Cercavo di mantenere lo status quo, mentre allo stesso tempo speravo e avevo bisogno di un cambiamento.
“Avevo paura.” Gli dissi.
Mi si avvicinò, il suo sguardo era intenso. “E ora non l’hai più?”
“No.”
“Mi dirai perché stanotte?”
Annuii. “Te lo dirò.”
La sua mano si incurvò intorno alla mia nuca, nel suo solito modo, possessivo e tenero allo stesso tempo. Il suo viso era impassibile, e non faceva trapelare nulla, ma i suoi occhi.. quegli occhi così blu.. erano infuriati per l’emozione. “Ce la faremo angelo.”

L’amore scivolò caldo dentro di me come il brivido provocato da un ottimo vino. “Hai maledettamente ragione.”

Quarto estratto
- aggiornato al 6 gennaio-

Fu strano entrare attraverso le porte della Waters, Field &Leaman, facendo mentalmente il conto di quanti giorni potevo dichiarare di aver lavorato nella prestigiosa agenzia pubblicitaria. MeguniKaba mi salutò con la mano da dietro il banco della reception, picchiettando con le dita sulla cuffia per farmi capire che aveva una chiamata e non poteva parlare. La salutai in risposta e mi diressi verso la mia scrivania con una falcata determinata. Avevo molto da fare, stavo per iniziare un nuovo cammino.
Ma prima di tutto le cose importanti. Feci cadere la borsa e la valigettanell’ultimo cassetto, poi sistemai la sedia e iniziai a navigare in cerca del mio sito di fioristi preferito. Sapevo cosa volevo. Due dozzine di rose bianche in un vaso di cristallo rosso scuro.
Bianco per la purezza. Per l’amicizia. Per l’amore eterno. Era anche la bandiera della resa. Avevo tracciato linee di battaglia per forzare la separazione tra Gideon e me, e alla fine, avevo vinto. Ma non avevo voluto far guerra a mio marito.
Non avrei nemmeno provato a scrivere un bigliettino spiritoso da allegare ai fiori, come avevo fatto in passato.  Scrissi solo la verità. Diventava sempre più facile ogni minuto che passava.

Sei miracoloso, Mr Cross.
Io ti adoro e ti amo così tanto.
Mrs. Cross

Il sito web mi invitava a finalizzare l’ordine. Feci click su Conferma e mi presi un attimo per immaginare cosa avrebbe pensato Gideon del regalo. Un giorno, speravo di poterlo vedere mentre riceveva fiori da me. Avrebbe sorriso quando il suo segretario, Scott, li avrebbe portati dentro il suo ufficio?Avrebbe fermato qualsiasi incontro stesse presiedendo per leggere il mio biglietto? O avrebbe aspettato uno dei rari momenti di quiete per avere un po’ di privacy?
La mia bocca si incurvò mentre consideravo le possibilità. Adoravo fare regali a Gideon.
E presto avrei  avuto più tempo per impacchettarli.

