mercoledì 25 maggio 2016

Volevo tanto che fossi tu di Megan Maxwell, recensione

Buon giorno bimbe,
Volevo tanto che fossi tu di Megan Maxwell è il libro di cui vi parliamo oggi. Uscito lo scorso 12 Maggio per Tre60. Si tratta di uno stand alone contemporary romance che fa parte della corposa produzione dell’autrice spagnola che abbiamo avuto modo di conoscere bene per le due serie erotiche che sono state pubblicate fino ad ora in Italia, ovvero la Chiedimi quello che vuoi e la Chiedimi chi sono. Stavolta abbiamo tra le mani un romanzo meno erotico di quelli pubblicati in precedenza, ma con lo stesso riconoscibilissimo stile dell’autrice i cui personaggi, soprattutto quelli femminili, hanno impresso una sorta di marchio di fabbrica in salsa iberica che ci fa immediatamente identificare la loro mamma. Venite dunque con me a Madrid a conoscere Marta, giovane mamma single che lavora in un atelier di abiti da flamenco e Philip, imprenditore anglo spagnolo figlio di uno tra i migliori clienti dell’atelier. Vamos!

volevo tanto che fossi
tu Titolo: Volevo tanto che fossi tu
Autore:
Megan Maxwell
Serie:  non fa parte di una serie
Editore:
Tre60
Data:  12 Maggio
Genere: contemporary romance
Categoria: opposti che si attragono
Narrazione: terza persona, pov multiplo
Finale: No cliffhanger
Coppia: Marta, giovane mamma single; Philip, imprenditore anglo-spagnolo.


Marta Rodriguez non ha avuto una vita facile. A poco più di trent’anni ha una figlia di diciassette ribelle e problematica, un ex fidanzato che non le da tregua e sempre poche risorse che le derivano dal suo amatissimo lavoro presso l’atelier di Lola Herrera, una delle più famose stiliste di abiti da flamenco di tutta la Spagna. Marta è legatissima a Lola, che l’ha sempre trattata come una figlia, e ai suoi due colleghi di lavoro, Patricia e Adrian, ma soprattutto ama con ogni cellula del suo essere la figlia Vanesa che però la fa penare. Un giorno all’atelier arriva un bell’uomo inglese, biondo e con gli occhi azzurri, proprio l’opposto di quello che Marta ha sempre cercato negli uomini. È Philip Martinez, figlio di Antonio, fidanzato di Lola e uno tra i clienti più importanti dell’atelier. Marta lo trova subito antipatico, freddo e slavato con i suoi modi affettati e la sua aria di superiorità spocchiosa, mentre Philip, pur apprezzando la bellezza latina di Marta, rimane sconcertato dal suo carattere battagliero e dai suoi modi poco femminili. Ma si sa, spesso gli opposti si attraggono molto più di quanto possano pensare loro stessi, così, lasciando libero sfogo alla potentissima attrazione che sentono l’uno per l’altra, i due iniziano una relazione inizialmente clandestina. Solo che Marta è terrorizzata da una possibile storia d’amore con lui perché non si sente all’altezza e ha paura che lui le spezzerà il cuore e Philip è bloccato dalle sue precedenti disastrose relazioni con donne che spesso hanno cercato di incastrarlo con gravidanze fasulle per arrivare ai suoi soldi. E come se non bastasse la terribile Vanesa non lo sopporta e farà di tutto per mettere i bastoni tra le ruote ai due amanti. Ce la faranno i nostri due piccioncini a far trionfare l’amore?



Cosa vi devo dire mie care Crazy? Ogni volta mi dico: dai, forse questo è diverso! e ogni volta i miei timori prendono forma e si materializzano e mi trovo così a leggere un libro essenzialmente brutto, lento, per nulla emozionante e senza un briciolo di originalità. La Maxwell mi era piaciuta nella trilogia Chiedimi quello che vuoi perché sostanzialmente la storia era carina, non perdeva smalto e manteneva vivo l’interesse fino al termine del terzo libro, ma poi gli altri libri che sono stati pubblicati in Italia sono stati una inarrestabile discesa verso la mediocrità e la noia, pur mantenendo una certa verve nel raccontare le scene erotiche. In questo libro autoconclusivo purtroppo mancano anche quelle, nel senso che non è decisamente un erotico, le scene di sesso ci sono ma spesso sono solo accennate e quindi una delle poche cose positive della Maxwell autrice manca clamorosamente.
Di contro invece abbiamo l’ennesima odiosissima spagnola caciarona e maleducata, uguale a tutte le altre eroine dei suoi libri ma qui particolar- mente fastidiosa; non solo, è moltiplicata per tre perché anche la sua figliola adolescente e la sua amica del cuore vincono l’Oscar per il personaggio più antipatico, cafone e insopportabile del libro. Solo la sua matura madrina Lola e la sorella di Philip si salvano come personaggi femminili, ma vi assicuro che sono arrivata a sperare che non ci fosse il lieto fine per quanto mi ha infastidito la figura di Marta. Ed è un peccato, perché di per se il suo personaggio avrebbe una storia bella e dolorosa e dovrebbe suscitare empatia, invece la testardaggine che rasenta quella dei muli e la maleducazione esasperante mi hanno veramente contrariato.
Ho trovato invece accettabili i personaggi maschili (per quanto l’amico gay di Marta è fastidioso come le femmine), in particolare Philip che suscita almeno comprensione e un pizzico di compassione perché deve avere a che fare con quella spagnola sopra le righe e con quella posseduta di sua figlia, che non lo sopporta e quindi è particolarmente odiosa con lui.
È un personaggio ben inquadrato con la sua rigidità tutta anglosassone che poi esplode di passione quando si lascia andare, ed è l’unico che si salva, almeno quasi fino alla fine, dove però commette uno scivolone pesante che farà fatica a rimediare e a farsi perdonare. Per il resto la storia è banale e prevedibile, e francamente non ne posso più di queste figure di donne così esagerate. Continuo a sperare che il prossimo sia migliore, che sia bello e originale, ma temo che la mia sia una vana speranza. Aspettiamo quindi il successivo, intanto questo libro, francamente, non ve lo consiglio.

A presto,
Zia D.




1 commento:

  1. sono d'accordissimo con te, dopo Eric e Judith la Maxwell e' andata sempre piu calando. Questa storia fino a meta' mi ha annoiata alla grande, poi diciamo che un po' mi ha preso, ma nn sono una sua grande fan. Ecco se l'avessi saputo avrei letto altro, ma come te spero sempre che la Maxwell si riprenda, il problema e' che anche dopo l'ennesima delusione continuero' a leggerla e sperare proprio come te.

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