venerdì 26 giugno 2020

Bellezza rapita di Julia Sykes, recensione

Ciao Crazy,
oggi vi parlo di Bellezza rapita, secondo libro della serie dark romance Captive di Julia Sykes uscito il 18 giugno con Grey Eagle Publications. Due ragazzi che non dovevano toccarsi, non dovevano desiderarsi, non dovevano iniziare un gioco che li ha portati a innamorarsi ma non sempre tutto va secondo i piani.




Serie: Captive #2

Titolo: Bellezza rapita

Autore: Julia Sykes

Editore: Grey Eagle Publications

Data: 18 giugno 2020

Genere: dark romance

Categoria: mafia romance

Narrazione: prima persona, pov alternati

Finale: No cliffhanger



Nel corso degli anni che ci hanno separato, l’odio ha covato nel mio cuore. La ragazza che amavo un tempo è una donna ora, e crede di appartenere a qualcun altro.
Essendo il più famigerato e sadico signore della droga sulla costa occidentale, godo di potere e controllo. La sua disobbedienza mi tenta e mi tormenta, e non mi stancherò mai di escogitare subdole punizioni per tenerla in riga. Non può sfuggire al mio tocco crudele e alla mia dura disciplina.
Nessuno me la porterà via. Ammazzerò chiunque ci provi.
Valentina è sempre stata destinata ad essere mia. Niente m’impedirà di possederla, corpo e anima.

Come il primo libro anche questo secondo volume viene preceduto da una novella introduttiva, ovvero Innocenza rubata che può essere letta sia separatamente che direttamente acquistando Bellezza rapita. La novella ci conduce negli anni adolescenziali dei due protagonisti Adrian e Valentina. Quest’ultima viene strappata troppo presto dal conforto della sua famiglia, barattata come un oggetto qualsiasi e gettata nella tana dei lupi che altro non è che la famiglia di Adrian. Da qui si da il via a una tensione tra i due che prima ha la forma dell’odio e che pian piano si trasforma in un giovane amore proibito.

«Non avere paura conejita.» mormorò. «Non permetterò che ti tocchi. Nessuno ti toccherà.» ripeté, con la voce che si faceva più profonda, mentre le sue braccia si stringevano intorno a me. «Tu sei mia.» Da quel momento in poi, sono appartenuta ad Adrian.

Sapete quando fate un dolce e siete li che aspettate con ansia di tirarlo fuori dal forno per gustarvelo ma poi succede che lo tirate fuori prima che sia cotto a dovere e appena aprite l’anta questo si affloscia clamorosamente perché non ancora pronto? Beh l’espressione di delusione che si manifesta davanti a questo avvenimento è stata la stessa che ho provato a un certo punto durante la lettura di questo libro. Ero lì coinvolta appieno dalla storia di Valentina e Adrian che si sono visti strappare la loro promessa di amore eterno, coinvolti in una brutale manifestazione di potere patriarcale che li aveva messi l’uno contro l’altro con l’innescarsi di un gioco di incomprensioni. Due personaggi combattivi, Valentina che non si arrende davanti alla possibilità di riavere la libertà che le era stata portata via e Adrian pronto a riprendersi ciò che crede suo di diritto portandomi con loro in questo viaggio on the road alla scoperta di verità dolorose e vecchie quanto le ferite che ne erano conseguite.

Non odiavo Adrian. Non potevo odiarlo. Perché i sentimenti che avevo nutrito per lui da giovane ardevano ancora nella mia anima. Si erano trasformati in amarezza e rancore, ma non erano mai svaniti.

Quando, ecco qua, il dolce si affloscia e il libro mi cade in quei luoghi comuni alla Cinquanta Sfumature versione sottomarca. Lui signore e padrone di ‘una stanza rossa’ e lei sottomessa nata. Nonostante questo il libro mi è piaciuto nell’insieme, non l’ho trovato noioso nella narrazione né difficile da finire e questo mi ha spinta a non dare un voto troppo basso pur trovandovi delle pecche. Consiglio la lettura se cercate qualcosa appartenente a questo genere ma che non sia troppo forte.

Un bacio
Luigia







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