Quinto estratto
- aggiornato al 14 febbraio-


“Te ne vai?”
L’incredibile sguardo di Mark Garrity si alzò dalla mia lettera di dimissioni e incontrò il mio.
Il mio stomacò si annodò nel vedere l’espressione del viso del mio capo. “Si, mi spiace di non poter dare un preavviso maggiore.”
“Domani è il tuo ultimo giorno?” Si appoggiò allo schienale della sua sedia. I suoi occhi erano di un caldo color cioccolata, più chiari della sua pelle, e registravano sia sorpresa che sgomento. “Perché Eva?”
Sospirando, mi sporsi verso di lui, posizionando i gomiti sulle ginocchia. Ancora una volta, decisi di dire la verità. “So che non è professionale andarmene cosi, ma.. Devo rivedere le mie priorità e in questo momento.. Non riesco a dare a tutto questo la mia piena attenzione, Mark, mi spiace.”
“Io..” Sbuffò e si fece passare una mano sugli scuri e spessi ricci. “Diavolo.. Cosa posso dire?”
“Che mi perdonerai e che non userai questo contro di me?” Emisi una risata senza umorismo. “So che è chiedere molto..”
Tentò un sorriso sarcastico. “Odio perderti, Eva, questo lo sai. Non sono certo di averti mai davvero espresso quanto sia stato grande il tuo contributo. Hai reso il mio lavoro migliore.”
“Grazie Mark. Lo apprezzo molto.” Dio, questo era molto peggio di quello che avevo pensato, anche sapendo che era la migliore e unica decisione che potevo prendere.
Il mio sguardo andò oltre il mio bellissimo capo al panorama dietro di lui. Come junior account manager aveva un ufficio piccolo e la sua vista era bloccata dal palazzo di fronte, ma era comunque la quintessenza di New York esattamente come quella che aveva Gideon dal suo enorme ufficio all’attico sopra le nostre teste.
In molti modi quella suddivisione di piani rispecchiava il modo in cui cercavo di definire la mia relazione con Gideon. Sapevo chi era. Sapevo quello che era: un uomo di una classe a parte. Amavo questo di lui e non volevo che cambiasse; volevo solo salire al suo livello per meriti miei. Quello che non avevo considerato era che rifiutandomi testardamente di accettare che il nostro matrimonio aveva cambiato i piani, lo stavo trascinando giù al mio livello.
Non sarei diventata famosa per essermi guadagnata la strada verso la vetta nel mio campo. Per qualcuno sarei sempre stata quella che si era sposata la sua strada per il successo. E dovevo accettare di convivere con questo fatto.
“Quindi, dove sei diretta adesso?” Mi chiese Mark.
“Onestamente.. Lo sto ancora decidendo. So solo che non posso restare qui.”
Il mio matrimonio poteva reggere ancora solo poca pressione prima di rompersi, e gli avevo permesso di scivolare fino ad un margine pericoloso, tentando di trovare un po' di spazio. Cercando di mettere me stessa prima di tutto.
Gideon Cross era profondo e vasto come l’oceano, e io avevo avuto paura di annegare in lui dal primo momento che lo avevo visto. Ora non dovevo più avere paura di questo. Non dopo aver capito che avevo molta più paura di perderlo.
Cercando di rimanere neutrale, ero rimasta infilzata da parte a parte. E per quanto fossi incazzata per questo, mi ero presa il tempo per  comprendere che se volevo il controllo, dovevo solo prendermelo.
“È per via dell’affare LanCorp?” Mi chiese Mark.
“In parte.” Mi lisciai la gonna gessata, spazzando via mentalmente il  persistente risentimento che sentivo per l’assunzione di Mark da parte di Gideon. Lo stimolo era stato la LanCorp che si era rivolta alla Waters Field & Leaman chiedendo specificatamente di Mark – e di conseguenza di me – una manovra che Gideon aveva visto con sospetto.
La truffa attuata da Geoffrey Cross aveva decimato la fortuna di famiglia dei Landon, e mentre sia Ryan Landon che Gideon avevano ricostruito quello che i loro padri avevano perso, Landon sentiva ancora forte la voglia di  vendicarsi. “Ma principalmente è per motivi personali.”
Raddrizzandosi, mise i gomiti sulla scrivania e si sporse verso di me. “Non sono affari miei e non voglio curiosare, ma sai che io Steven e Shawna siamo qui per te, se dovessi avere bisogno di noi. Noi ci teniamo a te.”
La sua serietà mi fece riempire gli occhi di lacrime. Il suo fidanzato Steven Ellison e sua sorella Shawna mi erano diventati cari da quando mi ero trasferita a New York, ed erano parte della cerchia di amici che mi ero costruita nella mia nuova vita. E non importava come, non volevo perdere i collegamenti con le persone che avevo imparato ad amare.
“Lo so.”sorrisi nonostante la tristezza. “Se dovessi avere bisogno di te, ti chiamerò. Ma vedrai che andrà tutto bene. Per tutti noi.”
Mark si rilassò e mi sorrise in risposta. “Steven andrà giù di testa. Forse dovrei farglielo dire da te.”
Il pensiero del robusto, affabile imprenditore scacciò via ogni tristezza. Steven mi avrebbe di certo fatto pagare il fatto di aver abbandonato il suo partner, ma lo avrebbe fatto con buon cuore. “Eh dai.. “ gli risposi scherzosa. “Non potresti mai farmelo, non è vero? È già abbastanza difficile così”
“Non mi oppongo a rendertela più difficile”
Risi. Si, Mark mi sarebbe mancato, e anche il mio lavoro. Molto.


