Crazy,
da qualche giorno ho terminato la lettura di Non pensavo fosse amore di Brittainy C. Cherry. Pubblicato il 3 Giugno, sempre grazie all'editore Newton Compton, si tratta della versione italiana di uno degli ultimi libri scritti da questa autrice: Disgrace. Come sempre siamo di fronte a un romanzo auto conclusivo e in pieno stile Cherry...
Autore: Brittainy C. Cherry
Editore: Newton Compton
Genere: Contemporary Romance
Categoria: Emotional - bad boy
Narrazione: Prima persona - doppio POV
Finale: Conclusivo
Narrazione: Prima persona - doppio POV
Finale: Conclusivo
Quando mio marito mi ha lasciato, ho desiderato ogni notte che tornasse. Dopo quindici anni insieme, non riuscivo a sopportare l’idea che se ne fosse andato tra le braccia di un’altra. Ero confusa, smarrita, e ho cominciato a dubitare di me stessa. Volevo soltanto riaverlo con me. Ma poi è arrivato Jackson Emery: la distrazione di cui avevo disperatamente bisogno. Un divertimento estivo. Eravamo perfetti, perché entrambi sapevamo che non saremmo durati, insieme. Jackson, con la sua cinica diffidenza verso le relazioni, e io che non osavo più sperare nell’amore. Tutto procedeva secondo i piani, fino alla notte in cui il mio cuore ha sussultato. Non mi sarei mai aspettata che avesse un’anima tanto tormentata. E da quell’istante l’ho visto sotto una luce diversa. Lentamente i miei pensieri hanno cominciato a concentrarsi su Jackson. L’uomo più diverso al mondo da quello che credevo di volere. Desideravo che Jackson fosse mio, anche se sapevo che non era fatto per amare.
«Cosa vedi quando lo guardi? Cosa vedi quando guardi Finn?»
«Vedo il mio passato.Vedo tutto ciò che ero e tutto ciò che non ero».
«E cosa vedi quando guardi me?».
«Un mondo di possibilità».
Leggere un libro di Brittainy C. Cherry è sempre un piacere, infatti anche Non pensavo fosse amore è stata una storia d'amore emozionante che ho letto molto velocemente e che inevitabilmente mi ha fatto riflettere e crescere. E questo penso sia il vero punto di forza di questo nuovo romanzo della Cherry: gli spunti di riflessione che si susseguono su svariati aspetti della vita di una persona e gli insegnamenti che se ne traggono a fine lettura.
Appeno ho iniziato a leggere l'osservazione che mi è saltata lampante in testa è che ero di fronte a una evoluzione alternativa della storia dell'ultimo libro di Colleen Hoover pubblicato da Sperling (Un ricordo ti parlerà di noi), quella che si sarebbe avuta nel caso in cui i due protagonisti non si fossero amati abbastanza per continuare a scegliersi ogni giorno. Ma tranquilli in Non pensavo fosse amore la problematica del matrimonio è solo la spinta per la protagonista per un nuovo percorso alla ricerca di se stessi.
«Perché ti impegni tanto per farmi aprire?», chiese.
«Perché, anche se tu non lo vedi, abbiamo delle cose in comune. E poi sei
l’unica persona in città con cui non mi sento obbligata a fingere di essere
qualcosa che non sono».
«E cosa fingi di essere?».
Deglutii e alzai la spalla sinistra. «Perfetta».
...
«Tu cosa fingi di essere?», chiesi.
«Arrabbiato».
«E cosa sei in realtà?»
«Perso»
In questa recensione voglio concentrarmi su due aspetti sostanziali che potrebbero darvi l'idea della lettura che vi troverete davanti, ovviamente senza spoiler: i protagonisti e il contesto in cui sviluppa la storia, e alcuni degli insegnamenti più belli che mi sono rimasti impressi.
