Ciao Crazy,
oggi vi parlo dell’ultima fatica di una delle maggiori autrici italiane di Hystorical Romance: stiamo parlando di Linda Kent che per i romanzi Classic di Mondadori ha scritto L’albero dei desideri, un’avvolgente storia di amore ambientata a Calcutta, crocevia di traffici di stoffe preziose e spezie ai tempi della regina Vittoria. Allora, pronte a viaggiare nel tempo e trasferirvi in India?
Autore: Linda Kent
Data: 5 gennaio 2019
Editore: Mondadori(Classic)
Genere: historical romance
Categoria: Victorian
Narrazione: Terza persona, PoV alternato
Finale: No cliffhanger
Grant Cameron, direttore della Selby Overseas di Calcutta, è un uomo di successo, stimato da tutti e corteggiato dalle lady inglesi, ma non dimentica il passato che dalla Scozia lo ha condotto in India, né la gratitudine che lo lega a lord Selby. Pertanto, non può rifiutare l'incarico di vegliare sulla giovane figlia dell'amico, anche se i sentimenti che la bellissima Sashi gli suscita nel cuore sono profondi e intensi. Audace, sensibile e intelligente, Sashi rappresenta il suo sogno proibito, conteso da un rivale affascinante e dalla magica atmosfera indiana che circonda la ragazza, rendendola semplicemente irresistibile. Un sogno al quale Grant non è più disposto a rinunciare, neanche a costo della vita
Se c’è una cosa che amo dei romanzi storici sono le impettite regole tra innamorati che vengono frantumate gradualmente attraverso schermaglie, sguardi e probabili mascoline prese di posizione; fa parte dello schema del romanza d’amore storico, fa parte di quell’essenziale processo attraverso il quale la lettrice (ovvero IO) si appassiona ai personaggi.
E Linda Kent non ha fatto altro che rendermi partecipe di questa storia, che se proprio devo paragonare a un’avventura, una sfida, la paragonerei a un elegante duello a fioretto dove entrambi i duellanti hanno stesse armi e stessa velocità.
Perché proprio il fioretto? Perché tra le armi convenzionali è la disciplina che meglio regola come e dove colpire e Sashi e Grant sanno perfettamente dove e come colpirsi a vicenda, entrambi consci, ma fin troppo orgogliosi, per comprendere la pericolosità di un sentimento.
E Grant aveva compreso di non poter più negare a se stesso la verità: si era innamorato di un sogno impossibile.
Sono due personaggi simili in senso lato: emancipata, forte e caparbia lei che, metà inglese e metà indiana, si sente a casa solo quando è circondata dall’amore dei suoi familiari. In una Londra che la considera troppo scura di pelle e una Calcutta dove, al contrario, è considerata troppo chiara, Sashi vuole differenziarsi dalle altre coetanee: vuole avere un posto di lavoro nell’azienda commerciale di suo padre, vuole appunto emanciparsi in una società vittoriana dove diritti e libertà femminili erano agli albori.
Sashi, però, oltre essere fortunata perché bella e ricca, è anche fortunata perché suo padre asseconda il suo benessere e le lascia spazio di manovra oltre che un posto di lavoro nella compagnia di famiglia.
Ed è qui che interviene il biondo scozzese che si prenderà cura di lei inizialmente nell’ambito lavorativo e poi in quello affettivo.
Grant (oh, Grant!!!!) è un uomo fidato del padre della bella e, in qualche modo, vive fuori posto proprio come Sashi; bastardo di nascita, è diventato ricco con il commercio. Troppo scozzese per vivere a Londra, troppo illegittimo per essere preso in considerazione dalle alte sfere.
Due caratteri che si sfidano ma sempre in lealtà, entrambi coperti da panni che vanno loro stretti, entrambi con l’esigenza di essere liberi nelle loro vite. Caratteri che si scoprono innamorati mentre una grande minaccia incombe: un potente ed elegante principe dei regni del Nord s’invaghisce della bella Sashi e sembra non voler mollare l’intenzione di farla sua.
Le sembrava di essere salita su una giostra e che questa vorticasse con tanta furia da far schizzare via il cavallo sul quale era montata.
L’albero dei desideri è un romanzo dove l’autrice non ha lesinato le descrizioni degli animi dei protagonisti e non ha lesinato nemmeno nelle descrizioni del setting indiano senza risultare prolissa, ridondante, accompagnando la lettrice (sempre IO) a una gita attraverso usanze, colori e sapori di un’India lontana ma molto attuale.
Ho amato l’evoluzione della storia e il ritmo della narrazione.
Ho apprezzato che l’autrice, nonostante si comprenda la ricerca, non abbia ubriacato il testo con troppi particolari, spesso superflui (questo, a mio avviso è un limite di molti Hystorical).
Le scene d’amore, come i dialoghi tra i due sono limpide e mai troppo voyeuristiche. Una buona prova, quella di Linda Kent, che sono certa leggerò di nuovo con molto piacere.
Naike
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