Sesto estratto
- aggiornato al 11 marzo-

Quando arrivò la prima pausa era ancora presto ad Oceanside, California, così decisi di scrivere un sms a mio padre invece di chiamarlo.
Fammi sapere quando sei sveglio, ok? Ho bisogno di dirti qualcosa. E siccome sapevo che il fatto di essere un poliziotto tanto quanto essere un padre faceva di Victor Reyes una persona ansiosa, aggiunsi: Non è nulla di grave, solo alcune notizie.
Feci appena in tempo ad appoggiare il mio telefono sul ripiano della saletta per farmi una tazza di caffè che cominciò a squillare. Il bellissimo volto di mio padre accendeva lo schermo, la sua foto mostrava gli occhi grigi che avevo ereditato da lui.
Fui improvvisamente colpita da un attacco di nervi. Quando presi il telefono le mie mani stavano tremando. Amavo entrambi i miei genitori moltissimo, ma avevo sempre pensato che mio padre sentisse le cose in maniera più profonda rispetto a mia madre. E mentre mia madre non esitava mai a puntualizzare tutti i modi che servivano a sistemare i miei difetti, mio padre non sembrava rendersi conto che ne avessi. Deluderlo.. ferirlo.. faceva male solo a pensarci.
“Hey, papà. Come stai?”
“Questa è una domanda che dovrei fare io, tesoro. Io sto come sempre. Ma dimmi di te, Cosa succede?”
Mi spostai verso il tavolino più vicino e mi sedetti per calmarmi un po’. “Ti avevo detto che non erano cattive notizie e tu sembri comunque preoccupato. Ti ho svegliato?”
“È il mio lavoro preoccuparmi.” Disse, con un caldo tono divertito nella voce. “E mi stavo preparando per andare a correre prima di iniziare la giornata, quindi no, non mi hai svegliato. Dimmi cosa sono queste tue notizie.”
“Uh..” con le lacrime agli occhi deglutii sonoramente. “Gesù, è più dura di quello che pensavo. Avevo detto a Gideon che quella che mi preoccupava di più era la mamma, che tu non avresti avuto problemi, ed eccomi qui a cercare di-“
“Eva.”
Feci un respiro profondo. “Gideon ed io ci siamo sposati in segreto.”
La linea divenne inspiegabilmente silenziosa.
“Papà?”
“Quando?” il graffio nella sua voce mi uccise.
“Un paio di settimane fa.”
“Prima di venirmi a trovare?”
Mi schiarii la voce. “Si.”
Silenzio.
Ah, Dio. Assolutamente brutale. Solo poche settimane fa gli avevo raccontato degli abusi di Nathan e già quello lo aveva quasi distrutto. Ora questo..
“Papà- Mi stai spaventando. Eravamo su quest’isola ed era tutto così bello. Il resort dove alloggiavamo organizzava matrimoni in continuazione, lo hanno reso facile.. come a Las Vegas. C’è un officiante a tempo pieno e qualcuno che rilascia le licenze. Semplicemente era il momento perfetto, lo sai. L’opportunità perfetta.” La mia voce si spezzò. “Papà.. per favore, dì qualcosa.”
“Io.. non so cosa dire.”
Una lacrima bollente mi scivolò sul volto. La mamma aveva preferito la ricchezza all’amore, e Gideon era un esempio perfetto del tipo di uomo che mia madre avrebbe scelto al posto di mio padre. Sapevo che questo avrebbe creato un pregiudizio che mio padre doveva superare, e ora avevamo questo ostacolo.
“Abbiamo ancora intenzione di organizzare un matrimonio.” Gli dissi. “Vogliamo i nostri amici e la famiglia con noi quando ripeteremo i nostri giuramenti..”
“Era esattamente quello che mi aspettavo, Eva.” Ringhiò. “Dannazione, mi sento come se Cross mi avesse appena rubato qualcosa! Dovevo essere io a donarti a lui, ci stavo lavorando, e lui è semplicemente scappato portandoti con se? E non me lo avete detto? Eri qui, nella mia casa, e tu non mi hai detto nulla? Fa male, Eva. Fa male.”
Non c’era modo di fermare le lacrime dopo questo. Arrivarono come un flusso caldo, offuscandomi la vista e chiudendomi la gola.
Sussultai quando la porta si aprì e Will Granger entrò. “Lei è probabilmente qui dentro,” disse il mio collega. “Ed eccola..”
La sua voce si spense quando vide la mia faccia, i suoi occhi persero il sorriso dietro le lenti degli occhiali rettangolari.
Un braccio rivestito di stoffa scura entrò nella stanza e lo spinse da parte.
Gideon. Riempiva la soglia della porta, i suoi occhi si posarono immediatamente su di me e si ghiacciarono istantaneamente. Si era improvvisamente trasformato in un angelo vendicatore, il suo splendido abito lo faceva sembrare sia capace che pericoloso, il suo volto si indurì in una bellissima maschera.
