venerdì 28 giugno 2019

TI PREGO NON LASCIARMI ANDARE DI CARIAN COLE, doppia recensione

Ciao Crazy!
Oggi siamo qui per parlarvi di Ti prego non lasciarmi andare, secondo libro della Serie All Torn Up dell’apprezzata autrice Carian Cole. Dopo la storia di Toren e Kenzie che tutti abbiamo amato, ecco che arriva la storia del misterioso e solitario fratello di Tor, Tyler. Un uomo dal passato oscuro, circondato da tanti di quei pettegolezzi che tutti in città evitano, manco fosse un serial killer. Di sicuro le sue cicatrici e i suoi tatuaggi non aiutano di certo, ma e se quest’uomo reputato da tutti pericoloso e instabile non fosse proprio come appare? Continuate a leggere!



Serie All Torn Up
1. Ti prego non spezzarmi il cuore, 16 marzo 2019
2. Ti prego non lasciarmi andare, 28 giugno 2019

Autore: Carian Cole
Editore: Newton Compton
Genere: Contemporary Romance
Categoria: Drama
Narrazione: prima persona, doppio pov
Finale: Autoconclusivo

La mia infanzia venne rubata il giorno in cui mi rapirono, condannandomi a una prigionia di undici lunghi anni. Anche una volta libera non conoscevo più il significato di amore, speranza o felicità. Ero smarrita in un mondo che non mi apparteneva e cominciavo a pensare di non aver diritto ad alcun futuro. Non avrei mai potuto immaginare che il mio principe azzurro sarebbe arrivato con le sembianze di un uomo schivo, coperto di cicatrici e tatuaggi, incapace di pronunciare una singola parola. Il momento in cui i nostri occhi si sono incontrati le nostre anime hanno vibrato e ho capito che era l'unica persona al mondo in grado di salvarmi. E adesso desidero soltanto riuscire a sentire il suono della sua voce.

Sono l’alba e il crepuscolo. 
Non sono più luce o buio, ma qualcosa di indefinito, 
un luogo confuso e incasinato che sta a metà fra le due cose.
Sono la zona grigia.

Eccoci qua per un nuovo toccante e dolce romanzo sulla guarigione dell’anima e dello spirito che solo l’amore più puro può portare a compimento. E per questo particolare libro abbiamo deciso di fare una doppia recensione. 
Tyler porta sul proprio corpo le cicatrici di un orribile incidente e di una vita sregolata quando tutto gli sembrava ormai irrecuperabile. Una serie di scelte sbagliate, alcol e droga, risse, nominatene una e lui si ci è sicuramente gettato a capofitto. Si porta dentro un grande dolore e sensi di colpa che non lo lasciano mai solo. Quindi è come se avesse deciso di espiare una sorta di penitenza vivendo da solo in mezzo ai boschi, lontano dall’affetto della sua numerosa famiglia, che nonostante tutto non ha mai smesso di amarlo e di sperare che lui un giorno potesse tornare a casa, pur non essendo più lontano di qualche chilometro. Tutti lo evitano o lo guardano per via delle cicatrici da ustioni che gli deturpano metà viso. Quelle cicatrici lo aiutano a tenere lontano la gente, è quello che vuole, finché un giorno non sente dei lamenti in mezzo al bosco. Trova la giovane, appena sedicenne Holly e quando i loro occhi si incontrano è come se il destino fosse già scritto. Loro due erano destinati a trovarsi e a salvarsi a vicenda. 
Rapita quando aveva appena cinque anni, ha vissuto un incubo lungo undici anni, tenuta prigioniera da uno psicopatico (che secondo me meritava solo la castrazione chimica), Holly non sa niente del mondo. Ha vissuto tra le pareti di un minuscolo scantinato, ferita, abusata, traumatizzata. È cresciuta senza l’affetto della sua famiglia, con solo la presenza del suo carceriere e il conforto di alcuni libri di fiabe che sono diventati la sua copertina di linus. Ma quando Tyler la trova e la salva non può fare a meno di pensare che lui sia il suo principe e che vivranno per sempre felici e contenti. Capirà presto, però, che prima di avere il suo lieto fine dovrà aiutare anche lui a guarire dalle sue cicatrici, quelle interne che fanno più male e sono difficili da cancellare.

E anche se ho cercato a lungo di convincermi del contrario, 
la verità è che la maggior parte degli uomini non sa come amarla.
Io invece sì. E amerò tutto di lei: il bene e il male, i sorrisi e le paure, 
le cose buone e quelle brutte.

