domenica 12 novembre 2017

Il destino a portata di App di Eleonora Mandese, recensione in anteprima

Salve Crazy,
vi parlo de Il destino a portata di app di Eleonora Madese, in uscita oggi 12 novembre in edizione self published. Una storia frizzante, ironica, romantica che mi ha fatto rivivere momenti forti della mia vita universitaria.
Titolo: IL destino a portata di app
Autore: Eleonora Mandese
Serie:  Non fa parte di una serie
Editore: Self publishing
Data: 12 novembre
Genere: chick lit
Categoria: college
Narrazione: prima persona
Finale: No cliffhanger



Jessica Bonomi è una studentessa fuorisede a Milano.
Ossessionata dallo shopping compulsivo e costantemente alla ricerca di soldi che non ha, studia ogni giorno un metodo nuovo per contrarre debiti e allontanare il più possibile l’idea del futuro.
Ad un passo dalla laurea non supera il suo ultimo esame e, piuttosto che ammettere di essere un fallimento, progetta di architettare una falsa festa di laurea mentre prova a cercare lavoro.
Dopo migliaia di curricula inviati a vuoto e nessun tipo di riscontro, un uomo con dei buffi mocassini color noce si accorge di lei e le lascia il suo biglietto da visita.
Adriano Quercetti è il fondatore di Foodster, un’applicazione che promette di partire dallo schermo per far ritornare la gente alla vita reale.
Jessica non rappresenta soltanto una novità, ma è qualcosa di diverso che è pronto a scontrarsi con i fantasmi del suo passato riaccendendo in lui ciò che pensava di aver definitivamente perso...

Cosa potrebbe succedere se ambizioni e sentimenti si mescolassero, minacciando di cambiare ciò in cui si è sempre creduto?

Il genere commedia romantica dove lei è un disastro e lui peggio di lei non rientra nelle mie letture abituali ma, come ripeto spesso, un bel libro è un bel libro e chi se ne frega del genere.
Eleonora Madese narra la storia di Jessica, ragazza siciliana trasferitasi a Milano per studiare e che ha come chiodo fisso lo shopping. Non importa se è on line o se deve comprare all’interno del negozio, Jessica DEVE comprare. Adesso, probabilmente è uno strano caso del destino, ma la sottoscritta ci è davvero passata attraverso lo shopping compulsivo e vi assicuro che quello che accade alla protagonista accade davvero nella testa di chi, come me, entrava in un negozio di scarpe con la stessa lucidità mentale di un tossico nel parchetto malfamato. Devo avere quelle scarpe, devo ignorare il fatto che la mia carta di credito sia sotto di mille euro, devo averle… mi ci sono ritrovata e l’ho fatto anche io durante l’ultimo anno di università, proprio come Jessica e quindi non posso che applaudire al fatto che l’autrice abbia descritto, a mio avviso, la personalità e la dipendenza di Jessica in maniera realistica. Insomma, a lungo andare, proprio come lei si capisce che questa convulsiva voglia di comprare non corrisponde a quella di apparire ma è un modo abbastanza dispendioso di colmare un vuoto. Jessica non si sente compresa, non si sente amata e si sente sull’orlo di un abisso. Deve raccontare delle bugie, deve far felice i genitori lontani che hanno fatto tanti sacrifici, deve rassicurare un fidanzato che ha la spina dorsale di un’alga e poi… e poi cosa ne sarà di se stessa? 

Jessica non ha una buona idea di sé e gli altri non l’aiutano affatto almeno finché nella sua vita non arriva Adriano a proporle uno strano quanto inatteso lavoro. Adriano, infatti, ha creato un’applicazione che fa in modo di mettere in contatto persone apparentemente agli antipodi ma che hanno in comune la necessità di non sentirsi più sole.
Ecco, diciamo che Adriano non è il principe azzurro, è un uomo sofferente che tenta di andare avanti e che è impacciato. Lo scontro-incontro tra loro avviene proprio come l’applicazione che il ragazzo ha creato, avvicina due persone apparentemente diverse e lontane ma che vivono sentendosi spesso incompresi e inadatti. Adriano è alla ricerca di un riscatto e Jessica cerca lo stesso riscatto come se fosse ossigeno.
Insomma, una commedia romantica che senza mai lasciare la leggerezza e la freschezza, accarezza a tratti una profonda verità: quella strana consapevolezza del sentirsi spesso fuori luogo in una vita che corre velocemente senza mai soffermarsi a pensare a se stessi.


Ho trovato la trama scorrevole, lo stile fresco e preciso. Il testo è pulito e mi è piaciuto leggerlo perché non mi ha mai annoiata. Ho anche trovato le scene erotiche mai volgari così mai volgari sono stati i battibecchi tra loro.
Insomma, una buona prova per un genere come il chick-lit che tende spesso a essere troppo forzato e autoreferente. Complimenti all’autrice.



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