Sbattei le palpebre, il mio cervello cercava di capire come e perché fosse qui. Prima che ci riuscisse però lui era già di fronte a me e il mio telefono era nelle sue mani, il suo sguardo era andato verso lo schermo prima che lo sollevasse verso il suo orecchio.
“Victor.” Il nome di mio padre uscì come un avvertimento. “Sembra che tu abbia sconvolto Eva, quindi adesso parlerai con me.”
Will si ritirò e chiuse la porta.
Nonostante il tono tagliente delle parole di Gideon, la punta del dito che mi accarezzava la guancia era infinitamente gentile. Il suo sguardo era focalizzato su di me, il blu così pieno di furia gelata che mi fece quasi rabbrividire.
Porca puttana, Gideon era arrabbiato. E altrettanto era mio padre. Potevo sentirlo urlare da dove sedevo.
Presi il polso di Gideon, scuotendo la testa, improvvisamente spaventata che i due uomini che più amavo al mondo potessero arrivare a non piacersi – forse persino ad odiarsi – l’un l’altro.
“Va tutto bene.” Sussurrai. “Sto bene.”
Il suo sguardo si concentrò e mi disse silenziosamente no, non è vero.
Quando parlò a mio padre di nuovo, la voce di Gideon era ferma e controllata – e per questo molto più spaventosa. “Hai tutti i diritti di essere arrabbiato e ferito, te lo concedo. Ma non voglio che mia moglie stia male per questo.. No, ovviamente dal momento che non ho figli miei non posso immaginare.”
Mi sforzai di sentire, sperando che l’abbassamento del volume della voce significasse che mio padre si stava calmando invece di diventare sempre più arrabbiato.
Gideon si irrigidì improvvisamente, la sua mano si staccò dal mio volto. “No, non sarei felice se mia sorella fuggisse per sposarsi in segreto. E comunque, non è lei che quella su cui mi sfogherei..”
Sussultai. Mio marito e mio padre avevano questo in comune: erano entrambi incredibilmente protettivi con quelli che amavano.
“Sono disponibile quando vuoi, Victor. Sono disposto perfino a venire da te se è quello che vuoi. Quando ho sposato tua figlia, ho accettato la piena responsabilità di lei e della sua felicità. Se ci sono conseguenze da affrontare, non ho problemi a farlo.”
Il suo sguardo si strinse mentre ascoltava.
Poi Gideon si mise a sedere sulla sedia di fronte a me, mise il telefono sul tavolo e azionò il vivavoce.
La voce di mio padre riempiva l’aria. “Eva?”
Feci un respiro profondo e tremante e strinsi la mano che Gideon mi aveva porto. “Si, sono qui, papà.”
“Tesoro..” fece anche lui un respiro profondo. “Non essere sconvolta, ok? È solo che.. Ho bisogno di lasciare sedimentare questa cosa . non me lo aspettavo e.. ho bisogno di ricostruire i fatti nella mia testa. Possiamo sentirci più tardi stasera? Quando avrò terminato il servizio?”
“Si, certamente.”
“Bene.” Fece una pausa.
“Ti voglio bene, papà.” Il suono delle mie lacrime uscì dalla mia voce e Gideon fece scivolare più vicino la sua sedia, le sue cosce si incrociarono con le mie. Era incredibile quanta forza traevo, che sollievo mi dava appoggiarmi a lui. Era diverso dall’avere il supporto di Cary. Il mio migliore amico era un ottimo ascoltatore, un supporter e uno che non esitava a darmi calci nel culo. Gideon era uno scudo.
E io dovevo essere abbastanza forte da ammettere che avevo bisogno di averne uno.
“Ti voglio bene anch’io, piccola,” disse mio padre, con una nota carica di dolore e rammarico che mi colpì al cuore. “Ti richiamo più tardi.”
“Ok. Io –“ cos’altro potevo dire? Mi mancavano le parole per poter sistemare le cose. “Ciao.”
Gideon riattaccò, poi prese le mie mani tremanti nelle sue. I suoi occhi erano bloccati su di me, il ghiaccio si stava sciogliendo in tenerezza. “Non dovrai mai vergognartene, Eva. È chiaro?”
Annuii. “Non lo sono.”
Mi prese il volto fra le mani, i suoi pollici spazzavano via le mie lacrime. “Non riesco a sopportare di vederti piangere, Angelo.”
Ricacciai indietro l’impellente dolore al petto, mettendolo in un angolo dove avrei potuto occuparmene in seguito. “Perché sei qui? Come facevi a saperlo?”
“Ero venuto per ringraziarti dei fiori,” mormorò.
“Oh. Ti sono piaciuti?” cercai di forzare un sorriso. “Volevo fare in modo che tu pensassi a me.”
“Sempre. Ogni minuto.” Afferrò i miei fianchi e mi trascinò più vicino.
“Potevi semplicemente mandare un biglietto.”
“Ah.” L’ombra del suo sorriso mi fece schizzare le pulsazioni. “Ma non avrei potuto fare questo.”
Gideon mi prese a sedere sul suo grembo e mi baciò fino allo svenimento.

