sabato 1 ottobre 2016

La promessa del tramonto di Nicoletta Sipos, recensione

Care Crazy,
La promessa del tramonto di Nicoletta Sipos è il romanzo di cui vi parliamo oggi. Tratto da una storia vera, questo libro, pubblicato da Garzanti l’8 settembre, ci trasporterà nell’Europa della prima metà del Novecento, dilaniata da regimi totalitari e dittature. Seguiremo una coppia di innamorati nelle vicissitudini che hanno dovuto affrontare per dare un lieto fine al loro amore. Ecco la nostra recensione.

La promessa del
tramonto Titolo: La promessa del tramonto
Autore:
Nicoletta Sipos
Serie:  non fa parte di una serie
Editore:
Garzanti
Data: 8 settembre 2016
Genere: narrativa
Categoria: storico
Narrazione: terza persona
Finale: No cliffhanger
Coppia: Tibor, medico ungherese; Sara, infermiera italiana.


Si dice che l’amore superi ogni ostacolo. Per Tibor, giovane medico ebreo in fuga, è questa l’unica speranza a cui aggrapparsi. Tibor ha passato la sua vita scappando. Prima dalle leggi razziali dell’Italia fascista e dai campi di lavoro della seconda guerra mondiale. Poi dall’odio strisciante dell’Ungheria del 1951, in cui imperversa la dittatura stalinista. Un regime che un uomo come lui non può accettare. La sua colpa è sempre stata una sola: quella di esistere. E adesso che è nascosto in un ripostiglio buio di una nave che dovrebbe portarlo verso la libertà, la luce che illumina il suo cammino è lei. Sara. La donna per cui ha rischiato tutto. La donna che ha cambiato la sua esistenza con uno sguardo. La donna che lo aspetta, già in salvo, in Italia. La guerra e la famiglia di Sara, che non credeva nella forza dei loro sentimenti, hanno provato a dividerli. Ma nessuno è riuscito a spezzare il legame che li unisce, e ora Tibor sta cercando di raggiungerla. Vuole costruire, per loro e i loro figli, un futuro migliore. Perché Tibor e Sara si sono scambiati una promessa: la promessa di riconquistare, nonostante tutto, la felicità che si meritano. La felicità che si meritano i loro figli. Insieme hanno combattuto. Hanno sfidato la violenza e l’orrore. Hanno superato notti infinite e pericolose. Ma non hanno mai dimenticato chi sono. E hanno capito che, finché saranno una cosa sola, nessuno potrà togliere loro la dignità e il coraggio. Nicoletta Sipos ha scritto un romanzo potente e memorabile, intenso e commovente. La storia vera di un uomo e di una donna capaci di lottare anche quando tutto sembra perduto. Fino all’ultimo respiro. Anche se fa paura. Perché se si è in due nulla è impossibile.


Ci sono periodi della storia dell’umanità che si possono studiare ed ristudiare sui libri di scuola, che si possono approfondire con documentari e filmati d’epoca, ma che non finiscono mai di colpirci dritti al petto, con la brutalità di una violenza disumana e con l’orrore che solo menti malate possono generare. Ho visto molti film e letto alcuni libri ambientati negli anni terribili delle leggi razziali e della Seconda guerra mondiale, ma ogni storia che ci parla di quel periodo storico aggiunge qualcosa di nuovo e di unico alle migliaia di storie già raccontate.
La promessa del tramonto è tratto e ispirato da una storia vera, quella di due innamorati, Tibor, un medico ungherese di origine ebraica e Sara, un’infermiera italiana. Il loro amore ha la sfortuna di essere nato in un’epoca in cui i regimi politici avevano potere decisionale sulla vita e sulla morte delle persone, figuriamoci sull’amore. Un amore contrastato da subito: le leggi razziali, in vigore in Italia prima e in Ungheria poi, impediscono l’unione tra razze miste. Ma quello tra Tibor e Sara è un amore puro, incrollabile, instancabile, un amore che è capace di affrontare gli ostacoli e le difficoltà; è un amore che combatte la distanza e la disapprovazione, i regimi e le cortine di ferro, i campi di lavoro e la guerra. Tibor e Sara compiono delle scelte per proteggere la loro vita insieme e la loro libertà, scelte che li porteranno a scontrarsi con i propri familiari, con i propri amici, con il proprio Paese e con tutta una serie di “ismi” che hanno provocato tanto dolore all’umanità: fascismo, nazismo, antisemitismo, comunismo. Il lettore seguirà il tentativo di fuga di Tibor dall’Ungheria stalinista del 1951, mentre la mente del dottore ripercorrerà la sua vita, l’incontro con la luce dei suoi occhi, mostrandoci tutte le tragedie che lui e la moglie hanno dovuto affrontare.
L’autrice, di cui potrete leggere una bella intervista alla fine del libro, è una giornalista e, a mio avviso, il suo lavoro ha influenzato molto lo stile di scrittura di questo romanzo. I fatti storici sono descritti in modo impeccabile, con chiarezza e dovizia di particolari, ma ho trovato una certa distanza e mancanza di pathos rispetto alle vicende dei protagonisti. Ho faticato un poco nella lettura del libro perché non mi sono mai sentita coinvolta fino in fondo nelle vicende dei personaggi, non perché io sia un cuore di pietra, ma perché li ho sentiti distanti dal lettore, come se fossero i protagonisti di un documentario piuttosto che di un romanzo. Il loro amore è stato indubbiamente fortissimo, ma forse, con l’utilizzo di un altro stile narrativo, avrebbe potuto toccare maggiormente la mia emotività.
Questo mio parere non toglie valore ad una scrittrice molto capace e ad un libro che aggiunge un’altra perla all’infinita collana di storie vere che ci aiutano a comprendere cosa è davvero accaduto in quegli anni terribili e disumani.

Un abbraccio,
Liliana







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