giovedì 4 luglio 2019

Dimmi che vuoi me di Kristen Ashley, recensione

Ciao Crazy,
oggi vi parlo di Dimmi che vuoi me di Kristen Ashley, stand alone con una vena suspence, uscito il 3 Luglio per Newton Compton.




Titolo: Dimmi che vuoi me (Complicated)

Autore: Kristen Ashley

Editore: Newton Compton

Data: 3 luglio 2019

Genere: contemporary romance

Categoria: romantic suspense

Narrazione: terza persona maschile, prima persona femminile

Finale: No cliffhanger.




L’incontro dello sceriffo Hixon Drake e di Greta Dare in una minuscola cittadina del Nebraska dà vita a un’immediata sintonia. Purtroppo per loro, il tempismo non potrebbe essere peggiore.
Hix sta facendo i conti con un divorzio che gli è letteralmente piovuto dal cielo e vuole occuparsi dei suoi figli. Senza nemmeno accorgersene, è diventato il tipo di uomo che tiene tutti a distanza ed è troppo impegnato a proteggere i suoi figli e il suo cuore per guardare oltre il suo naso. Greta, invece, è appena arrivata in Nebraska insieme a suo fratello, in fuga dal passato. È in cerca di un po’ di pace e ha intenzione di iniziare la sua nuova vita al riparo dai guai. Questo, prima di incontrare lo sceriffo… Quando l’attrazione tra i due diventa innegabile ed è chiaro che non riescono a stare lontani, un omicidio sconvolge la piccola comunità della città in cui vivono. Si tratta del primo delitto da decenni e Hix, questa volta, dovrà ricominciare a fidarsi di qualcuno se vuole sperare di trovare il colpevole. Ma convincere Greta, non sarà per niente facile.



Mettetevi comode, rilassate col kindle in mano e tenete a mente che questo non è un libro cotto e mangiato, ma un romanzo corposo e di spessore.
Il mio primo approccio con questa autrice è stato piacevole e inaspettato; con Hix è stato amore a prima vista, con Greta ho impiegato qualche pagina in più ma è stato ugualmente intenso.
Devo essere sincera, questa più che la storia di un amore è la storia di una rinascita, di un cambiamento che rischiava di affossare un uomo ma che invece lo ha reso libero.
Ho amato e sentito il peso dei loro amori falliti, della voglia senza fronzoli di mettersi in gioco.
Hix e Greta non sono infatti due ragazzini, sono persone con un passato, con dei figli alle spalle, persone che hanno voglia di innamorarsi ancora, hanno voglia di perdersi e di fidarsi di qualcuno.
Insomma questo libro mi è piaciuto.
Mi è piaciuta molto la vena suspence (Hix è infatti uno sceriffo che si ritroverà a investigare su un caso).
Mi è piaciuta l’ambientazione del minuscolo paesino dove non accade mai nulla (a tratti mi è sembrato anche claustrofobico e rifletteva a pieno lo stato d’animo dei protagonisti e dell’ambivalenza che c’è tra ambiente piccolo che protegge o ambiente piccolo che soffoca).
Mi è piaciuta la parte erotica senza fronzoli, asciutta e consapevole. Sexy e mai volgare.
Mi è piaciuta l’evoluzione fisiologica della storia, con la giusta dove di romanticismo e realtà.

E Cristo, anche vedendola così nella penombra, lui desiderò di saper disegnare, così avrebbe potuto immortalare quell’immagine, incorniciarla e guardarla ogni volta che voleva.

Ma qualcosa che non mi è piaciuto c’è:
In primis la lunghezza del libro. Per quanto l’autrice sia superba e non mi abbia fatto storcere il naso sulla doppia narrazione con tempi verbali diversi (sì, lo so, sono una delle poche che non comprende l’uso della prima/terza persona all’interno dello stesso libro, perdonatemi) ho trovato il libro in alcuni tratti troppo, troppo prolisso, pesante, ritmicamente lento.
Seconda cosa sono alcune sfaccettature del pov maschile: trovo poco probabile che un uomo scansioni l’abbigliamento femminile come se fosse un profilo 21 buttons e siccome questa cosa viene ripetuta in pratica ogni volta che Hix si trova davanti Greta l’ho trovata troppo artificiosa (sì, lo so, ma io amo e dico amo i pov maschili che siano maschi e i maschi non notano l’abbinamento tessuto/colore di smalto/accessori)
Detto questo, devo dire che Kristen Ashley rientra senza ombra di dubbio tra quelle autrici che raccontano lo stato d’animo più che un singolo sentimento, che dipingono meravigliose scene dove gli interpreti non indossano maschere ma sono semplicemente se stessi.
Promossa

Naike





4 commenti:

  1. Onestamente, anche fosse stata una bella storia, è tradotto talmente male, che mi ha innervosito terribilmente. Frasi senza alcun senso ortografico.

    M.

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  2. La storia è piaciuta molto anche a me.. lenta, ma in senso buono, credibile, protagonisti ben delineati. Ho adorato sia lui che suo figlio Shaw.
    L'editing però è veramente pessimo.
    Capisco che è un romanzo lungo, ma una rilettura in più avrebbe senz'altro fatto la differenza.

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  3. Un romanzone...... Di solito sono così quelli della Ashley
    Tanto errori però di editing...... Peccato non pubblichino la serie dei rider......

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  4. Libro banale e infarcito di stereotipi, oltre che pieno di errori di traduzione e battitura.
    Siamo nel 2019 e si parla ancora di donne facili, di uomini che non conoscono la piega che si fa ai capelli (ehhh?), di persone che si sentono in colpa se non vogliono figli, o di donne le quali pensano che servire "il proprio uomo" sia il massimo delle aspirazioni di vita. Oltre che di uomini non inclini a "sopportare" le lacrime "femminili". Cioè, ma sul serio?

    RispondiElimina

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