Settimo estratto
- aggiornato al 29 marzo-

Ce ne torniamo comunque a casa stasera? Cary mi mandò un messaggio mentre aspettavo che l’ascensore mi portasse giù nella hall a mezzogiorno. Mia madre mi stava già aspettando e io stavo cercando di  mettere insieme i miei pensieri. Avevamo un sacco di strada da fare. Dio speravo che potesse aiutarmi ad affrontare tutto.
Quello è il piano, risposi al mio amatissimo coinquilino nonché spina nel fianco, digitando mentre entravo nella cabina. Ho una punta dopo il lavoro, però e poi ceno con Gideon. Potrebbe avvenire tardi.
Cena? Devi aggiornarmi su tutto.
Sorrisi. Naturalmente
Trey ha chiamato.
Feci un grosso sospiro, come se avessi trattenuto il fiato. In un certo senso era proprio quello che avevo fatto.
Non potevo incolpare il ragazzo prendi e lascia di Cary per aver fatto un grosso passo indietro quando aveva saputo che la sua ragazza da una botta e via era incinta. Trey aveva già dovuto combattere con la bisessualità di Cary, e ora un bambino significava che ci sarebbe sempre stata una terza persona nella loro relazione.
Non era in discussione il fatto che Cary avrebbe dovuto impegnarsi prima ed esclusivamente con Trey invece di tenersi aperte varie opzioni, ma capivo la paura che stava dietro le azioni di Cary. Conoscevo davvero troppo bene i pensieri che ti corrono per la testa quando sopravvivi alle cose alle quali eravamo sopravvissuti io e lui ed in qualche modo ritrovarsi comunque faccia a faccia con una persona meravigliosa che ti ama. Quando era tutto troppo bello per essere vero, come poteva essere reale?
Avevo simpatizzato anche con Trey,comunque, e se lui avesse chiamato per lasciarlo definitivamente, avrei rispettato la sua decisione. Ma era la cosa migliore successa a Cary da tanto tempo. Sarei stata estremamente depressa se non ce l’avessero fatta. Che cosa ha detto?
Te lo dico quando ti vedo
Cary! Questo è crudele.
Gli ci volle il tempo che io ci misi ad attraversare i tornelli dell’atrio per rispondermi. Si.. e me lo dici proprio tu?
Il mio cuore sprofondò, perché non c’era modo di interpretarla come una buona notizia. Facendomi da parte per permettere alle altre persone di superarmi, digitai in risposta. Ti voglio bene da pazzi, Cary Taylor.
Anch’io, piccolina.
“Eva!”
Mia madre attraversò lo spazio che ci divideva su sandali dai tacchi, delicati, era una donna impossibile da ignorare anche in mezzo alla calca dell’ora di pranzo, con la gente diretta dentro e fuori al palazzo Crossfire. Essendo minuta, Monica Stanton avrebbe potuto perdersi nel mare di abiti, ma lei attirava troppa attenzione perché potesse accadere.
Carisma. Sensualità. Fragilità. Era la combinazione esplosiva che aveva reso Marilyn Monroe una star, e spiegava a meraviglia mia madre. Vestita con una tutina senza maniche blu scuro, Monica Stanton sembra molto più giovane dei suoi anni e molto più a suo agio di quanto io sapevo fosse in realtà. I gioielli a forma di pantere di Cartier che le avvolgevano il collo e il polso dicevano all’osservatore esterno che lei era costosa. Venne dritta verso di me e mi avvolse in un abbraccio che mi sorprese.
“Mamma.”
“Stai bene?” tirandosi indietro mi studiò il viso.
“Come? si. Perché?”
“Ha chiamato tuo padre.”
“Oh.” La guardai cautamente. “Non ha preso molto bene la notizia.”
“No, infatti.” Mentre mi prendeva il braccio col suo ci dirigemmo fuori. “Ma ci sta lavorando. Non era ancora pronto a lasciarti andare.”
“Perché gli ricordo di te.” Per mio padre, mia madre era quella che se ne era andata. la amava ancora, anche dopo più di due decenni divisi.
