sabato 16 marzo 2019

Gang di Marilena Barbagallo, recensione

Ciao ragazze,
oggi vi parlerò di Gang di Marilena Barbagallo, mafia romance con aspetti piuttosto Dark uscito in self-publishing il 4 marzo. Un romanzo nudo e crudo che le amanti del genere hanno certamente notato e che mi ha trasportata nel centro America dove le gang rivali bagnano con sangue e crudeltà i territori che si dividono.





Titolo: Gang

Autrice: Marilena Barbagallo

Editore: Self Publishing

Data: 4 marzo

Genere: Contemporary Romance

Categoria: Mafia, Dark

Narrazione: prima persona, pov alternati

Finale: Conclusivo





Viveva ancora nelle Favelas quando gli donarono una bambina.
"È tua", così gli era stato detto. Poi ha perso tutto.
Mikel Alves è l’erede della 28HS, la più pericolosa gang di El Salvador. All'età di sedici anni sparisce nel nulla, impara a vivere nel buio e ad amare le catene che lo tengono legato alla parete della sua grotta. Diventa un animale selvaggio, dimentica la civiltà, ma sopravvive e non si arrende. Torturato e umiliato dai suoi nemici, paga il prezzo di essere un principe, di possedere un regno e una principessa. Quando Mikel tenta di riprendere in mano la sua vita, si rende conto di essere rimasto intrappolato nel suo inferno personale. Per ricominciare, sarà costretto a portare via con sé uno dei suoi nemici peggiori: Megan Lima.
L'odio di Megan ha radici profonde. Lei deve rifiutarlo, disprezzarlo, tenerlo lontano. Qualsiasi cosa, pur di non cedere al nemico.
Due gang contrapposte che cercano di imporre la loro supremazia, una lotta continua tra ragione e istinto, passione e potere. Per Megan è immorale, per Mikel è essenziale. Un romanzo oscuro, una storia d’amore violenta, due personaggi che superano tutti i limiti.



Questa è una storia dalle molteplici R: rispetto, romance, rapporti, rimorsi, rimpianti, rancore, regina… resilienza. Marilena Barbagallo è brava nel creare una trama dove tutti i protagonisti, tutti principalmente negativi, si ritrovano a dover fare i conti con le conseguenze dei propri comportamenti, con una morale latente e sentimenti offuscati.
Megan, la protagonista femminile si fa largo grazie al nome che porta e al carattere deciso. È manipolatrice, ferrea anche se all’interno dell’armatura di cui si veste sente il peso della solitudine che la circonda. Membro d’onore di una delle famiglie a capo di una sanguinaria gang agli occhi di tutti è la vera regina anche se nella sua anima comincia a prendere piede il rimorso per le cattiverie che infligge.

È tutto macabramente normale, di routine, tipico di noi Lima. Mi interrogo sul senso della vita. Osservo come se non fossi qui. Tutti sono immobili, come in una fotografia.
Cosa ci faccio qui? Perché sono qui? Chi sono queste persone?

Rispetto è invece ciò che deve riacquistare Mikel Alves l’uomo che ha passato 12 anni al buio in una grotta, prigioniero umiliato e beffeggiato proprio dalla famiglia di Megan. La resilienza lo ha aiutato però; Mikel ha subito torture, violenze di ogni tipo, si è piegato ai Lima ma non si è mai spezzato.

È solitudine e follia. È isolamento e fantasia. È fuoco e gelo. È vuoto ed eco. 
Tutto ciò che ho vissuto in questi anni.

Accomunati da un incontro fortuito e dall’emarginazione che li distingue (una profonda e cosciente, l’altra coatta e obbligata) i due creano un legame. Un legame che supera l’odio tra le loro gang, che supera il risentimento del passato.
Un accordo da mantenere e la scoperta delle dinamiche che hanno portato le gang a farsi la guerra porta avanti una trama intrecciata ma non troppo dove in primo piano resta il rapporto tra i due. Due gang opposte, rivali e sanguinose che come in un plot degno di Shakespeare, a un livello splatter nettamente superiore, si inseguono alla ricerca dell’annientamento dell’altro. Mikel e Megan sono due pedine piuttosto ingombranti di una scacchiera che li vede giocatori astuti, rancorosi, paradossalmente sedotti uno dall’altro ma mai nemici: un amore odio composto da rese battaglie dove però il limite del dolore non viene mai superato. Odiare Megan per Mikel è impossibile, annientare Mikel per Megan è irrealizzabile.
Devo dare atto a Marilena Barbagallo di avere avuto coraggio; in un mondo mafia romance dove spesso i protagonisti sono semplicemente accarezzati dalla cattiveria, in questo libro, ha trattato Mikel con il pugno di ferro; dove ha marcato la descrizione della sua anima malconcia e sanguinante ha acquistato la mia attenzione di lettrice (e il mio rispetto da autrice).
Ho gradito molto la brutalità e l’attualità del setting (parliamo di gang salvadoregne non di un gruppo di ragazzini che giocano a guardie e ladri) e ho gradito come sempre il suo stile pulito e senza fronzoli come il genere richiede.
Ottima prova per un ottimo mafia romance, super consigliato per chiunque abbia voglia di una storia strong, hot e piena di R.

Naike














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