giovedì 7 gennaio 2021

K-Crazy: Tale of the nine tailed

Care K-Crazy 

con Tale of the nine tailed scopriamo un mondo fatto di magia occulta, mitologia e urban fantasy concepiti all’ombra di un amore epico e antico come il mondo. Questa volta Viki non si è fatto scappare la possibilità di tradurre le 16 puntate che trovate già disponibili sulla piattaforma.



                    


     

La storia, soprattutto nei primi sei episodi, ha un andamento tra il suspense/mitologico/fantasy che è un bell’insieme da mandare avanti senza lasciare indietro niente. La parte che più mi ha colpito è senza dubbio quella che ha visto intrecciati riti religiosi del buddismo a quello dello shintoismo con dei e credenze annesse. In mezzo a tutto questo il destino gioca con l’amore impossibile tra una volpe e una giovane umana. Dipingendo il loro come un legame forte come solo l’amore forgiato dalle stagioni, dagli anni, dai secoli più bui e solitari può essere. Possiamo quindi definirlo una forma di amore epico che vi farà battere il cuore e capitolare per questi due.

I personaggi secondari che molto spesso passano in sordina senza troppa considerazione qui sono stati predominanti. Lee Rang insieme a Yoo Ri e a Shin Joo sono i satelliti perfetti della storia. Un altro tipo di amore presente è quello fraterno tra Rang e Yeon, forte anche se macchiato da traumi e ferite. Il premio come villian migliore del 2020 lo do senza dubbio a Lee Tae Ri. Non so come abbiano fatto a scegliere un attore tanto adatto al ruolo con quel mix di viscido e angelico, un ossimoro perfetto per il personaggio in questione.

Questo kdrama aveva tutti i requisiti per essere uno dei migliori usciti nel 2020. Purtroppo non è stato così a mio avviso a causa di alcune pecche che non posso evitare di evidenziare. Ho sottolineato come si parli di un amore epico ma questo amore è praticamente cieco davanti a ogni cosa presente in questa storia, bella o brutta che sia.

Se c’è una cosa che i coreani non fanno passare è un happy ending forzato. Qui non si tratta del finale in se quanto il modo in cui si arriva a questo lieto fine ad apparire effettivamente una forzatura. A ciò si aggiungono delle incongruenze, come dei pezzi lasciati un po’ a caso senza una spiegazione apparente. Finale frettoloso, completamente in contrasto con il largo spazio dato ad alcuni elementi e dettagli. La cosa che sicuramente questo drama conferma è la presenza di Dong Wook nell’Olimpo degli attori coreani (e nel mio cuore), ha dimostrato ancora una volta il suo talento da attore a trecentosessanta gradi.

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