“Non ha senso Eva, c’è una somiglianza, ma tu sei molto più interessante.”
Questo mi provocò una risata. “Gideon dice che sono interessante.”
Lei sorrise luminosa, facendo inciampare nei propri piedi un uomo che le stava passando accanto. “Naturalmente, lui è un conoscitore di donne. Per quanto tu sia stupenda, ci sarebbe voluto ben più della bellezza per convincerlo a sposarti.”
Rallentando fino a fermarci vicino alle porte girevoli, feci uscire mia madre per prima. Mi colpì un’esplosione di caldo afoso quando la raggiunsi sul marciapiede, che si portò dietro un istantaneo velo di sudore sulla mia pelle. C’erano volte in cui dubitavo che sarei mai riuscita ad abituarmi all’umidità, ma lo consideravo uno dei costi del vivere nella città che amavo così tanto. La primavera era stata bellissima e sapevo che l’autunno lo sarebbe stato altrettanto. Il momento perfetto dell’anno per rinnovare i miei giuramenti con l’uomo che mi possedeva anima e cuore.
Stavo ringraziando Dio per l’aria condizionata quando individuai il capo della sicurezza di Stanton che ci aspettava vicino ad un auto nera accostata al marciapiede.
Benjamin Clancy mi salutò con un semplice e sicuro cenno del capo.
Il suo atteggiamento era così “tutto come al solito”, mentre io sentivo una tale gratitudine per lui che era difficile trattenermi dal agguantarlo e baciarlo.
Gideon aveva ucciso Nathan per proteggermi. Clancy si era assicurato che lui non avrebbe mai dovuto pagare per quello.
“Hey, tu.” Gli dissi, guardando il mio sorriso riflesso nei suoi occhiali da sole a specchio.
“Eva. È bello vederti.”
“Stavo proprio pensando lo stesso di te.”
Non sorrise esternamente, non era il suo modo di fare. Ma lo potei percepire comunque.
Mia madre scivolò dentro l’auto per prima, poi io la seguii sul sedile posteriore.
Prima che Clancy avesse persino aggirato la cabina dell’auto, lei si era girata a guardarmi e mi prese la mano. “Non preoccuparti di tuo padre. Ha quel suo temperamento latino così focoso, ma non dura mai molto. Tutto quello che vuole veramente è essere certo che tu sia felice.”
Le strinsi le dita gentilmente. “Lo so. Ma io voglio davvero, davvero che Gideon e papà vadano d’accordo.”
“Sono due uomini molto determinati, tesoro. Si scontreranno occasionalmente.”
Non aveva torto. Volevo sognare di loro due che passavano un po’ di tempo insieme nel modo in cui lo fanno i ragazzi, solidarizzando sugli sport o sulle macchine, con tutto quel giocoso darsi gomitate nelle costole e pacche sulla schiena che di solito accompagna quel genere di cose. Ma dovevo lavorare sulla realtà, di qualsiasi tipo si sarebbe rivelata.
“Hai ragione,” concessi. “Sono entrambi dei ragazzi cresciuti. Troveranno il modo di andare d’accordo.” Si spera.
“Lo troveranno certamente.”
Con un sospiro, guardai fuori dal finestrino. “Penso di essere arrivata ad una soluzione per il problema di Corinne Giroux.”
Ci fu una pausa. “Eva, devi toglierti quella donna dalla testa. Concedendogli anche solo un pensiero le stai dando un potere che non si merita.”
“Le abbiamo permesso di diventare un problema perché abbiamo nascosto le cose.”
Guardai mia madre. “Il mondo ha un appetito tremendo per tutto quello che riguarda Gideon. È bellissimo, ricco, sexy e brillante. La gente vuole sapere tutto su di lui, ma lui ha preservato la sua privacy ad un livello così estremo che non si sa praticamente nulla. Questo ha dato a Corinne l’apertura necessaria per scrivere la sua biografia sul suo rapporto con Gideon.”
