venerdì 30 settembre 2016

Ci proteggerà la neve di Ruta Sepetys, recensione.

Ciao Crazy,
oggi vi parlo di Ci proteggerà la neve di Ruta Sepetys, uscito il 22 settembre a cura della casa editrice Garzanti. Dopo aver incantato tanti lettori con  Avevano spento anche la luna, torna questa autrice statunitense con una nuova commuovente storia ambientata sempre alla fine della Seconda Guerra Mondiale... pronte a percorrere questo lungo e doloroso viaggio nella neve? Equipaggiate bene il vostro cuore!

Lo smeraldo di Londra Titolo: Ci proteggerà la neve
Autore: 
Ruta Sepetys
Serie:  non fa parte di una serie
Editore:
Garzanti
Data: 22 Settembre 2016
Genere: History Romance
Categoria: Guerra
Narrazione: terza persona, pov multiplo
Finale: No cliffhanger
Coppia: Joanna, infermiera lituana; Florien, solfdato prussiano.

Il vento solleva strati leggeri di fiocchi ghiacciati. Joana ha ventun anni e intorno a sé vede solo una distesa di neve. È fuggita dal suo paese, la Lituania. È fuggita da una colpa a cui non riesce a dare voce. Ma ora davanti a sé ha un nuovo nemico: è il 1945 e la Prussia è invasa dalla Russia. Non ha altra scelta che scappare verso l’unica salvezza possibile: una nave pronta a salpare verso un luogo sicuro. Eppure la costa è lontana chilometri. Chilometri fatti di sete e fame. E Joana non è sola. Accanto a lei ci sono altre anime in fuga, ognuna dal proprio incubo, in viaggio verso la stessa meta. Emilia, una ragazza polacca che a soli quindici anni aspetta un bambino, e Florian, un giovane prussiano che porta con sé il peso di un segreto inconfessabile. I due hanno bisogno di Joana. Perché lei non ha mai perso la speranza. Perché la guerra può radere al suolo intere città, ma non può annientare il coraggio e la voglia di vivere. È grazie a questa sua forza che Joana riesce ad aiutare Emilia nella gravidanza e a far breccia nel carattere chiuso e diffidente di Florian. I loro giorni e le loro notti hanno un’unica eco: sopravvivere. E quando la nave finalmente si intravede all’orizzonte, la paura vorrebbe riposare in un porto sicuro. Ma Joana sa che non si finisce mai di combattere per la propria vita, ed è pronta ad affrontare ogni ostacolo, ogni prova, ogni scherzo del destino. Finché guardando in alto vedrà un cielo infinito pieno di neve, saprà che quel candore le darà la forza per non arrendersi.
Appena uscito, Ci proteggerà la neve è salito in vetta alla classifica del «New York Times». Dopo lo straordinario successo di Avevano spento anche la luna, oltre 100.000 copie vendute in Italia, Ruta Sepetys torna a raccontarci un episodio realmente accaduto che dà voce a una pagina dimenticata della storia: lituani, polacchi, prussiani, per la prima volta insieme in fuga verso la salvezza. Passati e persecuzioni diversi uniti dal sogno della libertà. Un libro sul coraggio, sui segreti che danno la forza per lottare, sulla speranza che è in grado di scalfire anche il muro più alto fatto di odio e paura.




Contro tutti.
Contro tutto.
Combattere contro il destino.


