Un regalo per le nostre lettrici.. dalle Crazy!

Buongiorno Ragazze!

Finalmente oggi si conclude l'attesa per "Nel Profondo di Te", terzo volume della serie Crossfire che tutte aspettavamo ormai col fiato sospeso.. e che finalmente troveremo in libreria! Già quindici giorni  fa ho pubblicato la mia recensione del libro, in anteprima per voi, ma per oggi vi ho preparato una sorpresa ancora più emozionante!

Per festeggiare l'uscita italiana di una delle autrici più talentuose, e soprattutto del nuovo volume di questa meravigliosa serie, ho pensato ci volesse qualcosa di memorabile.
In Esclusiva, solo per le affezionate lettrici di CrazyforRomance, ho tradotto un' estratto speciale, narrato del punto di vista di Gideon, tratto da "Nel Profondo di Te" e pubblicato dall'autrice sul suo sito, in occasione dell'inizio del nuovo anno..

Bene, a questo punto.. non mi resta che augurarvi.. buona lettura!

Estratto speciale per il Nuovo anno. 

Il punto di vista di Gideon.

Traduzione “artigianale” del brano di Sylvia Day, a cura di Zia D.  

Mi permisi di entrare nell’appartamento di Eva con le chiavi che lei mi aveva dato. Mentre giravo la serratura, la mia presa si strinse sul portachiavi con incise le mie iniziali – un regalo che mi aveva aperto la sua casa. Speravo che la chiave per il suo cuore fosse così tangibile.

Da come stavano le cose, non sapevo se ero ancora il benvenuto a casa sua. Tutto si era spostato. Lei sapeva quello che non avrei mai voluto sapesse. Se c’era qualcosa che poteva dividerci poteva essere la verità di quello che avevo fatto.

Dovevo sapere se era così. Non potevo aspettare. Non saperlo mi stava devastando.

Il mio cuore cominciò a battere forte mentre mi avvicinavo alla sua camera. Avevo smesso di avere paura di qualsiasi cosa molto tempo fa, ma lei mi spaventava. Ero annodato dentro, così attorcigliato intorno a lei che non riuscivo a trovare una via d’uscita.

Stavo ansimando quando mi chiusi la porta della camera di Eva alle spalle, rinchiudendomi nel suo spazio, con lei. Il suo profumo mi avvolse, facendomi diventare duro e disperato, rendendomi troppo consapevole del vuoto dentro di me che solo lei poteva riempire. I miei piedi erano inchiodati al pavimento, non riuscivo a muovermi, non riuscivo a parlare per la tensione che mi stringeva la gola.

Lei usci dal bagno e mi si fermò il respiro. 

Cristo, era meravigliosa. Il suo bellissimo viso era arrossato per il calore della doccia, il suo corpo morbido e irresistibilmente scopabile avvolto solo in un asciugamano. Giuro che brillava, splendeva di una luce interna che mi scaldava come il sole.

Mi si strinse lo stomaco quando il suo sguardo tempestoso mi trovò. 

I suoi freddi occhi grigi scivolarono su di me. Li potevo sentire tagliarmi come una lama, per guardarmi nel cuore. Lei era sempre stata capace di vedermi, vedere tutto di me, e nonostante ciò poteva ancora guardarmi come faceva, come se non ne avesse abbastanza. Poteva avere chiunque. Per ragioni che non potrò mai veramente afferrare, lei aveva scelto me. 

“È pericoloso per te stare qui” disse finalmente, la sua voce una bassa carezza gutturale. 

Mi ci volle tutto la forza che avevo per non andare da lei, buttarla sul pavimento e prenderla come un animale. Perché quando ero dentro di lei, lei era mia e noi eravamo una cosa sola, e io non avevo paura. 

La mia bocca si assottigliò risolutamente. “Non potevo stare lontano.” 

I suoi occhi si scurirono, il battito del suo cuore le balzò alla gola. Il suo petto si alzava e si abbassava a causa dei suoi respiri affannati, le sue narici si allargavano mentre il suo corpo rispondeva al fortissimo, trainante, bisogno che pulsava e la spingeva verso il mio. Era sempre stato così tra di noi fin dal principio, entrambi incapaci di combattere la potente attrazione che c’era tra noi. Lei era l’altra metà di me, la parte per cui valeva la pena uccidere. 

Le mani mi si strinsero al fianco. “Ho bisogno di te.” 

“Non devi sembrare così felice per questo,” mi provocò, affannosamente, e io seppi che stava cercando di attirarmi lontano dal baratro al quale mi stavo aggrappando. Lei mi capiva. Non dovevo fingere con lei, non dovevo nascondermi per tenerla. 

“Mi sta uccidendo,” dissi in modo burbero. “Stare senza di te.  La tua mancanza. Mi sento come che la mia fottuta salute dipenda da te, Eva, e tu vuoi che io sia felice per questo?” 

La sua lingua si spinse fuori per bagnarle le labbra e io ringhiai dal bisogno di sentire quella lingua sulla mia pelle. Desideravo strofinare la mia stessa lingua sulla sua ed estinguere la mia sete infinita per il suo sapore. 

Lei tremò visibilmente. “Beh… io sono felice per questo.” 

La tensione che mi attanagliava svanì con la consapevolezza che lei mi voleva ancora. Anche dopo quello che avevo fatto. 

Vidi i suoi ricordi attraversarla. L’incubo che aveva vissuto per anni le fece sbiancare la pelle e un’ombra le passò negli occhi. Lei tremò e io feci un respiro profondo, consapevole che lo avrei fatto di nuovo. E di nuovo. Tante volte quante fossero state necessarie per evitarle di avere paura di nuovo. 

E lei doveva averlo visto nel mio viso. I suoi occhi si riempirono di lacrime mentre sussurrava, “Ti amo. Ti amo così tanto.” 

“Angelo.” La raggiunsi con tre falcate, lasciando cadere le mie chiavi sul pavimento e infilando entrambe le mani nei suoi capelli bagnati. Stavo tremando per il bisogno che avevo di lei, il mio corpo tormentato da un gelo che proveniva dall’interno. 

Al primo tocco delle sue labbra il terrore di perderla finalmente rilasciò i suoi artigli. 

Mi sforzai di trattenere il mio bacio, assaporandola con lente, profonde leccate. Lei mugolò, le sue mani che attorcigliavano la mia felpa. Il calore della sua passione mi fece gemere, il mio controllo si sfilacciava con la rassicurazione che lei era assetata di me come io lo ero di lei, ugualmente inquieta e famelica. 

Eva si sciolse in me, le sue dita affondarono nei miei capelli. Approfondii il bacio, divorando la sua bocca seducente, dicendole senza parole che stavo morendo per la fame di lei. Che mi stavo buttando via senza di lei. Le scappò un singhiozzo e io la strinsi più forte. 

“Non farlo,” sussurrai. “mi distrugge quando piangi.”

“È troppo..”

Annuii bruscamente. “Quello che ho fatto…”

“Non quello. Quello che provo per te.” 

Gesù, non me la meritavo. Non me la sarei mai meritata. Ma lei era mia e l’avrei adorata finché avessi esalato il mio ultimo respiro.

Allora bimbe, cosa ne dite, vi ho fatto un bel regalo?
 Se avete già in mano la vostra copia di "Nel Profondo di Te" avrete sicuramente riconosciuto la scena del primo capitolo quando Eva e Gideon si rivedono dopo la rivelazione dell'omicidio. Vederla dal punto di vista di lui mi ha fatto provare un'emozione incredibile! L' amore che Gideon prova per Eva è assoluto! Godetevi questo magnifico libro e poi, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate.



A Presto

Zia D.