Mia madre mi guardò diffidente. “A cosa stai pensando?”
Infilai la mano nella borsa e presi fuori un piccolo tablet. “Abbiamo bisogno di più di questo.”
Accesi lo schermo mostrandole l’immagine di Gideon e me che era stata presa poche ore prima mentre eravamo in piedi di fronte al Crossfire. La maniera in cui mi agguantava la nuca era sia tenera che possessiva, mentre il modo in cui il mio viso era piegato all’indietro verso di lui rivelava il mio amore e la mia adorazione.
Mi fece stringere lo stomaco vedere un momento così privato diffuso perché il mondo potesse spiarlo, ma dovevo superarla. Dovevo dar loro di più.
“Io e Gideon dobbiamo smettere di nasconderci.” Spiegai. “Abbiamo bisogno di essere visti. Abbiamo passato troppo tempo nascosti. Il pubblico vuole che il playboy milionario finalmente si trasformi nel principe azzurro. Vogliono le favole, mamma, e i lieti fini. Ho bisogno di dare alla gente la storia che vogliono  e nel farlo ho intenzione di far sembrare Corinne e il suo libro patetici.”
Le spalle di mia madre arretrarono. “Che idea orribile.”
“No, non lo è.”
“È terribile, Eva! Non puoi scambiare la privacy duramente conquistata per nulla. Se nutri quella pubblica fame, diventerà sempre più grande. Per l’amore di Dio, non vorrai diventare una presenza fissa dei tabloid!”
Indurii la mascella. “Non funzionerebbe in quel modo.”
“E perché vorresti rischiarlo?” la sua voce si alzò e divenne uno strillo. “A causa di Corinne Giroux? Il suo libro arriverà e passerà in un battito di ciglia, ma tu non riuscirai più a evitare l’attenzione del pubblico una volta che l’avrai invitata ad entrare nelle vostre vite.”
“Non ti capisco. Non c’è modo di essere sposata con Gideon e non attirare l’attenzione! È meglio che ne abbia io il controllo e che sistemi il palcoscenico da sola.”
“C’è una differenza tra essere importanti ed essere una notizia di punta di TMZ!”
Ringhiai dentro di me. “Penso che stai portando il dramma all’estremo.”
Lei scosse la testa. “Ti sto dicendo che questo è il modo sbagliato di trattare la situazione. Ne hai discusso con Gideon? Non riesco a vederlo d’accordo con tutto questo.”
La fissai, davvero sorpresa dalla sua reazione. Pensavo che sarebbe stata d’accordo con me, considerando i suoi sentimenti sullo sposarsi bene  e quello che comporta.
Ed è stato allora che ho visto la paura che le induriva la bocca e le oscurava gli occhi.
“Mamma.” Addolcii la voce, dandomi dei calci mentalmente per non averlo capito prima. “Non dobbiamo più avere paura di Nathan.”
Lei  ricambiò il mio sguardo. “No,” convenne con me anche se non ne ricavava sollievo. “Ma avere tutto quello che fai.. tutto quello che dici o decidi sezionato per intrattenere il mondo potrebbe essere ugualmente un incubo.”
“Non ho intenzione di permettere alla gente nel mondo di decretare in che modo io e il mio matrimonio siamo percepiti!” ero stanca di sentirmi una.. vittima. Volevo essere quella che attaccava.
“Eva, tu non -“
“O mi dai un’alternativa che non coinvolga il fatto di starsene seduti a fare niente o lascia perdere l’argomento, mamma.” Girai la testa. “Non saremo mai d’accordo su questo e non ho intenzione di cambiare idea senza un differente piano d’attacco sul tavolo.”
Lei emise un suono frustrato, e poi divenne silenziosa.
Le mie dita si contorsero dal bisogno di scrivere a Gideon un messaggio e sfogarmi.
Una volta mi aveva detto che eccellevo nella gestione delle crisi.
Aveva suggerito di prestare il mio talento alle Cross Industries come mediatore.