Mamma mia, che bello questo romanzo. Un’altalena di emozioni che l’autrice è riuscita a suscitare in me fin dalle prime pagine. I personaggi di Tyler e Holly sono così veri, pieni di paure e dolore, sono umani, hanno le loro debolezze e i loro desideri. Insomma, non si può fare a meno in entrare in empatia con i loro drammi interiori. Di sperare che Holly possa finalmente sentirsi libera nonostante i ricordi del passato che la perseguitano e che Tyler possa sentirsi di nuovo un normale uomo, nonostante le cicatrici interne ed esterne che porterà sempre con sé.
Devo dire che al momento della valutazione è stato difficile assegnare un giudizio. Ho dovuto valutare tutti gli elementi di questo libro e paragonarli con il primo che ho amato tantissimo. Alla fine sono giunta alla conclusione che ci sono alcuni elementi di disturbo che mi hanno impedito di assegnare il 5 pieno. 
I genitori di lei, per esempio, che avrei volentieri preso a schiaffi. Insomma, se non fosse stato per il fratello maggiore e per la nonna, questa povera cristiana sarebbe stata sola al mondo. Ai suoi genitori direi: datevi all’ippica, visto che a fare i genitori siete così scarsi.
Il finale. Nonostante sia stato dolcissimo e degno delle migliori favole che tutti conosciamo e amiamo, mi è sembrato troppo sdolcinato rispetto all’andamento della storia e troppo affrettato. Lascia anche, a mio parere, qualcosa in sospeso come ad esempio il rapporto con i genitori dell’anno (sono sarcastica, si sente? XD) La scena extra dopo l’epilogo l’avrei completamente bypassata, ma questo è un mio gusto personale. Quindi tirando le somme ho deciso che, nonostante abbia amato la storia di Tyler e Holly, il voto migliore, per me, è 4 e mezzo.

Vi lascio alla recensione di Christine! Un bacio, Sissy






Siamo fatti della stessa stoffa strappata.

In questa frase simbolica è racchiuso tutto il senso di questo romanzo a dir poco magnifico.
Holly è sopravvissuta in maniera quasi miracolosa a undici anni di prigionia in un buco disumano dove ha patito le peggiori crudeltà da parte del suo aguzzino che l’ha rapita quando era solo una bimba di cinque anni. Liberata e divenuta una donna stupenda, nonostante le ovvie incertezze e paure, non ha mai perso la speranza. Quel briciolo di magia infantile che di certo le ha tenuto la mente fuori dall’orrore, impedendole di precipitare e non riprendersi più.
Tyler è un uomo profondamente buono, che la vita ha strapazzato per bene e che non si fida più di nessuno.
Come comprendere quella ragazza dagli occhi limpidi che ha sopportato ancora più di lui e nonostante ciò non ha mai perso la voglia di credere negli altri?
Sono le due facce opposte della stessa medaglia, psicologicamente delineati in maniera a mio parere perfetta, vittime devastate nel corpo ma ancora protagonisti della propria vita e delle proprie scelte. Due eroi di tutti i giorni, con una mente speciale e un cuore davvero grande. 
Cosa mi ha colpito di più, al di là della storia di sofferenza di entrambi e della possibilità di rinascita che viene concessa loro dalla vita? La verosimiglianza, soprattutto della storia di lei. 
Credo che “perdere” undici anni della propria infanzia e adolescenza, oltre alle angherie e violenze subite, sia devastante per la formazione psicologica dell’adulto. Come addormentarsi e svegliarsi undici anni dopo, senza aver visto come il mondo è andato avanti nel frattempo.
Perdere i propri cari, i luoghi, gli oggetti è terribile. Ma ritrovare tutto mutato, quando la tua mente è rimasta ferma all’attimo esatto in cui sei stato strappato via, è sicuramente la cosa più difficile da superare prima di poter ricominciare, in mezzo alle migliaia di altre difficoltà. 
Holly arranca per un paio d’anni alla ricerca di se stessa e dei ricordi e affetti perduti, aiutata dalla sua fantasia che crede ancora nelle favole e dall’amore per un cagnolino che ha vissuto la prigionia con lei.
Cosa desidera di più? Essere trattata come una persona normale. Il che è un’utopia. Nessuno scampato a una disgrazia di quella portata viene più considerato come tutti gli altri. Agli occhi del mondo Holly è e resta un fenomeno, un soggetto strano, una cavia da laboratorio. Perfino per i genitori che non sanno come trattarla, come interagire con lei, come se temessero che potesse spezzarsi da un momento all’altro.
Holly e Tyler si riconoscono tra loro perché sono fatti invece della stessa stoffa strappata e ricucita, e quegli strappi, che nulla potrà mai completamente camuffare, li hanno resi più forti e più grandi. Due piccoli grandi eroi a cui nessuno potrà mai più fare del male perché l’unione, si sa, fa la forza.
Un’altra grande storia per un’autrice che sta diventando una delle mie preferite. Un romanzo assolutamente da non perdere.

Cri











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