A volte mi chiedo perchè mi ostino a voler soffrire così tanto e cosa mi spinge a scegliere certe letture. Non lo so, ma ne sono attratta come una falena dalla luce e se anche dico ogni volta che sarà l'ultima, so con certezza che cadrò vittima nuovamente di libri di questo genere. 
A indurmi in tentazione questa volta è stata la Garzanti che ha fatto si che mi capitasse fra le mani un libro di cui ho sentito subito il richiamo, ho mollato tutto quello che stavo leggendo e mi sono catapultata in quasta storia che sapevo già mi avrebbe fatto soffrire tanto.
Il libro è ambientato in Prussia nel gennaio del 1945; ci viene raccontato da quattro punti di vista distinti, suddivisi in piccoli capitoli di massimo due tre pagine. Le voci narranti sono Joanna, Emilia, Florien e Alfred... quattro persone diversissisime, con storie opposte, ma accomunate da un unico obbiettivo: la salvezza!
Siamo all'inizio del declino del nazismo di Hitler e dell'avanzata delle truppe russe di Stalin, insomma il nord europa sta passando dal comando di un pazzo ad un altro forse ancor più pazzo. A farne le spese sono ovviamente i poveri civili indifesi che patiscono fame, freddo e soprusi di tutti i generi. La storia ha come fulcro il viaggio di tre di queste voci narranti che insieme ad altre centinaia di persone cercano di attraversare la Prussia per giungere al mar Baltico dove si imbarcheranno per poter sfuggire ai russi.
Parto parlandovi di Joanna, una giovane infermiera lituana che ha nel sangue lo spirito della crocerossina pronta sempre ad aiutare tutti, quella su cui l'intero gruppo fa affidamento, con lei viaggiano una ragazza cieca, un vecchio calzolaio, una donna gigante e un piccolo bambino di sei anni a cui è morta la nonna. Lungo il cammino si aggiungono Emilia, una quindicenne polacca all'ottavo mese di gravidanza e Florien, un soldato prussiano che a quanto pare ha più di qualcosa da nascondere... rispettivamente la seconda e la terza voce narrante del libro. Il quarto pov è invece affidato ad Alfred, un militare tedesco imbarcato sulla nave dove poi giungeranno gli altri protagonisti del libro. Se i primi tre personaggi sono vittime consapevoli di una guerra senza senso, il terzo ahimè è purtroppo il soldato convinto che ciò che dice Hitler sia il vangelo -anche se poi tanto convinto secondo me non lo è nemmeno lui- e che continua a scrivere lettere immaginarie alla sua amata.
In Ci proteggerà la neve Ruta Sepetys ci porterà a confrontarci con la realtà brutale, disumana, atroce e soprattutto ingiusta della Seconda Guerra Mondiale. Il clima di terrore in cui ormai si sopravvive, il dolore delle perdite subite con cui si è costretti a convivere e le privazioni a cui si è soggetti sono solo alcune delle crudeltà a cui ci ha condotto la follia di un uomo. Un esaltato capace di far marchiare milioni di persone "inferiori" con un numero, privandole anche di un'identità, con l'idea di distruggere un'intera razza. Ma in questo libro non si fugge da Hitler paradossalmente, no, qui si fugge da Stalin. L'armata rossa, che ha permesso l'apertura dei cancelli di Auschwitz, è la stessa da cui fuggono centinai di civili senza colpa fra prussiani, lituani e tedeschi.
Attraverso l'alternaza dei vari pov e l'incrocio delle vite di questi personaggi la Sepetys ci narrerà uno delle tragedie più grandi della Seconda Guerra Mondiale però poco conosciuta... si tratta dell'affondamento a suon di siluri da parte del sommergibile russo S-13 al transatlantico Gustloff salpato dal porto di Gotenhafen il 30 gennaio del 1945 con a bordo diecimila persone (quasi tutti civili e feriti) pur potendone contenere poco più di 1500...vi dico solo che a salvarsi furono soltanto 1320 uomini.
Fra i superstiti ci saranno anche i nostri protagonisti? per saperlo dovete leggere questo spaccato di storia, fare la conoscenza di Joanna e Emilia, due donne forti come poche e Florien che seppure sembra inizialmente l'egoista di turno, si manifesterà poi l'uomo dal cuore d'oro che perderà la testa per la bella infermiera lituana.
Ci proteggerà la neve nella sua parte romanzata a mio avviso pecca di qualche lacuna, si sente la manacanza di quel qualcosa in più che mi avrebbe dovuto far affezionare maggiormente ai protagonisti. Infatti per quanto mi sia legata a due di loro in particolare, il fatto storico ha vinto su tutto, annientando qualsiasi storia sia stata inventata intorno. La cosa che più mi sconcerta, oltre all'enormità delle perdite umane e della tragedia raccontata, è la consapevolezza che per poter liberare l'Europa dalla schiavitù del nazismo, un dittatore della stessa portata di Hitler ha dovuto prendere il sopravvento e commettere abomini dello stesso livillo...
Ci proteggerà la neve: il racconto di un fatto storico dolorosissimo, quattro vittime della guerra, la nascita di un amore, la celebrazione della vita sulla morte, una scrittrice in grado di far rivivere minuziosamente e con stile impeccabile un periodo che vorrei non fosse mai esistito... assolutamente da non perdere!

Proprio quando pensi che questa guerra
ti ha portato via ogni cosa che amavi,
incontri qualcunoe ti rendi conto che,
chissa come, hai ancora molto da dare.


Alla prossima, Alessandra

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