Perché non iniziare con qualcosa di più intimo e importante invece?

NUOVO ESTRATTO (NON CONTINUA LA SCENA PRECEDENTE)

(www.heroesandheartbreakers.com/stories/2016/03/one-with-you-exclusive-excerpt )

“Non hai nemmeno intenzione di fare un pisolino?” guardai, stupita, Gideon mentre si spostava attraverso la sua cabina armadio. Indossava semplicemente un paio di boxer, i suoi capelli erano solo stati tamponati da un asciugamano dopo la doccia che si era fatto appena tornati a casa. Io ero sul letto, e mi sentivo esausta e strizzata come uno straccio anche se avevo dormito sull’aereo.
“Sarà una giornata breve,” disse, tirando fuori un abito grigio scuro. “Tornerò a casa presto.”
“Ti prenderai un raffreddore se non dormi abbastanza. Non voglio che tu sia malato per il nostro matrimonio o per la luna di miele.”
Prese fuori la cravatta blu che amavo tanto dalla rastrelliera. “Non mi ammalerò.”
Guardai l’orologio sul suo comodino. “Non sono neanche le sette! Non vai mai al lavoro così presto.”
“Ho delle cose da fare.” Si abbottonò la camicia velocemente. “Smettila di assillarmi.” 
“Non ti sto assillando.”
Mi scoccò uno sguardo divertito. “Non ne hai avuto abbastanza di me ieri?”
“Oh mio Dio. Sei veramente strapieno di te, lo sai?”
Si sedette e si tirò su i calzini. “Non preoccuparti, Angelo. Te ne darò di più quando torno a casa.”
“In questo momento sento l’impulso di tirarti qualcosa.”
Gideon si era vestito in un attimo, eppure in qualche modo appariva sempre così lucidato e perfetto. Questo inacidì ulteriormente il mio umore.
“Smettila di guardarmi male,” mi sgridò, chinandosi per baciarmi sulla testa.
“Mi ci vuole un sacco per apparire bella come te e tu lo fai senza neanche provarci.” Brontolai. “E indossi la mia cravatta preferita.” Faceva risaltare il colore dei suoi occhi assicurando il fatto che non vedevi nient’altro che lui e quanto era meraviglioso.
Sorrise. “Lo so. Quando torno a casa, ti piacerebbe che ti scopassi mentre la indosso?”
Mi raffigurai la scena e il mio broncio svanì. Come sarebbe stato se si fosse semplicemente aperto la patta dei pantaloni e mi avesse chiavato con indosso uno dei suoi abiti del potere? Assolutamente bollente. In molti modi.
“Sudiamo troppo.” Misi il broncio al solo pensiero. “La rovineremmo.”
“Ne ho una dozzina.” Si raddrizzò. “Stai a casa oggi, giusto?”
“Aspetta. Hai una dozzina di quelle cravatte?”
“È la tua preferita,” replicò semplicemente, come se questo spiegasse ogni cosa. E suppongo proprio che fosse così.
“A casa, giusto?” ripeté.
“Si, mia madre sarà qui tra poche ore e devo fare delle telefonate.”
Iniziò ad avvicinarsi alla porta. “Fai un pisolino, angelo scontroso. E sognami.”
“Si, si,” borbottai, abbracciando un cuscino e chiudendo gli occhi.

Sognai di lui, naturalmente.

A presto, Team crazy

23 commenti:

  1. Devo leggere il quattro ma dopo pubblicato il cinque lo farò...

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  2. Aiutoooo, la Silvietta mi fa aspettare troppo....

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  3. Non vedo l'ora di leggerlo!. Grazie per la traduzione.

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  4. Grandi, grandissime!!!!
    Infinite grazie per lo splendido lavoro che fate..adesso non ci resta che aspettare la pubblicazione del libro in italiano

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  5. io ho amato follemente il 4 e sono certa che anche questo non mi deluderà!!complimenti a voi dello staff per la passione che mettete nella cura del blog!!!

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  6. ma è vero che ci sarà una serie tv a febbraio 2016 in america?? ditemi di si

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  7. Questa serie mi è piaciuta molto, mi piace Sylvia Day, ma troppo tempo anzi anni tra il primo e l'ultimo libro meglio aspettare tutte le uscite

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  8. Gideon nel mio cuore per sempre. Non attendo altro che l'uscita del nuovo romanzo. ♡

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  9. Gideon nel mio cuore per sempre. Non attendo altro che l'uscita del nuovo romanzo. ♡

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  10. Si bellissimo
    Non vedo l'ora che esca

    RispondiElimina
  11. Non avete ancora tradotto il piccolo estratto pubblicato il primo gennaio?

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  12. fremo dalla voglia di leggere di nuovo i quattro piu' il nuovo.....grazie per la traduzione

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  13. Datemi un Gideon Cross e nessuno si farà male :D
    Ahhahaha grazie per il lavoro che fate,grazie grazie

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  14. Ci fate venire il batti cuore. Sono stupendi tutti siete bravissime vi seguo tutti i giorni

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  15. ma quando arriva il 5 aprile? Grazie per tutte le anticipazioni

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  16. È uno strazio....il tempo sembra infinito da aspettare, non ero così in ansia nemmeno quando mi sono spostata:)
    La serie più stupenda e completa del genere....grazie per le anticipazioni, e per il lavoro Ke svolgere per noi

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  17. Mammaaaaaaaa miaaaaaaa wooowwww 😍 😍
    Ma quanto manca ancora!!! Non ne posso piuuuuuuuuù d aspettare voglio il 5!!!!!

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  18. Credo che nessun protagonista femminile o maschile potrà superare Eva e Gideon. Questa scrittrice è riuscita ad inventare due personaggi che creano dipendenza.
    Non vedo l'ora che arrivi domani .....

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