Jackson e Grace sono due personaggi bellissimi, due anime deluse dall'amore anche se in maniera totalmente diversa. Lei è la perfetta figlia del pastore tutta casa e chiesa, mentre lui è il cattivo meccanico figlio dell'ubriacone del paese con un passato turbolento e di dipendenza. In altre parole, la reginetta e il relitto della comunità. I due si incontrano quando lei ritorna nel paese di nascita alla fine del suo matrimonio con Finn, entrando la cittadina l'auto di Grace va in panne e Jackson tutto scontroso l'aiuta a riportare la macchina in officina.
I primi approcci sono molto duri fra i protagonisti, lei bloccata dai pregiudizi di un paese che ha sempre definito Jackson e suo padre come una famiglia malvagia, e lui invece che schifa letteralmente tutta la famiglia di Grace e la chiesa, che nel momento del bisogno gli ha voltato le spalle. Ma l'odio e i pregiudizi a nulla sono serviti...
L'evoluzione del rapporto fra i personaggi è emozionate: è bello vedere come imparano a conoscersi, ad andare oltre l'apparenza, alle dicerie, a zoomare sul vero io. È così che passano dalla diffidenza al fidarsi uno dell'altra, dall'odiarsi all'amarsi.
Ma -perché c'è un ma- nella caratterizzazione dei personaggi secondari e di tutta la cittadina di Chester ho trovato che la Cherry sia stata eccessiva: situazioni a volte un po' grottesche ed esasperate, personaggi come la mamma di Grace, l'ex marito Finn, l'amica, ma in verità tutto l'insieme risultano la caricatura forzata della realtà. Sicuramente la scelta dell'autrice viene dalla voglia di esasperare degli stereotipi ai fini di denunciarli, ma io avrei preferito una scelta più moderata.
Nonostante tutte le mie preghiere, non avevo mai pensato di ricevere in dono
un uomo come lui. Non credevamo nello stesso Dio, ma andava bene così.
Non amavamo sempre le stesse cose, ma andava bene così.
Non andavamo sempre d’accordo, ma ancora… andava bene così.
Perché amarsi – amarsi davvero – non vuol dire pensarla sempre allo stesso modo.
Non significa essere sempre della stessa opinione su ogni argomento.
Amarsi davvero significa comprendersi a vicenda.
Avere rispetto dei sogni, delle speranze, dei desideri e delle paure dell’altro.
Detto questo, vi troverete a leggere un romanzo che vi insegnerà fondamentalmente ad andare oltre alle apparenze prima di giudicare qualcuno; che la perfezione non esiste ed è comunque sopravvalutata; di non annullare mai se stessi per nessuno, nemmeno per amore; di imparare a conoscere e ad amare se stessi; di non fare mai le cose solo per compiacere gli altri, né genitori né fidanzati né amici; che esiste tanta ipocrisia dietro ai molti che si professano nel giusto solo perché apparentemente dediti alle regole imposte dalla religione; che si può trovare la propria spiritualità anche fuori dalle quattro mura della chiesa ma che non bisogna condannare chi decide di farlo all'interno di esse; che è giusto prendersi il proprio tempo per guarire, ritrovarsi, imparare a stare bene con se stessi e che l'amore sa aspettare se è autentico; di come un matrimonio fallito sia duro da superare ma che nella vita esistono le seconde possibilità per essere felici e spesso sono le migliori... potrei continuare ancora, perché questo libro in ogni passaggio ci dà qualche lezione di vita e fra le tante voglio concludere con quella che ci dimostra che i libri sono sempre il più bel rifugio in cui potersi rintanare quando si è soli, delusi dalla vita, feriti: i nostri libri hanno il potere di aiutarci ad andare avanti, a sopravvivere e, se usati come dono, possono essere terapeutici anche per una persona che vogliamo salvare dalla propria solitudine e dolore.
Non pensavo fosse amore forse non è il mio libro preferito di Brittainy C Cherry ma è comunque una lettura da fare e che vi consiglio assolutamente se amate il suo stile immediato e le sue storie così emozionanti, nel frattempo aspetto di sapere il vostro parere...
A volte per trovare sé stessi bisogna deludere qualcuno…
genitori inclusi.
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